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Autore: _Euphoria_    26/06/2012    8 recensioni
Elena è morta. Damon annega nella disperazione, esiste una soluzione per portarla indietro? Per stringerla ancora tra le braccia?
«Mentre la sua mente vagava in meandri sempre più profondi affollati di possibilità sempre meno realizzabili aveva raggiunto la soluzione più ovvia. Si era sentito uno stupido per non averci pensato prima e aveva compatito la sua mente annebbiata da troppi giorni.»
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Katherine Pierce
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Be Her Just For Tonight
 

Damon non voleva essere lì ma non era riuscito a frenarsi, le sue gambe lo avevano condotto da lei senza che nemmeno se ne fosse reso conto.
La combinazione alcol-sangue non era fra le più raccomandabili quando lui era sconvolto e lui era sconvolto ormai da troppo tempo.

Dalla morte di Elena si trascinava in quella maledetta casa solitaria in preda alla disperazione, privato di ogni scopo della sua non-vita. Stefan era partito il giorno dopo il funerale, senza una parola, non potendo sopportare tutti i ricordi più che dolorosi che quel posto gli rimandava alla mente.
 

Damon invece aveva deciso di aggrapparsi ad essi come se non potesse farne a meno e ne sentiva la mancanza. Avrebbe dato nuovamente l’anima per poter vedere ancora quel sorriso, guardare ancora quegli occhi profondi straripanti di sottintesi, avrebbe persino accettato di rivederla stretta fra le braccia di Stefan purché fosse stata viva.

Mentre la sua mente vagava in meandri sempre più profondi affollati di possibilità sempre meno realizzabili aveva raggiunto la soluzione più ovvia. Si era sentito uno stupido per non averci pensato prima e aveva compatito la sua mente annebbiata da troppi giorni.
Si era versato un ultimo bicchiere di whisky per ottenebrare definitivamente, anche se per poco, le sue capacità di raziocinio ed era uscito indossando il giubbotto di pelle.
Aveva corso attraverso i boschi per raggiungere quel luogo sconosciuto e di poca rilevanza anche per una piccola cittadina come Mystic Falls: Il Bed and Breakfast di Mrs Flowers.

Aveva sperato in cuor suo che lei fosse ancora in città per un qualsiasi motivo.
Era notte fonda e tutto era chiuso ma fortunatamente lui era un bravo scassinatore. Dopo una breve occhiata ai registri appurò con sollievo che Katherine si trovava ancora lì, non si era neanche presa la briga di dare un nome falso e ovviamente alloggiava nella stanza migliore, quella all'ultimo piano.
Salì le scale attento a non produrre nemmeno un cigolio mentre benediceva le “zone grigie” degli hotel e malediceva l'effetto dell'alcol che stava già scemando.
Arrivato all’ultimo piano scassinò con abilità la serratura che sapeva essere quella della stanza di Katherine e scivolò all’interno.

Ancor prima di chiudersi la porta alle spalle si sentì afferrare la gola e sbattere contro il legno verniciato dalle mani sottili ma forti della vampira. Non reagì neppure ben consapevole che quando lei l’avesse riconosciuto l’avrebbe lasciato andare e, difatti, così fece guardandolo a occhi sbarrati.
Non si intrufolava in camera sua a quel modo dai tempi in cui era ancora umano.
«Damon, che ci fai qui?» La sua voce uscì in un sussurro come se temesse che la notte stessa potesse scoprirli.
«Katherine» Damon era sconvolto, devastato.
La sua voce era flebile e roca ed ogni singola sillaba sembrava risentire del suo dolore. Emanava un vago sentore di alcol e sangue fresco, fragranza che si amalgamava con quella già squisita che gli apparteneva per natura. I suoi occhi erano spiritati e sembrarono scintillare di una luce quasi folle nel vederla.

Katherine non ebbe bisogno di chiedersi il perché, si era aspettata quella visita. In fin dei conti era rimasta a Mystic Falls soprattutto per quello anche se non l'avrebbe mai ammesso ad anima viva o morta.

Damon comprese immediatamente che quello era stato un errore, vedere i lineamenti delicati ed affascinanti di Elena accomunati alla personalità irascibile ed egoista di Katherine gli provocava una sofferenza tutta nuova con la quale avrebbe dovuto imparare a convivere, eppure non poteva smettere di osservare gli occhi che tanto amava e le labbra fra le quali voleva perdersi.

Fu Katherine a rompere il contatto visivo dandogli le spalle mentre si tormentava un ricciolo ribelle «Allora, sei venuto in ricordo dei vecchi tempi o cerchi una psicologa? Se è la seconda credo tu sia nel posto sbagliato.»
Damon per la prima volta in vita sua non si sentiva in vena di battute. Le afferrò il volto come se sprecare anche un solo secondo non guardandolo gli facesse male, posizionò le mani sulle sue guance ed appoggiò la fronte contro la sua respirando la stessa aria.

Ricercò nei lineamenti di Katherine la sua Elena e quasi gli sfuggì un sorriso ripensando che un tempo aveva ricercato Katherine nelle fattezze della giovane umana.
Lo aveva attratto inizialmente perché era uguale alla donna che aveva disperatamente amato per più di cent'anni, poi però Elena aveva prevalso, con la sua dolcezza e la sua gentilezza così lontane dall'egoismo di Katherine.

Katherine proruppe in un commento sardonico sulle labbra del vampiro. «Ah, il rimorso!» La sua voce voleva essere beffarda ma il suono che ne risultò era mesto e sembrava più che altro una constatazione.
Damon chiuse gli occhi e sfiorò con leggerezza le labbra della ragazza con le proprie.

«Avresti dovuto dirle che la amavi mentre ancora respirava.» Damon spalancò gli occhi fissandoli in quelli di lei. «Io l’ho fatto, l’ho detto» Katherine lo guardò interdetta e Damon continuò «Però lei non poteva ricordarlo» la ragazza allontanò il viso per sogghignare in una risata che di divertito non aveva nulla. «Damon Salvatore! Non ti facevo così codardo!»

Lui la ignorò ancora una volta facendo scendere una mano sulla sua schiena per avvicinarla a sé.
Le accarezzò il labbro inferiore con il pollice «Sii lei.»
Katherine lo guardò sbalordita e non tanto per la richiesta quanto per il tono spezzato. Era il ritratto della disperazione. Damon non era mai, e davanti a nessuno, parso fragile ed ora si dimostrava tale proprio con lei.

«Sii lei solo per stanotte e amami. Come lei non ha avuto il tempo di fare».

Il suo tono si fece se possibile ancor più profondo ed oscuro, incantandola.
La vampira si stupì nel sentire le parole di Damon, lui non si era arreso e sembrava non aver dubitato nemmeno per un istante del fatto che prima o poi Elena sarebbe comunque stata sua.

Katherine non ebbe la forza di rifiutargli il bacio che venne dopo.
Un bacio intrinseco di sofferenza, fatto di angoscia e sconforto e totalmente privo della tensione sessuale che caratterizzava i loro incontri.
Le calde lacrime di Damon andarono a bagnare le guance di entrambi e quando lei aprì gli occhi per allontanarsi, il ragazzo la strinse ancora più a sé temendo di perderla di nuovo.
Katherine gli afferrò il volto ed osservò sconcertata la sua espressione di puro dolore poi lo abbracciò senza malizia o secondi fini, ma partecipe del suo tormento.

Damon si tolse il giubbotto desiderando dimenticare che quella non era Elena, con l'intenzione di amare Katherine e godersi ogni momento con lei, come se ci fosse stata la sua piccola umana stretta nel suo abbraccio.
Katherine lo assecondò per qualche tempo, si lasciò spingere verso il letto e cadere sul materasso con il corpo del vampiro che la sovrastava e le sue mani che la sfioravano come se fosse stata di porcellana, poi si fermò.

Damon non era in sé e lei non aveva nessuna voglia di fingere di essere Elena per illuderlo, lui avrebbe solo sofferto di più. Si sedette sul letto ed accolse la testa di Damon nel proprio grembo accarezzandogli dolcemente i capelli corvini.
«Andrà tutto bene Damon, sai che il tempo guarisce tutte le ferite»
Erano quelle le parole vuote di cui in quel momento il vampiro aveva un disperato bisogno. Gliene avrebbe regalata un'infinità, per tutta la notte se necessario, fino a quando lui non si sarebbe sentito meglio.

Lo avrebbe consolato come se fosse stata sua amica.













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Finalmente riesco a postare qualcosa di nuovo! In realtà questa l’avevo iniziata durante la seconda stagione poi però è rimasta per moltissimo tempo in cantiere, ma ora eccomi qui ;)

Pensate a quanto sono pazza: sono terremotata e maturanda e sto a scrivere di Damon e Katherine! Va bè, non riesco a fare altro quindi mi cimento in cose inutili e senza senso. Elena è morta, dove? Perché? Non lo so, chissenefrega. Era solo un pretesto per scrivere del Damon sofferente, delirante ed innamorato.

Ditemi, vi è piaciuta? Mi fareste un regalo lasciandomi una recensione, la mia autostima ha bisogno di incentivi ma accetto anche le critiche, si può sempre migliorare. Recensite!!
Un grazie infinito a chi ha letto, un bacione
Giulia

  
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