< DA UOMO A DIO>>
 
<< Nagato, è. . .  >> cominci senza sapere di preciso dove vuoi arrivare, senti solo freddo.   
 Forse per la pioggia che cade ininterrottamente, quasi ad alimentare il lago, la tomba naturale che contiene il corpo del vostro maestro.                                                                                                                                    
Morto.                                                                                                                                                                              
ComeYahiko. 
Irraggiungibile.

 Ma ora è diverso.

 Lui doveva morire.

 L’avete deciso voi.
...

 L’ha deciso lui.
<<  Jiraia è morto. >> La voce fredda di Pain la riscosse.
Vorresti non averlo mai chiesto.
 La sua voce ti pugnala.
Non l’avevi chiesto a lui.
Nagato. . .
Ti rialzi consapevole che non è pioggia quella che ti sta rigando il volto.
 Non più.
 Guardi le sue spalle, cercando di cogliere un fremito, una lacrima, un qualcosa che ricollegasse quella marionetta vuota a Nagato.  O a Yahiko.
Ma tutto è inutile, tutto scivola come le lacrime sulle tue guance.
Lui è un dio.
 Gli dei non piangono lacrime umane.
E neanche tu dovresti farlo, Konan.
 Alzi la testa, ti fai bagnare di nuovo dalla pioggia, senti il trucco cedere,la maschera sfaldarsi,il freddo stringerti in una morsa.
Ringrazi la pioggia per quel breve respiro.
Ringrazi la pioggia, costante nella tua vita.
 Nella vostra vita.
Poi capisci, e un sorriso amaro ti piega le labbra.  
“è questo il tuo pianto, ora, Nagato?”