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Autore: Pettyfer    15/06/2012    136 recensioni
La causa di tutte queste prese in giro? Era ciccione, chiatto o qualsiasi termine simile. Eppure Zayn quando si guardava allo specchio vedeva solo qualche chilo di troppo, non era obeso e non aveva lardo che gli uscisse dalla maglia. Era solo più robusto rispetto agli altri.
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Le diede le spalle e correndo uscì da quella scuola, lontano da tutti, lontano da Spencer Evans, lontano da Niall che lo guardava con compassione. Lontano da quell’istituto. Istituto in cui non mise mai più piede.
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Scappò per ritornare più forte di prima.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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 Ugly boy

 

 
 
Si dice che l’adolescenza sia un’esperienza fantastica per i ragazzi e infatti è così, ma solo per il 70% di loro. Per l’altro 30% no. Perché vi chiederete voi?
Beh..sono i classici sfigati, i gay, i secchioni, i ciccioni, i punk e molto altri simili a loro. La maggior parte di loro è vittima di bullismo.
Il bullismo: una causa persa. Nessuno riesce a denunciarlo, e chi lo fa viene ripagato con la stessa moneta.
Beati loro che hanno avuto il coraggio, la forza di farlo. Zayn non lo avrebbe mai fatto. Per cosa poi? Per far aumentare le prese in giro? Neanche per sogno. Era già difficile sopportare tutto così com’era.
E poi sarebbe arrivato il momento in cui si sarebbe vendicato di tutti loro. Ma Zayn puntava una ragazza in particolare.
Lei.
Spencer Evans.
Reginetta del ballo per due anni consecutivi, presidentessa del consiglio scolastico,  capo del club della castità e infine, ovviamente, capo cheerleader.
Bionda, occhi verdi e vestiti di marca, ecco cos’era. Una ragazza a cui qualsiasi cosa chiesta era data. Una bambinetta viziata.
Da quand’è che lo prendeva in giro? Dal primo giorno del primo liceo. Gli aveva reso la vita un inferno, un vero inferno. Non aveva amici per colpa sua. Nessuno che gli rivolgesse la parola durante le lezioni oppure in mensa, nessuno che si sedeva con lui aspettando l’autobus; già prenderlo era per sfigati e se i ragazzi si fossero messi anche a parlare con lui, avrebbero rovinato del tutto la loro reputazione. Se volevi essere un vero figo dovevi essere munito di una propria auto a scuola, oppure addio vita ‘normale’.
La causa di tutte queste prese in giro? Era ciccione, chiatto o qualsiasi termine simile. Eppure Zayn quando si guardava allo specchio vedeva solo qualche chilo di troppo, non era obeso e non aveva lardo che gli uscisse dalla maglia. Era solo più robusto rispetto agli altri. Certo, gli occhiali non aiutavano di certo, però gli servivano, cazzo. Senza di essi, la prima cosa che sarebbe avvenuta era andare a finire contro un palo.
Sbuffò, scendendo dal letto e posizionandosi per l’ennesima volta davanti allo specchio. I capelli erano attaccati alla fronte come se una mucca li avesse leccati, gli occhiali enormi ingombravano sul suo viso e qualche brufolo faceva spunto sul mento. Si mise di profilo osservandosi il rigonfiamento sulla pancia: in effetti non era una bella visuale, ma non era niente di esagerato. Si toccò il grasso che scendeva sotto al braccio toccandolo come se fosse del budino. Era ridicolo, e come diceva Spencer era una palla di lardo. Uno schifo.
Ma adesso basta, avrebbe rincominciato tutto d’accapo.
 
 
Uscì dalla classe di informatica lanciando un’occhiata al biondo, l’unico che sembrava rivolgergli la parola quando ne aveva opportunità. Il suo nome era Niall: un ragazzo irlandese trasferitosi da poco. Da poco e già si occupava del giornalino della scuola, e naturalmente non era preso di punta dai più popolari della scuola anche se Niall, a quanto pareva non gli interessava niente di loro; neanche di essere visto a scambiare due paroline con lui: Zayn Malik, lo sfigato per eccellenza. Quello che la mattina veniva buttato nel cassonetto dell’immondizia con il gay dichiarato della scuola. Faceva tanto Glee.
Continuò a camminare a testa bassa nel corridoio cercando di non incrociare lo sguardo di nessun bulletto. Non voleva aver nessun problema quel giorno. Il fianco gli faceva ancora male e il livido era evidente e particolarmente violaceo.
Venne spintonato da una spallata e si trattenne con una mano su un armadietto a caso pur di non cadere.
-Palla di lardo, attento a dove cammini- Mike lo guardava con disprezzo dall’alto al basso –e prova solo un’altra volta a venirmi addosso che ti faccio uscire tutto il grasso dalla bocca- gli ringhiò buttandolo con forza contro gli armadietti.
Gemette dal dolore sentendo una fitta percorrergli tutta la schiena. Di nuovo. Neppure quella ferita era del tutto guarita.
-Mi hai capito, checca?- gli urlò in faccia mollandogli un pugno nello stomaco.
Si portò automaticamente le mani al posto lesionato trasformando il suo viso in una espressione di dolore.
-Pretendo una risposta- urlò ancora il ragazzo stringendo nella mano un pezzo della sua pancia.
Il dolore era tanto. E doveva sopportarlo.
Cosa aveva fatto? Assolutamente niente.
-Si- sussurrò alla fine piegandosi in due dal colpo che aveva avuto sul fianco. Quel fianco.
-Perché non lo lasci stare, Mike? Quei cazzotti non servono a nulla, la tua mano può solo rimbalzare con tutta quella ciccia- la voce di Spencer lo fece di colpo irrigidire.
Stronza.
“Avrò la mia vendetta un giorno”,pensò.
 
 
 
 
 
 
 
Aveva appena preso un panino alla mensa, ed ora era seduto, da solo, ad un tavolo. Il più possibile lontano da Spencer e dalla combriccola che le stava dietro.
-Heilà schifo-
Come non detto.
-Che vuoi, Spencer?- domandò stufo da tutto quello.
-Voglio solo dirti che non è sano da parte tua mangiare questo panino pieno di grassi- ridacchiò seguita a ruota dal resto della squadra di cheerleader –non è per niente sano per te, Zayn-.
-Non penso…che…ti interessi- borbottò il moro.
Va via.
Ti prego.
-Come puoi dire una cosa del genere, schifo?- domandò stridula.
-Io ti voglio bene- sorrise –e questa maglia fa davvero schifo, proprio come te-.
Gli prese il panino dal vassoio e aprendolo ci spalmò dentro un po’ di maionese spalmandoglielo sul petto.
Zayn chiuse gli occhi per evitare di farsi vedere sull’orlo delle lacrime. Non avrebbe pianto, non adesso.
-Buon pranzo, budino-.
 
 
 
 
Era doloroso sopportare tutto e non reagire. Non reagire per paura di essere offeso ancora di più. Per paura di essere picchiato, paura di essere preso di mira. Molte volte si chiedeva quando sarebbe finito tutto. Eppure puoi rimuginarci per giorni, settimane, mesi, ma non troverai mai una risposta. Tutto può variare anche con un semplice gesto, uno fatto bene oppure fatto male. Tutto cambia in base a questo. Puoi passarla liscia e ricominciare tutto daccapo oppure puoi scappare perché non c’è soluzione.
Ed è quello che Zayn fece, scappò.
 
 
 
Erano le 7.00 e per la prima volta non era in ritardo. Menomale.
Camminò con passo deciso verso l’entrata e non appena salì il primo gradino sentì delle risate. Tutti lo stavano guardando con disprezzo e con divertimento stampato negli occhi.
Cosa stava succedendo adesso?
Si avvicinò al suo armadietto e appena se lo trovò davanti una gran voglia di piangere lo prese in pieno.
Non era possibile.
Cosa aveva fatto adesso?
Una grande scritta con della pittura rossa occupava tutta la facciata dell’armadietto e la parola ‘sfigato’ era ben in evidenza. Ma non fu quello ad offenderlo, a fargli del male. Ma furono le sue foto attaccate per tutta la parete. Una sua foto a petto nudo, dove il grasso era in bella vista. Portò lo sguardo su Spencer che aveva appena finito di attaccare l’ultima sua foto e la guardò con odio. Per la prima volta.
Le diede le spalle e correndo uscì da quella scuola, lontano da tutti, lontano da Spencer Evans, lontano da Niall che lo guardava con compassione. Lontano da quell’istituto. Istituto in cui non mise mai più piede.
 
 
 
Scappò per ritornare più forte di prima.
 
 
-Zayn ne sei davvero sicuro?- gli domandò Liam mente faceva degli addominali.
-Assolutamente si- disse come risposta il moro posando l’attrezzo e prendendo la bottiglina d’acqua, bevendone un sorso.
-Non penso che la vendetta sia una…- Zayn non gli diede il tempo di finire la frase che scoppiò in una fragorosa risata.
-Quella troia la deve pagare, Liam. Non ho passato due anni della mia vita a studiare con un insegnante privato per nulla, non ho passato sei giorni su sette, per sette ore, in questa cazzo di palestra per niente- urlò quasi facendo girare qualcuno verso di loro.
-Non sei più quel ragazzino insicuro di un tempo, Zayn. Sei un uomo adesso, hai diciotto anni, un fisico che fa invidia a David Beckham, cambi ragazza ogni notte per rimanere in forma anche di notte. Che te ne frega di Spencer Evans?- Liam continuava a non capire cosa volesse davvero il suo amico. Aveva avuto quello che voleva, era un gran, ma grande, figo!
-Non puoi capire, Liam. Non sei stato tu quello che era preso in giro ogni santo giorno oppure venivi sbattuto contro gli armadietti e riempito di botte. E adesso voglio la mia vendetta, mi sono promesso di fargliela pagare ed è quello che farò. Incominciando da domani-.
Il tono del moro era fermo e non ammetteva repliche.
Avrebbe avuto quello che desiderava.
 
 
-Zayn sono le sette e mezza, farai tardi per il bus- sua madre continuava a tartassarlo con quella stupida storia del bus.
Aveva una moto tutta sua, più bella e moderna che mai. Per quale cazzo di motivo doveva prendere il bus?!
-Mamma, già te l’ho detto mille volte: a scuola ci andrò con la moto- replicò annoiato mentre prendeva la giacca di pelle dal divano.
-Può essere pericoloso, Zayn-.
-Oddio, sto al quinto anno, e per lo più sto andando a scuola a metà dell’anno scolastico, sono maggiorenne, ho una patente. Lasciami fare quello che voglio, cazzo-.
-Ok, ma non essere volgare e comportati bene- la sentì urlare prima di chiudere la porta alle sua spalle.
Il grande giorno era arrivato e la voglia di sputtanare quella troia della Evans era tantissima.
Salì sulla sua Ducati nera, indossò il casco con il vetro oscurato e mise in moto sfrecciando per le strade della città.
Finalmente, dopo due anni era arrivato al suo obbiettivo. Si sentiva nuovo, desiderato. Non più quel ragazzino che camminava insicuro anche per casa sua.
Della pancia non era rimasto niente, era stata occupata da addominali. Da quelle braccia flaccide non c’era altro che muscoli che, se contratti i bicipidi, facevano paura. Di quel viso gonfio, ricoperto da brufoli, capelli appiccicati alla fronte e da quegli enormi occhiali non era rimasto assolutamente nulla. Gli occhiali erano finiti nella spazzatura, aveva fatto un intervento e la miopia era solo un brutto ricordo, i capelli erano alzati in una perfetta cresta, il viso era rilassato e squadrato e se prima c’erano degli orribili brufoli a ricoprirgli il mento adesso erano stati occupati da un leggero strato di barba. Tutto era perfetto. Aveva imparato come sedurre una ragazza, i trucchi del sesso ed era diventato un vero dio. Questo grazie a Harry e a Louis, ovviamente. Doveva a loro un grande piacere, soprattutto a Liam che l’aveva aiutato ad eliminare tutti i grassi e ad essere occupati da muscoli, fino alla conclusione di un fisico perfetto. Adesso, Zayn, non poteva essere più che soddisfatto.
Era metà trimestre e poteva fare la sua trionfale entrata, anche se, scommetteva, che nessuno di loro l’avrebbe riconosciuto. Meglio così…la vendetta sarebbe andata a buon fine.
Entrò nel parcheggio della scuola con un rombo e parcheggiò la moto non molto lontano dall’entrata principale. Sentiva già diversi sguardi posarsi su di lui e sorrise da dietro al casco. Scese con calma dalla moto e si tolse il casco aggiustandosi i capelli subito dopo. Alzò lo sguardo e notò che la maggior parte dei ragazzi presenti nel parcheggio lo fissavano straniti, confusi e ammaliati.
Avanti ragazzi non è la prima volta che vedete Zayn Malik.
Ridacchiò a quel pensiero e si avviò verso l’entrata indossando le sua Ray-Ban. La soddisfazione nel vedere tutte quelle facce stupite era tanta, grandissima quanto il suo ego nel vedere ogni notte diverse ragazze uscire dal suo letto. Attraversò l’ingresso lanciando un’occhiata ad una ragazza che, vestita alla perfezione e circondata da diversi ragazzi e ragazze, era appoggiata alla porta principale mentre lo guardava con ammirazione.
Bingo.
Spencer Evans era ufficialmente ai suoi piedi.
Non era cambiata molto dall’ultima volta, le magliette erano più strette del solito, il jeans le fasciava alla perfezione le gambe snelle e i capelli biondi le ricadevano morbidi sulle spalle.
La solita troietta, insomma.
Entrò nella segreteria e si avvicinò alla signora dietro al bancone.
-Il tuo nome, ragazzo?- domandò questa.
-Zayn Malik- pronunciò quelle due parole con tanta spavalderia proprio quando entrò nella stanza un biondo.
Niall Horan.
Neanche lui era cambiato tanto: era solo più altro e i capelli leggermente più lunghi.
-Conoscevo un altro ragazzo col tuo stesso nome, solo che quello era più brutto e chiatto, chissà che fine ha fatto- gracchiò la donna fissandolo.
-Hai un secondo nome?- domandò ancora la vecchia.
-Jawaad- rispose solo Zayn, già sapendo che da quella risposta la donna avrebbe capito tutto, e anche il biondino, erano gli unici che conoscevano il suo secondo nome.
-Sei tu quel Zayn?- urlò quasi la donna.
-Felice che se ne sia accorta, mi può dare il mio orario adesso?- chiese strafottente il moro togliendosi gli occhiali e mantenendoli sulla maglia.
La donna lo guardò ancora confusa e si girò prendendo il suo orario, porgendoglielo. Zayn  glielo strappò da mano e si avviò verso l’uscita della segreteria, ma prima di uscire notò Niall che lo fissava con occhi sgranati.
-Hei biondo, Evans fa parte ancora di quella stronzata della castità?- domandò prendendo al balzo l’opportunità.
-Si, perché?- Niall si alzò dalla sedia guardandolo con ancora più confusione.
-Curiosità- ridacchiò e lasciò la stanza.
Si guardò in giro e si avviò verso il suo armadietto. Era al fianco del suo vecchio.
Sentì il fastidio salirgli su per lo stomaco leggendo ancora la scritta ‘sfigato’ sul suo vecchio armadietto.
Stronzi.
Lo fissò con ribrezzo per un bel po’.
-Era un vero sfigato, credimi- Spencer Evans gli spuntò al fianco appoggiata con una spalla alla sua sinistra.
-Come si chiama?- domandò facendo finta di niente.
-Non me lo ricordo, era solo una palla di lardo che camminava per i corridoi- ridacchiò la bionda.
La imitò sforzatamente.
-Era…?-
-Si, un giorno è scappato, magari aveva dimenticato la barretta di cioccolato a casa- rise ancora.
-Comunque io sono Spencer… e tu, moretto?- domandò Spencer allungando una mano.
-Jaw- rispose stringendo la sua mano con forza.
-Che strano nome, non sei inglese?- che intelligente.
-Lo sono, ma ho anche altre origini-.
-Capisco…senti, visto che sei nuovo, stasera faccio una festa, perché non vieni? Alcool, musica, divertimento…- incominciò ad elencare.
Doppio bingo.
-Certo, ora e posto?- naturalmente già sapeva dove abitava, ma era tutto per apparizione.
Gli disse la strada e dopo avergli lasciato un bacio sulla guancia si allontanò ridendo insieme alle sue amiche.
Ridi finché puoi, troietta.
 
 
 
 
 
-Liam, mi raccomando, domani alle sei e mezza fatti trovare qui- gli raccomandò ancora Zayn come un disco rotto.
-Ho capito, cazzo. Scendi da questa macchina e falle il culo- Zayn sorrise notando il cambiamento che aveva avuto Liam nel confronto della biondina.
-A domani, puntuale- uscì dalla mattina assicurandosi di avere la macchina fotografica nella tasca posteriore.
La festa era già iniziata e già da un bel po’, c’era gente sia fuori che dentro casa, e nessuno sembrava sobrio. Entrò in casa e notò che tutto era sotto sopra, tutto tranne il piano superiore.
Sorrise.
Chi era la sfigata?
Sei a capo di un gruppo di cretine che hanno fatto un patto di castità e organizzi la festa vietando ai ragazzi di andare a fare sesso nelle camere da letto al piano superiore? Ma andiamo…
Scosse il capo divertito e prese a camminare tra la calcagna di gente che ballava per tutte le stanze cercando di trovare la biondina.
E la trovò, era attaccata alla bocca di un bottiglia completamente ubriaca.
Certo che la parte della ragazza casta non faceva per lei…
Beh, almeno gli avrebbe facilitato il tutto.
Le si avvicinò mettendogli le mani sui fianchi e trascinandola nel centro della sala, dove la musica era più alta. Ci ballò insieme, la vide strusciarsi su di lui, incurante di quello che sarebbe successo il girono successivo a scuola. Bevve anche lui qualche bicchiere di troppo e dopo un paio di ore, verso le due di notte, la trascinò al piano di sopra, nella sua camera da letto.
Spencer prese l’iniziativa incominciando a spogliarlo e a toccarlo da per tutto.
-Tu non eri la principessina della castità?- le alitò ad un orecchio.
-Ho rotto quel patto dal primo anno, dolcezza-.
Era completamente ubriaca.
-Oh, perfetto, lo sa qualcuno?- continuò a domandarle.
-Da adesso solo tu, preferivo andare a letto con ragazzi del college, nessuno della scuola-.
Già incominciava a sentire il sapore della vendetta mentre continuava a baciarla.
 
 
 
 
 
-Dove cazzo sta la macchina fotografica, cazzo!- ringhiò a bassa voce Zayn per non svegliare la biondina nuda nel letto.
Si abbassò per terra in boxer cercando i suoi pantaloni e li trovò sotto al letto.
Come avevano fatto ad arrivare laggiù?
Li raccolse da terra, tirò fuori la sua macchina fotografica, che non si sapeva come era rimasta nella tasta e l’accese.
Scattò più di una foto a Spencer, nuda nel letto, dove le lenzuola le ricoprivano solo il sedere e con una mano raccolse quello che gli serviva.
Finì di vestirsi e corse fuori da quella casa, con un ghigno maligno stampato sul volto. Cercò con lo sguardo il suo migliore amico e quando trovò la sua macchina gli corse incontro.
-Andiamo in quella benedetta scuola e aiutami a fargliela pagare- Liam gli sorrise e partì.
Arrivarono verso le sette meno qualcosa e corsero dentro la scuola, nell’aula informatica.
-La fotocamera?- Zayn gliela passò e cercarono di capire come cavolo si facesse a passare le foto su quel maledetto computer.
-Posso aiutarvi io, se volete- la voce di Niall li fecero sobbalzare.
-Certo- esultò Liam facendogli vedere la foto e la macchina.
-Te la sei portato a letto?- domandò il biondo a Zayn scoppiando in un enorme risata.
-Lo puoi vedere dalle foto-.
Niall scosse la testa divertito e li aiutò a passare le foto sul computer per poi stampare numerose copie.
-Grazie, biondo. Ci aiuti anche ad affissarle agli armadietti?- domandò Zayn sorridendo mentre usciva dall’aula.
-Sicuro-.
Nel corridoio già c’era qualche ragazzo che li fissava divertiti, più che altro fissavano divertiti le foto attaccate agli armadietti.
Avevano la stessa faccia di quando videro le sue.
L’adrenalina si fece sentire non appena finì di attaccare le ultime foto sull’armadietto della bionda.
Guardò soddisfatto il loro lavoro e aspettò sulla parete opposta l’arrivo di Spencer.
Passarono venti minuti e quando la vide arrivare sorridente con le sua amiche e amici, compreso Mike.
-Chi è stato?- urlò stridula dopo essersi fermata davanti alle foto.
-Chi è stato a scopare con te stanotte, dolcezza?- chiese Zayn ghignando.
Adorava il sapore della vittoria.
-Io non ho scopato proprio con nessuno- urlò guardandolo con odio, girando lo sguardo su tutti gli altri alunni che si erano fermati ad osservare la scena alquanto divertiti.
-E chi te l’avrebbe fatta quella foto?- domandò Niall.
-E’ finta, l’ha ritoccata. Solo un cretino ci crederebbe-.
-E vera, proprio come te quando mi hai succhiato il cazzo- disse Zayn con tono neutro, facendo scoppiare in una risata tutti i presenti.
-Non dire stronzate, Jaw. Sei solo uno stronzo- urlò lei battendo i piedi per terra.
-Sai…- Zayn si allontanò dalla parete avvicinandosi alla ragazza –preferisco essere chiamato ‘stronzo’ invece di ‘palla di lardo’, ‘schifo’ e ‘budino’ e fatti rinfrescare la memoria: il mio nome è Zayn. Sono Zayn-palla-di-lardo-Malik. Ti ricordi di me, vero?- le sussurrò.
-C-come?-
-Si, troietta. Sono io. Mi hai fatto passare due anni orribili in questa scuola, costringendomi a chiudermi in casa per paura di essere preso in giro. Ho passato due anni a studiare a casa, ho passato l’80% delle mie giornata in palestra a fare i pesi e adesso eccomi qui farti fare la fine che ti meriti- tutti lo guardavano sbalorditi, soprattutto Spencer.
-T-tu…questo non dimostra che sia io quella nelle foto, e non ho scopato con te- urlò facendo un passo indietro.
-E questi di chi sono, biondina?- le lanciò addosso le sue mutandine e il suo reggiseno ghignando.
Tutti i ragazzi presenti incominciarono ad urlarle addosso parole poco carine e a ridere divertiti.
-Principessina della castità di sto cazzo- le disse Zayn allontanandosi da lei ed andando in classe.
 
 
Chi la fa l’aspetti… La falsità verrà sempre messa a tacere dalla verità, e le stronze piangeranno nella loro stessa merda.



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Salve bella gente :)
Davvero siete arrivati fin qui dopo questa schifezza? dskfafka grazie.
Inzio con dire che non so neanche io dove mi sia uscita questa OS. Lo so è banale, scontata o cretina, lo so. Di solito va a finire che il ragazzo si innamora della ragazza e tutti felici e contenti, ma no. Non con me.
Odio che le cose scontate e quindi ho voluto dare una fine un po' ''mia'' (?)
Spero che sia stata una lettura piacevole e se vi va lasciatemi anche una recensione, l'accetterei davvero molto c:
Un bacio belle ewe



PS: lo so, è difficile immaginare Zayn Malik brutto ._.







 
   
 
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