Una fredda e monotona giornata di Gennaio, almeno così credevo. Mi affrettai ad uscire dall’ufficio di Alexandra, capo-redattrice del rinomato giornale Vogue, per fare tutte le urla e i saltelli di gioia che
davanti a lei avevo dovuto trattenere. Non ci credevo, dopo due mesi di stretto contatto con tutti i capricci della severa redattrice, finalmente si era accorta che contavo qualcosa e mi aveva affidato un
servizio sui negozi che stavano spopolando tra i giovani. “Chi più adatto di te?” mi disse con un sorriso.
Corsi nel mio piccolissimo ufficio (che era una specie di sgabuzzino) e iniziai a buttare giù tutte le marche che mi venivano in mente. Dio, se ero eccitata. Non riuscivo a smettere di scrivere, le mie mani
battevano frenetiche sui tasti del mio computer. Dopotutto, avevo solo 18 anni, e per me questa era la mia grande occasione. Ero ancora a lavoro quando bussò alla porta Alexandra. “Hey, ma sei
ancora qui? Hai visto che ore sono?” domandò, indicando l’orologio. Merda, era mezzanotte passata! “Oddio, non me ne sono proprio resa conto, mi ero buttata a capofitto nel lavoro che mi avevi
affidato!” Risposi, stampando tutto il lavoro che avevo fatto quella sera e raccattando velocemente tutte le mie cose dalla scrivania e buttandole in borsa. Alexandra si lasciò scappare una risata. “Su
Alex, continuerai domani. Buonanotte!” mi salutò, e io feci lo stesso. Uscii dall’edificio e, miracolosamente, non pioveva, che a Londra è un qualcosa di sensazionale.
Mi ritrovai a passeggiare tranquillamente per le strade di Londra, afferrando la mia cartellina con il mio progetto come se fosse ormai parte della mia vita, e in effetti lo era. Dannazione, quello era un
momento pieno di gioia da assaporare minuto per minuto! Mi fermai ad un semaforo rosso aspettando che diventasse verde, quando ad un certo punto iniziò a lampeggiare. Fuori servizio. Beh, chi se
ne frega, pensai attraversando la strada, quando ad un certo punto non riuscii a sentire più niente. Quello che ricordo furono delle gomme che frenavano bruscamente sull’asfalto ancora un po’ umido,
e delle voci.
“Merda, fermati!!”
“C’è una ragazza a terra!!”
“Portiamola subito all’ospedale!”
“Liam, sei pazzo? Harry era ubriaco, e se poi ci fanno domande su come è successo? Finiremmo nei casini!”
“Beh, ma non possiamo lasciarla qui a terra! Portiamola da noi!”
“D’accordo, d’accordo.”
Qualcuno mi sollevò da terra.
Poi niente, non sentii più niente. Fino a quando non riaprii gli occhi.
Salve a tutti/e!
Ovviamente questo è solamente un piccolo prologo della storia, giusto per far capire qualcosa (?)
Coooomunque, andrà avanti molto presto, sperando di leggere qualche recensione!
Lo spero proprio, mi fareste la persona piú felice al mondo!
Va bene, meglio andare.
A presto,
Alex.