Anime & Manga > Digimon > Digimon Adventure
Ricorda la storia  |      
Autore: kymyit    31/05/2012    3 recensioni
Mugendramon sta lavorando ad un vecchio progetto: la macchina del tempo! Peccato che mentre lavora Metalseadramon entri a rammentargli dell'anniversario del loro primo incontro e Pinocchimon cerchi quest'ultimo per, beh, ma per "giocare".
E se la macchina del tempo non è completa e Metalseadramon finisce incidentalmente per regredire Pitchmon, riuscirà Mugendramon a comportarsi da brava "mammina" e sopravvivere?
[Mugendramon x Metalseadramon] [Piemon x LadyDevimon]
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Piemon/Piedmon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 Linferno sarebbe un posto migliore



Mugendramon era noto per essere un digimon malvagio, senza pietà, devastante e privo di un qualsiasi scrupolo. Era un po’ meno noto che potesse mostrare sentimenti per qualcuno, ma questa sconcertante verità rischiò di venire cancellata un giorno, un pomeriggio d’agosto ad essere precisi, a causa di un solo, minuscolo digimon.
Tutto cominciò quando Mugendramon decise di lavorare a un vecchio progetto che aveva abbandonato tempo addietro per concentrarsi sui digiprescelti.
La macchina del tempo.
Un progetto assai ambizioso, che avrebbe potuto sovvertire le sorti delle battaglie perdute, per non parlare di quelle a venire. Se fosse riuscito a completarla prima, con tutta probabilità sarebbe riuscito a schiacciare quel branco di mocciosi in men che non si dica. Avrebbe potuto impedir loro di venire al mondo e allora, allora il futuro sarebbe stato completamente diverso.
Immerso in queste fantasie, non si accorse dell’entrata chiassosa di Metalseadramon nel laboratorio.
Questi si parò alle sue spalle, in silenziosa attesa, ma lui non lo considerò neppure, tanto era concentrato.
Il drago acquatico allora si avvicinò di più, ma il drago nero non batté ciglio, preso com’era da due fili da saldare accuratamente.
Un bagliore, un colpo di tosse malcelata, ignorò totalmente la sagoma umanoide al suo fianco.
-Mugendramon?- domandò Metalseadramon melenso.
Nessuna risposta.
Metalseadramon odiava non essere ascoltato, figuriamoci passare in secondo piano rispetto a un uovo d’acciaio che non sapeva neppure a che accidenti serviva. Piantò un piede sulla schiena dell’altro che si lamentò appena e si voltò piano verso di lui, ovviamente anch’egli era nella sua forma umanoide, altrimenti non sarebbe mai riuscito a compiere quel lavoro così delicato.
Non che con un piede corazzato piantato nella schiena e le spire delle code dell’altro avvolte intorno al collo ci riuscisse.
-Che vuoi?- domandò infastidito.
Una venuzza si gonfiò irritata sulla fronte di Metalseadramon.
-Che giorno è oggi, Mugenchan?- domandò con voce leggermente alterata.
-Quinto giorno dell’ottavo mese dell’anno…-
-E ?- insistette l’altro drago interrompendolo.
-“E” cosa?- rispose Mugendramon non seguendolo.
Metalseadramon affondò il piede con più forza nella sua schiena e strinse la presa delle spire intorno al collo dell’altro.
-Non ricordi?- domandò, rabbioso.
Mugendramon si liberò con forza e lasciò cadere gli attrezzi sul pavimento, seccato.
-Ricordare cosa? Se intendevi fare sesso, no, ora ho da fare, magari stasera.-
Metalseadramon schioccò la lingua contro il palato, infastidito.
-Tranquillo, stasera sarò troppo impegnato anch’io per pensare al sesso. Scusa tanto se ho pensato che nella tua testaccia ci fosse posto anche per il nostro anniversario.-
Mugendramon quasi si paralizzò.
Anniversario…
Anniversario di cosa?!
La prima ecatombe?
No, la prima carneficina non si scorda mai… era qualcosa di peggio di qualche cratere fumante…
-Quel giorno mi dicesti che difficilmente ti saresti scordato.-
Se avesse avuto delle ghiandole sudoripare avrebbe sudato copiosamente.
-Ah… era il quinto giorno dell’ottavo…-
-SI!- sbottò esasperato Metalseadramon -Come hai potuto dimenticarlo?!-
-Non l’ho dimenticato.- si difese Mugendramon, che non ne poteva già più di quella scenetta patetica, ma Metalseadramon non sembrava della stessa opinione. Era palesemente infuriato.
-A me è parso di sì.-
-Ricordo perfettamente quello che è successo quel giorno, ma non avevo un calendario appresso, scusami se avevo altro a cui pensare.-
-Pensavo fosse importante per te.-
-Lo è stato!- tuonò Mugendramon zittendo l’altro che indietreggiò impaurito. Metalseadramon gli volse le spalle e fece per andarsene, turbato, quando l’altro lo afferrò per il polso.
-Lo è.- si corresse Mugendramon.
Metalseadramon era così testardo che se non avesse chiarito ogni cosa immediatamente non gli avrebbe rivolto la parola per più di una settimana. Il drago acquatico si fermò, in attesa.
Mugendramon ci cinse il fianco e posò il capo sulla sua spalla, sussurrandogli qualcosa all’orecchio che lo fece sorridere per un attimo.
-METALSEADRAMOOOOOON!!- una vocina nasale riecheggiò nell’aria e il drago marino si divincolò, quasi spaventato. Si ficcò nell’uovo e fece segno all’altro drago di star zitto. Riuscì a chiudere il portello appena in tempo che Pinocchimon fece la sua comparsa armato di tutto punto.
-Trovato!- tuonò agitando per il laboratorio una piccola mitragliatrice.
Mugendramon inarcò il sopracciglio.
-Che diavolo stai facendo?- domandò seccato al burattino, questi avanzò con circospezione.
-Sto cercando Metalseadramon.- disse -E pensavo fosse qui a fare cose sconce.-
-Non è venuto.- mentì il drago nero.
-Ah, davvero?- rispose meditabondo il burattino -Pensavo che fosse venuto a festeggiare…-
Ah, fantastico, pensò Mugendramon, persino quella trappola si ricordava dell’anniversario…
-No.- ripeté -Ora smamma, ho da fare.- disse dandogli le spalle per dedicarsi ad uno dei computer.
-E questo che cos’è?- domandò allora Pinocchimon adocchiata la cabina della macchina del tempo. Mugendramon rimase come paralizzato dal terrore. Se gli avesse detto cos’era avrebbe voluto provarla e nel migliore dei casi sarebbe finito disintegrato, ma dentro c’era Metalseadramon; se avesse mentito avrebbe voluto provarla ugualmente ed era punto e a capo. L’unica possibilità era distrarlo in qualche modo.
-Piemon ha già pensato ad un piano?-
-Sì.- rispose Pinocchimon distraendosi dalla macchina per qualche secondo.
-Un piano che non comporta di nuovo il rapimento di quel moccioso, spero.-
Pinocchimon si rabbuiò.
-Sicuramente sì, ma lui dice che ha in mente una sorpresa, quindi… a che serve questo bottone?-
-Non schiacciar…-
Pinocchimon premette un pulsante rosso sul portellone della cabina ovoidale e questa fremette. La luce al suo interno disegnò abbagliante i contorni del portello e del fumo nero e denso si levò dalla sua base.
-Oho…- riuscì a malapena ad emettere il burattino, conscio di aver combinato un guaio molto grosso e fuggì via, mentre Mugendramon trafficava per far aprire quella dannata porta. Alla fine ci riuscì ma solo dopo due lampi accecanti che rischiarono di mandare in tilt il suo sistema visivo.
-Metalseadramon!- esclamò aprendo la cabina non vedendo il compagno ma solo una densa nube di fumo scuro. Temette per il peggio, il drago nero, finché, nel diradarsi della cortina, non scorse una sagoma minuta sul pavimento. La raccolse fra le mani tremanti, era minuscola e respirava a fatica.
-Oh… Goddramon…- balbettò tentando di rianimarla -Oh… Infermon…-
Si appellò a un sacco di digimon potenti, sacri e non, quando finalmente la creaturina diede segni di vita tossendo forte ed espellendo nuvolette scure di fumo.
-Come sei diventato grande, pitch!- balbettò curiosa.
Mugendramon distolse lo sguardo.
-Non sono… diventato grande…- rispose. Il piccolo non capì finché non si accorse che qualcosa non andava.
Non ricordava che le sue zampe fossero così piccole e morbide e poi, non aveva forse dei denti aguzzi prima e dei capelli?
Guardò spaventato l’altro e Mugendramon annuì, pur non capendo bene perché il piccolo digimon si mise a piangere a squarciagola, tanto che gli altri Padroni delle Tenebre si precipitarono da lui, compresi i quattro reintegrati (Devimon, Etemon, Lady Devimon e Vamdemon).
-Che sta succedendo qui?- sbottò la donna oscura, rabbiosa.
-Mugendramon.- disse piatto Piemon, si era infuriato anche lui. Aveva un block notes per gli appunti, probabilmente stava tramando qualcosa ai danni di quel mocciosetto biondo e non aveva gradito la distrazione. Mugendramon mostrò la cosa che piangeva disperatamente fra le sue mani.
-Felicitazioni, sei diventato mamma.- lo schernì Lady Devimon.
-Metalseadramon…- disse semplicemente e tutti strabuzzarono gli occhi. Le loro smorfie di stupore si contorsero mutando rapidamente in sguaiate risate. Il piccolo digimon smise di piangere e si mise a ridere anche lui divertito dalle risa.

-Pitchmon… Davvero adorabile… - fece Piemon caustico -Pensi di essere in grado di riportarlo com'era per diciamo... dopodomani?-
-Non lo so.- sbottò Mugendramon tentando di raccapezzarci qualcosa con ciò che restava dei circuiti della sua macchina del tempo. -E non ho intenzione di nascondere nessuno nella mia bocca.-
-Andiamo, sarebbe per un po’, sai, giusto il tempo per tenere in scacco i digiprescelti. Può darsi che voi due riusciate a vendicarvi di WarGreymon.- tentò di convincerlo Piemon.
-No.- rispose secco il drago -E ora sparite, tu e quella piattola assassina, come vedete, ho altro a cui pensare che ai tuoi rituali di accoppiamento contorti.-
-Grazie, sapevo di poter contare su di te.- rispose Piemon ritirandosi insieme agli altri, mentre Mugendramon ripeteva in continuazione “NO!”
Ma tanto avrebbe accettato.
Forse.
Ci sperò.
Mugendramon alla fine di questa storia ci fece un pensiero a seguire il piano diabolico di Piemon, perché nulla sarebbe stato più devastante di quel pomeriggio.
L’inferno stesso era il paradiso in confronto.
I primi problemi iniziarono con un rumorino fastidioso proveniente dal pancino di Pitchmon.
-Mugenchan?- chiamò il piccolo.
-Che vuoi?- borbottò.
-Ho fame, pitch.-
-Resisti.- disse secco -Ho quasi finito.-
Pitchmon resistette per circa un secondo, poi riprese a lagnarsi.
-Ho fameeeee!-
Mugendramon alzò gli occhi al cielo, pregò nuovamente Goddramon (e non certo perché fosse religioso, ma quanto perché era un digimon molto controllato e raramente si lasciava andare ad esclamazioni colorite e volgari) e si rimise all’opera. Stava giusto sistemando i due fili incriminati andati in cortocircuito quando Pitchmon gli saltò sulla testa urlando.
-Ho fameeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!- e l’urlo si prolungò per infiniti secondi finché, esasperato, il drago non esclamò -E va bene!!-
Pitchmon si zittì e gli saltò sulle mani.
Mugendramon allora lasciò il laboratorio in mano ai suoi digimon e si diresse verso le cucine. Purtroppo non aveva uno stralcio d’idea su cosa mangiassero i poppanti. Per ciò che poteva rammentare, lui si nutriva di qualsiasi cosa trovasse, ma quella palletta gelatinosa era Metalseadramon, non poteva dargli rifiuti o schifezze varie. Perciò, a malincuore si diresse dall’unica persona che conosceva che aveva un figlio.

LadyDevimon si concesse grasse risate mentre il drago nero voleva solo scomparire sotto il pavimento. Avrebbe preferito mutilarla pezzo per pezzo, ma poi Piemon e Devimon rompevano, perciò si trattenne e sopportò finché la digimon non smise di dar fiato alla bocca e non gli porse un libro.
-La mamma è il suo bambino?!- sbottò infuriato.
-Oh, scusa…- fece lei, prese il libro, corresse con un pennarello e glielo porse nuovamente.
-“Mugenchan e il suo bambino”, molto meglio vero?- lo derise, beffarda, portandosi immediatamente a distanza di sicurezza dai suoi artigli. Pitchmon saltellava sulla testa del suo compagno e di certo non migliorava la situazione.
Mugendramon sbatté la porta con violenza, scardinandola e si diresse nell’angolo più remoto del castello a leggere in pace quel libro spaventoso.
Saltò i capitoli sulla fecondazione delle digiuova e arrivò alle pagine riguardanti l’alimentazione dei piccoli a primo stadio.
Emise un gemito frustrato e disgustato al tempo stesso e marciando a passo funebre si diresse in cucina, dove trovò, beh, trovò nuovamente LadyDevimon che gli porse gli ingredienti per la pappetta, pronta a dispensare consigli non graditi ma di certo utili alla sopravvivenza del piccolo.
Alla sua un po’ meno.
-E devi appoggiarlo al petto, per fargli sentire il tuo calore, per stabilire un legame.-
Mugendramon fece per dirle che il calore e il legame glieli aveva già trasmessi, ma si trattenne per la propria salute mentale. Preparare la pappa fu un dramma, poiché quella disgustosa melma celestina si appiccicava ovunque e per di più il piccolo strillava e piangeva tentando di gettarsi nel frullatore per mangiare. Quando riuscì a ficcargli il biberon in bocca e a farlo tacere sentì come un profondo senso di sollievo e appagamento. Il piccolo si accoccolò sul suo petto mettendolo in imbarazzo di fronte a Lady Devimon che rideva e rideva e rideva e sarebbe probabilmente stramazzata a terra dal ridere se Mugendramon non fosse uscito.

Se evitare che Pitchmon si gettasse nel frullatore fu quantomeno faticoso e terrificante, il momento peggiore di tutta la giornata fu il momento della numero due.
Mugendramon mise Pitchmon in uno speciale box con dei giocattoli di Pinocchimon e riprese a lavorare alla macchina del tempo, era a buon punto, forse aveva capito dov’era l’errore e come invertire il processo. Ma era difficile restare concentrati con quel cosino che cantava e parlottava e urlava e correva da una parte all’altra sbattendosi fra le pareti del box e ridendo.
E poi iniziò a piangere come una fontana.
-Ecco, vedi cosa succede a fare giochi scem…- le parole gli morirono in gola e indietreggiò -No. Tu… tu non puoi!!-
Pitchmon era illeso, ma vicino a lui vi era una graziosa montagnetta d’escrementi rosa della quale, grazie a tutti gli dei che probabilmente avrebbe iniziato ad adorare, non poteva sentire l’odore.
-Non puoi farmi questo.-
-Uaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!-
Il piagnisteo infernale gli mandò in tilt i sensori acustici e Mugendramon temette l’esplosione della calotta cranica finché il piccolo non si zittì un attimo. Pochi secondi furono sufficienti ad estrarlo dal box, correre in bagno e lavarlo.
Ed eccolo lì, pulito e probabilmente profumato, intento a sgambettare l’aria. Gli rovesciò sopra una montagna di talco e tentò di metterlo a dormire, lasciando qualcun altro ad occuparsi degli escrementi.
Lo depositò nella vecchia culla di Kokueimon, il figlio di Piemon e LadyDevimon, e rimase a fissarlo serio.
-Dormi.- gli disse.
Ma il piccolo continuava a sgambettare e a parlottare fra se e se, sparando di tanto in tanto piccoli peti che disperdevano il talco manco fosse lo spruzzo di un nauseabondo profumatore per ambienti.
-Dormi, altrimenti come faccio a farti tornare adulto?- gli domandò il drago nero, disperato.
-Dormi, altrimenti come faccio a rapire Yamato?- sospirò Piemon appoggiato alla culla con fare teatrale.
-Perché non ti levi di torno, Piemon?- sbottò Mugendramon.
-Sto solo assicurandomi che la pedina fondamentale per la riuscita del mio piano stia bene.-
-Ti ho già detto che né io né lui prenderemo parte al piano, stavolta. Arrangiati!-
-E’ bello vedere che anche tu ti preoccupi degli altri.- gli sorrise maligno e sarcastico il clown lasciandolo al poppante che lo fissava con occhi enormi e limpidi.
E quello era il signore dei mari…
-Mi racconti una favola, pitch?-
Ecco, appunto.
Avrebbe voluto dirgli di no, ma già il suo silenzio aveva portato il piccolo a strizzare gli occhi. Prima che potesse urlare, gli ficcò il ciuccio imbevuto di miele in bocca e afferrò un libro di favole e sospirò.
Forse fu quello il momento peggiore della giornata, forse l’avrebbero sputtanato a vita, ma quando la fiaba del “Draghetto stupidello” terminò e Mugendramon vide Pitchmon dormire come un angioletto, non poté esimersi dall’emettere un sospiro intenerito.
Lo coprì con delicatezza, come faceva spesso con Metalseadramon e socchiuse la porta della stanza. Aveva fatto appena due passi fuori che il piccolo riprese a urlare.
-Ho pauraaaaa!-
-Non devi avere paura.- gli disse, esasperato, ma intenerito da quel cosino aggrappato alle sue dita.
-Ma c’è WarGreymon nell’armadio, pitch… - balbettò Pitchmon.
-Non c’è nessuno dentro l’armadio.- ribatté Mugendramon e per dimostrarglielo aprì l’anta. -Sparisci, Piemon.-
-Ripensaci!- esclamò quello lasciando la stanza ridendo.
Pitchmon si sporse dalla culla e studiò titubante l’armadio vuoto.
-Resti un po’ con me, pitch?- domandò timidamente.
Mugendramon si sedette nuovamente e con pazienza gli lesse di “Pinocchimon nel paese dei bulldozer” e “Etarzan” finché, finalmente, gli occhietti di Pitchmon si chiusero. Il drago rimase a fissarlo per qualche secondo, poi uscì, dopo avergli rimboccato le coperte.


-Ti ho detto di no!- sbottò il drago nero.
-Oh, insomma!- ruggì esasperato Piemon -Cambiargli il pannolino ti ha fatto diventare una mammina apprensiva?!-
-Cambiare il pannolino a chi?- domandò Metalseadramon, perplesso.
Erano passati due giorni da quando era regredito a livello primo stadio, ma non ricordava nulla di nulla.
-Eh, sapessi.- fece Etemon ridacchiando, mentre LadyDevimon gli porgeva di nascosto delle esilaranti foto di mamma-Mugenchan. Metalseadramon ridacchiò a sua volta mentre Mugendramon, per sua fortuna, era troppo impegnato a chiudere nella macchina del tempo opportunamente modificata Piemon.
Nel gettare un piccolo PetitMeramon fra le braccia di una sconcertata LadyDevimon, il drago nero ottenne due vittorie in una.
-Sai che ti uccideranno quando crescerà?- balbettò Metalseadramon divertito e preoccupato al tempo stesso.
-Ho visto di peggio, credimi, ho visto di peggio.- rispose, finalmente rilassato.





Note:
ehm la fic partecipa alla challenge: Chi, con chi, che cosa facevano, con il prompt: 16) Time Warp! Metalseadramon (5) è diventato un bambino! Se è già un bambino, è diventato un adulto.
Povero Mugendramon... dite che sono stata troppo cattiva?
Questa cosa è ambientata prima che i nostri cari nemici e i prescelti diventassero "amici amici", infatti come vedette Piemon sta lì a pianificare assurdi sequestri... beh, vi lascio e buonanotte ^^

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Digimon > Digimon Adventure / Vai alla pagina dell'autore: kymyit