Era un giorno come tanti...Io, intenta a giocare con le mie bamboline, me ne stavo in quell'angolo di giardino che da almeno dieci anni contornava la nostra scuola elementare.

Poi, tutto d'un tratto, alzai un attimo lo sguardo e ti vidi. Bionda, con quella tua aria da bambina innocente, la stessa che ancora oggi mi fa impazzire.

Non mi ricordo bene cosa stessi facendo, forse stavi pensando ( nah... molto improbabile!), forse stavi solamente aspettando qualcuno... qualche tua amichetta. Fatto sta che eri lì da sola anche te, seduta sul prato, con in mano qualche sassolino e con gli occhi azzurri come una granita all'anice, puntati chissà dove.

A quei tempi, quando tutto ci pareva così normale, senza paura mi diressi verso di te e restando in piedi come uno stoccafisso ti osservai.

-Ciao- Mi dicesti senza neanche degnarmi di uno sguardo.

-Come butta?- ti domandai di risposta ( Già si poteva intuire il modo in cui mascheravo il mio essere, facendo finta di essere una "dura").

Tu, stranamente, non rispondesti. Ti alzasti dal tuo posticino e dandomi le spalle, ti incamminasti in tutta fretta verso l'entrata secondaria della scuola.Nonostante non fosse ancora suonata la campanella che segnalava la fine della ricreazione.

Non ti nascondo che ci rimasi molto male, però ripensandoci, se tu non avessi compiuto quel gesto forse tutto ciò che siamo ora non esisterebbe nemmeno.

Per sempre tua,

Santana Lopez