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Autore: paperchimes    27/06/2012    0 recensioni
Tom Hiddleston e Chris Hemsworth, i due tributi offertisi volontari che renderanno gli Hunger Games di quest'anno uno degli eventi più coinvolgenti e strazianti della storia di Panem. (Link della storia originale: http://archiveofourown.org/works/406592/chapters/671704)
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Hemsworth, Tom Hiddleston
Note: AU, Cross-over, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

Non riesco a prendere sonno questa notte, il carburante di rancore e rabbia nei confronti di Linwood alimenta l’inferno che divampa nel mio petto. Non ho un orologio, ma so che sono passate ore da quando ho detto “buonanotte” a Nyssa.

Il soffitto ha esattamente lo stesso aspetto di quando l’ho fissato l’ultima volta; innaturalmente liscio, senza una singola crepa o punto scolorito. Non ci sono macchie tinte di verde da cui possa crescere della muffa in seguito a settimane di pioggia e non c’è alcuna impalcatura pericolante che scricchioli ogni volta che soffia il vento. La fragranza di pino che Brill ha spruzzato da una lattina precedentemente nel pomeriggio – così che io e Nyssa ci potessimo sentire più a nostro agio – è blanda, piatta e non ricorda minimamente l’odore del Distretto 7. Apprezzo il pensiero ma malgrado ciò, mi accorgo di desiderare ardentemente di trovarmi nella Radura a casa, tra gli alberi torreggianti e i soffici trifogli, dove il dolce odore di terra e veri pini è sempre sotto il tuo naso. Mi ricordo le violente vibrazioni mentre segavo i tronchi e la caratteristica fragranza di quando viene fatta la carta. Mi manca sentire tra le mani le venature della mia ascia, che mio fratello maggiore Luke mi aveva aiutato a costruire… prima del fatidico giorno in cui è stato mietuto.

Improvvisamente, eccolo lì, un insopportabile dolore acuto nel mio petto, il tipo di dolore che non se ne va per quanto tu possa tentare di lenirlo. Il bruciore che provo è vivido come il male che ha assalito la mia famiglia tutti quegli anni fa.

Guardo la mia visuale coprirsi di sangue e ho di nuovo 14 anni, sono ancora nella nostra casa sgangherata nel Distretto 7, stringendomi le ginocchia mentre la telecamera fa una panoramica sulla faccia terrorizzata di mio fratello. Poi, tutto diventa rosso. Mi ricordo che avevamo pensato che fosse la nostra vecchia televisione a fare i capricci e cominciammo a darci da fare frettolosamente attorno alla piccola capanna che faceva da soggiorno cercando di aggiustarla. Ma quando gli Strateghi cambiarono telecamera, ci ritrovammo a desiderare che fosse stato quello il motivo.

Tutto attorno a me era collassato; mia madre stava strillando, Liam era scioccato in silenzio e mio padre aveva abbassato il capo per nascondere le sue lacrime. Ma io, in tutta la mia ingenuità, continuavo a fissare lo schermo rotto, volendo, sperando che Luke si alzasse.

Posso ancora ricordare il secondo in cui la vita si prosciugò lentamente dai suoi occhi. La Capitale si era premurata che nessuno a Panem potesse perdersi gli ultimi momenti in fin di vita di uno dei cinque tributi rimasti. Mamma potrebbe sopportare il dolore se morissi allo stesso modo? Il pensiero velenoso scivola nella mia mente.

Poi mi ritrovo a sperare che Liam si volti dall’altra parte se dovesse succedere, così che non sia tormentato da incubi su me e Luke immersi nel sangue. Forse sarebbe meglio se gli Strateghi decidessero di annegarci quest’anno.

Guardo in alto verso il soffitto liscio per l’ennesima volta in questa notte.

Ecco, penso. Non dormirò nemmeno un po’.



Le porte dell’ascensore si aprono e quasi immediatamente, la familiare sensazione del forte vento sul tetto porta un sorriso alle mie labbra.

È asciutto, inodore e pieno di rumori, ma è deciso e incessante, proprio come la sensazione di essere in cima ad un vecchio pino. I ricordi dello scalare cortecce ruvide e deboli rami scivola nella mia mente, riempiti  dalla risata distante di Liam e il suono del mio stesso ansimare che mi riempie le orecchie. Nel corso degli anni, ha gradualmente cominciato a diventare più veloce di me nello scalare, cosa di cui ho dato una volta la colpa al suo essere il fratello minore “ossuto” e “leggero” che è. Poi mi aveva tirato una manciata di aghi di pino in faccia.

Non mi sono accorto di stare sorridendo finché un piccolo fruscio sul cemento mi risveglia dal mio stato sovrappensiero; i ricordi sbiadiscono, bagnandomi con una sensazione gelida di amara autocoscienza.

“Sai che non ti è permesso stare quassù,” mi giunge una voce dalla lontana destra.

Volto di scatto la testa in quella direzione per vedere una figura snella e allungata inclinata contro la ringhiera di ferro. Sulla difensiva, faccio un passo indietro, come aspettandomi che l’altra persona si scagli contro di me. “Perché tu sei qui allora?” Reagisco.

“È una gran bella domanda,” dice, un piccolo accenno di ilarità nella sua voce. Mantengo la mia posizione, osservando l’ombra cautamente. È un altro tributo, penso mentre campanelli di allarme risuonano nella mia testa. Dovrei girare i tacchi e andarmene. “Probabilmente per lo stesso motivo per cui sei venuto anche tu quassù,” riflette.

L’amara solitudine in cui mi sono crogiolato per le ultime ore probabilmente mi ha colpito perché mi ritrovo a domandare, “Non riesci a dormire nemmeno tu?”

“Se avessi l’incubo di mentore che ho, saresti sorpreso che la ragazza del mio distretto ci riesca,” replica e mi metto a ridere sotto i baffi, conoscendo questa sensazione fin troppo bene.

A questo punto la sagoma si raddrizza e si sposta dall’orlo. Mi irrigidisco ma i miei occhi si spostano su di lui, esaminandolo con curiosità. Per un momento, rimane semplicemente lì, la vicina luce del giardino sul tetto non abbastanza estesa per rivelare la sua faccia. Dal modo in cui entrambi stiamo immobili, studiandoci l’un l’altro, mi sembra che il tempo si sia fermato. La porta dell’ascensore è proprio dietro di me, ma l’istintiva ritrosia a parlare con un altro tributo sta cominciando a scemare. Guardo il vento sferzare i suoi vestiti ampi attorno alla sua figura esile, rivelandomi pericolosamente e imprudentemente quanto sia gracile. Immediatamente mi viene in mente Nyssa, alta e snella con un polso a malapena riscontrabile, e sento il fuoco abbandonare il mio corpo, lasciando prendere il suo posto alla compassione.

Sta camminando verso di me, consentendo gradualmente alla luce di toccarlo ad ogni passo che fa. Vedo i suoi capelli mossi castano chiaro, le pallide guance spigolose e gli acquosi occhi verdi, chiari come il cielo in un freddo pomeriggio. Mi ricordano la pioggia, allo stesso modo in cui Nyssa mi ricorda un salice, entrambi tristi ma nel loro proprio e unico modo. Mentre si avvicina, posso vedere che è solo un po’ più basso di me, che è una conquista a dir poco. È probabilmente la sua unica conquista. Ogni altra cosa di lui fino al luccichio infantile nei suoi occhi, è, per quanto riguarda i giochi, commuovente.

“Come ti chiami?” Lo interrogo, non vedendo alcun male nell’essere amichevole con lui adesso. È il tipo che muore nel bagno di sangue iniziale; essere alti e magri è praticamente l’equivalente di avere un cartello che dice ‘Uccidetemi. Uccidetemi ora.’.

“Tom,” risponde in modo cordiale, un po’ più amichevolmente di quanto sarebbe stato consentito dal suo mentore. C’è una piccola pausa e uno sguardo distante riempie quelle sue due pozze grigie, come se si stesse chiedendo se abbia senso rivelare il suo nome completo. Un momento dopo, guarda di nuovo verso di me. “Tom Hiddleston,” conclude.

Il suo nome non mi dice nulla. Mi rimprovero per non aver prestato alcuna attenzione al riepilogo delle mietiture. Tutto ciò che riesco a ricordare è che mi sono precipitato fuori recandomi in bagno nel momento in cui erano passati al Distretto 9, troppo impaziente di scottarmi con acqua bollente e sciacquare via le mie frustrazioni. La sua mietitura è probabilmente stata in quel frangente, 9, 11… forse 12? Faccio finta di averlo riconosciuto, annuendo deliberatamente, non volendo insultare qualcuno così presto. Non ho bisogno di farmi dei nemici prima che i giochi comincino e chi lo sa, forse potrebbe essere un alleato.

“Tu sei Chris, giusto?” La sua voce mi distoglie dal fantasticare. “Dal Distretto 7?”

Una ragione in più per cui dovrei sentirmi in colpa, mi rendo conto. Tutta Panem probabilmente mi conosce come il ragazzo rabbioso che ha rubato l’attenzione ad ogni mietitura che ha avuto la sfortuna di avvenire dopo la mia. Posso improvvisamente rivedere gli sguardi truci che erano puntati su di me durante la parata dei carri verso l’Anfiteatro cittadino. Non avevo prestato molta attenzione nemmeno a quello, essendo più impegnato a cercare di non apparire come un completo idiota nel mio ridicolo costume da albero.

“Uh, sì, sono io,” inciampo sulle mie parole, realizzando di aver preso troppo tempo per elaborare una risposta. “Scusa,” mormoro sottovoce.

“Figurati,” sminuisce la cosa con un sorriso. “Eri… fantastico come quercia.”

“Grazie,” la mia incertezza deve essere evidente perché si mette a ridere. È a dir poco insolito, come un sogghigno a voce troppo alta e una risata troppo emotiva, un allegro “ehehe” che mi fa sgranare gli occhi appena lo sento per la prima volta. Mi domando distrattamente se tutti ridono così nel suo Distretto. Comunque, ha un certo strano fascino.

Sono a corto di cose da dire, ma per fortuna, Tom sceglie questo esatto momento per guardare a est, dove i primi barlumi di luce arancione stanno cominciando a spuntare tra gli alti edifici della Capitale.

“Accidenti,” impreca sottovoce. “Felsic mi ucciderà se mi addormenterò durante gli allenamenti.”

“Anche Linwood probabilmente mi farà lo scalpo,” sbuffo, ricordandogli che siamo nella stessa barca quando si tratta di mentori mostruosi.

“Sì, beh, tu sei Chris, il fuoco dal Distretto 7, puoi permetterti un giorno o due di riposo,” scherza, senza un pizzico di malizia nella sua voce, dandomi un colpetto su un braccio. Mi ritrovo a sorridere come avrei fatto se l’avesse detto Liam. “Hai probabilmente fatto gettare la spugna ad alcuni degli altri tributi quando hanno guardato il riepilogo.” Sebbene lo intenda in senso buono, avverto un pizzico di senso di colpa germogliare nella mia gola.

“Riguardo quello… scusa…” mormoro in tono contrito, chiedendomi se si stia riferendo anche a sé stesso. È inevitabile che verrà un po’ maltrattato al Centro di Allenamento, avendo la costituzione che si ritrova. Mi mordo il labbro inferiore ricordando che Nyssa subirà probabilmente la stessa sorte. “Io… spero che tu non ti sia ancora arreso.”

“Non l’ho fatto,” sorride in modo rassicurante, dandomi un buffetto sulla spalla come si fa tra amici. Involontariamente, mi sento colmare da un piacevole calore a questo gesto. Ha proprio un certo fascino questo Tom Hiddleston. “Anzi, mi hai rassicurato ancora di più.” Con questo commento criptico, mi supera e si avvia verso l’ascensore.

Rassicurato? Si riferisce forse al fatto che i Favoriti fanno sempre piazza pulita dei Distretti inferiori? Rassicurato del fatto che un Distretto che non sia l’1, il 2 o il 4 vinca e dia speranza agli altri? Sento il peso schiacciante di un milione di occhi e un milione di speranze ricadere improvvisamente sulle mie spalle.

Non dovrebbe essere così sicuro che vincerò. I Favoriti sono probabilmente allenati a tagliare gole prima di imparare a parlare. Solo perché è accaduto che sembrassi arrabbiato quando la telecamera si è puntata sul mio viso non significa che ho quello che serve per vincere.

Ma quando vedo il luccichio ottimista nei suoi occhi e la genuina aura di rinnovata speranza nel suo sorriso, non riesco a non volerci credere anch’io.

“Non ti addormentare durante gli allenamenti,” mi dice da lontano mentre le porte cominciano a chiudersi.

“Parla per te,” replico e si mette a ridere con quella sua strana piccola risata.



Linwood non è per niente contento di vedere le borse sotto i miei occhi.

“Ascolta, fireball, è bello sapere che sei sicuro di te e via dicendo, ma non pensi che questo sia esagerare un po’?” Commenta seccamente mentre imburra il suo toast e procede a ricoprirlo di miele. Con la coda dell’occhio, posso vedere lo sguardo disgustato sul volto di Brill mentre fissa con disapprovazione le sue maniere a tavola. Trattengo un sogghigno. Linwood vede il gesto e sembra pensare che stia ridendo di lui, dal momento che procede a riempirsi la bocca con l’appiccicoso toast dolce.

Rimane in silenzio per il resto della colazione, il che è sia una benedizione che una maledizione. Non ho dovuto ascoltare i suoi commenti offensivi… ma non ho ottenuto alcun consiglio su come gestire gli allenamenti.

Quando finisco il mio porridge guardo di sfuggita Nyssa. Il mio cuore si contrae quando vedo l’espressione di terrore e incertezza nuotare nei suoi occhi.

Gemo interiormente. “Linwood…” borbotto a denti stretti, non gradendo affatto che la mia coscienza mi stia forzando a scusarmi.

Sembra afferrare il messaggio. “Avete oggi e domani per allenarvi con gli altri tributi,” sono colto di sorpresa dalla velocità con cui si è ripreso dalla sua arrabbiatura silenziosa. Deve desiderare davvero tanto che io sopravviva. No, penso. Deve desiderare davvero tanto che io vinca. “Conoscete i vostri concorrenti, osservateli attentamente. Poi, il terzo giorno, mostrerete agli Strateghi di che pasta siete fatti. Quello sarà il momento in cui dovrai cominciare a tirare asce e trascinare roba pesante, qualsiasi cosa che possa impressionarli, fireball.” Rimane in silenzio. Sposto i miei occhi di nuovo verso Nyssa, spingendolo a continuare. Linwood mi guarda male per un momento prima di afferrare sgraziatamente un rotolo di carne. “Willowtree, tu…” la sua voce si affievolisce, e le rivolge un lungo sguardo come alla ricerca di qualcosa in cui possa essere remotamente brava. “Prova tutto e continua con quello che preferisci.”

Nonostante il consiglio sia pessimo, posso vedere l’ombra di un sorriso guizzare sulle labbra di Nyssa, felice del fatto che per la prima volta dal suo arrivo qui, sia stata presa in considerazione.



Siamo tra gli ultimi ad arrivare al piano degli allenamenti, anche se sono solo le dieci meno un quarto. Veniamo spinti di fretta verso quelli che presumo essere gli spogliatoi, dove ci danno un set di vestiti di fredda stoffa elastica. Sono blu indaco con rifiniture arancione scuro, che mi ricordano l’alba che ho visto in precedenza. Li giro per vedere il numero 7 brillare sul retro come se fosse stato ricoperto con un strato di vetro flessibile sottile come un foglio di carta. Passo un dito lungo il profilo liscio e luccicante distrattamente. Gli Strateghi cercheranno il ragazzo dal 7, guardandomi avidamente per vedere se sono veramente degno delle lodi che ho ricevuto da Kanaky e Rocketdrift? Saranno disposti a vedere questo nessuno da un Distretto affamato uscire come vincitore quest’anno? Mi mordo il labbro inferiore al pensiero di loro che ridono di me per essere così ridicolmente fuori posto e impacciato con voluminose armi di metallo, molte delle quali mi saranno probabilmente sconosciute.

Il fruscio di Nyssa dal box accanto al mio mi riscuote dalle mie insicurezze.

Non importa, penso, sfilandomi la maglietta. Oggi l’aiuterò. Nonostante Linwood mi abbia detto di prendere confidenza con l’armamentario, ho deciso che seguirò Nyssa, offrendole rassicurazione e supporto e magari imparando una cosa o due a mia volta. Inoltre, lo sbrigativo consiglio di Linwood “limitati a tirargli carta, willowtree, magari ci sarà carta velenosa quest’anno” continua a infastidirmi come una spina nel fianco.

Quando siamo vestiti e pronti, ci conducono verso l’area di allenamento principale, dove la maggior parte dei tributi sono già riuniti. Sono affollati attorno a una donna longilinea che presumo essere il Capo Allenatore. Posso avvertire l’ansia irradiarsi da Nyssa mentre la maggior parte dei Favoriti sembra incline a mantenere una postura più minacciosa possibile, adocchiando i loro concorrenti con occhiate minacciose che potrebbero probabilmente spaccare sassi e tagliare gole. Prendo nota di alcuni di loro mentre ci avviciniamo al cerchio. Il ragazzo con il 4 sulla schiena ha gambe forti e braccia irrequiete e la ragazza dall’1 sembra più che desiderosa di strangolare uno dei tributi più giovani. Ce n’erano alcuni piccoli, tra l’età di dodici e quattordici anni, che si facevano minuscoli dietro i loro 11 e 3 attaccati sui vestiti. I più denutriti sono quelli dal 12, con gli occhi grandi e le braccia sottili, sembrando pronti a morire senza esitazioni.

Scivolando con lo sguardo sulla folla, riesco a vedere la testa ricoperta di ricci di Tom, confermando il mio sospetto che sarebbe stato uno dei più alti qui. Emerge come un pugno in un occhio. Nyssa può stare sicura del fatto che non è l’unica ad essere incapace, troppo alta e fuori posto.

Sto per sorridere, chiamarlo e condurla lì per presentargliela.

Ed è in questo momento che vedo il pericoloso numero 2 scintillare sulla sua schiena.





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Capitolo originale: Tumblr - AO3
  
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