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Autore: Kiarachu    29/06/2012    2 recensioni
Un'altra AU: E se qualcosa fosse andato storto al Museo di Metro Man, quando Megamind voleva distruggere la statua? Megamind dovrà fare una scelta che cambierà la sua vita: in bene, o in male? Dramma e angst all'inizio, ma poi conforto in futuri capitoli.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: AU, Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Minion si svegliò ben riposato, e il dottore e le infermiere controllarono Roxanne per l’ultima volta, prima di mettere una garza con cerotti sopra il taglio della testa, e poi lei firmò tutte le carte di congedo ospedaliero. 
 
“È libera di andare. Lei è proprio una persona vitale, Miss Ritchi! È stato proprio un piacere conoscerla, e questo vale anche per te, Minion. Spero veramente che lei riesca a risollevare il morale di Megamind, ne ha davvero bisogno”, il Dottor Travis disse con sincerità, sorridendo alla reporter e al pesce spaziale.
 
Entrambi annuirono, e lo ringraziarono, e poi Roxanne parlò, “Puoi darmi un passaggio, Minion? Vorrei andare alla prigione a parlare con Megamind. Ma prima devo andare da Wayne, devo dirgli qualcosa.”
 
L’acquatico seguace annuì, e sorrise, “Con vero piacere, Miss Ritchi! Questa sarà la prima volta che lei andrà nell’auto invisibile non legata ed insaccata”, disse ridendo allegramente.
 
Roxanne rise a sua volta, e disse una cosa che sorprese e rallegrò Minion, “E spero che sia la prima di molte, mio caro Minion!” quindi andò verso la stanza di Bernard, sbirciando all’interno.
 
Wayne lo stava vegliando con uno sguardo preoccupato, e Roxanne bussò alla porta, per farsi notare da lui.
L’alieno muscoloso alzò la testa e sorrise stancamente.
 
“Adesso vado a parlare con Megamind. Volevo solo dirti buona fortuna con lui”, lei disse a Wayne, che fece un sorriso storto.
 
“Grazie, Roxie, e buona fortuna con Megamind, magari ne potremmo parlare in un altro momento, ok?” lui disse, facendo un saluto con la mano.
 
Lei annuì, e andò fuori dal Metro Hospital con Minion.
La reporter sedette sul posto passeggero, e sia accigliò un pochino, vedendo che non c’erano le cinture.
 
“Se Megamind diventerà il difensore di Metro City, sarebbe meglio cominciare a seguire la legge, e mettere delle cinture di sicurezza nella macchina. Che ne pensi, Minion?” lei chiese al pesce nella tuta robotica a forma di gorilla.
 
Lui annuì, e rispose, “Ci stavo già pensando, ed è meglio che lei ne parli con Signore. Abbiamo già le cinture per questa macchina al Covo Malvagio – o è meglio chiamarlo Covo, adesso che siamo buoni? – ma Signore pensava che non erano abbastanza cattive, così non le ha messe nell’auto.”
 
Roxanne roteò gli occhi, e disse, “Stavo pensando che era per una cosa del genere. Adesso chiamerò il direttore Hudson, per dirgli che sto venendo a visitare Megamind, così lo porterà nel Parlatorio.”
 
Detto questo, compose il numero della prigione sul cellulare, per informare l’uomo, e lui fu d’accordo.
Quando arrivarono alla Prigione, Minion stette nella macchina, e Roxanne andò da sola verso l’entrata.
 
Prima di andare a parlare con Megamind, lei andò verso il direttore, per chiedergli qualcosa.
 
“Minion mi ha detto che lei andrà a parlare con il Governo e le autorità locali a proposito di Wayne e Megamind, oggi. Quando?” chiese lei, il suo lato “reporter ficcanaso” tutto allerta.
 
L’uomo baffuto ridacchiò, e rispose, “Sì, Miss Ritchi, questa sera. E Mister Scott parteciperà con me a quest’evento. Mi ha detto che spera che Mister Smith si svegli prima, così potrà parlargli. Quello che ha fatto è davvero sbagliato, ma son felice che farà ammenda. Sono pure felice che Megamind camminerà verso il suo vero destino. E spero che lei lo aiuti, ho la sensazione che lei sia la persona giusta per quel ragazzo”, lui finì facendo l’occhiolino.
 
La reporter arrossì e sogghignò. “È così evidente? Minion mi ha detto dei suoi sentimenti verso di me, ed ho pensato molto a questo in questi due giorni. Ho realizzato che provo…qualcosa per lui, e sarò felice di stargli vicino per scoprire se son solo sentimenti d’amicizia…o qualcosa di più. È già nel Parlatorio?” lei chiese per andare a discutere con lui.
 
Gordon annuì, e la scortò fino alla stanza.
Megamind era seduto su una sedia vicino ad un tavolo, non incatenato, ed era felice per quello.
Quando Roxanne entrò nella stanza, lui sorrise allegramente, ma poi divenne triste, vedendo la garza che lei aveva in testa.
 
La reporter notò il suo comportamento, e capì velocemente perché aveva cambiato il suo atteggiamento.
Lei si sedette sull’altra sedia, di fronte a lui, e sorrise.
L’alieno blu cercò di sorridere di rimando, ma vedendo la garza divenne triste, perché era un ricordo di quello che aveva fatto.
Lui stette così per un po’, tutto silenzioso, a contemplarla, e Roxanne sospirò, sorpresa dal suo comportamento. 
 
“Hei, il gatto ti ha mangiato la lingua? Dov’è il frenetico Megamind che conosco? Voglio dire, sei sempre lì che parli e ti vanti come un pazzo, e adesso sei…silenzioso”, lei disse allegramente, per dissipare la tensione.
 
Megamind sospirò, e disse, “Scusa, mi sento così…stupido. Mh…ho visto la garza, e mi ha ricordato del mio comportamento folle al Museo. Roxanne, sono veramente, veramente dispiaciuto per quello che è successo là. Se avessi saputo che tu eri là, non avrei fatto saltare in aria la statua. Ho quasi ucciso te e Bernard! Se ti avessi persa, non so che avrei fatto”, lui disse con una voce rotta, strizzando gli occhi, per non piangere di fronte a lei.
 
Roxanne era veramente toccata dal suo comportamento, e cominciò a capire che il Megamind che conosceva era solo una facciata, per nascondere il suo vero io: un uomo affettuoso e dolce, il tipo d’uomo che lei stava sempre cercando.
Mentre lui aveva gli occhi chiusi, la reporter allungò le braccia, per mettere le sue mani sopra quelle blu.
 
Quando lei toccò le mani nude di Megamind, lui aprì all’improvviso gli occhi, guardandola esterrefatto.
Non era abituato ad essere toccato a quella maniera, soprattutto dalla ragazza che amava.
Il suo cervello incredibile stava registrando quel gesto, ed era veramente shockato.
 
Roxanne era anch’essa sorpresa a vedere la sua reazione, ma seppe all’istante che era perché lei lo aveva toccato.
Invece che togliere le mani, cominciò a strofinare i suoi pollici sui lati delle mani di Megamind, per vedere che reazione avrebbe avuto.
 
L’alieno quasi svenne per il sovraccarico di stimoli, ma riacquistò coscienza, quando sentì Roxanne ridacchiare.
Megamind la guardò con un’espressione malata d’amore, sorridendo in maniera rilassata.
Roxanne si sciolse un pochino, vedendo la sua reazione, e le piacque avere un simile effetto sull’alieno che aveva reso la sua vita un piccolo Inferno.
 
La reporter ghignò, e dichiarò, “Non preoccuparti per quello, sono viva, e tu, beh, tu stai percorrendo il tuo vero cammino, grazie a questi avvenimenti. Minion mi ha parlato della tua infanzia, e ti dico che non t’incolpo per aver fatto quelle scelte. Se fossi stata in te, avrei fatto la stessa cosa. Penso che l’unico che si possa biasimare in tutta la faccenda sia Wayne, ma adesso sta facendo ammenda, e questa è una buona cosa”, lei finì, guardando Megamind, per vedere la sua reazione.
 
L’alieno sospirò come in sogno, e guardò le sue mani, sopra le sue blu, disegnare piccoli cerchi sui lati.
 
“Grazie, Roxanne. Significa…significa molto per me, e adesso son felice di percorrere quella strada. Ero anche molto preoccupato perché, in tutti quegli anni di rapimenti, son stato sempre attento a non fare male a te o ai cittadini di Metrocity. Ero così patetico come criminale…e in quei giorni in cui tu eri in un coma indotto, ho finalmente realizzato che cosa sono veramente.”
 
“Non so se farò un bel lavoro come difensore di questa città, e salvare le persone, ma farò del mio meglio per seguire quella strada! E…e spero che tu voglia aiutarmi lungo la strada. Anche se non merito il tuo aiuto, dopo quello che ho fatto”, lui disse guardandola brevemente negli occhi, e arrossendo, guardando ancora le sue mani.
 
Roxanne si sciolse ancora un pochino, alla sua insicurezza, e decise d provare a stare con lui, a prescindere.
 
“Hai certamente avuto una vita dura, lo vedo nel tuo comportamento. Quello che ti serve è autostima, e qualcuno che possa insegnartela, e penso d’essere quel qualcuno. Tu eri…beh…come hai detto, eri un po’ patetico come cattivo – senza offesa – MA come inventore, sei fantastico!”
 
“Non te l’ho mai detto, per evitare di far esplodere il tuo ego già enorme, ma ho sempre pensato che le tue invenzioni fossero ingegnose ed incredibili. Davvero! E questa è una buona cosa! Adesso potrai usare quelle invenzioni per aiutare la città, invece che distruggerla, e son sicura che puoi inventare cose utili per migliorare certi servizi a Metro City, come, non so, un sistema di filtraggio per il lago…così Minion potrà nuotare senza rischio di essere avvelenato dalle sostanze chimiche”, lei finì, pensando di andare alla spiaggia del lago con lui, quell’estate. 
 
Megamind s’illuminò, e annuì freneticamente. “Hai ragione sulla mia vita, che è stata dura, e son contento di sentirti dire che consideravi le mie invenzioni ingegnose e fantastiche! E a dirti la verità, stavo già pensando di inventare qualcosa per pulire il lago, per la ragione che dici. Solo che adesso lo farò per tutti i cittadini di Metrocity, anche se ci sarà qualcuno che non accetterà il mio nuovo ruolo”, finì tristemente.
 
Roxanne gli strizzò dolcemente le mani, e sorrise. “Non preoccuparti, io sarò sempre al tuo fianco, e sai più che bene che posso essere molto combattiva, quando voglio”, lei dichiarò, facendo un sorriso malizioso.
 
L’alieno blu rise, ma non la sua solita risata malvagia, o quella forzata che faceva sempre nel suo periodo da furfante.
Rise veramente, ed apertamente, e Roxanne fu infettata da quella risata, e rise a sua volta.
 
Quando entrambi finirono, avevano gli occhi scintillanti, e Megamind disse, “Non ti avevo mai sentita ridere!” con un sorriso folle sul suo viso.
 
Roxanne sorrise apertamente, e dichiarò, “Sì, è da un po’…che non ridevo. Mi sento bene.”
 
A quella frase, l’ex criminale prese il coraggio a piene mani, e disse, “Mi sento bene anch’io, con te, Roxanne. Minion mi ha detto che ti ha detto…mh…che cosa provo per te. Mi…mi ha detto che non hai riso…mh…e…mh…” lui balbettò, e poi Roxanne si sporse verso di lui, mettendo due dita sulla sua bocca, per farlo tacere.
 
Lui era nuovamente shockato, sia per il gesto sia per il fatto che lei gli stava toccando le labbra.
Lei gli sorrise, e disse, “Adesso lasciami parlare di questo, e per favore, non interrompermi, ok?”
 
L’alieno annuì lentamente, e lei rimosse le dita, poi rimise la sua mano su quella blu.
Passò un po’ di tempo, mentre lei stava raccogliendo i suoi pensieri, poi parlò.
 
“Mi ha detto che sei stato tutto il tempo al Metro Hospital, quando ero in un coma indotto, e il tuo comportamento. Ero – e sono – molto toccata da questo. Nessuno è mai stato così premuroso con me. Nemmeno Wayne, quando mi salvava da te. E questo mi piace in un uomo”, lei disse, facendo una piccola pausa, per vedere se le sue parole stavano penetrando in quel suo grande cervello.
 
“In più, ho pianto, per tutto quello che hai fatto quel giorno, e per la tua vita difficile. Adesso, son sicura che il tuo ego esploderà per quello che sto per dire adesso, ma voglio dirlo lo stesso: mi piaci, e voglio stare con te, per vedere se possiamo essere qualcosa di più che amici, va bene, Megamind?” lei finì, e aspettò la sua reazione.
 
All’inizio lui era troppo shockato per rispondere, poi un sorriso si formò sul suo viso, all’inizio piccolo, poi un sorriso enorme.
 
L’alieno afferrò le sue mani, stringendole con cura, e disse, “Se va BENE? Mi chiedi se va BENE? È anche meglio di BENE! È fantastico! E…mh…spero di non fare qualcosa di stupido che rovini il nostro rapporto, Roxanne. È troppo importante per me. Oh, son così felice…no…più che felice, ma non c’è una parola terrestre per esprimere i miei sentimenti.” 
 
“E per tutti quegli anni di rapimenti, spero che un giorno tu mi possa perdonare…a dirti la verità, ho continuato a rapirti per stare con te, Roxanne. All’inizio non era per quello, ma dopo un po’, ho cominciato ad avere una cotta per te. Ugh…sembro uno molestatore…” lui finì accigliandosi. 
 
La reporter ridacchiò alle sue ciance, e disse, “Beh…penso che l’unico molestatore nella mia vita sia il mio “caro” cameraman, Hal, e possiamo parlare dei rapimenti un'altra volta, quando uscirai dalla prigione. Sono un po’ arrabbiata con te per aver reso la mia vita un piccolo Inferno, ma penso d’essere ancora più arrabbiata con Wayne per quello che ha fatto a questa città, fingendo la sua morte. Ma parleremo di questo più avanti”, lei dichiarò, perché sapeva che erano controllati da telecamere e altro.
 
L’alieno blu annuì, sapendo quello che intendeva, e chiese, “Ho notato che il tuo cameraman era sempre strano con te…ma un molestatore? Che ha fatto?” lui chiese, perplesso, alla reporter.
 
Roxanne roteò gli occhi, e gli disse, “Beh, un esempio sopra di tutti. Prima che venissi al Museo, dopo il mio servizio, mi ha invitato ad una festa a casa sua. Non ero dell’umore adatto per incontrare altre persone, così gliel’ho detto, e mi ha detto che era una “festa di due persone”, con solo lui e me, e un FOTOGRAFO DA MATRIMONI! Ma gli ho detto che andavo a fare qualcosa nel Museo, e prima di entrare, l’ho sentito dare un pugno al furgone e farsi male, e guidare il furgone, colpendo un bidone…un giorno scriverò una lettera per molestie…mi da i brividi!” lei finì, tremando.
 
Megamind ridacchiò, e disse, battendo le ciglia, “Oooh…un fotografo da matrimoni…che carino! Beh, se farà qualcosa contro la legge quando sarò il difensore di Metrocity, lo porterò alla giustizia, per te e i cittadini di questa città!”
 
“E a proposito del tuo servizio, mi hai fatto una domanda, e son felice di rispondere, no, in quel momento non ero felice. Ma lo sono adesso! Non son mai stato così felice! A parte quando costruivo le mie invenzioni malvagie. Ma adesso son felice per una buona ragione: finalmente conosco qual è il mio vero destino, e…beh…hai detto che mi starai vicino, e questo è MOLTO importante per me”, lui finì sorridendo dolcemente, e tenendo le mani di Roxanne con cura.
 
La brunetta ridacchiò all’idea di Hal che veniva arrestato da Megamind, e sorrise alla sua dichiarazione.
 
“Va benissimo, mio eroe! Magari potrei raccontarti altre cose che Hal ha fatto, giusto per divertimento. E anch’io son felice per te, e lo sai? Magari potrei fare un’intervista con te e Wayne, per far capire ai cittadini di Metro City le ragioni dietro alle tue azioni. Che ne pensi?” lei chiese, quasi aspettandosi la sua risposta.
 
L’alieno blu s’illuminò, e rispose, “È una buonissima idea, Roxanne! Lo sai…un'altra ragione per cui ho continuato a rapirti era perché tu facevi tutte quelle interviste esclusive con Wayne, e volevo avere la stessa opportunità, per dire il MIO lato della storia”, spiegò alla reporter.
 
Lei annuì, e disse, “Ci scommettevo che mi avresti risposto così. L’avevo capito anni fa, sai”, Roxanne finì, ghignando.
 
Megamind fece un sorrisino compiaciuto, e disse, “Miss Reporter Ficcanaso al lavoro in quel periodo, vero? Ma come hai detto, sono prevedibile, e la risposta era chiara, vero?”
 
Roxanne fece un gesto come per pensarci su, e disse una cosa che shockò l’ex criminale, “Beh…penso che non sei così prevedibile. Non mi sarei mai aspettata che tu ci salvassi. ED io sarei MOLTO felice di scoprire quel tuo lato nascosto, mio caro Megamind”, lei finì, con un dolce sorriso.
 
L’ex cattivo era a bocca aperta, e poi fece uno dei suoi sorrisi larghissimi a quella dichiarazione.
 
“Oh, son così felice di sentirlo! E sarò contento di farti vedere quel mio lato. E farti vedere altre cose! Magari al Covo Malvagio…o magari solo Covo? Adesso che non son più cattivo…e…oooh…ti farò vedere una parte del Covo che non ho mai fatto vedere a nessuno. Sarai molto sorpresa! Conterò i minuti, e spero che il direttore riesca a convincere il Governo e le autorità a proposito della mia buona fede…voglio davvero cambiare, miglio-orarmi, ed aiutare te e questa città”, lui disse onestamente e seriamente.
 
Roxanne stava per dire qualcosa, ma sentirono bussare alla porta, e il direttore sbirciò nella stanza.
 
“Scusate, ragazzi, il tempo è terminato. Voi due potrete parlare quando il mio ragazzo blu sarà fuori di qui, ok?” disse ai due che stavano ancora tenendosi per mano, facendo l’occhiolino.
 
Loro arrossirono, Megamind divenne viola, e Roxanne balbettò, “Oh…mh…ok, direttore Hudson. Megamind, potremmo parlare liberamente quando sarai fuori di qui, ok? E non vedo l’ora di vedere quella parte del Covo. Ci si vede, mio caro”, lei disse, baciandolo brevemente sulla guancia, lasciandolo senza parole per un momento.
 
Roxanne stava camminando verso l’uscita della prigione, quando sentì un “Who-ho!” gridato dal suo frequente rapitore, che la fece ridacchiare.
 
Nella stanza, Megamind era ancora viola come una melanzana, e il direttore stava ridendo, vedendolo così.
 
“Andiamo, ti accompagno nella tua cella. Mi dispiace, ma finché non parlerò col Governo e le autorità, devi rimanere là”, l’uomo dai capelli brizzolati disse al suo figlioccio.
 
Il genio alieno capì, e dopo essersi ripreso dallo shock, si alzò dalla sedia, e disse, “Non si preoccupi, direttore, capisco perfettamente. Li vedrà questa sera, vero? Spero che riescano a capire. Voglio veramente cambiare la mia vita, e miglio-orare me stesso”, lui finì seriamente.
 
Il direttore annuì, e aveva una buona sensazione a proposito, così glielo disse, “Non preoccuparti, son sicuro che mi crederanno, e anche Wayne, e tu sarai libero di andartene, per difendere questa città…ed uscire con Miss Ritchi”, il curatore della prigione gli disse maliziosamente, e facendo l’occhiolino.
 
Megamind arrossì nuovamente, diventando color lavanda, e fece un’espressione imbronciata.
 
“Per favore, direttore, la smetta di prendermi in giro!” disse con un finto tono arrabbiato.
 
Gordon rise di tutto cuore, e dichiarò, “Mai! Diciamo che questa è una specie di vandeta per tutti quegli anni infernali, figliolo!”
 
L’alieno blu rise con lui, e rispose, “Ho capito, direttore. Magari un giorno dovremmo veramente fare una…chiacchierata padre-figlio, ok? Almeno per spiegare alcune cose, e perdonarci l’un con l’altro, se le va bene”, lui disse in modo sincero, e sorridendo apertamente
 
Il direttore sorrise alla stessa maniera, sentendo quelle parole, ed annuì.
 
“Per me va benissimo, adesso andiamo”, finì, accompagnandolo alla sua cella.
  
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