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Autore: Prof    09/06/2012    3 recensioni
Kise non fa nemmeno in tempo a lamentarsi del trattamento ricevuto, e soprattutto a lagnarsi della troppa distanza accumulata così repentinamente tra i loro visi, che già gli viene urlato contro: “Ma che diavolo ti è saltato in mente?”
Quando le cose non sono così semplici come si era pensato.
Per Rota.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Primo Bacio
Fandom: Kuroko no Basket
Personaggi: Kise Ryota, Kasamatsu Yukio
Genere: generale, fluff
Rating: verde
Avvertimenti: flashfic. missing moments
 Note: prima tentativo nel fandom di KNB. Ciao, fandom! :D Scritta di per Margherota, con tanto amour!
Riassunto: Non fa nemmeno in tempo a lamentarsi del trattamento ricevuto, e soprattutto a lagnarsi della troppa distanza accumulata così repentinamente tra i loro visi, che già gli viene urlato contro: “Ma che diavolo ti è saltato in mente?”

 






Kasamatsu arretra con tutto il capo, negli occhi limpidi la sorpresa di un gesto inaspettato, le labbra appena aperte come sul punto di lanciare un grido irato di cui si sono perse le parole in gola.
Kise, d’altro canto, proteso il viso in avanti, è costretto a schiudere gli occhi, sbattendo le palpebre a più riprese in segno di confusione, incapace di non restituire agli occhi dell’altro uno sguardo perlomeno perplesso.
“Kasamatsu-senp--” bofonchia, lamentoso. O almeno ci prova, dato che la mano a palmo aperto del suo interlocutore va a schiantarsi contro la sua faccia – schiacciando il suo bellissimo naso , costringendolo a sua volta ad arretrare con tutta la testa. 


Non fa nemmeno in tempo a lamentarsi del trattamento ricevuto, e soprattutto a lagnarsi della troppa distanza accumulata così repentinamente tra i loro visi, che già gli viene urlato contro: “Ma che diavolo ti è saltato in mente?”

Kise non può allora che restituirgli un altro sguardo ancora più perplesso, inclinando per giunta il capo di lato, come se cambiare angolazione di visuale potesse aiutarlo davvero nel comprendere la misteriosa reazione del suo senpai. Del resto, a se stesso, è più che palese quale fosse la propria intenzione.

Kasamatsu è ancora lì di fronte a lui, che lo fissa come se gli fosse cresciuta una seconda testa, le mani ben piantate a terra a sostegno di tutto il suo corpo; adesso che ci fa caso, è pure leggermente arrossito. Un colorito che gli dona, in effetti, ammette senza troppe remore Kise.

 

“Beh, mi pare ovvio.”

E probabilmente pare ovvio anche al suo capitano, a giudicare da come al sentire quelle poche sillabe il rossore aumenti sul suo viso in modo esponenziale. Volta lo sguardo, repentino, fissando con estremo interesse i ciuffi di erba fra le sue dita, cominciando dopo un po’ a emettere suoni sconnessi, balbettii incomprensibili, che Kise proprio non riesce a comprendere.
Non che gli importi più di tanto, a dire il vero.
Perché Kise Ryota non è mai stato abituato a ricevere un no, né dalle ragazze né, soprattutto, quando si parla di basket – e affini.


In un unico movimento fluido, slitta leggero di nuovo al fianco del suo capitano, spalla contro spalla. Come poggia la mano sulla gamba dell’altro, nella ricerca di rinnovata attenzione, sente il suo corpo, teso e nervoso, sussultare contro il proprio.

“Posso?”

Kasamatsu, il volto ancora ben lontano da quello del suo compagno di squadra, non muove un muscolo. Anzi, pare addirittura aver smesso di respirare, tanto è immobile.

Poi, inatteso, sospira. E gli rivolge di nuovo lo sguardo.

Un attimo dopo, l’unica cosa che riesce a pensare è di essere stato un cretino ad aspettare tanto a incontrare le labbra di Kise.




   
 
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