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Autore: emychan    30/05/2012    7 recensioni
Vincitrice del contest indetto da Adamantina su Efp "Video Flash"
La notte prima del matrimonio, Arthur e Merlin si scambiano una promessa.(Merthur)
Potrebbe contenere un vago spoiler alla quarta serie!
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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Scritta per il contest Video Flash fanfic indetto da Adamantina su Efp!
La storia è arrivata prima in classifica e ha vinto il premio speciale "Miglior Storia"!!!
Grazie!:))


 


Per chi fosse curioso, il contest consisteva nello scegliere il nome di una città da una lista. Ad ogni città corrispondeva un video a sorpresa a cui ispirarsi per scrivere la storia!
Io ho scelto Oslo e il video era questo: 
http://www.youtube.com/watch?v=TIc-nZjsWMk&feature=related

Mi pare di aver detto tutto, buona lettura!!!:))


 

 


Se potessi scegliere

 

«Se potessi scegliere...». Arthur si interruppe, il fiato sospeso in gola, incapace di trovare le parole giuste per migliorare le cose.

La fiamma dell'unica candela rimasta accesa nella stanza creava strane ombre sul soffitto, il re le fissava alla ricerca di risposte che nessuno poteva dargli.

Accanto a lui, il corpo caldo di Merlin era una presenza confortante e familiare. Per tutta la notte era rimasto chiuso in un insolito silenzio, ma Arthur non era stupito. Nonostante l'indifferenza e la comprensione che mostrava, Merlin non amava più di lui quella situazione.

«Lo so» sospirò al suo fianco, le labbra umide premute contro la sua spalla. «Non importa».

«Anche se non fosse Gwen, il consiglio vuole che lo faccia» mormorò, incapace di sopportare il lieve tremore nella voce dell'altro. «Posso provare a guadagnare tempo, ma...».

«No» lo interruppe Merlin posandogli il palmo della mano sul petto all'altezza del cuore. «Sarebbe peggio se fosse un'estranea. Preferisco che sia un'amica, almeno so che non ti porterà via da me», la mano sul suo petto tremò. Arthur la coprì con la propria nel vano tentativo di trasmettergli conforto. «Nessuna ci riuscirebbe» mormorò.

Merlin non rispose, limitandosi a restare seppellito contro il suo corpo, a toccarlo come fosse l'ultima volta. Il re avrebbe voluto fargli capire che non sarebbe mai finita, che era solo una formalità. Un modo per tranquillizzare la corte, per consolidare il suo diritto al trono, non per sostituirlo. Ma, per quanto lo dicesse, sapeva che Merlin non gli credeva.

Sentendosi disperato di fronte al passare del tempo, Arthur chiuse gli occhi memorizzando le linee dell'unico corpo che avrebbe mai desiderato nel suo letto.

Avrebbe voluto dargli tutto, riconoscerlo pubblicamente, reclamarlo come suo di fronte all'intero regno, ma la triste realtà era che non era possibile.

La legge non lo consentiva. Nessuno aveva mai sposato un uomo. Nessuno aveva mai governato un regno con un altro uomo. E, per quanto amasse Merlin, per quanto lo volesse al suo fianco, nessuno avrebbe mai capito o accettato una scelta simile.

«Se fossi una donna...» arrivò il lieve sussurro al suo fianco, Arthur quasi non lo sentì.

In risposta strinse più forte le dita sotto alla sua mano.

Se fosse stato una donna, allora tutto sarebbe stato più facile. Avrebbe potuto amarlo apertamente, corteggiarlo. E che senso aveva?

Perché doveva fare tutta questa differenza? Uomo o donna che fosse, Merlin era sempre Merlin.

Goffo, stupido, chiacchierone; il suo Merlin. E se a lui stava bene che fosse un uomo, che diritto avevano gli altri di dirgli che non poteva amarlo?

Eppure, a causa di quella differenza, si trovava costretto a sposare qualcuno che non amava. Che non voleva.

E Merlin sarebbe rimasto nell'ombra. Solo e ferito con quel finto sorriso, che lo accompagnava da settimane, stampato sulle labbra.

«Non essere stupido» mormorò in risposta, sebbene i suoi pensieri rispecchiassero esattamente quelli del suo servo.

«Mi sposeresti?»

«Ti ho detto di non fare lo stupido» gli rispose stringendolo più forte, perché non voleva che soffrisse. Non voleva che si sentisse meno perfetto o meno importante solo per il giudizio di qualche idiota. Lo sentì tremare, il viso umido premuto contro la sua spalla.

Arthur si morse le labbra, non si era mai sentito tanto impotente in vita sua. Era re eppure non poteva fare nulla per proteggerlo da quel dolore. «Sì» mormorò infine, sebbene simili parole e promesse fossero infinitamente distanti dalla sua natura. «Certo che sì».

Non era mai stato sdolcinato, né tantomeno romantico; nei quattro anni che avevano passato insieme gli aveva detto che lo amava solo una manciata di volte, ma in fondo non erano necessari parole o grandi gesti per dimostrare ciò che provava.

Però quella notte era tutto diverso. Era tutto più difficile.

Arthur sospirò e si sfilò l'anello che portava con sé da tutta la vita.

L'anello di sua madre.

Lo stesso che, per tradizione, avrebbe dovuto donare alla sua sposa l'indomani, ma che Gwen non avrebbe mai indossato.

Lo fece scivolare al dito di Merlin per poi baciarlo. «Sarai sempre tu» gli disse.

Merlin continuò a piangere in silenzio, premuto contro il suo fianco, ma la mano, che adesso portava la sua fede, si strinse attorno alla sua con forza.

End.

 

   
 
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