*Non s'ha da fare!
Sarà la terza volta nel giro di dieci
minuti che quella macchina gli sta passando davanti.
Gli adesivi sugli sportelli
pubblicizzano un nuovo negozio di ferramenta dagli sconti
imperdibili, e gli autoparlanti sopra il tettuccio ribadiscono
insistentemente il concetto: “...Lucchetti, bulloni, accessori
per il bagno, taglia piastrelle, tutto questo e molto altro ancora a
prezzi stracciati...!”.
Dopo non molto la voce metallica si
allontana insieme alla macchina che percorre la strada, e lui
sospira scocciato; ora l'auto avrebbe girato a sinistra, avrebbe
fatto il giro del quartiere e sarebbe tornata lì a ripetere la
solita cantilena -“lucchettibulloniaccessoriperilbagnosaprezzistracciati...!”.
Lui si infila le mani in tasca e
poggia la schiena contro muretto fuori dal cinema: ogni tanto guarda
l'orologio, trattiene uno sbuffo nervoso in bocca e torna a studiare
i passanti con sul viso un'espressione di attesa, quasi ansiosa.
Fa un caldo terribile oggi, ma lui è
al riparo sotto l'insegna del cinema e riesce a godersi il piacevole
fresco dell'ombra.
Non si può dire la stessa cosa delle due ragazze che lo stanno spiando.
Sono nascoste dietro una macchina
parcheggiata poco lontano: ogni tanto un passante le nota, le osserva
cercando di capire cosa stiano guardando con tanto interesse, ma
nessuna delle due ci fa caso: se proprio devono, basta
un'occhiataccia d'avvertimento e chiunque le stia osservando scappa
via senza pensarci due volte.
Tra l'altro, il sole battente di questa
giornata così afosa non migliora il loro umore, già pericolosamente
minacciato da quella spiacevole situazione in cui si sono ritrovate
contro la loro volontà.
Una di loro, a un certo punto, emette
un silenzioso verso di fastidio;
l'altra le risponde passandosi una mano
sul collo per togliersi di dosso un po' di sudore.
Non è una buona situazione: per
niente, assolutamente per niente!
Nessuna delle due riesce a credere di
essere davvero lì, una accanto all'altra, senza essersi ancora
rivolte un insulto pesante o anche semplicemente uno sguardo di
profonda antipatia.
E infatti, a un certo punto, Heather
non ce la fa più:
<<...e comunque,>> borbotta
acidamente <<sappi che questo pasticcio è solamente colpa tua!>>
A quelle parole, Gwen si volta,
accigliata. In un attimo dimentica tutti quei pensieri che stava
facendo sul caldo e sul fatto che non c'è nulla che odi di più
dell'estate che arriva così in anticipo.
Ora si deve correggere: qualcosa c'è.
Ed è proprio accanto a lei!
<<Colpa mia?! Tu, piuttosto,
dovevi proprio far fare quella festa a casa tua?>>
<<Lo sai benissimo che Chris mi ha obbligato.>>
sbotta Heather sulla difensiva. <<Tu invece, dovevi proprio
venirci accompagnata, alla festa?!>>
<<Non è colpa mia, mi hanno costretto
a...!>>
Ma Gwen si blocca, spezzando a metà la
sua risposta.
Scuote la testa e con un possente sospiro torna a
guardare l'insegna del cinema <<...ma tanto lo sai. Che te lo ripeto a fare?!>>
Heather le getta addosso un'occhiata
d'antipatia, senza però ribattere.
Il silenzio e il caldo insopportabile
tornano sovrani della situazione; fino a quando la fastidiosa macchina
del ferramenta non passa loro accanto per la quarta volta durante la
giornata, a parlare dei soliti cacciaviti, saldatori e prezzi stracciati.
<<Al diavolo!>> sputa Heather con rabbia.
Gwen non riesce a capire se quella imprecazione sia rivolta a lei,
oppure alla voce arrugginita degli autoparlanti fermi davanti a un semaforo rosso.
Di nuovo, scuote il capo.
<<Senti, Heather... noi ci odiamo,
giusto?>>
Un verso simile a un grugnito è tutto
ciò che conferma le sue parole.
<<E se non ci odiassimo tanto non ci
troveremmo in questa situazione. Se ci sopportassimo almeno un
pochino, ora saremmo da qualche altra parte, all'ombra!, a farci
ognuna i fatti nostri.>>
<<...ma noi ci odiamo.>>
Gwen annuisce con convinzione: <<Esatto. Per questo siamo qui. Quindi
smettiamola di battibeccarci, solo per oggi: se le cose andranno bene
questa sarà l'ultima volta che stiamo qui a... collaborare!>>
nonostante il caldo, entrambe rabbrividiscono al suono di questa
parola.
<<Ci stai?>>
Heather non risponde subito,
prendendosi il suo tempo per mordersi il labbro e tornare a fissare
lui, che ancora sta controllando l'ora e fissando i passanti
con sguardo agitato.
La ragazza socchiude gli occhi nel suo tipico cipiglio altezzoso.
<<Tsk!>> sbotta alla fine <<Io non
prendo ordini da te, Darkettona! E non m'importa della situazione: se
ho voglia di ribadire quanto tu sia insignificante, o che tutto
questo è successo solo per colpa tua!, lo faccio. Chiaro?!>>
<<Tu... tu sei davvero una-!>>
Ma d'un tratto si zittiscono, perché lei è appena arrivata.
È scesa dall'autobus e sta
attraversando la strada di corsa, alzando il braccio per farsi
vedere.
Sorride al ragazzino che per tutto questo tempo l'ha
aspettata davanti al cinema.
<<...ehi! Quella è la mia gonna!>>
<<Heather, Shhht!>>
I due ragazzi si avvicinano, si salutano, si dicono qualcosa e poi tacciono, abbassando timidamente lo sguardo ognuno verso le proprie scarpe.
Gwen non trattiene una smorfia irritata
quando vede suo fratello arrossire in quel modo assolutamente
patetico.
Heather avverte quasi un conato di
vomito quando vede sua sorella prendere la mano del
fratello di Gwen e trascinarlo con lei verso l'entrata del
cinema.
E quando spariscono sorridenti dalla loro vista,
entrambe le ragazze si lasciano andare al medesimo, raccapricciante
brivido di disgusto.
Con un verso puramente schifato, Gwen
si alza in piedi, subito imitata dall'altra ragazza: <<Direi che ci
siamo.>>
<<Mh...>> ribadisce Heather senza
entusiasmo, fissando il punto da cui i due ragazzini sono appena
spariti.
Gwen si sistema sulla spalla lo zaino
pieno di gavettoni di maionese scaduta che si è portata appresso;
si volta verso la sua
compagna, e sorride: <<Sei pronta, Heathy?>>
Heather sfila dalla tasca solo tre
delle decine di foto imbarazzanti di sua sorella che ha portato con
sé;
si gira a sua volta e ricambia il sogghigno: <<Io sono nata pronta, Gwendolyn!>>
Questo fidanzamento non s'ha da fare!
°°°
ANGOLO AUTRICE: ...ok, sarà che studiare Manzoni non fa bene alla salute °_°" ;
Non so come mi sia venuta in mente questa roba xD: però ho pensato fosse simpatica l'idea fratello di Gwen/sorella di Heather.
A questo proposito, la sorellina è un personaggio puramente inventato (Heather dovrebbe avere sorelle, a quanto dice nel cartone, ma non so di quale età); invece il fratello di Gwen esiste. Per chi non l'ha mai visto, lascio qui un link sui messaggi da casa subbati in italiano, in cui appunto appare questo fantomatico fratellino: A Tutto reality-Videomessaggi da casa.
Che altro dire... storiella scritta senza pretese, che spero abbia strappato qualche sorrisino piccino ^^.
*il pubblico ringhia impugnando torce e forconi!*
°^° glup!
Perciòdunque, buona... uhm, metàsettimana a tutti!
*fugge*