La solita stradina tortuosa oggi sembrava più difficile da percorrere e quel pick-up che teoricamente se fosse stato nuovo o riverniciato sarebbe stato di un blu notte, non accennava a migliorare la prestazione. A Cassie però non importava. Quel giorno avrebbe anche volentieri rotto le sospensioni della sua auto pur di arrivare a casa il prima possibile. A ogni buca o a ogni dosso che beccava su quello steccato rudimentale, il suo pick-up accennava molto sonoramente come oggi lo stesse maltrattando, intento quasi quasi a inchiodarsi lì.
- Non ora bello, non ora.- lo consolò ansiosamente.
Gli alberi che cullavano quella stradina ora si fecero meno numerosi, e in lontananza lasciarono intravedere un enorme distesa di erba verde.
Cassie allungò il collo verso destra il più possibile, finchè non la vide.
La vecchia maestosa casa in legno non si pronunciava proprio elegantemente, non era rifinita e tantomeno non aveva bellissime siepi ad incorniciare il vialetto, ma per Cassie andava bene così. Era la sua casa, ed in ogni caso, soprattutto quel giorno, il sorriso vedendola le veniva ugualmente.
Spense l’auto nel vialetto, non aveva tempo ne la voglia di parcheggiarla bene. Si sfregò le mani sudate, e iniziò a sorridere ancora prima di scendere dal pick-up.
Prese un bel respiro e aprì la portiera chiudendosela poco dopo dietro di se. Salì i quattro scalini obbligatori prima di giungere alla porticina in legno con una targhetta di riconoscimento attaccata su: “Harkins”.
Bussò sonoramente tre volte. Qualche secondo e la porta si aprì.
Una donna, dai lunghi capelli castani le si parò davanti. Cassie cercò di mordersi le labbra per nascondere il sorriso compiaciuto.
- Cassie..- sussurrò la donna come se attendesse una risposta.
La voglia di dirglielo e la felicità per ciò che sapeva le esplose sul viso paonazzo. Sorrise. Sorrise veramente, così tanto che le fecero male le guance.
- Oddio.- esclamò la madre, appoggiandosi allo stipite della porta, sentendosi quasi mancare.
- Ce l’ho fatta mamma! MI HANNO PRESA!.- La gioia disarmante di Cassie si manifestò in tutto il suo splendore. Aveva immaginato nella sua testolina più volte di dirlo. Il suono, le parole, e il modo in cui l’avrebbe detto per la prima volta. Niente era paragonabile a quel momento e a quanto dannatamente suonasse bene.
- Ce l’ho fatta!.- ripeté, questa volta più a se stessa che alla madre.
L’abbraccio caloroso della donna non si fece attendere. La strinse forte consapevole che la sua bambina, di lì a poco se ne sarebbe andata, e questo pensiero fece nascere nella donna un senso di angoscia.



Ookei, questa è la mia prima FF. Siate compiassionevoli suvvia. Ditemi come vi sembra.
-L.