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Autore: telesette    14/06/2012    1 recensioni
Il sorriso sul volto di Pezzite fu attraversato da una lieve ombra di malinconìa.
Sapeva che le sue sorelle le volevano bene e che, qualunque cosa fosse successa, sarebbero sempre state insieme e pronte ad aiutarsi l'un l'altra. Purtroppo però, per superare il dolore della perdita di Zaffiro, doveva essere lei a trovare dentro di sé la forza sufficiente. Per un attimo rifletté in silenzio, tornando a guardare lo specchio con la coda dell'occhio, e in quel momento le parve di vedere il volto sorridente di Zaffiro nel riflesso...
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Le immagini di questa fanfiction
provengono dalla galleria di:
Star-Dusting
alla quale vanno i miei ringraziamenti

Buon Divertimento!

L'Autore

- Che meraviglia - sospirò Bertierite, nel contemplare i gioielli esposti nella vetrina di una gioielleria.
- Bah - esclamò Calaverite, con una smorfia a dir poco disgustata. - La bigiotteria del supermercato è quasi più dignitosa di questa paccottiglia!
- Non essere così acida - la rimproverò Kermesite. - Magari non saranno gemme autentiche, ma nell'insieme fanno la loro figura! Non pensi anche tu, Pezzite... Eh ?!?

Kermesite e le altre si resero conto della situazione, solo dopo aver dato uno sguardo a ciò che la sorella maggiore stava guardando. In mezzo a tutta quella collezione di pietre preziose, un grosso zaffiro ovale risplendeva luminoso con mille sfaccettature... proprio come gli occhi di una persona a lei molto cara.
Gli occhi di Pezzite si riempirono di lacrime, nel rammentare tristemente quanto era accaduto tempo addietro.

***

- Ti prego, non andare - gemette Pezzite, stringendosi forte al petto di colui che amava. - Se dovessi imbatterti nuovamente nel Saggio, in queste condizioni, rischi di non tornare vivo dalla missione e io non voglio... NON VOGLIO!
- Purtroppo è un rischio che devo correre - rispose Zaffiro gravemente. - Se non avverto Diamond di quello che ho scoperto, potrebbe succedere davvero l'irreparabile e... Pezzite ?!?

Calde lacrime scesero lungo le guance di Pezzite, per poi cadere silenziose sul pavimento.
Fu in quel momento che Zaffiro si rese conto che il sentimento che la fanciulla provava nei suoi confronti andava ben oltre la semplice devozione. Quando entrambi erano su Nemesis, lui era il fratello del Principe Ereditario e lei un umile soldato dell'esercito della Luna Nera; ormai sembrava trascorso un secolo da quel periodo, eppure Zaffiro ricordava ancora perfettamente con quanto impegno e quanta dedizione Pezzite assolveva al suo compito; la ricordava come una donna forte, energica e molto combattiva, ma anche come una persona della quale potersi fidare completamente.
Zaffiro ricordava il modo in cui lei era solita guardarlo, con una luce intensa negli occhi, e anche allora era rimasto piacevolmente colpito dalla profondità del suo sguardo. Tante volte i due avevano combattuto fianco a fianco, affrontando battaglie durissime per assicurare la sopravvivenza del loro popolo, e insieme avevano anche discusso amichevolmente varie volte nei momenti di quiete. Nel tempo Zaffiro imparò a conoscere e a rispettare Pezzite, sia come donna che come guerriera, e lei scoprì di essere fortemente attratta dal fascino e dal carattere del suo principe...
Ora la donna che stava versando lacrime per lui era chiaramente e sinceramente innamorata, non c'era alcun dubbio su questo. Zaffiro era sorpreso e confuso, ma anche piacevolmente colpito dalla purezza dei suoi sentimenti. Pezzite era cambiata, rispetto alla rude guerriera che lui ricordava, ma nel cuore era rimasta sempre la stessa. La sua dolcezza e la sua sensibilità, che in passato preferiva celare per non apparire "debole", erano qualcosa che le apparteneva per natura. Zaffiro era assolutamente convinto che quello fosse il vero aspetto di Pezzite: una persona buona e generosa, capace di amare e di soffrire per coloro a cui voleva bene...
Purtroppo però, dalla missione che Zaffiro si accingeva a compiere, ne andava del destino della Terra e dell'umanità intera. Solo lui poteva informare Diamond dell'inganno tesogli dal Saggio, anche se era perfettamente consapevole del rischio cui andava incontro, e per questo non aveva scelta.

- Non piangere, Pezzite - sussurrò Zaffiro, cercando di rassicurarla con un sorriso. - Non temere, devo solo avvertire mio fratello; non appena lo avrò informato di ciò che ho scoperto, tornerò da te... Te lo prometto!

***

Putroppo Zaffiro non ebbe modo di tornare da lei, malgrado la sua promessa.
Nel contemplare i riflessi luminosi di quella pietra color del mare, Pezzite era convinta di avere ancora davanti a sé il volto del suo amato Zaffiro che le rivolgeva fiducioso il suo ultimo e meraviglioso sorriso. Per alcuni istanti rimase lì, immobile davanti alla vetrina senza dire una parola, finché la voce di Kermesite non la riportò bruscamente alla realtà.

- Pezzite, che cos'hai ?

Sebbene avesse ancora gli occhi lucidi di pianto, Pezzite si riprese immediatamente.

- Niente... Niente, davvero - rispose, asciugandosi con noncuranza le lacrime con il dorso della mano. - Mi dev'essere andata un po' di polvere negli occhi, tutto qui... E' tardi adesso, torniamo a casa!
- Ma...

Prima che Kermesite potesse aggiungere altro, la mano di Calaverite sulla sua spalla lasciò intendere che non era il caso di approfondire ulteriormente la questione. La tragica scomparsa di Zaffiro era ancora una ferita fresca per il cuore della loro sorella, per quanto quest'ultima potesse essere sufficientemente forte da accettarlo, in ogni caso loro non potevano fare o dire niente per alleviare il suo dolore.

- E' ancora troppo presto - mormorò Calaverite, chinando il capo tristemente. - Da quando lui è... Pezzite non si è mai ripresa completamente, per quanto stia cercando di convincersi lei stessa, ma è chiaro che le ci vorrà ancora del tempo!

Sia Bertierite che Kermesite non poterono fare altro che osservare in silenzio la loro sorella maggiore, mentre si allontanava lentamente lungo la strada, in silenzio e con la testa stretta nelle spalle. Ma anche se non potevano vederla in volto, non era difficile indovinare come potesse sentirsi in quel momento.
Calaverite aveva ragione naturalmente ( del resto era lei ad avere molta più confidenza con Pezzite di quanta ne avessero le sue due sorelle più giovani ), ma ciascuna di loro soffriva enormemente al pensiero di non poterla aiutare in nessun modo. 
Pezzite era ancora innamorata di Zaffiro, e certo non poteva smettere di pensare a lui, ma Calaverite sapeva fin troppo bene quanto la sorella fosse chiusa e riservata sull'argomento. Indipendentemente dal tempo che le sarebbe occorso, Pezzite avrebbe continuato a portarsi dentro il peso di quel doloroso fardello da sola, senza mostrarsi triste o tantomeno sfogarsi con qualcuno...
Perciò era tutto molto più difficile per lei.

***

 

- Allora, vedi niente? - sussurrò Bertierite, cercando di sbirciare da sopra la testa della sorella. - Cosa sta facendo?
- Niente - rispose Kermesite. - Sta lì seduta, davanti allo specchio, senza fare niente...

Mosse più che altro dalla preoccupazione che dalla curiosità, Kermesite e Bertierite si erano appostate davanti alla camera di Pezzite per assicurarsi che tutto sommato stesse comunque bene. Per loro era raro vedere la sorella maggiore così amareggiata e, nonostante le raccomandazioni di Calaverite in merito, non riuscivano ad accettare l'idea di vederla soffrire senza fare niente.
Tuttavia a conti fatti, a parte "giocare alle spie", non potevano proprio fare un accidenti di niente per esserle d'aiuto.
Pezzite era uscita da poco dal bagno, dopo essersi fatta una lunga doccia rinfrescante, e ora stava seduta in accappatoio davanti alla sua immagine riflessa. Un tempo si ricordava molto diversa, e non solo per il marchio della Luna Nera sulla sua fronte, tanto che a stento riusciva a riconoscersi. L'immagine che lo specchio le rimandava adesso, con lo sguardo triste e i lineamenti distesi, non aveva quasi più niente del volto indurito e severo della guerriera di un tempo.
Tuttavia anche allora il suo cuore di donna sapeva di provare dell'affetto per Zaffiro.
Per anni non aveva detto nulla di questo suo sentimento, rifiutando di ammetterlo perfino con sé stessa, e proprio quando il fato sembrava averle dato la speranza di vedere il suo amore ricambiato... Zaffiro non era più con lei.

- Zaffiro - mormorò tristemente.

Sapeva che non avrebbe mai potuto fare o dire nulla per dissuaderlo.
Sapeva che niente e nessuno poteva mettersi davanti all'amore e alla lealtà verso suo fratello Diamond.
Ciononostante non riusciva a togliersi dalla mente quell'immagine, la stessa che tanto l'aveva tormentata la notte nei suoi incubi: ogni volta che chiudeva gli occhi poteva vedere chiaramente Zaffiro, mentre veniva investito dal potere micidiale del Saggio, e sentirlo emettere il suo straziante grido di morte...
Ogni volta Pezzite si risvegliava di colpo e, solo dopo alcuni istanti, sembrava rammentare che tutto questo era già accaduto.
Ma più difficile da accettare, rispetto al suo incubo ricorrente, era l'ancor più angosciosa realtà.
L'uomo che amava non poteva più abbracciarla.
Non poteva più accarezzarla.
Non poteva più ricambiare in alcun modo quello che lei tuttora provava per lui.
Pezzite allungò lentamente la mano verso lo specchio, sfiorandone la superficie lucida con le dita, e solo così sembrò avvertire qualcosa di solido e concreto capace di distoglierla dai propri pensieri. Di nuovo due sottili fili luccicanti cominciarono a scaturirle dagli occhi, e solo allora Kermesite e Bertierite poterono udire i suoi singhiozzi sommessi.

- Ma... sta piangendo? - domandò Bertierite, schiacciando ancora di più il mento sulla testa della sorella.
- Ehi, piano - si lamentò Kermesite. - Non sporgerti troppo, mi farai cade... REEE !!!

Frittata.
Non appena le due ruzzolarono rumorosamente da dietro la porta semiaperta, Pezzite si voltò di scatto assumendo un'espressione piuttosto severa.

- Beh ?!? - esclamò lei accigliata.

Subito Bertierite e Kermesite si tirarono a sedere ginocchioni, cercando di trovare in fretta una scusa plausibile, ma sapevano che sarebbe stata dura dargliela a bere.

- A... Accidenti, quanta polvere su questa maniglia - esclamò Kermesite, lucidando affannosamente l'ottone della serratura.
- Ha... Hai visto che avevo ragione io? - fece eco Bertierite, strofinando dalla parte opposta. - Meno male che ce ne siamo accorte!

Una gocciolina scese lungo la nuca di Pezzite tuttavia, immaginando il motivo della loro "intrusione", quest'ultima non se la sentì di rimproverarle. Erano pur sempre le sue sorelle, anche se un po' impiccione ed invadenti, e non poteva certo biasimarle se erano preoccupate per lei.
Passato dunque il momento dell'arrabbiatura, Pezzite si rivolse ad entrambe con un'espressione molto più pacata e distesa.

- Andiamo - esclamò lei piano, con un tono ironico nella voce. - Smettetela di rovinare quella maniglia!

Entrambe obbedirono e, chinando il capo con imbarazzo, si scusarono ripetutamente.

- Tranquille, non sono arrabbiata - le rassicurò Pezzite con un sorriso.
- Scusaci, sorellina - gemettero entrambe, col volto spiaccicato sul pavimento. - Ma ti abbiamo vista talmente triste oggi pomeriggio che...
- Capisco - tagliò corto lei comprensiva. - Eravate solo preoccupate, ma non ce n'è motivo... Davvero!
- Sei sicura? - domandò Bertierite, sollevando lo sguardo timidamente.
- Per caso ti va di parlarne? - fece eco Kermesite.

Pezzite socchiuse gli occhi e scosse il capo lievemente.

- Sto bene, non preoccupatevi - concluse. - Andiamo a dormire piuttosto, è molto tardi, altrimenti domani ci vorranno le cannonate per tirarvi giù dal letto!

Entrambe annuirono obbedienti e, dopo aver augurato la buonanotte a Pezzite, uscirono dalla sua camera in buon ordine e si chiusero la porta alle spalle.
Il sorriso sul volto di Pezzite fu attraversato da una lieve ombra di malinconìa.
Sapeva che le sue sorelle le volevano bene e che, qualunque cosa fosse successa, sarebbero sempre state insieme e pronte ad aiutarsi l'un l'altra. Purtroppo però, per superare il dolore della perdita di Zaffiro, doveva essere lei a trovare dentro di sé la forza sufficiente. Per un attimo rifletté in silenzio, tornando a guardare lo specchio con la coda dell'occhio, e in quel momento le parve di vedere il volto sorridente di Zaffiro nel riflesso...
Subito si voltò di scatto, esaminando la stanza da cima a fondo, ma non c'era nessuno e anche quando tornò a guardare lo specchio vide soltanto la propria immagine riflessa. Evidentemente si era trattato solo di un'allucinazione ( forse a causa della stanchezza ) tuttavia, nell'alzarsi per andare a letto, il suo sguardo cadde su un piccolo oggetto dall'aria familiare.
Accanto allo specchio, tra le spazzole e i vari accessori per il trucco, vi era infatti un piccolo gioiello rettangolare perfettamente lavorato. Pezzite riconobbe subito le sfaccettature lucenti di uno zaffiro purissimo e, solo dopo essersi ripresa dallo stupore, capì che non si trattava affatto di un sogno.

FINE ?

   
 
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