All night long

Nella solita camera d'albergo da quattro soldi.

Dean Wichester sistemò il cuscino duro come un sasso, con fare irritato, incrociò le mani dietro la nuca e vi accomodò sopra.

Soffocò la tentazione di andare a controllare alla finestra a controllare, se qualche demone impazzito o entità spirituale non piombasse all'improvviso nella stanza.

Solamente un ramo di mimosa grattava leggermente contro il vetro, il traffico diventava sempre più raro.

Tranquillità.

In particolare quella notte, Dean non riusciva ad addormentarsi.

Suo fratello Sam si agitò nel sonno, girandosi su un fianco. Alcune ciocche di capelli gli finirono sul viso rilassato.

Quasi invidioso, Dean ebbe quasi voglia di andarlo svegliare, tirandogli qualche scherzetto, ma non sarebbe stato molto carino da parte sua.

Il povero Sammy si sarebbe messo ad urlare e inveire contro di lui così il giovane si limitò a ridacchiare sottovoce.

“Dean, non so cosa tu voglia fare, ma ti assicuro che te la farò pagare se ci provi...” borbottò Sam acido.

Dean si lasciò sfuggire un'altra risata.

Ecco un argomento per prenderlo in giro al mattino seguente.

Per l'indomani sarebbero partiti per un altro viaggio, girando in lungo e in largo l'America, consultando il diario lasciato dal loro defunto padre.

Cacciatori di demoni, con la loro vita vagabonda, senza avere un tetto sopra la testa e rischiando di perdersi di vista tante quante volte per ritrovarsi. Così come i loro rari affetti.

Che pensieri del cazzo, pensò Dean scocciato.

“Dean...dormi. Maledetta testa a carciofo, ti rigo l'Impala, no Bobby lo faccio gli rigo...macchina. Lo faccio! La macchina...” farfugliò Sam.

“Sam se ci provi ti distruggo il computer” rispose Dean di rimando.

“No! Lascia in pace...mmm...il computer...”

Sam si girò di nuovo, restando finalmente fermo.

Dean scosse la testa, tirò su la coperta e finalmente chiuse gli occhi.

“Ho fatto uno strano sogno Dean, tu avevi una specie di testa a carciofo o qualcosa del genere...”

Dean lo guardò divertito.

“Sammy, parlavi nel sonno questa notte”

Sam gli lanciò un'occhiataccia.

“Mi prendi in giro?”
“Sono serio, accidenti” rispose Dean, umettandosi le labbra.

“Come no, vaffanculo Dean” gli rispose Sam guardando fuori dal finestrino.

Dean continuava a ridere.

“Bobby non fermarmi gli rigo la macchina, io ti ho risposto ti distruggo il computer e tu non lascia stare...poi ti sei messo ad agitarti come un dannato” raccontò Dean, ridendo sino alle lacrime.

“Ma sta zitto!”

Sam scosse la testa.

Come faceva a voler bene ad una testa di cavolo del genere? Un mistero.

Non l'avrebbe mai capito, mentre l'Impala nera s'allontanava lungo la strada, alle prime luci dell'alba.

Nota autore: Boh, è una gran str...però. Ho voluto provarci lo stesso. La storia non è scopo di lucro come la canzone di Lionel Ricthe.