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Autore: AnotherDay    22/06/2012    8 recensioni
Dopo gli eventi di DWS, Kurt e Blaine spendono sempre più tempo insieme. La Klaine incontra Chandler nel negozio di musica e tra docce di caffè freddo e un pochino pochino di angst, ne usciranno più forti.
Scritta anche per la mia antipatia nei confronti di Chandler.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano passati dei giorni dai vari problemi che c’erano stati con i messaggi di Chandler, e adesso Kurt e Blaine erano decisi a passare il più tempo possibile insieme.
Dopo il litigio, erano usciti più forti e fiduciosi di prima, decisi a farcela nonostante la lontananza.
In quel momento si trovavano sul letto di Blaine, in una casa rigorosamente vuota, vicini, mentre vedevano “Il re leone”.
Il riccioluto aveva la testa poggiata nell’incavo del collo del fidanzato, una mano del biondo era dietro i suoi fianchi, a stringerlo più a sé, e le loro mani erano intrecciate tra loro.
Erano rimasti così per molto tempo, ma a nessuno dei due importava.
La loro priorità era quella di sentirsi il più vicino possibile, in previsione della partenza di Kurt.
Alla fine del film, il biondo posò un bacio sulla fronte del moro, che si crogiolò nella sensazione di benessere che piano piano si espandeva per tutto il corpo.
“Ehi Blaine – mormorò ad un certo punto Kurt – Devo comprare un disco a Carole,  mi accompagneresti al negozio? Magari possiamo anche prendere un caffè.”
A malincuore, il moro si staccò dall’abbraccio del fidanzato, si stiracchiò e poi pigramente annuì.
“Dammi solo il tempo di cambiarmi” sospirò.
Kurt annuì e saltellò allegramente sul letto.
 
 
Dopo cinque minuti i due ragazzi erano diretti al negozio di musica.
Entrarono e cercarono di sembrare il più possibile due amici, nonostante ogni tanto si sfiorassero inoonsciamente la mano.
Kurt iniziò a cercare subito nella parte dei dischi jazz, sapendo che piacevano molto alla matrigna, mentre Blaine osservava alcuni dei dischi più recenti.
Finché ad un certo punto, Kurt iniziò a sembrare più nervoso e si avvicinò il più possibile al fidanzato.
Pur non capendo il motivo di questo comportamento, il moro non ci diede troppo peso.
Improvvisamente, una voce fin troppo fastidiosa ma sconosciuta alle orecchie del moro li raggiunse.
“KURT!”
Un ragazzo biondo si fece strada fino all’interpellato.
“Kurt che bello rivederti, credevo mi stessi ignorando. Oh mio Dio che bei vestiti! Ti stanno d’incanto! Mettono anche in risalto i tuoi occhi e la tua carnagione e-” le parole morirono in bocca al giovane, notando l’espressione quasi furiosa del moro, mentre Kurt si muoveva palesemente a disagio.
“Tu saresti?” Chiese quasi ringhiando il riccioluto.
“Blaine – intervenne il fidanzato – lui è Chandler. Chandler, lui è Blaine: il mio fidanzato.”
Blaine, quasi a riconfermare l’affermazione, lo prese sottobraccio, incurante del luogo. Al gesto, il fidanzato arrossì, ma sorrise.
Chandler sembrò seccato, ma cercò di non darlo a vedere.
Si creò un silenzio imbarazzato, che venne rotto dalle parole di Blaine.
“Bene, io e Kurt stiamo andando a prendere un caffè. È stato un piac-”
“Oh! Anche io vado da quella parte – lo interruppe subito Chandler – Vengo con voi”
E prima che i due fidanzati potessero anche solo parlare, si ritrovarono trascinati fuori dal negozio.
Kurt era al centro, con Blaine sottobraccio da un lato e Chandler che cercava di toccarlo in tutti i modi dall’altro, con grande disappunto da parte del moro.
Arrivarono al Lima Bean dopo dieci minuti, e la situazione non era migliorata.
Sempre con grande imbarazzo, Kurt ordinò per tutti e offrì, poiché stava nascendo una lite tra Blaine e Chandler su chi dovesse pagare.
Al tavolino i due contendenti non riuscirono a tenere una conversazione in maniera civile, continuando a guardarsi male.
Con un sospirò, Kurt li portò entrambi fuori, dirigendosi verso il parco.
Tutti con il caffè in mano, iniziarono a passeggiare per i viali alberati.
Chandler si chiedeva perché Blaine fosse ancora lì.
Blaine si chiedeva perché Chandler fosse ancora lì.
Kurt si chiedeva perché avesse avuto l’idea di uscire, questo pomeriggio.
Ad un certo punto, il moro si fermò.
“Kurt, devo prendere una cosa in un negozio qui vicino, possiamo andarci?”
“Certamente – rispose dolce il fidanzato – Dov’è?”
“Qui vicino, a malapena un minuto di cammino.”
“Allora non c’è bisogno che ti accompagniamo” interruppe un po’ troppo allegramente Chandler.
E senza aspettare una risposta, si portò via Kurt, lasciando Blaine lì da solo.
Il moro si allontanò fumando di rabbia.
“Chandler  - provò a fermarlo il biondo – Chandler dai, andiamo da Blaine”
Ma il ragazzo non lo ascoltò e lo portò sempre più in là, in un punto isolato del parco.
Poi, all’improvviso, le sue labbra furono su quelle di Kurt.
Il biondo cercò di ribellarsi, e riuscì a spingere via Chandler.
“Ma che diavolo?”
“Oh andiamo. Quel Blaine non è abbastanza per te. Io sono perfetto.”
Kurt iniziò a piangere, e cercò di allontanarsi.
“Me ne vado” mormorò, ma venne sbattuto contro un albero.
“No che non te ne vai” quasi ringhiò l’altro, e riprese a baciarlo tenendolo fermo per i polsi.
A quel punto Kurt sperò che il suo ragazzo li raggiungesse presto: iniziò a dimenarsi e a mugolare, mentre le lacrime gli bagnavano le guancie.
Ogni volta che il ragazzo si staccava per prendere fiato, cercava di urlare chiamando Blaine a gran voce.
Fino a quando, dopo quelle che parvero ore a Kurt ma che alla fine erano solo tre o quattro minuti, Chandler venne preso e sbattuto a terra.
“Maledetto bastardo” ringhiò un Blaine letteralmente nero.
E avrebbe continuato anche a picchiarlo, se non avesse scorto con la coda dell’occhio il corpo del suo fidanzato rannicchiato ai piedi dell’albero, con le lacrime agli occhi e la paura visibile da tutti i tratti del corpo.
Velocemente, il moro si accovacciò vicino al corpo del fidanzato e, tenendolo stretto, lo aiutò a rialzarsi.
“Fatti rivedere – ringhiò a Chandler – e giuro che non la passerai liscia”
Così dicendo, rovesciò il suo caffè, ormai freddo, sul biondo.
Poi, mormorando parole dolci al suo ragazzo, si incamminò verso casa.
 
I due fidanzati erano stesi sul letto da circa mezz’ora, il biondo ancora con gli occhi pieni di lacrime stretto tra le braccia del moro.
“Shh… Va tutto bene Kurt. Ci sono io qui.”
Continuava a ripete nell’orecchio del fidanzato, accarezzandogli dolcemente la schiena.
“B-Blaine… Abbracciami per favore. M-Mi ha ricordato di Karofsky.”
E dopo questa rivelazione anche il moro iniziò a piangere.
Non aveva pensato a quell’aspetto della situazione.
Perché Kurt doveva sempre soffrire? Cosa aveva fatto di male?
“Aspetta” gli mormorò nell’orecchio, asciugandogli le lacrime.
Poi Blaine si alzò e aprì lo zaino che stava ai piedi del letto.
Ne tirò fuori un pacco grande come tutta la sacca e tornò sul letto.
Porse il regalo al suo ragazzo, che lo guardò incuriosito.
Poi, cautamente, scartò il dono e, quando vide cosa c’era all’interno, riprese a piangere, questa volta però per la felicità.
Un peluche a forma di pinguino teneva in mano –zampa?- un cuore con su scritto I love you.
Kurt si buttò subito tra le braccia del moro, continuando a piangere e sorridere.
“Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo!” Disse mentre baciava il fidanzato sulle labbra.
“L’ho preso quando sono andato al negozio, ma a questo punto avrei preferito non andarci e rimanere con te.” Mormorò un po’ colpevole.
“Quello che è successo non è colpa tua – disse dolcemente Kurt, comprendendo lo stato d’animo del ragazzo – Ma solo di Chandler.”
Blaine annuì piano, poi si ristese con il suo ragazzo.
“Questo peluche – disse poi – portalo a New York con te. Come un mio ricordo”
Kurt annuì, poi si accomodò nuovamente tra le braccia del fidanzato.
I due ragazzi si addormentarono così, stretti tra loro, e neanche Burt, nonostante le sue regole, ebbe cuore di svegliarli.
Perché sembravano –erano- perfetti l’uno per l’altro, e avrebbero superato tutti gli ostacoli.
Insieme. 






Note.
Inizio con il fare i complimenti a tutti quelli che sono riusciti ad arrivare fino a qui. Davvero, complimenti.
Poi, vi dico subito che durante quella puntata ho pianto come una scema, e dentro di me è nato un odio profondo verso Chandler.
Maledetto ragazzo, spero tu sia dannato per l'eternità.
L'ho scritto in pochissimo tempo e non è betato, quindi mi scuso per eventiali errori.
Grazie a chiunque sia riuscito ad arrivare fino a qui, alla prossima! *^*
  
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