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Autore: Escapist96    06/06/2012    0 recensioni
Questa storia è ispirata a "Dark Light e la luna nera", primo libro di una trilogia di dark fantasy italiano. L'autrice della saga è Giulia Cavalieri d'Oro.
In questa one-shoot, partendo da un citazione tratta proprio dall'opera originale", sviluppo la storia d'amore della protagonista (Lunanera) e dell'uomo che ama (Gabriele), ucciso dalla ex-moglie (Lilian).
La rosa blu è stata regalata tempo prima del periodo in cui si ambienta questa fic dallo stesso Gabriele a Lunanera.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Alzai un po’ il capo e chiusi gli occhi: proprio in quel momento volevo quel bacio che non mi era mai stato dato. Gabriele strinse una mano dietro alla mia nuca, sui capelli folti, e mi sollevò delicatamente verso le sue labbra… ma Lilian, gelosa e umiliata dalle sue parole, fu molto più rapida: “Se tu non puoi essere mio, Gabriele, Non sarai di nessun altra, tanto meno della leader dei vampiri”.
Con uno scatto afferrò Gabriele per la camicia e io persi l’equilibrio; lo attirò a sé e, con il pugnale che aveva in mano, gli lacerò la gola.


Con gli occhi spalancati dall’orrore vidi il corpo del mio maestro cadere a terra. Un gemito strozzato mi uscì dalle labbra nello stesso momento in cui l’odore del sangue umano raggiunse le mie narici.
Ma non volevo quel sangue.
Spostai lo sguardo disperato su Lilian e la rabbia mi assalì vedendola ridere istericamente. Tra le mani stringeva ancora l’arma con cui aveva colpito Gabriele.
Rapidamente le bloccai un braccio dietro la schiena e le tenni l’altro saldamente perché non potesse muoversi. Afferrai il pugnale, cercando di non toccare la lama con la pelle, e la spinsi contro il muro.
“No!” urlò terrorizzata la licantropa.
Senza mollare la presa, emisi un ringhi che sorprese me per prima: si era risvegliata la vampira cacciatrice che Gabriele avrebbe apprezzato… se non fosse morto. Quel pensiero mi rese ancora più furiosa e,senza più esitare, le piantai il pugnale in una spalla, bloccandola alla parete.
“Non è ancora finita Lilian!” soffiai tra i denti, voltandomi e allontanandomi con il piccolo Jay Cuoredidrago tra le braccia che piangeva. Sentivo scorrere dentro di me il suo dolore, come se avesse davvero capito cos’era successo, accanto al mio e dovetti trattenermi con determinazione dal tornare indietro per uccidere la donna con le mie stesse mani sotto gli occhi del figlio. Ma non volevo spargere altro sangue, non volevo macchiarmi del suo in quel momento. Non mentre lottavo per portare in salvo il suo bambino. Non se per soddisfare il mio desiderio avessi costretto una innocente a vivere per sempre con il ricordo dell’assassinio di entrambi i genitori per colpa mia.
Scacciando a stento le lacrime, uscii dalla villa senza guardare verso la luna nera che mi chiamava. Cercai di non pensare alle emozioni che mi avevano travolta quando qualcuno, qualcuno di importante per me, l’aveva vista, tornando umano, e mi dissi che avrei saputo la verità in un altro momento.
Salii sulla Corvette adagiando Jay sul sedile accanto al mio e misi in moto.
“Aspetta!”
La voce di mio fratello mi fece sobbalzare e mi affrettai ad aprirgli la portiera, per permettergli di sedersi tenendo il bambino sulle gambe. Non reagì al suo odore. Non reagì al sangue che scorreva dentro di lui. Sul suo viso lessi una profonda tristezza e ci misi solo un secondo a capire che non poteva essere legata alla morte di Gabriele.
“Era Susy…” sussurrai, mentre una lacrima nera mi scivolava lungo il viso. “Lei… lei ha guardato la luna nera?” mi costrinsi a chiedere anche se conoscevo già la risposta.
Andy annuì, con lo sguardo perso nel buio davanti a sé. Istintivamente strinse Jay tra le braccia. “Ognuno di noi ha perso qualcuno stanotte…” mormorò, mostrando una debolezza che mi fece improvvisamente paura. “troppo per una volta sola…”
In risposta, il piccolo sbadigliò e chiuse gli occhi, più calmo.
Senza più dire nulla, accesi il motore di nuovo e uscii dal cancello in retromarcia.
Non appena entrammo dalla porta di rubino trovammo Rossastella ad aspettarci. Teneva la testa bassa e gli occhi fissi a tera per sfuggire alla magia della luna nera.
"Avevo detto a tutti di non uscire!" esclamai, senza però riuscire a nascondere il mio sollievo nel vedere un volto amico. E almeno ero certo che lei fosse ancora vampira.
Presi Jay dalle braccia di mio fratello e lo porsi alla ragazza.
"Ti prego, portalo al coperto e tienilo al sicuro..." dissi. "Io ho bisogno di stare sola..."
Di corsa raggiunsi la mia camera, sopra la libreria Rossosangue, e mi chiusi dentro.
Presi tra le mani la rosa blu che Gabriele mi aveva regalato tempo prima e la portai vicino al viso, sentendone il profumo. Sapeva di lui, ancora più del solito. Una mia lacrima scivolò sul mento e poi cadde su un morbido petale, finendo poi a terra senza fare rumore.
Mi ditesi nella bara accanto a me e caddi immediatamente addormentata, stringendo la rosa al petto.

Sto correndo attraverso la piazza di Dark Light. Il mio lungo vestito bli struscia per terra e mi rallenta ma non voglio fremarmi. So che devo continuare ad andare avanti per raggiungere qualcuno che non riesco a vedere. Qualcuno che, nel momento in cui mi prende tra le braccia, mi riempie di gioia. Riesco solo a scorgere una figura scura e indefinita, senza tratti riconoscibili. Poi il pavimento comincia a sgretolarsi e tutto esplode in mille sfumature di blu. E sparisce.

Mi svegliai agitata nel cuore della notte. La luna, bianca questa volta, era alta nel cielo. Dovevo aver dormito per un giorno intero. Inconosciamente, cercai la rosa ma non la trovai. Non era da nessuna parte: non nella bara, non sul tavolino, non a terra... era scomparsa. La disperazione mi asslì ma improvvisamnte rividi davanti ai miei occhi la fine del sogno. Blu, tutto blu.
Avevo sognato di nuovo, nonostante sapessi di non aver toccato alcuna polverina rossa come la sera precedente, e adesso la rosa era sparita. Come se davvero fosse esplosa. Come se il suo compito fosse stato inviarle quel sogno.
Perchè? Cosa significava?
Non potevo semplicemente laciare correre perchè sentivo che aveva un significato. Ma, allo stesso tempo, non potevo fidarmi del tutto dopo il distastro che avevo provocato poche ore prima. Non volevo coinvolgere gli altri di nuovo.
Socchiusi la porta e uscii cautamente, in silenzio. L'unico suono era quello del mio vestito a contatto con il terreno, ma non era quello blu, notai. Ero tutta nera e, se possibile mi confondevo nella notte ancora più del solito.
Raggiunsi la porta di rubino in pochi minuti. Non avevo corso. il songo non si stava realizzando... forse era la notte sbagliata. Ma il mio cuore diceva il contrario e mi spingeva a proseguire.
Dissolvendomi in una nuvola di fumo, mi trasformai in un pipistrello e volai oltre le mura. Ritornai alla mia forma "umana" non appena toccai lo spiazzo di fronte all'ingresso e sobbalzai, soffocando un grido.
Steso a terra, privo di sensi e illuminato solo dalla pallida luce della luna, c'era un copro. Aveva il viso rivolto verso il basso e i ricci scuri mi impedivano di vederlo. La maglietta bianca che indossava era quasi trasparente e i pantaloni grigi erano strappati sulle ginocchia come se fosse stato trascinato a lungo.
Mi avvicinai esitante e intravidi una rosa blu tatuata sul suo collo pallido, affiancata dai segni del morso di un vampiro. Un fremito mi percorse la schiena mentre li sfioravo con un dito. Non ero stata io a trasformarlo e mio fratello stava dormendo nella sua stanza, me n'ero assicurata uscendo. Ma allora chi...
M'interruppi alzando lo sguardo. Davanti a me, circondata da un alone latteo, c'era una donna meravigliosa. Era elegante come non avevo mai visto nessuno. I suoi grandi occhi argentei erano, contemporaneamente, alteri e pieni di calore. I lunghissimi capelli corvini le ricadevano fino alla vita, riflettendo la luna come specchi, e circondavano un viso pallido e perfettamemente ovale, senza tempo. Mi guardava, aspettando una mia mossa.
Chi sei? avrei voluto chiedere. Ma le parole mi si fermarono in gola mentre la risposta si faceva strada nella mia testa.
"Nerissa" sussurrai incredula, trattenendo il fiato.
la donna annuì impercettibilmente e mi fece cenno di guardare il ragazzo a terra. Con delicatezza lo girai per vederlo meglio e non riuscii a trattenere un gemito. Nonostante gli occhi fossero chiusi, potevo immaginarli in ogni dettaglio. La curva delle labbra che avevo così spesso ammirato e desiderato. I lineamenti che conoscevo e amavo con tutta me stessa.
Gabriele!
Il suo nome risuonò dentro di me come poco prima aveva fatto quello di Nerissa, ma questa volta accompagnato da una dolcezza immensa e dalla gioia che avevo provato quella notte in sogno.
Il sogno! mi dissi. La rosa!
"Com'è possibile?" chiesi, tornando a rivolgere lo sguardo alla regina dei vampiri.
La sua voce cristallina si riversò nella mia mente senza che lei muovesse le labbra.
La rosa mi ha richiamata qui, alla presenza della nuova master. la rosa che avevo donato a quest'uomo anni fa come ultima risorsa per la salvezza della nostra specie. Il suo potere è quello di riportare alla vita un vampiro morto secondo il desiderio di un master.
Io sono la serva di questa rosa che restituisce il respiro. Dopo secoli sono tornata nella mia forma umana per adempire al mio dovere. La rosa blu ha trionfato grazie al tuo amore. Io stesso l'ho reso nuovamente immortale, infrangendo ogni regola. Di questo poterà in segno la sua immagini sulla pelle. E resterà un vampiro per sempre, al tuo fianco. non rinnegare il dono che ti è stato fatto.

Tacque improvvisamente.
Nerissa serva della rosa? Faticavo a credere alle sue parole ma Gabriele era vivo davvero, ai miei piedi, e stava tornando vampiro come aveva sempre sognato.
Mentre le lacrime nere tornavano a rigare il mio viso sorridente, Nerissa si trasformò in una chirottera sotto i miei occhi, avvolta da una nebbia argentata.
Sbattendo le palpebre, Gabriele si svegliò. Mi guardò sorpreso e, esitante, si passò una mano sul collo, soffermandosi un attimo sul tatuaggio che rappresentava il dono che lui stesso mi aveva fatto ma che adesso gli aveva salvato la vita.
Quindi, senza parlare, si alzò e con due dita mi sollevò il mento per portarlo all'altezza delle sue labbra.
E mi baciò con dolcezza.
Mi diede quel bacio che avevo a lungo agognato e avevo perso le speranze di ricevere. Quel bacio che era morto con lui e adesso era rinato grazie ad una rosa blu.

NOTE DELL'AUTRICE
Questa storia l'ho scritta tempo fa, dedicandola, ovviamente, all'autrice del romanzo che è anche una mia amica :) La protagonista, Lunanera, mi sta simpatica e ancora di più Gabriele *_* Mi dispiaceva troppo per la sua morte, quindi... ecco la mia visione di un futuro ideale per la coppia xD
Bhe, spero che qualcuno legga e lasci una recensione!

DISCLAIMER
Nessuno dei personaggi mi appartiene e i comportamenti, le azioni, i pensieri sono pura invenzione mia tranne la citazione riportata in grassetto che è parte del'opera originale.
  
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