Tornammo a casa della vecchietta il giorno dopo, e il giorno dopo ancora, continuando con quella tortura per circa un mese.
Fino a quando un giorno non ne potevamo più e dicemmo alla signora che avevamo trovato un nuovo impiego (cosa non vera) e che perciò non avremmo più avuto tempo per aiutarla. Lei si avvicinò a noi, ci disse che sarebbe stata dura senza il nostro aiuto, e ci porse dei soldi.

 Così la ringraziammo, la salutammo e andammo a casa di Emma. Solo allora controllammo con quanto quella donna aveva pagato il nostro lavoro, accorgendoci di aver guadagnato solo 30 euro, solo 15 euro a testa...!
Dopo un mese estenuante, dopo un mese che ci eravamo prese cura della sua casa, dopo un mese che ci aveva ordinato ciò che dovevamo fare, quella donna ci aveva ripagato con dei miseri 30 euro? Ma stiamo scherzando??

Ma ormai era troppo tardi, non saremmo potute tornare dalla vecchia per chiederle una spiegazione. Ci abbiamo provato ed abbiamo fallito.


Così accendemmo lo stereo e mettemmo le canzoni di Justin, in modo tale da dimenticare l'accaduto... Cosa che la sua musica riuscì a fare: non so, forse la sua voce, o il ritmo, oppure i testi... tutto questo riusciva a farci dimenticare i problemi, tutto questo ci riportò al nostro obiettivo, il concerto! Si, il concerto che si sarebbe svolto l'anno dopo a Roma, lo stesso concerto che avrebbe segnato uno dei giorni più importanti ed indimenticabili della mia vita, al quale avrei partecipato con Emma, l'unica ragazza che conoscevo con la quale condividevo la stessa passione.
Ed è solo colpa sua se adesso sono ossessionata da Justin, se ora lui è diventata una della cose più importanti della mia vita, e se ora la sua musica scandisce la mia vita e riempie ogni attimo di noia o di tristezza.


Quando stava per ricominciare la prima canzone che avevamo ascoltato, mi accorsi che era già molto tardi, così salutai Emma, scesi in strada e m'incamminai verso casa.

Da quando Emma si era trasferita dalla città alla periferia, proprio nel mio quartiere (che in realtà era un insieme di una decina di residence diversi), le nostre abitazioni non erano più tanto lontane.
Il mio residence si trovava a tre isolati di distanza da quello di Emma, perciò ci vedevamo spesso, e tutti gli abitanti della zona ci conoscevano.

Nel tragitto verso casa ricevetti una telefonata: era mio fratello Luca, proprio mio fratello! Era stato trasferito al nord a causa del suo lavoro, ma circa ogni due mesi tornava qui a trovarci.
Da quando abita lì entrambi cerchiamo di rendere preziosi quei pochi momenti in cui stiamo insieme, trovando un modo per non litigare: infondo siamo sempre fratello e sorella, e nonostante ci passiamo 5 anni, e siamo entrambi abbastanza maturi, non mancano i conflitti tra di noi, che spesso sono inevitabili e causati da stupidaggini.

Intanto il telefono continuava a squillare, allora cercai di calmarmi e di trattenere l'agitazione e risposi. Mi salutò e mi disse che avrebbe preso il prossimo aereo per tornare a casa dove avrebbe trascorso le successive due settimane di ferie.

Allora, senza far trapelare neanche un filo di felicità, gli dissi che, appena arrivata a casa, l'avrei fatto chiamare dai nostri genitori; ma dentro mi sentivo un fuoco: presto avrei rivisto il mio fratellone!
Tornata a casa corsi dai miei e, sempre senza troppo entusiasmo, gli riferii la notizia.