Salve a tutti!! ah, sono in un ritardo immenso lo so…
intanto comunque BUON NATALE!!!! XD e soprattutto: BUONA FINE SCUOLA!! Grazie
signore. Non trovate che la parola “vacanze” sia bellissima, molto sciolta ed
estremamente eccezionale? Mentre “scuola” c’è quella “scu” che risulta molto
grottesca… Vabbé, lasciamo perdere!!
Allora, tornando alla storia, lo scorso capitolo abbiamo
avuto il ritorno in Giappone dei nostri eroi, ma ora?? Cosa succederà in questo
capitolo? L’appuntamento si risolverà bene o sarà una catastrofe di dimensioni
mega???
Ma prima di iniziare a leggere, rispondo ai commenti ^^
-Fluffy: grazie mille!!!! Ho fatto tardi ad aggiornare, ma
spero di muovermi prima prossimamente!! ^^-
-Inu_Khaggy: ciao Vale!! Sono felice che segui ancora la fic
e che continui a commentarla, spero continuerai!! XD
-Briseis: ciao! ah! Lo sapevo che il seguito era aspettato
impazientemente *_______________* Eh, credo ti piacerà! ^__________^ Ciao, al
prox capitolo!!
-Shiratori_chan: E dici bene cara Shiratori!! Siamo solo
all’inizio *____* ma vedrai!!! XDD BUON NATALE!!
E dopo questi brevi commenti, *____________* BUONA LETTURA!!
Capitolo 2
Appuntamento
Domenica. Ore 10.06
Kagome sbadigliò e si mise
seduta stropicciandosi gli occhi. Si stirò poi si alzò pigramente andando alla
finestra che aprì.
Aveva smesso di piovere
finalmente, l’aria fredda fece rabbrividire la ragazza che però guardò il
paesaggio sorridendo. Il Goshinboku era fiero e le foglie erano piene di
goccioline, il prato, dove lei aveva giocato tante volte da piccola,
risplendeva alla fioca luce del sole…
-Sono a casa- mormorò.
Richiuse la finestra tenendo su le tapparelle e andò all’armadio aprendolo
–Dunque… adesso…- Tirò fuori parecchi abiti poi scelse un paio di jeans e una
maglia verde. Li indossò veloce poi tornò all’armadio –Cosa posso mettermi
oggi?- Si chiese incrociando le braccia “Non che abbia gran scelta” pensò
facendo scorrere le mani sui maglioni. Ne prese uno bianco morbido e lo stese
sul letto tornando al mobile –Troppo freddo per la gonna… jeans? Naaaaa- sbuffò
seccata quando bussarono alla porta –Avanti- disse senza voltarsi
-Sorellina?- Lei si voltò
guardando il fratello in tuta con in mano il robot e nell’altra il telefono
–C’è Sango- disse
-Grazie Sota- disse
prendendolo
-Mamma ha detto di mettere a
posto la stanza e di fare il letto- disse. Lei sbuffò
-Si, va bene- disse. Lui
uscì e chiuse la porta alle proprie spalle. Kagome si appoggiò alla scrivania e
prese il foglietto che le aveva dato Naraku –Si?-
-Ciao dormigliona!- esclamò
la voce dell’amica
-Grazie… immagino che tu ti
sei svegliata alle 8!-
-Naaaa! Ma che dici? Erano
le 8.20!- Kagome fece una smorfia di disappunto –Ho ripassato prima- disse
-Anche io, adesso devo fare
qualche cos’altro, mi manca Italiano e Inglese-
-E ieri hai fatto tutto?-
domandò stupita
-Grazie, ti fidi molto…-
-Studiato tedesco?- chiese
sospettosa
-Ho ripassato si, allora?-
-Ieri mi ha chiamata… ehm…-
-Miroku?-
-Si- disse
-Non puoi parlare di lui ad
alta voce immagino- disse Kagome tristemente
-Ma io sto bene! Benissimo!
Sai, oggi usciamo- la informò allegra
-Allora è possibile che ci
vediamo in giro, anche io e Inuyasha usciamo-
-Fantastico! Sapete che
fate?-
-No-
-Lui mi porta al cinema, in
un bar in centro, a mangiare e poi…-
-Si si… ho capito- tagliò
Kagome –Sarà una giornata fenomenale-
-Esatto-
-Domani devo incontrare il
tipo sai?-
-Tipo?- chiese stupita Sango
-Ma si, l’amico di Naraku.
Dove andrò a suonare in quel bar-
-Ah si! Ne hai parlato con i
tuoi? Cioè,- disse subito dopo –a tua madre-
-Guarda che non mi dà
fastidio parlare del mio papà!- esclamò lei –Comunque no, non ho parlato ancora
alla mamma… glielo dirò più avanti-
-Come a Inuyasha immagino-
disse l’amica
-Già…- mormorò
-Possibile che tu non sappia
risolvere i tuoi problemi subito?- chiese la ragazza
-Problemi? Guarda che io non
ho problemi! Zero!- esclamò
-Si si… va bene, scusami-
disse veloce la ragazza
-Comunque poi mi dirai come
è andata?- volle sapere Kagome
-Ma certo, poi mi dirai
tutto anche tu- concesse Sango
-Ok. Tu che ti metti?- chiese
-Non ci ho ancora pensato-
disse
-Io il maglione bianco…-
-Bello quello, ti fascia
come un guanto. Lo farei sbarellare!- esclamò
-Immagino anche io… ma non
so cosa mettermi sotto!-
-Minigonna- rispose subito
la ragazza
-Sei pazza!? Si muore di
freddo!- protestò –E se torna a piovere?-
-I jeans quelli schiariti
sul davanti?- Kagome andò all’armadio aprendo un cassetto e dopo averci
rovistato tirò fuori i jeans in questione mettendoli vicino al maglione
-Dici che ci sta?-
-Certo!-
-Allora aggiudicato- Richiuse
l’armadio e mise i vestiti sulla sedia guardando fuori –Ecco, le ultime parole
famose- sbottò
-Cosa?-
-Si sta annuvolando ancora!-
sbottò
-Già, che pizza-
-Domani dovremo andare a
scuola con il motoscafo!- esclamò lei esasperata. Sango scoppiò a ridere e un
cellulare squillò improvvisamente -È mio, chi cavolo sarà? Aspetta un minuto
Sango-
-Ok-
-Pronto?-
-Kagome ciao!!- esclamò la
voce
-Sakura!!!- urlò quasi
felice
-Allora sei tornata! Come
va? Il telefono di casa è sempre occupato!-
-Sono tornata si e sono al
telefono con Sango, una amica- disse lei
-Ah, capisco. Senti il
viaggio? Tutto bene?-
-Benissimo, tu?-
-Divinamente. Senti, ti va
oggi se ci vediamo?- Kagome si morse la lingua
-Cavolo Sakura, mi dispiace
da morire… oggi devo uscire- mormorò
-Ah, beh, fa lo stesso-
disse dispiaciuta –Ci vedremo un altro giorno, semmai il prossimo week-end
vieni a dormire a casa mia- Kagome sorrise
-Ok! Sarà divertente!
Porterò un sacco di patatine!-
-E io comprerò un sacco di
nutella!-
-Grande!!!-
-Bene, allora ci vediamo?-
-Si, così decidiamo poi
l’ora-
-Bene, ciao Kagome!-
-Ciao Sakura!- La ragazza
spense il cellulare sorridendo e riprese il cordlex -Sango? Sei ancora lì?-
-Certo!-
-Scusami, era Sakura- disse
-Bene, allora ascolta domani
mattina non arrivare in ritardo! E fai i compiti!- La ammonì
-Si, va bene- disse alzando
gli occhi al cielo –Tu soprattutto non fare la sporcacciona al cinema!-
-La spor…? Kagome! Al cinema
si va per vedere i film!- Le ricordò arrossendo
-Ok ok… poi mi dirai- ghignò
-Ciao depravata-
-Ciao maiala- E misero giù
ridendo. Kagome fece il letto e mise un po’ a posto la camera poi andò al piano
di sotto appoggiando il telefono al proprio posto
-Chi era tesoro?- domandò la
madre prendendo la borsa
-Sango. Dove vai?- domandò
guardandola
-A lavoro- disse
-Ma è domenica!- esclamò
contrariata
-Tesoro, abbiamo bisogno di
denaro… qualche ora in più non mi farà nulla- disse andando alla porta –Aiuta
il nonno al tempio piuttosto. Sota si occuperà di pulire la casa- disse aprendo
la porta e afferrando l’ombrello –Fai da mangiare ok? Io tornerò stasera- disse
-Mamma, io devo studiare!-
esclamò
-Avrai il pomeriggio- disse
la donna
-Io oggi vado via- sbottò
-Kagome, farai uno sforzo in
più se vuoi andare via. Vai ad aiutare tuo nonno ora- disse –Ciao-
-Ciao mamma- disse e la
donna chiuse la porta. Kagome calciò la parete stizzita –Ben tornati a casa!-
ringhiò –SOTA!!!- urlò. Il bambino con la scopa in mano arrivò veloce
-Si?-
-Ascolta, va tu ad aiutare
il nonno- disse prendendo la scopa
-Cosa!? Lavorare al tempio?-
-Si, vai tu. Io pulisco la
casa e dopo faccio da mangiare e mi rintano subito in camera-
-Va bene- il bambino
trotterellò fuori e la ragazza si mise subito al lavoro.
Quando finì di pulire erano
le 12.50
-Mangiare-
Andò in cucina svelta e aprì
il frigo tirando fuori le patate e l’arrosto che mise in forno. Mise a bollire
l’acqua e preparò gli spaghetti che mise poi a cuocere. Preparò la conserva con
il tonno mettendoci qualche spicco di aglio poi pelò le batate e li mise a
cuocere dentro una pentola con del rosmarino. Spense il forno e chiamò i due
uomini di casa che si misero a sedere appena lei ebbe finito di apparecchiare.
L’unico problema era la pasta troppo cotta ma il resto fu un vero successo.
Il nonno si offrì di
sparecchiare e i due ragazzi si diressero in camera dove Kagome iniziò subito a
fare i compiti e a studiare.
Qualche ora dopo la ragazza
si stirò e guardò l’orologio scattando in piedi
-Oh mio Do- scandì bene
avvicinandosi al viso l’oggetto rotondo –Non è possibile che abbia fatto i
compiti fino alle 16.06… no, non è possibile!- esclamò scuotendo il capo
divertita. Guardò la stanza sospirando poi si soffermò ai vestiti sul letto
“Vestiti? Telefonata? Inuyasha? Appuntamento?” Impallidì
–L’APPUNTAMENTO!!- gridò e si vestì velocemente buttando tutto all’aria e si
mise la giacca correndo verso la porta –ESCO- gridò
-Ok. Hai finito i compiti?-
domandò il nonno arrivando mentre lei si infilava le scarpe da ginnastica
-Li finirò stasera, mi manca
poco- Gli scoccò un bacio sulla guancia e aprì la porta
-Sorellina! Prendi
l’ombrello il Meteo dice che pioverà oggi!- esclamò il fratello dal salotto
-Sota, il Meteo dice sempre
un sacco di cavolate! CIAO-
-Torni per cena?- chiese
l’anziano
-Certo, ciao!- E corse via
velocemente “Oddio, mi squarta! Questa è la volta buona…” pensò correndo verso
il luogo dell’appuntamento.
La torre dell’orologio era
un luogo appena spostato dal centro, e non c’era anima viva che non conoscesse
quella vecchia e decadente costruzione che, a parere di molti, prima o poi si
sarebbe schiantata al suolo. Il quadrante dell’orologio era, da tempo immemore,
indietro di un’ora. C’è chi diceva che si era fermato durante la seconda guerra
mondiale, altri, invece, parlavano di un terribile terremoto che aveva fermato
tutti gli orologi e che per ricordare le vittime, solo quello era rimasto
indietro.
Inuyasha aveva voluto
incontrarla lì e Kagome si era trovata d’accordo visto che era lontano da casa
sua e, immaginava, fosse lontano anche dalla casa di lui.
La ragazza gli si fermò
davanti ansimando per la corsa
-Alla buon ora- sbottò lui
guardandola
-Studiavo… le ore sono
passate e non… io…-
-…te ne sei scordata-
concluse lui per lei che arrossì
-N…no…- balbettò
-Bugia Kagome. Ti conosco-
Lei sospirò e annuì –Almeno hai cercato di riparare- disse alludendo alla
corsa. Le si avvicinò di un passo allungando una mano verso la sua guancia
sfiorandogliela. Lei trattenne il respiro qualche secondo e lui si allontanò
bruscamente –Hai sete?- chiese girandosi
-Si- disse lei. Lui le sorrise
-Allora andiamo-
Kagome si incamminò con lui
a fianco e di sottecchi guardò la mano che la sfiorava mentre camminava. Era un
tocco lieve, ma piacevole…
“Accidenti…” pensò
frustrata. Guardò il cielo cercando di non pensare alla mano che prudeva
-Kagome- disse lui intuendo
i suoi pensieri
-Lo so Inuyasha…- Gli
sorrise –Troveremo un modo, me lo hai promesso-
-Si, te lo giuro- confermò
sicuro.
Entrarono in un piccolo bar
particolarmente accogliente e lui si avvicinò ad un tavolino togliendosi la
giacca, l’immancabile giacca di pelle.
Lei lo ammirò.
I jeans neri, la maglietta
griffata D&G che lo fasciava come un guanto… un vero schianto!
Inuyasha si sedette e fissò
lei ancora in piedi
-Non ti siedi?- domandò. Lei
sbatté le palpebre
-Certo- Si sedette e si tolse
la giacca appoggiandola allo schienale e si guardò intorno curiosa.
Inuyasha l’aveva proprio
portata in un bel posto: i muri erano color crema e la stanza era decorata con
piante e fiori, i tavolini circolari erano distanziati l’uno dall’altra di una
sessantina di centimetri, sicuramente erano in noce come il bancone dove,
dietro di esso, una ragazza diede loro benvenuto avvicinandosi e mettendo in
mostra l’uniforme azzurra.
Come si faceva a indossare
certe cose con un freddo di quel genere?
Kagome era davvero
sconcertata e probabilmente anche Inuyasha visto come fissava stupito la
ragazza
-Cosa posso portarvi?-
domandò cordiale la ragazza allungando due menù dalla copertina bianca
-Un caffè lungo- disse lui
senza neppure guardare il menù. Kagome curiosa lesse il menù interessata poi
sorridendo lo richiuse porgendolo alla donna
-Cioccolata alla nocciola
bianca- disse
-Arrivano subito- disse
allontanandosi facendo ondeggiare la minigonna.
Kagome scosse il capo
-Sono completamente fuori di
testa!- sbottò –Non credi?- Si concentrò sul ragazzo e arrossì –Che c’è? Perché
mi fissi?- domandò a disagio. Lui appoggiò il mento sulle nocche
-Ti sta bene il maglioncino-
disse piano –Proprio bene- Kagome annuì
-Grazie-
In effetti lo aveva scelto
quasi apposta! Dopotutto serviva per metterle in risalto le curve!
Lui allungò piano la mano
mettendole a posto la collana con la chiave sfiorandole il collo, con il
pollice sfiorò la mandibola e con l’indice le toccò la guancia, le toccò il
labbro e si protese verso di lei
-Eccomi qua!- esclamò la
cameriera arrivando con il vassoio in mano. Lui si allontanò velocemente
guardando interessato la tazzina del caffè davanti a lui. Kagome arrossì
leggermente e guardò il ragazzo
mescolare la sua bevanda distrattamente. La ragazza si leccò le labbra e sfiorò
una gamba con la sua. Lui la guardò e intrecciarono le gambe dolcemente
-Io ce la faccio Inuyasha-
disse –Ma tu?-
Uscirono verso le 17.00 e
quando la donna diede il conto ai due Kagome avrebbe voluto felicemente
sprofondare: proprio un bar d’oro la doveva portare quel cretino? Inuyasha, per
fortuna, si era offerto di pagare altrimenti… addio paghetta!!
-Che hai Kagome?- domandò
lui con leggerezza
-Nulla- rispose lei senza
guardalo. Lui ghignò
-Voi proletari non potete
permettervi certi lussi?- Lei fece una smorfia senza rispondere.
In centro guardarono le
vetrine poco interessati. Kagome si fermò davanti a una di esse contemplando un
abito nero e lui la guardò attraverso il vetro mentre i passanti intorno a loro
parlavano continuamente muovendosi meccanicamente
-Kagome?-
-Cosa?- sbottò lei
-Te la sei presa per quello
che ho detto prima?- chiese
-No- Lui la contemplò
-Invece si che te la sei
presa-
-No- rispose con più
fermezza lei
-Allora dimmelo in faccia-
Lei continuò a guardare la vetrina e lui sbuffò –Dai vieni, andiamo avanti- Lei
lo guardò e si incamminò.
Inuyasha guardò il vestito e
riflesso nello specchio vide due fidanzati seduti su una panchina che ridevano
tenendosi per la mano.
-Inuyasha?- disse lei poco
dopo affiancandolo –Passiamo per il parco?- Lui la guardò
-Ok- concesse
-Un po’ di allegria ci farà
bene- disse lei quando arrivarono indicando i bambini che giocavano. Lui fece
una smorfia
-L’ultima volta mi sono
sfiancato, non vorrai farmi giocare di nuovo con loro vero??- chiese
terrorizzato sedendosi su una panchina. Lei gli si sedette a fianco e ghignò
-Ma noooo, che dici?-
-Kagome, ti ammazzo-
-Come sei- sbottò
guardandosi intorno –Io scherzavo. Lo sai che anche Sango e Miroku sono
usciti?-
-Ah si?- chiese disinteressato
-Già, Sango mi ha detto che
l’avrebbe portata al cinema. Sai, stanno dando un bel film… ti va se andiamo a
vederlo?- chiese. Lui la guardò
-Se è un film d’amore
scordatelo- Lei fece una smorfia e appoggiò il mento sul palmo della mano
-Ma che gentile che sei!!!-
-Io, sono gentilissimo-
disse sicuro
-Come un fiore- lo derise
lei
-Tu invece sei dolce come il
miele-
-Mh, buono il miele- disse
lei sorridendogli
-Preferisco te- Lei si
azzittì e lui guardò il cielo –Ahhh, si sta annuvolando! Verrà a piovere-
sbottò
-Scherzi!? Sono appena le
18!- disse prendendogli il braccio –Non andiamo a casa vero?-
-Hai l’ombrello?- Kagome si
morse la lingua: perché non aveva ascoltato il suo fratellino dolce e gentile??
-No- mormorò tristemente
-Neppure io- disse sospirando
–Facciamo una cosa, ti accompagno a casa ok?- Si alzò e le porse la mano che
lei prese alzandosi e si incamminarono mentre lei gliela stringeva
-Inuyasha… se ci vedono…-
-Solo fino alla fine del
parco- disse. Lei annuì.
Perché il parco era così
piccolo?
Lui le lasciò la mano appena
raggiunsero la strada e incominciarono a incamminarsi
-Se vuoi, domani ti passo a
prendere, andiamo a scuola insieme, che dici?- chiese lui. Lei lo guardò con
uno sguardo indecifrabile
-Con la moto? Con tutti i
COBRA al tuo seguito? In ritardo?- domandò
-Ehm… no…- disse poco
convinto
-Il tuo no, è un si
immagino- disse lei
-Già- mormorò
-Mi spiace, vado a piedi-
disse lei
-Perché?- chiese. Lei
incrociò le braccia e lo fissò fermandosi
-Uno: odio le moto. Due: i
COBRA sono la cosa più stupida di questo mondo e non voglio essere mescolata
con le tue vecchie e passate sciacquette- E detto questo lo fulminò –Terzo: non
posso assolutamente arrivare in ritardo dopo una così lunga assenza- concluse
–Comprendi?- Lui fece una smorfia
-Perché odi le moto?- Lei lo
guardò
-Vorrei evitare di parlarne-
disse gelida –Ci possiamo vedere per la ricreazione, che dici?- domandò
dolcemente. Lui annuì spiazzato dal cambiamento di tono poi disse offeso
-I COBRA non sono una cosa
stupida! E non sarai mai mescolata alle mie… ehm…-
-Povere fanciulle che tu hai
circuito- Lui la fulminò –Non guardarmi così, è la verità- disse
-Poi- disse lui –anche se
arrivi in ritardo chissenefrega, arrivi con me e nessuno ti dice nulla!-
esclamò
-A me dà i nervi che i prof
facciano preferenze quindi, io arriverò all’orario prestabilito e tu se vuoi
farlo dimmelo che ti aspetto altrimenti…- Lui incrociò le braccia –E poi i prof
ti temono, io non voglio essere temuta da nessuno! Nelle scuole ci si va per
essere tutti uguali!- esclamò
-Non è vero- disse lui
subito
-Si che è vero- sbottò
-I ceti valgono parecchio!
Infatti io me la sono sempre cavata!- esclamò. Lei lo fissò truce e ferita
-CETI!? CETI!? MA CHE
DIAVOLO DICI IDIOTA???- sbraitò lei –Non esistono solo i soldi e credevo di
avertelo fatto capire!! Non bastano dei diamanti o l’oro! L’importante è che ci
sia amore e fiducia!!- gridò stringendo i pugni
-Ehi! EHI! Ma che diamine dici ora!?
Ti è dato di volta il cervello!?- Gli occhi di lei si fecero lucidi
improvvisamente e fece un passo allontanandosi da lui –Kagom…?- mormorò lui
-SEI UN CRETINO! TI ODIO!-
urlò e corse via piangendo. Lui stupito la guardò allontanarsi. Quando fu
rimasto solo, e le persone avevano ricominciato a camminare, sbatté le palpebre
più volte confuso
-Ma che cosa ho detto!?!?-
Sango scoppiò a ridere
sedendosi sulla moquette vicino al mobiletto dove sopra ci stava posato il
telefono nero.
Era ormai 10 minuti che
l’amica l’aveva chiamata raccontandole quello che era successo il pomeriggio e
ora stava sproloquiando contro il ragazzo furibonda.
Sango ridendo giocherellò
con il filo attorcigliandolo ascoltando l’amica
-…ti pare!? Come diavolo può
dire certe cose?? Ma si sente!? Eh?? Si
sente??????- domandò furiosa.
Come se lei potesse
risponderle poi…
-Eh si- disse
-I soldi! Ecco di chi è
innamorato! Dei soldi! Della sua fottutissima moto! Dei COBRA! Del potere!
Vaffanculo! E poi dice che contano di più i soldi che i sentimenti… Sango ma mi
ascolti!? MI ASCOLTI!?- sbraitò –Dammi man forte, dì che ho ragione!-
-Kagome… che ti devo dire…
ma ascolti quello che dici? Come puoi pretendere che cambi da un giorno
all’altro eh?-
-Non voglio che cambi- disse
turbata l’amica.
Sango sorrise: quando voleva
Kagome era proprio strana
-Lo so, capisco ma… Inuyasha
ha vissuto 18 anni della sua vita fregandosene di tutti, vivendo nel lusso
totale, dove tutti gli davano ragione ad un suo piccolo cenno, dove era viziato
e lodato, dove gli hanno messo in testa che lui era superiore a tutti e che
tutti baciavano il terreno su cui lui camminava… insomma, non può correggersi
da un giorno all’altro no?-
-Voglio che mi rispetti, è
diverso- mormorò Kagome –Io non sono del suo nobilissimo ed elevatissimo ceto…
se ne voleva una alla sua altezza poteva evitare di mettersi con me!- sibilò
-Ma all’amore non si comanda
Kagome!- esclamò Sango esasperata
-Lo so benissimo! Altrimenti
non mi sarei mai innamorata di un idiota tale! Ti pare? E tu invece non ti
saresti innamorata di Miroku! Ah! Sarebbe tutto più semplice!- Sango scosse il
capo
-Lasciamo stare. Domani fa
la pace con Inuyasha e digli semplicemente di contenersi solo un po’ poi…- Alzò
le spalle
-Lo farò- disse Kagome
–Grazie Sango-
-Nulla…-
-Tu tutto ok?-
-Io? Benissimo!-
-Bello il film?- chiese
Kagome. Sango arrossì
-Ehm… si…- disse nervosa
-Di che parlava?-
-Da spiegare è complicato-
disse. Kagome restò un po’ in silenzio
-Cosa avete fatto nel cinema
se ci siete andati?-
Fregata
-Kagome posso spiegartelo
domani??-
-Ok ok... non scaldarti… -
-Va a studiare piuttosto!-
esclamò seccata
-Finito! Bleh!- esclamò
-Naaaaaaaa. Domani non aspettarmi
ok? Vengo con Miroku- disse
-E rischi di arrivare in
ritardo??- domandò sorpresa Kagome
-Ho detto che se non c’è
all’ora stabilita non gli parlo per due giorni quindi…-
-Ottimo- sbottò sarcastica Kagome
–Ci vai… in moto immagino- mormorò. Sango restò in silenzio
-Si- rispose infine
-Capisco-
-Non mi accadrà nulla!-
esclamò Sango
-Lo immagino, non
preoccuparti- disse sorridendo –Vado, sono stanca- disse
-Ok. Notte-
-Notte. A domani-
-Si- Riagganciarono
Sango chiuse gli occhi
appoggiandosi contro la parete
-SORELLAAAAA!-
-Che c’è Kohaku?- domandò
quando lo vide arrivare
-Domani andiamo a scuola
insieme?- chiese. Lei gli appoggiò una mano sul capo
-Un altra volta. Domani
mattina non posso- Lui fece una smorfia
-Ok-
Kagome prese il cell e
scrisse un messaggio lentamente
Ciao, scusami per oggi
Sei arrabbiato?
Ti va se a ricreazione ci vediamo sulla terrazza
dove ci siamo visti la prima volta?
Così ne parliamo…
Ti amo ancora moltissimo!
Kagome
Lo guardò e lo inviò aspettando una
risposta che sperava positiva. Il cellulare infatti squillò e la risposta
positiva c’era ma… tutto qui
Ok
Inuyasha
Kagome sospirò sconfortata.
Era decisamente arrabbiato…