Disclaimer: i personaggi di
Hetalia: Axis Powers
non mi appartengono
Ma sono di proprietà di Hidekaz Himaruya ©
Non mi appartiene nemmeno Kristina, che è della Jo-san <3
Alla nostra amata Fem!Sve Kristina che oggi compie gli anni <3
E alla Jo-san, che la muove divinamente <3
.: L’Amore delle Case :.
.: { L’Amore Biancovestito }:.
[ Anima }-
Kristina è l’anima della Svezia: è il sole che
declina in bruma di cristallo, gli alberi alti che spiegano le fronde nella
foschia, il mare grigio che ribolle di schiuma contro le scogliere slabbrate,
era, è e continuerà ad essere tutto questo e molto altro ancora -una calda
scintilla di Mediterraneo che scivola nei suoi occhi come una mulattiera di
mare, ad esempio.
[ Seconda Volta } –
La prima volta che si erano visti, lei era Svezia e
lui era Seborga; la seconda, lui era Giorgio e lei Kristina.
[ Uomo } -
Suo fratello
Berwald non è la prima persona a dirle che per lei sarebbe meglio trovarsi un
uomo, un uomo vero , ma ogni volta
lei risponde con sorriso quieto agli angoli della labbra –quel sorriso che tutto
vuol dire e non rivela nulla-, perchè Seborga è uomo, a discapito dell’altezza: la capacità di collezionare
figuracce una dopo l’altra è quella –ed anche, e soprattutto, la dolcezza, la
capacità di farla sentire una donna e
poi, forse, una Nazione.
[ Denaro } -
Kristina rigira un luigino tra le dita e Giorgio, davanti a lei, si mette pomposamente
di profilo per mostrare quanto, belin,
siano uguali lui ed il re a sbalzo sulla moneta.
[ Preghiera } -
“Se dovessi accendere un cero a San Martino per ogni volta che
l'ho ringraziato di averti conosciuta, a quest'ora la Chiesa sarebbe illuminata
a giorno...se non direttamente in fiamme!": Kristina si copre gli occhi
con le dita, a contare ogni fiammella che sfrigola e crepita e canta solo per
lei.
[ Padrone } -
Giorgio le disse di aver scoperto un nuovo lato
positivo dell’essere una Micronazione: era padrone di se stesso, padrone di
odiare chi voleva, padrone di amare
chi voleva senza dover pensare alle conseguenze politiche.
[ Attesa } -
Kristina sapeva che prima o poi Giorgio avrebbe
imparato lo svedese, lo aveva promesso.
[ Miglior Amico } -
Oh, Svezia era felice che Seborga avesse deciso di
presentarle il suo migliore amico, tuttavia, nonostante alcune “lezioni” di
dialetto che l’altro le aveva impartito tra una risata e un belin, non riusciva a capire perché
Giorgio lo chiamasse lusco alieno bipolare…né come John fosse a conoscenza
di alcuni particolari di cui, a giudicare dagli sguardi confusi, nemmeno il suo
ragazzo lo aveva messo a conoscenza.
[ Notte } -*
Le stelle fosche, la luna suicida, quegli occhi
smorti e il pallore livido, tutto, in quella notte maledetta, l’aveva avvertita
di non lasciarlo entrare.
[ Pazzia } –
Giorgio stava davvero cercando di ordinarle una
pizza..in svedese?
[ Fidanzamento } –
Quando Berwald le chiese da dove venisse quel
tulipano e perché lo stesso guardando con tanto affetto, Kristina gli rispose
con dolcezza che quel tulipano era la prova che l’Esperanto non era la solo
lingua universale di cui le Nazioni disponessero.
[ Vita } –
Le Nazioni, come tutti gli esseri umani, aveva
un’unica vita –Eterna o quantomeno più difficile da spezzare rispetto a quella
di un mortale- e, come tutti gli esseri umani, anche Svezia aveva trascorso la
metà di essa alla ricerca di qualcuno con cui affrontare il resto.
[ Noia } –
Tra Hanatamago, Robyn e Suzanne di cui occuparsi, i
libri sul comodino stavano facendo la polvere –E, se solo accennava ad
annoiarsi, c’era quel gatto da salotto senza orecchie che era Giorgio a
sistemare le cose.
[ Indifferenza } –
Sapeva, sì, che molti –troppi- scambiavano il suo silenzio per indifferenza, perciò fu piuttosto stupita nel sentirsi
chiedere da Seborga cosa avesse, laddove altri avrebbe solo alzato alle spalle
e commentato in silenzio la sua spocchia, vera o presunta.
[ Letto } –
Robyn e Suzanne avevano preso l’abitudine di
acciambellarsi sulle lenzuola, lasciando poi un piacevole calore su cui
Kristina poggiava le dita, immaginando contro il palmo la mano di Giorgio
stretta alla propria.
[ Stelle } –
Che vi fosse l’usanza – o la moda- di regalare una
stella, Svezia ne era a conoscenza, ma non potè esimersi dall’arcuare le
sopracciglia nel vedersi porgere da un sorridente Seborga una vera stella…marina.
[ Minuto } –
Svezia, era noto a tutti, non era una persona di
molte parole, anzi, per fare una dotta citazione, preferiva rimanere in
silenzio che togliere ogni dubbio; Seborga, al contrario, mal sopportava
un’assenza prolungata di parole e quindi cercava di riempirla in ogni modo, sia
cantando o fischiettando, sia narrando questo o quell’altro aneddoto –Ma era
bastato frequentarsi perché entrambi imparassero l’importanza di un minuto di
conversazione e di un minuto di silenzio.
[ Cuore } –
Che la misura del proprio cuore non la si dovesse
ad una mera numerazioni di persone, Svezia ne ebbe conferma con Seborga e i
suoi trecentododici abitanti.
[ Limite } –
Il loro punto di forza era anche il loro limite,
poiché né Svezia né Seborga riuscivano a capire la canzone dell’altro, entrambi
arenati sullo scoglio della lingua, fino a quando, in aiuto, non arrivò Suzanne, la donna del porto.
[ Fede } –
Giorgio credeva negli angeli, era un epicureo
devoto a San Martino e non intendeva cantare la gloria, né invocare la grazia o
il perdono di chi pensava non fosse altri che un uomo, e Kristina proprio non
riusciva a destreggiarsi tra tutti quegli intrecci teologici, ma le bastava
vedere gli occhi appassionati di Seborga, colmi d’amore e ricordi, perché ogni
nome perdesse importanza e rimasse solo la fede,
fede nel cielo e nella terra, nel mare e nei fiori, fede in lei che gli
rimaneva accanto senza giudicare.
[ Estate } –
Che l’altipiano fosse scenografico e bellissimo in
quel tripudio di fiori cremisi e oro, non lo metteva in dubbio, così come non
metteva in dubbio il caldo che imperava sotto il sole cocente; Seborga arrivò
zampettando e ridendo, in mano due Pinguini direttamente da Camogli.
[ Pioggia } –
A Kristina venne il sospetto che Giorgio si
cacciasse sotto la pioggia alla “ricerca” di una sperduta Robyn solo per poi
farsi frizionare i capelli con l’asciugamano –Sospetto reso praticamente verità
dalle fusa soddisfatte del seborghino e dai soffi infastiditi della gatta nera,
rimasta tutto il tempo acciambellata nella sua cuccetta, accanto alla sorella
felina Suzanne.
[Cielo } –
Non aveva altro da offrirle, le aveva detto una
volta, se non il cielo che si specchiava nel mare, fondendosi nello stesso
abbraccio in cui lei lo aveva stretto subito dopo.
[ Nero } –
Entrambi avevano avuto un periodo nero nelle
proprie vite, ma né l’uno né l’altra volevano parlarne: Svezia per paura di
perdere Seborga –Come spiegargli della cotta di maglia e delle lance, del
sangue e dei morti?-, Seborga per paura di rivelare a Svezia come avesse
premuto il grilletto e tenuto la pistola stretta al cuore quando la marea nera
dilagava in passi pesanti sul territorio italiano.
[ Medico }-*
“E non per un dio ma nemmeno per gioco: perché i ciliegi
tornassero in fiore...” mormorava Giorgio, avvolgendole la garza attorno al
polso “Perché i ciliegi tornasse in fiore”
[ Parole } –
Svezia era parca, molto parca di parole, tranne
quando cantava –ed era bello poter parlare così, un botta e risposta di rime e
accordi, dove le parole dei versi diventavano parole di discorsi che sarebbero
apparsi troppo sterili e artificiosi nell’affrontarli a muso duro.
[ Uccidere } –
Seborga le aveva affidato la propria vita e Svezia
sapeva che, in un’ipotetica guerra, in un ipotetico futuro dove il ragazzo
sarebbe stato costretto a farsi uomo, ad imbracciare le armi o non le
stoviglie, Giorgio le aveva affidato anche la propria morte.
[ Posto } –
Un angolino caldo caldo, all’ombra di un fuoco, di
un falò dalle lingue alte come il cielo nella distesa alberata dell’animo di
Svezia.
[ Credere } –
Le bastava credere che nulla sarebbe cambiato, che
Giorgio non si sarebbe mai allontanato da lei per soffocare la paura del tempo
che scorre.
[ Lontano } –
La distanza tra Seborga e la Svezia non era
qualcosa da potersi dimenticare così facilmente, a meno che non vi
fosse un LP di Fabrizio de Andrè a cantare nel giradischi.
[ Barca } –
“E tua quella barca, Giorgio?” chiese, indicando la
Sverige attraccata al molo di
Imperia.
[ Ricordi } -
“I tutti non
mi interessano” e Kristina rimane in silenzio, ma lo abbraccia più forte, a
tenerlo, costringerlo a sé per non lasciarlo andare, per non permettere a
nessuno di portarlo via “Ho bisogno solo del tuo ricordo”
[ Morte } –
C’erano dei momenti, rari, ma c’erano, in cui
Seborga non poteva fare a meno di vederla come una Nazione, di presagire
scontri futuri, vittorie, ma soprattutto sconfitte –perché, nella paura,
nemmeno lui riusciva a trovare la forza di essere ottimista- e lei se ne
accorgeva da come iniziava a modulare a labbra serrate la melodia Se ti tagliassero a pezzetti, per infondere coraggio e speranza ad
entrambi.
[ Peggio } –
Pensava non potesse esserci nulla di peggio di
Ladonia o Sealand quando si mettevano a litigare su chi dovesse stare sul posto
davanti in macchina, poi aveva visto Seborga e Italia del Sud pontificare sul
pesto –E la mano alla fronte era stata d’obbligo.
[ Braccia } –
Stretta a lui, nel calore dell’altipiano imbiondito
dal sole.
[ Elettricità } –
Una scossa, dai piedi alla testa, un crepitare di
sensazioni e sentimenti, di emozioni e silenzi e parole incastrate in gola.
[ Cellule } –
I fiori, le alte mura di pietra, gli alberi, l’erba,
il cielo, il mare all’orizzonte, tutto contribuiva a tessere di bellezza il
volto e l’animo del ragazzo che le teneva la mano.
[ Promessa } –
Non se ne sarebbe andato, non quella sera, al
mattino dopo l’avrebbe ritrovato al proprio fianco: le aveva promesso una canzone,
mille e mille volte.
[ Speranza } –
Okay, se seguiva le parole della canzone, la cima
non le sarebbe venuta fuori troppo male, no?
[ Buco } –
Giorgio diceva sempre di essere un buco di posto,
uno sputacchio sulla cartina della Liguria, ma quanta fierezza ed enfasi ci
metteva per rendere quel “buco” tanto attraente solo per Kristina!
[ Rivelazione } –
Non era più semplice simpatia, non lo era davvero
più.
[ Volontà } –*
Doveva staccarlo a forza dal polso, non doveva
lasciarsi condurre al baratro…ma era una sensazione così terribile
e meravigliosa...
[ Facile } –
Simili manifestazioni d’affetto da parte di Giorgio
le parevano così facili da chiedersi se non ci fosse qualcosa di sbagliato in lei.
[ Terrore } –*
Un ringhio basso, prolungato, gli occhi stretti, lo
sguardo di fuoco, chi era il ragazzo
pallido e bestiale che aveva suonato alla sua porta?
[ Fuoco } –
Nelle fiamme i saggi della sua terra potevano
leggere il futuro, nelle pieghe della cenere volti nascosti e parole fumose,
nel crepitare del legno schiocchi di baci più che stridore d’armi, ma nessuno
di loro era stato in grado di darle una risposta, quando, poco più che
fanciulla, aveva intravisto il volto di un bambino sgranare gli occhi verdi nel
grembo gravido del fuoco.
[ Risposta } –
A volte parlare non serviva, perché il più piccolo
dei gesti era la voce che veniva a mancare.
[ Chiaro } –
Quanto era limpido lo sguardo di Giorgio, quanto
chiaro il suo amore che cercava di dimostrarle ogni giorno nel timore che non
fosse mai abbastanza.
[ Insieme } –
*Insieme* era quella particolare parola che non si
dovrebbe pronunciare a cuor leggero, perché intessuta di troppi non-detti, di
passato, di presente, di futuro, di cose
immaginate o anche solo sperate, cose che sono e che non sarebbero mai state,
di litigi, di riappacificazioni, di baci e schiaffi, .di parole e silenzi:
eppure, quando era Seborga a pronunciarla, Svezia era ben disposta ad
ascoltarlo senza contraddirlo, perché gravata da una dolce pesantezza carica di
promesse.
[ Mente } –
Si sarebbe fidato di lui, sempre, perché le aveva
toccato il corpo con la mente.
[ Strada } –
Come una strada che si srotola in lontananza, una
lingua d’asfalto o una mulattiera di mare, un sentiero che si inerpica su colli
cristallizzati di grigio e ricade in uno spumeggiare di schiuma tra alberi
dalla cima imbiancata di cielo, proprio come una strada senza fine dove andare
avanti è l’unico obiettivo, l’unica cosa che conti, l’unico sogno da realizzare
–Insieme.
Note Finali
Buon compleanno, Sve! Eh eh!
Jo-san, te l’avevo detto che non ci eravamo
dimenticati della cosa <3 E spero che possa piacerti :D Anche perché te sei
tanto cara e io tanto orsa e non ti ho ancora recensito quella meraviglia su
questi due D: *Si prostra*
Per voi lettori, le frasi contrassegnate con l’asterisco
(*), fanno riferimento ad una role scritta per l’ Vampires: Everywhere ( o una
cosa simile, adesso non mi ricordo il titolo) in cui il nostro povero
Giorgietto si ritrovava con i canini lunghi lunghi ed una certa qual
predisposizione alle sbevazzate di sangue!
Ah! Il Lusco Alieno Bipolare è il personaggio di
Marte, mosso su FB da Yumi Kago <3
Alla prossima,
Nemeryal