CAPITOLO 2
“Lou,
chi era quella ragazza?” chiese Alissa, mentre i due stavano entrando in
camera.
“Nessuno, mia principessa. Ora andiamo a
dormire, sarai stanca…”
La ragazza era curiosa di sapere perché lui
avesse evitato così velocemente il discorso. Era forse legato a quella
persona? Ma lasciò perdere.
“Ehi… Alissa. Ti servirà qualcosa
da metterti per la notte” gli interruppe Miyu.
“Non vorrei disturbare…”
“Ma starai scherzando! Non capita tutti i giorni
di avere una persona importante come te per ospite: il minimo è essere
servizievole”
“Non è necessario!” si
affrettò a dire Alissa, rossa in volto.
“Mamma! Sei sempre la solita” intervenne
Lou, mettendosi la mano tra i capelli per la vergogna.
“Uffa! Sei come tuo padre! Non vi va mai bene
niente” e fece gli occhi piagnucolosi, mordendo il grembiule tra i denti.
“Mamma!!! Smettila!”
“Lou calmati! Non c’è niente di
male, non ti preoccupare. Signora Saionji, la seguirò volentieri!”
A Miyu s’illuminarono gli occhi: era felicissima
d’essere utile ad una principessa…
Lou era già steso sul letto e pensava
–Chissà cosa le starà facendo passare Miyu, povera Alissa!-
Poi lei entrò. Indossava una vestaglia
azzurrina, la stessa che indossò Miyu quando tornò lì,
dopo l’incidente; le calzava a pennello e Lou se n’accorse. In quel
momento pensò che Alissa era davvero una bella ragazza.
Lei entrò tentennando, rossa per la vergogna.
“Sono un po’ agitata… Sono troppo
svestita con questa vestaglia, non sta bene!” e si nascose il sovrapetto
con le braccia, che s’intravedeva appena nel bordino di pizzo che si
univa agli spallini.
“Non ti agitare. Guarda… se vuoi chiudo
gli occhi” e si posò le mani sulla faccia.
“Sono ridicola, vero?”
“No… Sei solo abituata ad un tipo di abiti
diversi” togliendo le mani dagli occhi.
“Dì la verità, ti sembro una
bambina…” e abbassò lo sguardo per la vergogna. Lui si
alzò dal letto, le si avvicinò e l’abbracciò; lei
sgranò gli occhi: sentiva il cuore in fibrillazione.
“Non sembri una bambina. In realtà penso
che tu sia una ragazza molto bella”
Lei alzò lo sguardo ed incontrò per la
seconda volta quegli occhi, ma questa volta era diverso: si sentiva ricambiata.
Prese coraggio e disse
“Lou… Vuoi diventare il mio
principe?…”
Lui le sorrise e cambiò discorso
“Su… Andiamo a letto”
-Ma cosa ho fatto?! Che stupida che sono!-
pensò lei mentre si avvicinava al due piazze.
“Mi dispiace, ma non c’era altro letto in
casa… Spero che tu non sia a disagio” gli disse Lou, invitandola a
sdraiarsi.
“No no, va benissimo” rispose agitata.
Lui si addormentò in fretta; lei non
riuscì a dormire quella notte: era troppo agitata!
Un’altra ragazza non riuscì a
dormire…
“Lou, perché stai con quella ragazza? Ti
sei dimenticato della promessa?” sussurrò Momoka sul letto, mentre
una lacrima percorse la sua guancia, bagnando poi il cuscino.
“Lou...” e chiuse gli occhi, cercando di
prendere sonno.
Alissa aprì gli occhi a fatica, disturbati dei
raggi del sole che penetravano dalla finestra.
“Buongiorno dormigliona”
Di chi era quella voce?
Poi la riconobbe e realizzò la situazione. L’agitazione non era
ancora passata: aveva sì già dormito con lui, ma non dopo avergli
proposto di sposarla!
Aveva quasi timore ad aprire gli occhi; ne aprì
uno solo per valutare la gravità della situazione. Rimase senza fiato.
Lou aveva appoggiato le mani accanto alla sua testa, permettendo alle braccia
di sostenere il corpo sopra di lei; poteva distinguere i pettorali ben
scolpiti, poco coperti dalla condottiera verde-scuro che indossava; vedeva quei
capelli biondi un po’ spettinati per la notte; si specchiava nei suoi
occhi blu oltremare che tanto la emozionavano; poteva sentire il suo odore
buonissimo… Si sentiva così vicina a lui…
“Dai, andiamo a fare colazione” disse
mentre si tolse da quella posizione e si dirigeva verso la porta.
Lei non riusciva a rispondergli; aveva il cuore che
batteva all’impazzata, le sembrava che da un momento all’altro gli
sarebbe esploso. Perché si era messo in quella posizione?! Non sapeva
farsene una ragione. Si cambiò velocemente e lo raggiunse in cucina.
“Dormito bene?” cominciò Miyu
mentre serviva la colazione.
“Sì… grazie…” non
riusciva a stare tranquilla.
“Ti senti bene? È tutto ok?” chiese
preoccupato Kanata.
“Sì sì, non si preoccupi!”
“Bene. Ehm… Senti Miyu, io devo andare a
lavoro”
“Vai pure, caro” e gli diede un bacio. A
quella vista, Alissa si agitò.
“Ha ragione mio padre: non hai una bella cera.
Sei sicura di stare bene?”
“Sì!”
“Ok… Senti… hai voglia di visitare
la città oggi pomeriggio?”
“Sì, è un’ottima
idea!” era felice che si fosse cambiato discorso.
“Lou, mi faresti un favore?”
“Dimmi, mamma”
“Ti andrebbe di accompagnare Davis al parco:
ieri sera non c’è andato, sai, dopo che Momoka è
scappata…”
A sentire quel nome s’intristì, ma non lo
diede a vedere “Certo! Molto volentieri!” ed uscì con il
piccolo.
-Almeno potrò schiarirmi le idee- pensò.
“Complimenti! Ha un bel figlioletto!”
cominciò Alissa.
“Ti ringrazio. Lui e Miu sono i miei angeli: non
credo si possa amare di più. Ora poi che anche il primo è tornato
a casa, ho il cuore colmo di gioia!”
“Scusi… non vorrei essere
indiscreta… ma io ho conosciuto i genitori di Lou, perché lui vi
considera suoi genitori?”
E Miyu le spiegò tutta la storia.
“… Non avevo amato nessuno in quel modo
prima di allora, credo che considerassi Lou come il mio vero figlio. È
cresciuto tanto da allora…”
“Ah… le cose stanno così… Ora
capisco tutto!” affermò la ragazza, stringendo il mento tra due
dita in segno di riflessione.
“E potrei chiederle un’altra cosa, sempre
se non le scoccia parlarne?”
“Certo!”
“Chi è Momoka? Sì, insomma, la
ragazza di ieri”
Miyu sorrise e distolse lo sguardo, fissando il punto
lontano
“Ogni madre vorrebbe vedere il proprio figlio
accompagnarsi alla ragazza giusta, non credi anche tu?…” e riprese
a fissarla.
Perché le aveva detto quelle parole? Era
forse… un avvertimento! Ed uscì in giardino.
“Sono tornato. Mamma, dov’è
Alissa?”
“Mamma!” urlò Davis quando la vide
e le corse incontro.
“Oh… Ma guarda te chi è tornato dal
parco; ti sei divertito?” e lo prese in braccio.
“Sì!!!”
“Allora, mamma, dov’è
Alissa?” insistette Lou.
“Uffa! Neanche un ciao! Voglio dire… Io
sto qui a sgobbare dalla mattina alla sera, e neanche un ciao. Va beh che non
ho più un lavoro che mi occupa la giornata, ma non mi sembra di
pretendere troppo. Non c’è che dire, questa casa sta andando a
rotoli da quando o rinunciato al tour mondiale di Nozomu perché avevo
scoperto di essere incinta: non c’è più rispetto per
me!…” e continuava a brontolare cose senza senso.
-Non me la ricordavo così eccentrica…-
pensò Lou.
Poi lei si voltò di scatto e disse sorridendo
“Alissa è in giardino, va da lei, credo
che abbia bisogno di te…”
“Cos’è successo?!”
“Niente, problemi di cuore…” e
sorrise di nuovo, scomparendo dietro una porta.
Lou mentre raggiungeva il giardino pensò
–Allora prima, la mamma stava scherzando, però effettivamente mi
sono comportato male con lei… Poi mi scuserò- ed arrivò
dalla ragazza.
“Ehi là! Come sta la mia
principessa?”
Lei, quando lo vide, ripensò a quello che Miyu
le aveva detto e chiese grave
“Lou, dimmi chi è Momoka?
Cos’è per te?”
Lui ci pensò un attimo, poi disse
“Solo una conoscente, Momoka è solo
un’amica che ho conosciuto quando sono finito qui da piccolo”
“Ne sei sicuro? Mi stai dicendo la
verità?”
Lui strinse a pugno la mano e rispose
“Sì”: la sua scelta glielo imponeva…
Lei notò il suo gesto e capì come
stavano veramente le cose, poi aggiunse
“Ti credo… Allora andiamo a visitare la
città?”
“Ok!”
Lui sembrava felice che lei avesse creduto alle sue
parole; lei, al contrario, si portava l’amarezza nel cuore perché
sapeva che il loro rapporto, di lì in avanti, sarebbe stato impregnato
della menzogna reciproca.