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Autore: Noxi    03/06/2012    2 recensioni
Storia senza alcuno scopo di lucro, creata da un'idea che aveva già cominciato a girarmi per la testa qualche tempo fa.
Michela e alcuni suoi coetanei hanno vinto una magnifica opportunità: il soggiorno, per due settimane, in un campo a tema sul suo videogioco preferito, Assassin's Creed. Tutto sembra essere organizzato come un campo estivo, preparato per far vivere ai ragazzi emozioni simili a quelle del gioco... Ma qualcosa di misterioso è loro nascosto dai Mentori, e l'avventura presto lascia quell'alone di emozione e di divertimento che l'aveva caratterizzata per diventare qualcosa di serio e pericoloso per i ragazzi.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Assassin’s Creed - Il Campo
Capitolo 1 - Strano Arrivo

 
Da sette ore ormai ho cominciato un viaggio piuttosto strano su un pullman pieno di persone strane, verso una strana località ignota per andare in uno strano campeggio. Strano, no?
Non posso farci nulla, nonostante sia stata io stessa a decidere di partire tutto ciò sembra maledettamente strano ed eccitante. Non ho neanche perso tempo a decidermi, davanti all’invito.
Dopotutto non si può certo esitare davanti ad una lettera che ti invita al primo Campo di Addestramento Assassini della storia, non se sei un appassionato di Assassin’s Creed da tempi immemori come me.
Ma allora perché mi riferisco a tutta la faccenda in questi termini? Semplicemente perché ancora non mi capacito di come io sia riuscita ad ottenere una convocazione.
Non sono mai stata una brillante giocatrice, i miei punteggi non sono poi così alti nella classifica italiana, eppure quella busta con sopra stampato in rosso sangue il logo degli Assassini trovata nella cassetta della posta era proprio per me.
Fiutata l’opportunità di entrare in quel mondo che da sempre mi affascinava non avevo esitato ad accettare la proposta, e così oggi mi trovo su quest’autobus insieme ad altri 17 ragazzi e ragazze, nove ragazzi ed otto ragazze, diretta verso quel campeggio tanto particolare tutto dedicato ad Assassin’s Creed.
- Ragazzi, cominciate a prepararvi, manca davvero poco! - sentiamo esclamare uno dei nostri accompagnatori, un giovane alto e biondo di nome Alex che ci è venuto a prendere al ritrovo fissato sulla lettera.
Di fianco a lui una ragazza, Luna, sta finendo di controllare per l’ennesima volta le nostre iscrizioni, come se durante il viaggio le nostre identità scritte fossero magicamente cambiate.
- Oddio che emozione, non sto più nella pelle! - aggiunge poi la ragazza seduta vicina a me, Elettra, un tornado dai ricci capelli neri che sembra stia per esplodere di adrenalina ad ogni secondo che passa.
Io sorrido davanti a quello spettacolo, chiudendo il libro che mi sono portata dietro per far passare un po’ il tempo, risistemando tutto nello zainetto e preparandomi a scendere facendo penzolare le gambe verso il corridoio interno del pullman.
Getto una rapida occhiata anche al fondo del pullman: gli altri ragazzi e ragazze hanno già ricominciato a parlare concitati, sfogando le proprie aspettative riguardo a quell’esperienza, e tutti sembrano visibilmente emozionati.
Non che io sia da meno, sia chiaro: sento il sangue pulsare a una velocità accelerata nelle vene, pulsandomi attraverso tutto il corpo in preda all’eccitazione.
Non posso ancora credere di essere davvero lì, insieme a dei giovani la cui età va dai 16 ai 18 anni, pronta per prendere parte a quella che credo sia la cosa più incredibile che mi sia mai capitata.
Mentre sono presa a guardare e ad ascoltare i discorsi dei giovani seduti più in fondo, a cui Elettra sta partecipando più che attivamente, una voce mi giunge alle orecchie dalla mia sinistra.
- Hey, Michela, tu che ne pensi? Che ci troveremo davanti? -
Mi giro, riconoscendo al volo quel tono chiaro e simpatico.
Davanti a me c’è Fabio, un altro dei motivi che mi fa sentire estremamente felice e fortunata per essere lì: è un ragazzo incredibilmente carino, con un paio di occhi verdi e i capelli castano chiaro che mi hanno colpito fin dal primo momento che l’ho visto.
- Io penso che sarà fantastico. Sono rimasta a bocca aperta quando ho letto il programma scritto sulla lettera, quindi sono assolutamente entusiasta e non vedo l’ora di arrivare! - gli rispondo, sorridendo, sentendomi quasi come una bambina di tre anni alla quale hanno promesso vagonate di dolcetti.
Ma in effetti posso considerare quel programma come una montagna di caramelle: esso, infatti, includeva alcune voci piuttosto interessanti, come quella “Addestramento Osmosi in Animus”.
Lo ammetto, ci sarei andata anche solo per quello dato che era l’iniziativa più curiosa ed interessante di tutte, ma neanche il resto lasciava indifferenti.
Fabio sorride davanti alla mia risposta, come se pensasse esattamente le stesse cose, e sta quasi per riprendere a parlare quando ci accorgiamo che l’autobus ha smesso di muoversi.
Il silenzio più assoluto cala in tutto l’abitacolo: siamo arrivati, siamo al Campo.
Guardo fuori dai finestrini, per cogliere qualsiasi dettaglio di quel posto: a sinistra ci sono alti alberi verdi e rigogliosi, segno che siamo in una foresta, mentre dall’altra parte si intravede come una spaccatura fra le piante ad indicare un sentiero a terra, ma soprattutto riesco a notare un po’ in lontananza un’alta palizzata in legno.
Col respiro mozzo, in attesa delle disposizioni di Alex e Luna, riesco a trattenere a stento l’emozione: sento le gambe fremere, vogliose di scattare giù da quella maledetta scaletta per poter uscire e vedere con i miei occhi cosa mi troverò davanti, e tutti gli altri sono esattamente nella mia stessa situazione.
Vedo i loro volti tesi verso i due accompagnatori, in attesa, e tali rimaniamo fino a che la voce di Alex non rompe il silenzio.
- Ok, ragazzi, ci siamo. Andate giù a prendere i bagagli e poi aspettatemi davanti al portone. Non potete sbagliare, fidatevi, - ci fa quello, dopo alcuni interminabili secondo, rivolgendoci un occhiolino mentre prende le nostre carte insieme a Luna.
Per poco non lo travolgiamo: ognuno di noi, infatti, preso il proprio bagaglio a mano si fionda verso l’uscita dell’autobus, mancando per un pelo sia di dare una botta in testa all’autista con zaini e borse sia di falciare il povero ragazzo biondo.
Quello però ci guarda scuotendo benevolmente la testa, un sorrisino stampato sul viso, come per dire “Che cosa mi aspettavo, dopotutto, si vedeva che non riuscivano a trattenersi.”
Quasi a capo della fila, subito dopo Fabio e il suo vicino Bruno (un giovane dai capelli neri e gli occhi ghiaccio), io ed Elettra scendiamo dalle scalette metalliche del pullman facendo ritmicamente tremare gli scalini sotto di noi, e una volta a terra ci fermiamo per un attimo a guardare il panorama.
Siamo davvero in un’immensa foresta rigogliosa, e il sentiero che pensavo ci fosse c’è davvero, ma soprattutto non mi ero immaginata la palizzata.
E, adesso che siamo giù, riusciamo anche a vedere un altro particolare che si nota in fondo alla strada di terra che si apre attraverso gli alti alberi: un gigantesco portone in legno scuro, sul quale spicca inciso in grande il simbolo dell’Ordine degli Assassini.
 
- Allora? Che ve ne pare? -
La voce squillante di Luna mi toglie da quello status di ammirazione del portone, facendomi piombare di nuovo nella realtà.
Voltandomi verso di lei vedo che intorno a me ed Elettra si sono radunati tutti gli altri ragazzi, come noi incantati a fissare l’enorme simbolo degli Assassini inciso sul legno.
- Assolutamente bellissimo! Non vedo l’ora di scoprire anche l’interno! - mi sento dire, quasi come se fossi ancora per metà immersa nel mondo dei sogni, con gli occhi che brillano per la felicità.
La ragazza ridacchia allegramente, con il suo borsone già appeso alla spalla, mentre anche Alex si avvicina a noi.
- Ragazzi, vi avevo detto di prendere i bagagli! Forza, muovetevi, o non entreremo più! - ci minaccia il giovane, ridendo di gusto, mentre noi seguiamo alla lettera i suoi ordini recuperando in meno di un minuto tutti i vari borsoni e le valigie che ci siamo portati dietro piazzandoci poi davanti a lui.
- Siamo pronti! Andiamo! - esclamano poi all’unisono due ragazze, una coppia di gemelle quasi perfettamente identiche che si chiamano Lia e Mia.
Nomi un po’ banali per delle gemelle, a dir la verità, ma almeno sono facili da ricordare.
Quando le avevo viste accanto al pullman, quella mattina alle dieci, avevo subito cercato di individuare un qualche particolare che mi permettesse di distinguerle senza fare figuracce: avevano la stessa altezza, stessa corporatura, stessi occhi azzurri, stessi lunghi capelli biondi raccolti in una treccia... ma entrambe avevano una ciocca del ciuffo corto che solleticava loro il viso colorata in modo diverso. Lia l’aveva rossa, Mia invece verde.
Non c’è bisogno di dire che il loro abbigliamento era il più possibile abbinato a quei colori, per non sfigurare.
Alex ci sorride, vedendo il nostro atteggiamento entusiasta, e ci fa subito cenno di seguirlo verso il portone.
Più ci avviciniamo, più vediamo l’incredibile altezza e l’estensione della palizzata in legno che abbiamo di fronte: sembra quasi un enorme campo romano, di quelli in cui l’esercito viveva durante le campagne militare.
- Mai visto nulla di simile, - mormora Bruno, venuto di fianco a me, e io non riesco a fare altro se non annuire.
Una volta in prossimità della porta, ormai il logo dell’Ordine degli Assassini ci appare in tutta la sua grandezza e magnificenza, e dopo aver suonato ad un campanello elettronico ben nascosto nell’incavo di un palo Alex ci incita a seguirlo dentro insieme a Luna.
- Ragazzi miei... Benvenuti al Campo, - dice, in modo trionfale, mentre l’enorme portone di legno scuro si spalanca davanti ai nostri occhi.
“O-PORCA-MISERIA.”
Quella frase mi rimbomba nella testa per un paio di minuti circa, mentre guardo con la bocca aperta lo spettacolo che ci è appena comparso davanti agli occhi: un’area che sembra quasi infinita ricoperta d’erba ospita campi di addestramento per qualsiasi tipo di arma, alla nostra sinistra ci sono anche le scuderie, ci sono poi tre grossi edifici sempre in legno a formare una specie di triangolo intorno ad una struttura più grande che ci occupa quasi l’intera visuale sul Campo.
- Ma è... INCREDIBILE! - esclama Elettra, facendo un salto di un metro buono davanti a quella vista, dato che ormai non riesce più a trattenere l’emozione.
I due ragazzi insieme a lei, invece, non riescono a parlare.
Se non ricordo male loro sono Luca e Daniele, due amici che sembrano quasi fratelli da quanto sono simili: stessi capelli chiari, stessa corporatura, stessa carnagione ambrata... Ma uno ha gli occhi azzurri, mentre l’altro gli occhi castani e profondi.
I nostri accompagnatori scoppiano a ridere davanti alle nostre reazioni.
- Lo sapevamo che vi avremmo stupito... - mormorano, poco dopo, invitandoci ad entrare: dopotutto il portone non può mica rimanere aperto in eterno.
Obbedienti entriamo, portandoci dietro le valigie, mentre continuiamo imperterriti a guardarci in giro per fissarci in testa ogni minimo particolare di quel luogo.
Arrivati davanti al grande edificio di legno al centro del Campo, Alex e Luna ci fanno fermare per spiegarci un po’ ciò che accadrà lì per le due settimane seguenti.
- Allora, mentre eravamo in pullman abbiamo analizzato le vostre schede di giocatori e rilevato le vostre tattiche preferite, - esordisce la ragazza, sventolandoci i fogli sotto il naso; - Alcuni di voi hanno dimostrato una certa predilezione per gli inganni e i furti, altri per la lotta e il gioco di squadra, altri per le missioni di omicidi pianificati e per le azioni furtive. Per questo abbiamo deciso di dividervi in tre squadre, ognuna composta da tre maschi e tre femmine. -
- I primi che Luna ha nominato faranno parte della Gilda dei Ladri, i secondi di quella dei Mercenari, mentre gli ultimi, naturalmente, dell’Ordine degli Assassini, - continua poi Alex, prendendo la parola.
La cosa sembra farsi interessante: certo, preferirei seguire l’addestramento da Assassina, ma sono curiosa di vedere come hanno considerato il mio stile di gioco.
A dir la verità ho sempre cercato di eseguire la massima variabilità di azioni per diventare versatile, ma non ho idea di cosa abbia fatto per la maggior parte del gioco.
- Che sia chiaro, tutti voi siete considerati Assassini, solamente che avrete ognuno specializzazioni diverse in base a ciò in cui riesce meglio; tutto qua, - dice ancora il ragazzo, poco dopo, per poi dare la parola a Luna.
- Bene, adesso dirò chi farà parte di cosa. Gilda dei Ladri, stemma verde, femmine: Lucia, Sara e Mia. Maschi: Luca, Paolo e Marco. Gilda dei Mercenari, stemma blu, femmine: Anita, Elisa e Sofia. Maschi: Daniele, Christian e Giorgio. E infine Ordine degli Assassini, stemma rosso, femmine: Michela, Elettra e Lia. Maschi: Fabio, Bruno e Mattia, - elenca pazientemente la ragazza, indicando intanto a noi di dividerci nei tre gruppi che nomina man mano, e nel giro di qualche secondo abbiamo le nostre Gilde divise e pronte.
Non posso neanche credere a quanta fortuna ho avuto: non solo sono finita nel gruppo che volevo, ma sono anche nella stessa squadra di Elettra e Lia, nonché di Bruno e Fabio. E anche l’altro giovane, Mattia, nonostante non ci abbia parlato molto sembra un tipo amichevole: capelli castano chiaro, occhi neri e un sorriso disponibile che me lo rende immediatamente simpatico.
Appena ci mettiamo in disparte io e le altre due ragazze ci stringiamo, felici di essere capitate insieme, e coinvolgiamo anche i ragazzi nel nostro abbraccio di gruppo: sembra che siamo già affiatati come Gilda, è incredibile.
Nonostante ci conosciamo solo da qualche ora sembriamo compagnoni di una vita.
La cosa non può che farmi sorridere: si, mi è andata proprio bene!
- Direi che vi ho nominati tutti... Siete diciotto... ... ... Si, siamo a posto ragazzi! - esclama poi la nostra accompagnatrice, infilando il foglio con su scritti i nostri nomi nella cartella con le iscrizioni; - Forza, ora, andate alle Sedi delle vostre Gilde: lì troverete ad attendervi i vostri responsabili, ovvero i vostri nuovi Mentori. Sistematevi con calma, per oggi non sono previste attività, ma ricordatevi che alle otto si cena qui, alla Sala Comune, per darvi l’ufficiale benvenuto! -
Dopo averci dato le indicazioni per raggiungere le nostre Sedi, quindi, Alex e Luna entrano dentro all’edificio davanti al quale ci hanno diviso, lasciandoci tutto il tempo per poterci ambientare un po’ e conoscere meglio il luogo... Naturalmente tutto sotto la stretta sorveglianza dei nostri Mentori.
- Ok, Assassini, andiamo! - esclama Elettra, una volta che Ladri e Mercenari si sono ormai allontanati, indicandoci la stradina da seguire.
Mentre camminiamo ci mettiamo a chiacchierare del più e del meno, cercando di conoscerci un po’ meglio, tenendo comunque lo sguardo quasi sempre puntato sulle strutture che ci passano sotto gli occhi man mano che avanziamo.
Una volta arrivati davanti ad un altro edificio di legno, situata subito dopo un’area recintata contenente una quantità di manichini inimmaginabile insieme a carri di fieno e strutture sopraelevate, ci blocchiamo: notiamo tutti quanti gli stendardi rossi con stampato sopra in bianco il simbolo degli Assassini che sventolano attaccati alle finestre, oltre alla bandiera poco lontana dall’ingresso.
- Siamo arrivati gente, - mormora Mattia con un sorriso, facendo per primo qualche passo verso l’entrata per esortarci ad entrare.
Tutti lo seguono senza esitazione, salendo i pochi scalini che separano la porta dal terreno per poi spalancare quest’ultima ed entrare all’interno della nostra Sede.
Ci troviamo immediatamente in una grande sala arredata con particolare gusto, dove ogni cosa è dipinta con rosso e bianco, dai divani alla tovaglia posata con cura sul tavolo rotondo disposto al centro, mentre alla nostra destra una scala conduce ai piani superiori.
Ma non prestiamo attenzione a questo ultimo dettaglio, dato che un ragazzo e una giovane ci stanno fissando dall’altro lato del tavolo: eccoli lì, i nostri Mentori.
- Benvenute reclute. Siamo lieti di accogliervi nell’Ordine degli Assassini, - dice il primo, alzandosi e venendo verso di noi per stringerci la mano, subito seguito dalla sua compagna.
- Noi siamo Arianna e Nicola, vostri Mentori per tutta la durata del Campo, - continua poi quella, sorridendoci cordialmente per poi indicarci le sedie intorno al tavolo; - Prego, lasciate per un attimo le valigie all’ingresso e accomodatevi: abbiamo qualche parola da dirvi prima di lasciarvi liberi. -
Noi ubbidiamo subito, lasciando a terra bagagli e borse per poi unirci a loro.
Noto subito gli sguardi curiosi dei miei compagni che, come me, si sono messi ad osservare attentamente i nostri responsabili: Arianna ha lunghi capelli rossi raccolti in un’alta coda di cavallo, e nel viso pulito è incastonato un paio di occhi verdi brillanti, mentre Nicola è piuttosto alto e dai tratti decisi, con gli occhi scuri e i capelli dello stesso colore.
Dalle loro espressioni si capisce subito che sono gentili e pazienti, ma che possono immediatamente diventare estremamente severi in caso di disobbedienze.
Qualche attimo dopo, il ragazzo prende la parola: - Allora, cominciamo. Innanzitutto penso che abbiate visto l’area con i manichini sparsi situata vicino alla nostra Sede. Bene, quella è la vostra area di allenamento speciale per il nostro Ordine, dove vi addestrerete con la lama celata appena sarete pronti, ma non potete entrarci fino a che noi non vi daremo il permesso. -
A quella rivelazione il mio cuore fa un balzo: lama celata. La potrò utilizzare veramente.
Penso di stare per svenire, e dall’espressione sul viso di Elettra capisco che anche lei sta per avere la mia stessa reazione.
A questo punto sono disposta a seguire tutte le regole possibili per poter avere al polso una lama del genere.
Dopo una piccola pausa tocca ad Arianna parlare: - Per quanto riguarda la Sede stessa, invece, vi devo solo dire ciò che troverete al piano di sopra. Una volta saliti vi troverete davanti tre porte: una sarà in fondo ad un corridoio, verso sinistra, l’altra sarà invece davanti a voi, mentre la terza si troverà alla vostra destra. Bene, quella in fondo al corridoio porta alla stanza delle ragazze, mentre quella davanti a voi a quella dei ragazzi, ognuna con il proprio bagno: potete entrare e uscire da lì a vostro piacimento, quando non avrete in programma allenamenti all’esterno o sessioni Animus. -
Ecco il secondo colpo al cuore: Animus. Ci entrerò davvero. Non ci posso credere.
Quasi non riesco a rimanere attenta alle ultime parole della Mentore, colpita da quella notizia.
- Ma la terza porta è la stanza mia e di Nicola, quindi non azzardatevi neanche a metterci il naso. Sono stata abbastanza chiara? -  dice infatti, rimarcando per bene le ultime parole dopo aver notato la nostra disattenzione.
Tutti quanti ci affrettiamo subito ad annuire, e subito dopo i due ci congedano permettendoci di andare a sistemare le nostre cose, guardandoci con un sorrisino stampato sul viso.
Corriamo immediatamente di sopra, con valigie e tutto il resto, e dopo esserci infilati ciascuno nella propria camera vi rimaniamo fino al momento della cena, cercando di riposarci un po’ dal viaggio nonostante la grande quantità di adrenalina che ancora ci circola in corpo.
 
Una volta a cena ci divertiamo tutti quanti insieme, tutte le Gilde attorno allo stesso tavolo.
Ridiamo e scherziamo anche con i Ladri e i Mercenari, ci scambiamo pareri sui giochi comprati, facciamo conoscenza con gli altri Mentori e riceviamo il loro ufficiale saluto.
Tutto sembra così incredibile che quasi non mi sembra vero.
Rimaniamo a chiacchierare così tanto che non ci rendiamo conto del tempo che passa, e i Mentori sono costretti a trascinarci fuori dalla sala comune prima di rimanere svegli troppo.
- Forza, Assassini! A dormire, che domani iniziamo l’addestramento! - ci urlano, costringendoci ad alzarci dal tavolo per poi condurci di nuovo alle Sedi.
Percorriamo la stradina che ci porta a casa ridendo e continuando a chiacchierare fino a che i Mentori non ci dicono di sederci al tavolo.
- Allora, reclute, ecco qua il programma della mattina, - esordisce Arianna, mettendosi a girarci intorno scrutandoci; - Innanzitutto sveglia alle sette e mezza. Non accetteremo ritardi. -
- Avrete poi mezz’ora per prepararvi e farvi trovare freschi e riposati in sala comune per la colazione, così poi potremo darvi le prime indicazioni sull’addestramento che svolgerete per le prossime due settimane, - continua poi Nicola, sorridendo compiaciuto per quel suo tono marziale.
- Ci sono domande? - riprende poi, e quasi subito la mano di Mattia si alza di scatto.
- Scusi, Mentore, ma non sarebbe possibile poter dormire di più? - domanda il ragazzo, attirandosi le occhiatacce sia di Arianna che di Nicola.
Scoppiamo tutti a ridere: intuiamo tutti che, se avessero potuto, probabilmente lo avrebbero fulminato in un attimo solo.
- Direi che la risposta è... no, giusto? - dice allora Mattia, ridacchiando ed unendosi a noi.
Anche i Mentori poco dopo si sciolgono davanti alla scena, cominciando a loro volta a ridere, ma dopo averci concesso quel secondo di ilarità tornano seri.
- Ok, ok, adesso basta però. A letto, è un ordine, - dicono all’unisono, spedendoci al piano di sopra.
Davanti alla porta della camera dei ragazzi io, Elettra e Lia salutiamo gli altri, augurando la buonanotte anche ai nostri responsabili, dopodiché ci fiondiamo in camera nostra.
Una volta dentro ci mettiamo qualche secondo a capire che ormai la serata è finita, così rimaniamo per circa un paio di minuti a vagare a vuoto nella stanza, cercando chissà che cosa fra le cose già riposte nei tre diversi armadi della camera, e solo dopo un po’ capiamo di dover dormire.
Così tiriamo fuori i pigiama dai cassetti, facciamo a turno per andare in bagno, e poi ci sdraiamo nei nostri tre letti vicini: io al centro, Lia a destra ed Elettra a sinistra.
Dopo le iniziali chiacchiere che sembrano non finire mai su cose già accadute e varie aspettative, finalmente sembra che il sonno riesca a prenderci e portarci con sé.
“Meno male... Almeno così sono sicura che domani mi sveglierò,” mi dico, mentre con un sorriso compiaciuto mi giro sotto le coperte e mi lascio cadere preda di Morfeo, aspettando l’eccitante domani e tutto ciò che porterà con lui.

Nota dell'Autrice
Bene, ecco qua la mia prima fanfic seria, spero di aver azzeccato a mettere tutto ciò che serviva in descrizione e cose varie...
Beh, comunque, spero che l'inizio della storia piaccia, ho in mente di farla proseguire per un po' dato che l'argomento mi ispira particolarmente *^* 
PS Nella serie gli Animi saranno usati un po' diversamente dal gioco... Avranno comunque "effetto osmosi", come ho scritto, ma la modalità d'uso sarà un tantino diversa xD
Comunque spero che siate in tanti a recensire, soprattutto perché sono ancora agli inizi ed ho bisogno di consigli per migliorarmi (:
Detto questo a presto, e al prossimo capitolo! 
PPS Dato che, comunque, è ormai arrivato il tempo delle vacanze, probabilmente avrò tempi piuttosto lunghi per gli aggiornamenti della storia, non odiatemi per questo >.<
Baci, 
Noxi
  
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