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Autore: Sushy_Hiddles    24/06/2012    2 recensioni
"Tom alzò lo sguardo, deciso a scavalcare tutti quei pensieri che fino a quel momento lo avevano ostacolato. Deciso a vincere le sue paure. Deciso a vivere, almeno per una volta."
Non è stato facile, ma alla fine mi sono decisa a fare il mio esordio come scrittrice.
La fiction è stata ispirata dalla canzone di Cheryl Cole, "Parachute", che mi sembrava la canzone perfetta per questa coppia. Non c'è molto altro da dire, quindi... buona lettura!
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Hemsworth, Tom Hiddleston
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< Fa freddo qua fuori. >> constatò l'uomo in piedi, appena arrivato, sfregandosi la mano sul braccio.

<< Dici? >> rispose sommessamente l'altro, seduto, che nella penombra cercò con lo sguardo il viso dell'uomo.

Irrazionalmente imbarazzato, questi distolse lo sguardo e lo rivolse lontano.

La città, solcata dal percorso sinuoso del Tamigi, si estendeva a perdita d'occhio davanti a loro, magnifica. Osservare questo scorcio fatto di luci ed ombre lasciava i due attoniti, avvolti soltanto dal buio e da un solenne silenzio.

Tom allora si sedette sulla sedia lasciata vuota per lui, accanto a Chris.

Erano soli, davanti alla città intera.

Era stato proprio quest'ultimo a proporre un weekend tutto per loro. “Ce lo meritiamo” aveva aggiunto prontamente Chris durante uno degli ultimi giorni di riprese. Nonostante apparisse del tutto priva di malizia, la proposta aveva erroneamente assunto, agli occhi di Tom, un che di imbarazzante e un po' troppo confidenziale, quasi intimo.
In effetti, aveva pensato, non c'è niente di cui vergognarsi, siamo come fratelli, che male c'è a prendersi una vacanza fra amici?

Ma questo non era bastato a mettergli il cuore in pace del tutto, ma ormai erano lì, sulla terrazza, in quell'albergo appena fuori città, a godersi quella piccola ed esclusiva vacanza.

Tanto valeva cercare di non pensare troppo all'imbarazzo e rilassarsi.

Stese le gambe e si allungò comodamente sullo schienale della sedia, poi respirò profondamente un paio di volte, continuando a lasciare vagare lo sguardo sulle luci della città, piccole e lontane.

Avvertì però uno sguardo su di sé. Si intimò mentalmente di ignorare la sensazione di essere osservato che percepiva da un po', ma si trovò costretto a cedere alla curiosità. Spostò cautamente lo sguardo nella direzione di Chris, sempre lasciandolo indagare i profili delle case e le luci, e quando ebbe coraggio sufficiente lo guardò per un istante con la coda dell'occhio.

Quando si rese conto di essere effettivamente guardato dall'ignaro amico, si sentì inspiegabilmente avvampare. Tossicchiò, tanto per rompere il silenzio, mentre cercava freneticamente qualcosa da dire per interrompere il susseguirsi di pensieri assurdi che stava avvenendo nella sua testa.
<< Nella doccia non c'è il tappetino antiscivolo. >> disse, con la sensazione di voler sprofondare per la vergogna, soprattutto per il tono di voce stranamente acuto con cui quest'informazione poco interessante era uscita dalle sue labbra.

L'australiano lo guardò con un sorriso interdetto e divertito, seguito da una risata gentile e sommessa.

<< Come faremo a farci la doccia senza il tappetino antiscivolo? >> disse questi con tono cadenzato e vagamente teatrale.

Entrambi si lasciarono andare in una risata che allentò la leggera tensione che si era creata in quel momento.

Tom guardò di nuovo Chris, concedendosi di indugiare un po' di più sul profilo del naso, delle labbra, sul colore di quegli occhi, quei maledetti occhi che ogni volta lo trafiggevano da parte a parte...

Distolse lo sguardo.

Gli era già capitato, qualche volta, di pensare a Chris come ad un fratello... macchè, di pensare a Chris come qualcosa di più di un amico. Abbastanza di più. Molto di più.

Ma la maggior parte delle volte aveva rifiutato quelle idee strane che passeggiavano per la sua testa. Ma non sempre.

<< Come definiresti ciò che c'è fra di noi, Tom? >> gli chiese Chris, così, senza nessun preambolo, a bruciapelo.

La parlantina sciolta e intellettuale di Tom si bloccò all'istante, lasciandolo solo ad affrontare una domanda così critica e complicata.

Si prese del tempo per pensare, guardando a terra e accarezzandosi con la punta dell'indice la barba corta che gli copriva il mento.

<< Non lo so. >> rispose, sconfitto. << Qualcosa di bello...? >> chiese, sperando di potersela cavare con così poco.

<< Certo che ti sei proprio sprecato, eh? >> rispose Chris, divertito.

Tom sospirò, in difficoltà.
Spostò lo sguardo su Chris, uno sguardo profondo e disarmante.
<< Credi veramente che ci sia bisogno di definirlo? >> chiese Tom diretto.

Chris esitò, distogliendo lo sguardo per lasciarlo vagare sulla città.

<< No. >> rispose Chris, sollevando lo sguardo verso l'altro.

Tom trasalii per l'eloquenza di quegli occhi.

Bacialo.

No.

Bacialo.

No!

Bacialo.

NO!

Il suo cuore martellava forte nel petto. Cercò con tutte le forze di riprendere il controllo dei suoi pensieri, ma l'istinto stava inesorabilmente prevalendo sulla sua padronanza di sé, stavolta in modo molto più sfacciato del solito. Quella lotta gli stava togliendo fiato, che diventava sempre più corto. Era pietrificato sulla sedia, e non capiva se questo fosse un bene o un male.

Chris, vedendolo cambiare atteggiamento così repentinamente, aggrottò le sopracciglia e assunse un'espressione preoccupata.
<< Tutto bene? >> gli chiese amorevolmente.
Tom annuì fingendo indifferenza, senza guardarlo.

<< Scusami, sono molto stanco, andrò a dormire >> affermò precipitosamente Tom con un nodo in gola, alzandosi di scatto e dirigendosi verso la porta finestra della loro stanza. Ancora un istante e sarebbe entrato nella camera, salvo da quella insidiosa situazione...
<< Aspetta. >> disse Chris, la sua affermazione suonò più come un ordine che come una richiesta.

Tom si immobilizzò davanti alla porta, dandogli le spalle, sentendosi invadere da un'ondata di nausea, la mano immobile sulla maniglia, pronta ad aprire la porta, ma incapace di farlo.

Lasciò il suo sguardo vagare sugli oggetti dentro la stanza, oltre il vetro. La nausea aumentò quando guardò il letto e un pensiero poco morigerato si infilò per un istante nella sua mente.

Quando sentì i passi di Chris avvicinarsi chiuse gli occhi a forza e inspirò profondamente.

Questi si fermò dietro di lui, in silenzio.

Tom si voltò, trovandoselo pericolosamente vicino.

<< S-senti, a me non interessa definire che cosa siamo, ma... >> lo anticipò Tom, si fermò e deglutì, cercando di sostenere il suo sguardo acuto e indagatore e di resistere al respiro sommesso di Chris, così caldo e invitante...

<< … ma è indispensabile che siamo sempre onesti l'uno con l'altro. >> mormorò Chris, deciso.

Chris assunse un'espressione che Tom non gli aveva mai visto in volto, un'espressione di grande determinazione che gli incuteva timore e che al tempo stesso lo allettava da impazzire.
Il cuore di Tom batteva all'impazzata, il suo respiro era sempre più corto ed affannato e ormai stava perdendo il controllo della situazione e di se stesso.

<< C-Chris... >> mormorò Tom, in un disperato tentativo di recuperare un po' di autocontrollo.

Questi gli guardò le labbra, abbassando il viso verso il suo.

<< N-non... >> ma Chris non lo lasciò continuare e, chiudendo la poca distanza fra i loro visi, posò le labbra sulle sue.

Quando Chris adagiò le proprie le mani sulle sue braccia un'improvvisa sensazione di sollievo lo pervase e si ritrovò a ricambiare di buon grado il suo bacio.

Ma il frammento più razionale di Tom si intromise prepotentemente, imponendogli di fuggire da Chris, da quella situazione, dai suoi sentimenti per lui.

Tom si allontanò, impaurito.

Chris lo guardò, rendendosi conto di ciò che aveva appena fatto, e sul suo volto si dipinse un misto di paura, disgusto e senso di colpa.

Vi fu un istante di silenzio, in cui i due si fissarono, vedendo la paura riflessa l'uno negli occhi dell'altra.

<< Perdonami Tom, non so proprio cosa mi sia preso. >> mormorò Chris, portandosi il palmo della mano aperta alla fronte, poi si voltò, allontanandosi.

<< N-non fa niente... >> rispose automaticamente Tom sottovoce, cercando di imprimere nella mente ciò che era successo. Sapeva che purtroppo non sarebbe successo mai più. O forse...

 

Adesso basta, Tom.

 

Tom alzò lo sguardo, deciso a scavalcare tutti quei pensieri che fino a quel momento lo avevano ostacolato. Deciso a vincere le sue paure. Deciso a vivere, almeno per una volta.

Raggiunse silenziosamente Chris, che intanto si era appoggiato alla balaustra della terrazza e guardava di nuovo la città.

Si sistemò accanto a lui e gli toccò con gentilezza la spalla. Questi si voltò di scatto, e posò due occhi sperduti su di lui.

<< Non c'è niente di cui scusarsi, Chris. >>

Chris corrucciò la fronte, addolorato e confuso. Emise un lungo sospiro, come per prendere coraggio.

<< Questo è quello che provo per te, Tom. >> disse amareggiato. << Non posso farci nulla. >>

Tom lo guardò con un mezzo sorriso di incoraggiamento.

<< E allora lascia andare. >> disse, e gli regalò uno dei suoi meravigliosi sorrisi, eleganti e sicuri di sé.

<< Non sei... disgustato di me? Insomma, ho appena... rovinato tutto! >> mormorò Chris, rattristato.

<< … Chris! >> affermò Tom esterrefatto, ancora sorridendo, non capacitandosi di come potesse pensare una cosa del genere.

Ormai le parole erano superflue, c'era solo un modo di fargli capire che desideravano la stessa cosa.

Tom posò la mano sulla nuca di Chris e lo tirò a sé in un bacio sincero ed appassionato. Lo stomaco gli si annodò immediatamente, mentre sentiva il viso diventargli caldo.

Tom avvicinò le labbra all'orecchio di Chris.

<< Anche io lo voglio, Chris. Voglio questo, qualunque cosa sia. Voglio te. >> sussurrò.

Si guardarono risoluti, con una nuova convinzione negli occhi, la consapevolezza che comunque sarebbe andata, sarebbero stati insieme. Com'era sempre stato fino ad allora.

Chris cercò di nuovo le labbra di Tom e le coinvolse in un altro bacio, sempre più appassionato, e con cautela e delicatezza avvolse la sua vita in un abbraccio, mentre l'altro insinuava le dita dietro la nuca di Chris, ad accarezzargli i capelli legati e a sfiorargli il collo caldo.

Chris all'improvviso divise le sue labbra da quelle di Tom, guardandosi attorno con attenzione.

<< In effetti, non è il caso che qualche paparazzo ci becchi. >> sussurrò Tom accennando un sorriso, senza riuscire a distogliere lo sguardo dalle labbra di Chris, così invoglianti ed attraenti.

Chris sorrise impercettibilmente, e si lasciò volentieri condurre da Tom, che stringeva fra le dita il bavero della sua giacca e lo stava portando all'interno della stanza, con un sorriso accattivante sul volto.

Tom si arrestò ai piedi del suo letto, avvicinò la fronte a quella di Chris sino a toccarla. Chiuse gli occhi e sospirò, cercando di resistere all'incredibile voglia di Chris che si stava impadronendo di lui.

Chris fece per avvicinarsi per baciarlo ancora, ma Tom si ritrasse e si abbassò per sedersi sul letto e arretrò fino a distendersi, abbandonando il peso del corpo sui gomiti. Osservò Chris, e lasciò il suo sguardo indugiare sul suo viso, sulle sue spalle, sui pettorali che si intravedevano sotto la maglietta bianca e sottile, sulle linee che contornavano i fianchi... tornò a guardare Chris negli occhi, più provocante ed affascinante di quanto non fosse mai stato davanti a lui.

Chris si chinò su di lui, lento e seducente, fino a far aderire tutto il suo corpo a quello di Tom.

Tom si sentì mancare il respiro, ma rimase fermo per qualche momento, indugiando sulle labbra di Chris, a godersi un contatto così caldo ed audace.

Chris lo baciò ancora, muovendo lentamente le sue labbra sulle sue e invitandolo ad aprirle.

Tom gli offrì il collo, inerme, e quando Chris cominciò a baciarglielo avidamente potè riprendere fiato, sentendosi girare la testa. Chris insinuò le mani sotto la maglietta di Tom, sollevandogliela poco a poco, assaporando con le dita ogni centimetro della sua pelle. Tom intanto esplorava in punta di dita la schiena di Chris, i suoi fianchi, le spalle, che mai prima aveva potuto toccare con tanta soddisfazione come ora, vi affondava le dita, quasi a saggiarne con le mani la consistenza, diversa in ogni punto, ma ovunque altrettanto ardente.

Le dita di Chris, per niente impacciate, facevano scorrere il tessuto della maglietta di Tom sulla sua pelle. Si sollevò, inginocchiandosi a gambe divaricate sui fianchi di Tom, che a sua volta si tirò su quanto bastava per sfilarsi la maglietta, aiutando poi Chris a togliersi, frettolosamente, la giacca e la maglietta sottile. Chris si chinò con un respiro forzato sulle labbra di Tom, sfiorandole con la lingua, insinuandola fino a toccare la sua, che si intrecciò titubante all'altra. Lo spinse fino a farlo tornare disteso, continuando a baciarlo in maniera sempre più audace e aggressiva, stringendolo a sé.

Tom godeva follemente del contatto fra la sua pelle e quella di Chris, calda e levigata, che scivolava sulla sua seguendo i movimenti di lui.

Tom tirò l'elastico che teneva legati i capelli di Chris e lo sfilò, lasciandoli sparsi sulle sue spalle, e infilò le dita fra le ciocche di capelli, che ora andavano a solleticargli le guance. Si sentì pervadere i polmoni dal profumo che questi sprigionavano, desiderando di poterne assaporare tanto da inebriarsene.

Le gambe di Chris si allungarono su quelle di Tom, che con sicurezza si avvolsero attorno ai suoi fianchi. Chris spinse il suo bacino contro quello di Tom, sospirando per il sollievo e il piacere, strappando a Tom un ansimo soffocato a denti stretti, che rispose stringendo con forza le gambe attorno ai fianchi di Chris e inarcando la schiena, desiderando quel contatto ancora più intenso ed avvolgente.

La mano di Chris scivolò sull'ombelico di Tom, raggiungendo il bordo dei suoi pantaloni e infilandovi le dita, alla ricerca del bottone dei jeans. Tom, avvertendo le dita di Chris solleticargli un punto del corpo decisamente sensibile, ebbe un fremito ed ansimò ancora, stringendosi con più forza a lui. Chris aprì sbrigativamente il bottone dei pantaloni di Tom e ne abbassò la cerniera, sapendo che ormai non sarebbe più riuscito a fermarsi.

<< Tom... >> sospirò Chris sottovoce nel suo orecchio.

La sua voce, roca ed affannata, fece definitivamente perdere la testa a Tom, che ormai non aveva più nessuna percezione che non riguardasse Chris.

<< Fallo e basta. >> mormorò Tom sospirando di piacere. Ormai non gli importava più di “non correre troppo” o di “non fare qualcosa di cui si sarebbe pentito”, voleva solo Chris, voleva sentirlo come non aveva mai avuto nemmeno il coraggio di immaginare, lo voleva e basta.

Quella notte Tom provò un piacere così lancinante da avere la sensazione di impazzirne, si trovò a stringere con tutta la forza che aveva le lenzuola bianche del letto, a soffocare i proprio gemiti sulla pelle di Chris, a mordere quella pelle fino a lasciarvi segni, a chiamare il nome di Chris gemendo, a respirare affannato ed esausto sulle labbra di Chris, che indugiava dentro di lui dopo l'orgasmo più violento che entrambi avessero mai provato.

Chris si lasciò cadere al suo fianco, stendendosi sulla schiena, cercando di rallentare il respiro corto.

Tom lasciò scorrere il suo sguardo sul profilo dei pettorali di Chris, umidi di sudore, che si alzavano e si abbassavano col suo respiro.

Vi fu un periodo di silenzio, in cui Tom calmò il respiro affannato e riordinò i pensieri, ripercorrendo con gusto ciò che era successo. Chris girò la testa verso Tom e lo guardò con la stessa espressione affettuosa di sempre.

<< E adesso? >> chiese Tom sottovoce, sorridendo.

<< “E adesso” cosa? >> domandò Chris, sorridendo a sua volta.

Tom fece spallucce, senza sapere cosa dire.

Chris guardò il soffitto, sollevando le braccia e sistemandosi le mani sotto la testa.

<< E adesso stiamo a vedere. >> disse Chris, mantenendo un sorriso velato sulle labbra.

<< Ma in ogni caso... >> disse, tornando a fissare Tom, che lo guardava teneramente. <<... credo proprio che sia soltanto l'inizio. >>

  
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