I'm Cook!
Giaceva a terra, con gli occhi socciusi, ma riusciva a vedere la schiena dell'uomo che l'aveva ridotto in fin di vita; lo stava trascinando dagli avanbracci e, lui lo sapeva, avrebbe esalato a breve l'ultimo respiro.
Si sentì sollevare con fatica e poggiare su d'una seggiola, sollevò lentamente il capo e sbatte più volte le palpebre con prudenza inchiodando poi le sue pupille al volto dell'uomo. Il suo orgoglio esultò, l'uomo aveva il volto tinto di rosso sangue, sangue d'un viscido psicopatico qual'era. -Presto raggiungerai il tuo amico- biascicò, sputando più volte sangue a terra, -ti concedo un ultimo desiderio- sghignazzò, provocandosi un acuto attacco di tosse.
-Io- fece una pausa, ma non per riflettere, sapeva già cosa dire, doveva solo razzionalizzare quel poco fiato che gli era rimasto -sono il fottuto Cook!- sussurrò e poi inspirò ed espirò e lanciò la sua ultima minaccia -e ti giuro sul mio nome, non riuscirai mai a far del male ad Elisabeth Stonem!- urlò quel nome con una forza nascosta, l'ultimo briciolo di forza che gli restava.
Poi inspirò.