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Autore: Aniel    30/06/2012    3 recensioni
Klaus/Elena... so che è una coppia strana, ma un tentativo non fa mai male.
Bloccatevi a Before Sunset. Damon e Stefan sono riusciti a gettare la bara contenente Klaus in fondo all'oceano prima che Elijah arrivasse a Mystic Falls (non vi preoccupate fan di Klaus, se si trova tra i personaggi c'è più di un motivo). E' passata una settimana da quell'evento, Alaric (cattivo) sta inseguendo gli originari in giro per il mondo, ma Bonnie non è sicura che Klaus abbia detto la verità riguardo l'essere il capostipite della linea di sangue dei nostri eroi, così decide di fare un piccolo incantesimo, e ovviamente... va tutto per il verso sbagliato.
Sia Klaus che Elena vedranno così le loro vite prendere direzioni che non avrebbero mai creduto possibili.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie Bennett, Elena Gilbert, Elijah, Klaus, Un po' tutti
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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15 - Elena













 

Klaus uccise l’ultimo vampiro e tirò un sospiro di sollievo, pronto a tornare alla normalità, ma quando si voltò il suo cuore smise di battere. Vide come tutti rimanevano immobili fissando la stessa scena che si apriva davanti ai suoi occhi. Vide come in un sogno Rebekah avvicinarsi ad Elena, prendere Raphael in braccio e allontanarlo dalla madre. Vide Elijah prendere il posto della sorella e tastare delicatamente il collo della ragazza, mentre una lacrima si faceva strada sul suo viso. Fu quella lacrima a farlo svegliare e a farlo correre, del tutto dimentico della sua velocità sovrumana, verso Elena, a inginocchiarsi accanto a lei e a tastarle lo stesso punto che Elijah aveva toccato un istante prima. Respirò affannosamente, mentre le lacrime lottavano per uscire e non riuscivano a trovare la giusta strada, e la strinse a sè iniziando a dondolarsi avanti e indietro, perché non riusciva a fare altro. Sentì due mani stringersi sulle sue spalle, ma non se ne curò e non ebbe la forza neanche di scostarle, invece lasciò che il mondo continuasse a girare intorno a lui e le sue lacrime riuscirono finalmente a trovare la strada. Strinse Elena più forte che poteva, stando attento a non farle del male, e le baciò il viso insistentemente, sfiorandolo appena, senza riuscire a smettere di piangere.
« Non posso perderla ancora. Ti prego, l’ho già persa una volta, non posso perderla di nuovo » sussurrò più e più volte, continuando a dondolarsi sul posto e a stringere possessivamente quel corpo ormai vuoto. Fece un respiro profondo e prese ad accarezzarle la schiena, poi iniziò ad recitare una serie di formule magiche. Le mani sulle sue spalle si strinsero e la voce di Elijah gli arrivò chiara all’orecchio.
« Nik, è troppo tardi, torniamo a casa prima che arrivi qualcuno » al fratello tremava la voce, ma Klaus non se ne curò e continuò a recitare la litania, pregando che funzionasse. « Nik, portiamola a casa. Starà meglio lì se si sveglia, no? » tentò ancora Elijah, costringendolo ad alzarsi « Kol, ti prego, prendi Elena »
« No! » esclamò Klaus, risoluto « La prenderò io »
« Tu non sei in grado neanche di reggerti in piedi » gli fece presente il fratello maggiore. Si voltò verso di lui e vide che aveva gli occhi rossi e gonfi, segno che aveva pianto anche lui. Annuì piano e si lasciò condurre in auto, scoprendo di non avere più forze. Entrarono in casa in silenzio assoluto, lentamente. Katherine raggiunse l’ingresso non appena li sentì arrivare e si immobilizzò. Elijah, Rebekah con in braccio il bambino, Damon e Stefan si diressero tutti in salotto, mantenendo quello stato di profondo silenzio in cui si erano rifugiati e lei li seguì e si sedette sul bracciolo di una poltrona, portando le mani a coprirsi il viso.
« Dov’è Jeremy? » sussurrò Elijah, talmente piano che lei quasi non lo sentì.
« Si è addormentato in cucina » bisbigliò in risposta, valutando la possibilità di svegliarlo o meno. L’originario le fece un lieve cenno di diniego e lei annuì. Klaus meritava del tempo con Elena senza che nessuno interferisse.
Al piano di sopra, Kol posò delicatamente la ragazza sul letto e fece due passi indietro, mentre il fratello le si sedeva accanto, distrutto.
« Posso fare qualcosa per te? » il fratello rimase in silenzio talmente a lungo che pensò non l’avesse sentito.
« Puoi andartene » disse infine, con voce spezzata. Lui osservò la scena per un istante, imprimendola nella memoria, prima di uscire e chiudersi la porta alle spalle. Klaus rimase immobile per minuti, senza riuscire a distogliere lo sguardo dal volto della ragazza, poi intravide un sottile fascio di luce e si accorse che era l’alba. Era buffo e lievemente tragico. Elena adorava quella stanza perché si affacciava ad est e ogni mattina veniva svegliata dal sole; ora, a Klaus, sembrava una beffa. Si alzò di scatto e chiuse le tende con un solo colpo, impedendo a qualsiasi spiraglio di luce di entrare, poi tornò a sedersi e tastò la scatolina che teneva in tasca. Aveva impacchettato quel regalo la mattina prima e aveva pensato di darglielo in un momento speciale e ora quel momento non sarebbe mai arrivato. “Cazzo” pensò “ieri. In sole 24 ore hanno rapito le due persone più importanti della mia vita e ora una...” aprì la scatola, riprendendo a piangere silenziosamente, prese il contenuto e cercò di agganciarlo al collo di Elena, ma le mani gli tremavano talmente tanto che dovette fare svariati tentativi prima di riuscirci. Infine adagiò il ciondolo sul petto della ragazza e lo osservò.
« So che non è bello nè lussuoso come quello di mia madre... quello che Stefan ti aveva regalato, ma questo l’ho fatto io, con le mie mani. Ho comprato i pezzi e l’ho fabbricato apposta per te. È a forma di goccia perché la prima volta che ci siamo baciati, la prima volta che abbiamo fatto l’amore, eravamo accanto al fiume. Dentro c’è una foto, ci siamo io e Raphael, così saprai che siamo sempre con te » concluse la frase e si diede dell’idiota. Sapeva che non poteva sentirlo, ma sentiva il bisogno di parlarle, di sentirla ancora con sé e non voleva credere che se ne fosse andata. Le prese la mano e se la portò alla bocca, stringendola forte. Quel giorno, solo per quel giorno, poteva mostrarsi debole, poteva essere debole. Poteva piangere e poteva urlare e poteva parlare con Elena quanto voleva, fino a quando non si fosse sentito meglio. Il problema era che non si sarebbe mai sentito meglio. Aveva sofferto per più di un millennio quando lei era scomparsa, vedendo Tatia e Katerina, e poi lei stessa, aveva sentito una coltellata allo stomaco per ogni istante in cui incrociava quello sguardo, e ora l’aveva persa di nuovo e sapeva che non sarebbe mai riuscito a superare quel momento, che non poteva separarsi da lei un’altra volta. Le posò un lieve bacio sulla fronte e poi sulla mano e lanciò un urlo straziante.
 

Al piano inferiore, sei persone immerse in un silenzio innaturale, sobbalzarono a quel suono. Rebekah si portò una mano alla bocca, piangendo piano e corse a prendere in braccio Raphael che si era svegliato.
« Cos’è stato quell’urlo? » tutti si voltarono verso Jeremy. Il ragazzo stava entrando in salotto strisciando i piedi e stropicciandosi gli occhi e divenne serissimo quando vide gli sguardi gonfi di tutti puntati su di lui. « Dove sono Klaus ed Elena? » Kol fece per alzarsi, ma Elijah lo trattenne e condusse Jeremy fuori.
« Elijah? » l’originario si appoggiò al muro ed evitò di guardarlo. Era la prima volta che il ragazzo lo vedeva così fragile.
« Noi... ci hanno presi alla sprovvista. Erano in tanti. E qualcuno ha... Elena... » Jeremy cercò con la mano qualcosa a cui appoggiarsi, ma non trovò nulla, così si sedette per terra a gambe incrociate e nascose il viso tra le mani.
« Perché non mi avete svegliato? »
« Era inutile Jer. Non l’abbiamo detto a nessuno. Sono passate soltanto due ore... forse tre. Non lo so. Il tempo è diventato... »
« Chi ha urlato? »
« Nik... è di sopra con lei » il ragazzo fissò lo sguardo in un punto lontano ed Elijah gli si sedette accanto.
« Noi ci saremo sempre per te, lo sai, vero? Puoi rimanere con noi per sempre per quanto ci riguarda » Jeremy annuì e deglutì.
« Lo so. E quel bambino ha bisogno di me »
 

La luce del sole aveva vinto e filtrava attraverso le tende chiuse, illuminando la stanza. Elena si svegliò con un sussulto, sentendo quella lieve luce su di se, e rimase per un attimo stordita, cercando di ricordare cos’era accaduto. Poi udì un rumore. Klaus era lì, accanto a lei, era scosso dai singhiozzi e le stringeva la mano come se fosse l’unica ancora a cui potesse aggrapparsi.
« Perdonami... perdonami, ti prego » continuava a borbottare, tra le lacrime, ma lei non capiva. Cosa poteva aver fatto per necessitare di perdono? Gli aveva già perdonato tutto.
« Tesoro » lo chiamò, ma lui non diede alcun segno d’averla sentita. « Nik? » chiuse gli occhi, stranita. Non l’aveva mai chiamato in quel modo, neanche quando era nel passato, eppure le era sembrato così naturale in quel momento.
Klaus alzò lo sguardo verso di lei, stremato. Ora aveva anche le allucinazioni! Avrebbe giurato d’averla sentita dire il suo nome. Avrebbe dato qualsiasi cosa per sentirle dire il suo nome ancora una volta. Ma lei era immobile, esattamente come lo era da ore. Osservò il suo viso disteso e sentì un enorme vuoto dentro, come un immenso buco nero che continuava ad allargarsi.
« Ti amo! Prometto... che questa volta... userò questo sentimento in maniera diversa. Reagirò in maniera diversa. Non diventerò più lo stronzo che ero, te lo giuro » Elena sorrise e riaprì gli occhi, guardandolo, stupita.
« Non ho mai avuto dubbi su questo » Klaus spalancò gli occhi e la fissò con un misto di incredulità e gioia. « Amore, che succede? » ma non riuscì a finire la frase che lui la baciò con foga.
« Sei viva » sussurrò quando dovettero separarsi per mancanza d’aria.
« Certo che sono viva, come dovrei essere? »
« Non ricordi? » Elena scosse la testa, cercando di capire, poi un ricordo si fece strada nella sua mente, vivido e terrificante.
« La ragazza » sussurrò « lei mi ha pugnalato. O mio Dio, sono in transizione »
« Io... onestamente non capisco... non lo so » in quell’istante la porta si aprì piano e Jeremy ed Elijah entrarono silenziosamente, entrambi scossi ed entrambi profondamente sorpresi.
 

Un’ora e innumerevoli abbracci dopo, erano tutti in salotto, Elena e Klaus abbracciati strettamente l’uno all’altra e il piccolo Raphael che si agitava felice tra le braccia della mamma.
« Non capisco, hai bevuto sangue di vampiro prima di morire? » chiese Elijah, posando un tegame pieno di cioccolata calda sul tavolino e prendendo a versare il liquido nei bicchieri. Elena e Klaus si scambiarono un’occhiata, poi lui prese la parola.
« Ha bevuto il mio, ma... ho fatto bere il mio sangue a quel ragazzo, quello... il fidanzato di Paige, quando gli ibridi mi sono morti tutti, in Tennesse, ricordi? » disse, rivolgendosi a Stefan, che annuì.
« Si, per farlo guarire e continuare a usarlo per far completare le transizioni »
« E poi l’ho ucciso e lui è rimasto morto. Pensavo di non poter più trasformare nessuno che non fosse un licantropo »
« Ma questo è successo prima della tua ultima transizione » gli fece presente Rebekah.
« E questo cosa significa per me? » chiese Elena, guardandoli tutti, uno per uno, per poi fermarsi su Klaus.
« Io non lo so » confessò lui « non so che genere di creature posso trasformare a questo punto. Ho sempre pensato che ti avrei fatto trasformare da uno dei miei fratelli »
« Chiederemo a Bonnie. Le avevo mandato un sms per vederci al Grill per dirle della tua morte, ma a questo punto... » Stefan lasciò la frase in sospeso e si alzò, imitato dal fratello.
« Aspetta! » entrambi si voltarono verso di lei, ma Elena stava guardando Damon e gli fece cenno di seguirlo.
« Un posto intimo e appartato » commentò il vampiro, uscendo nel giardino insieme a lei « Come stai? » le chiese.
« Sto benissimo. Volevo solo parlarti un momento »
« Della tua imminente trasformazione in bellissima creatura immortale? » lei sorrise.
« No, della tua splendida dichiarazione e del nostro altrettanto piacevole primo incontro » Damon rimase immobile per un secondo, poi sgranò gli occhi, imbarazzato.
« Ti ricordi... »
« Già! Sono stati due momenti davvero belli, sono felice di ricordarli. E di ricordare te così »
« Sento che c’è un “ma” in arrivo » Elena sospirò e infilò le mani nelle tasche dei jeans.
« Un anno fa avrei preso questi ricordi in grande considerazione per la mia scelta »
« Ma ora non devi più fare una scelta »
« No, non devo. Volevo solo augurarti di trovare una persona che ti faccia sentire come Klaus fa sentire me e con cui potrai essere romantico come lo sei stato con me »
« Amen » scherzò il vampiro e lei gli diede un pugno sulla spalla, ridendo.
« E quella persona potrebbe anche essere Rebekah » Damon la guardò con un sorriso sghembo. « Klaus vi ha sentiti l’altra notte e me l’ha detto »
« Ok, in questa casa decisamente non c’è privacy »
« Con cinque vampiri con il superudito? No, decisamente niente privacy »
« Ora sono sei i vampiri » le ricordò lui, con una nota di tristezza nella voce.
« Io non so ancora cosa sono, ma qualsiasi cosa sia, mi sta bene, purché non mi conduca lontano dalla mia famiglia »
« Niente potrà mai allontanare Klaus da te. E non ti libererai tanto facilmente neanche di noi » la rassicurò Damon, abbracciandola.
 

Kol portò il tegame sporco in cucina continuando a mantenere un silenzio ostinato e prese a lavarlo con foga.
« Intendi scavargli dei buchi? » domandò una voce fin troppo vicina.
« Che vuoi Katherine? »
« Volevo sapere come stai. Sembri ancora turbato per qualcosa e non capisco per cosa. Si è risolto tutto » lui si appoggiò al tavolo, dandole le spalle, e prese seriamente in considerazione l’idea di non risponderle, poi qualcos’altro dentro di lui ebbe la meglio.
« Hai visto Klaus oggi? Come si è comportato... »
« Era sconvolto. Non l’avevo mai visto così »
« Io si, una volta » disse Kol, a bassa voce, e Katherine sentì il bisogno di avvicinarsi a lui. « Ed è sempre per lei. Tutto il mondo di mio fratello ha sempre girato attorno ad Elena. È una cosa incomprensibile per me » la vampira annuì a quelle parole, per poi alzare lo sguardo a quelle successive « e vorrei che non lo fosse »
« Cosa? »
« Voglio chiederti una cosa Kath. Tutte queste avances che mi stai facendo ultimamente le stai facendo per profitto personale o perché provi qualcosa per me? »
« Non lo so » rispose lei, sinceramente « c’è stato un momento in cui ho pensato che se tu ti fossi innamorato di me i tuoi fratelli non avrebbero alzato un dito su di me, ma... quando siamo vicini, sento qualcosa »
« Io non sento niente » ammise lui, con un sorriso triste « non ho mai sentito niente per nessuna. Ma tu mi piaci, fisicamente intendo. Quindi, magari, puoi vedere se riesci a farmi provare qualcosa »
« Suona come una sfida »
« Lo è »
« Ok » acconsentì lei, prima di baciarlo.
 

Bonnie bussò alla porta di casa Mikaelson esibendo un sorriso a 32 denti, che non accennò a far sparire neanche quando Kol le fece notare quanto fosse fastidioso.
« Non mi serve il tuo parere »  aveva risposto lei facendogli la linguaccia. « Devo parlare con voi due, in privato » lei, Klaus ed Elena si erano allora spostati verso lo studio e si erano chiusi dentro.
« Allora? Novità? » Bonnie alzò la mano e fermò le domande sul nascere.
« Prima di tutto vorrei sapere se hai fame, Elena. E con fame, intendo... sai, sangue » la ragazza ci pensò su un momento e poi rispose sicura.
« Non ho sentito necessità di nulla da quando mi sono svegliata » la strega lanciò un urletto, felice, e corse ad abbracciarla. « Bon, si può sapere cos’hai? »
« Ho contattato gli spiriti, con lo stesso incantesimo utilizzato quando dovevo scoprire della tua transizione, Klaus »
« E... ? »
« E loro mi hanno detto che le persone che trasformi diventano esattamente come te, eccetto che per la magia, a meno che non siano creature magiche già da prima della trasformazione. Quindi sarai una splendida vampira che non beve sangue e non ha bisogno di anelli e non ha bisogno di inviti, e non hai neanche bisogno di completare la transizione. E io sono felicissima per te »
« Nessun problema quindi? » chiese Klaus, incredulo.
« È la cosa migliore che potesse capitarvi » confermò la strega, e tutti e tre scoppiarono in una risata gioiosa. « una cosa soltanto » aggiunse Bonnie, un attimo dopo « ho chiesto anche un’altra cosa agli spiriti, già che ne avevo l’occasione e... a meno che a voi due o a Raphael non venga voglia di avere un altro bambino che giro per casa, cominciate ad usare precauzioni »
Klaus ed Elena si voltarono l’uno verso l’altra con un sorriso.
« A questo punto allora non ci resta che una sola cosa da fare » disse lui.
 

Sophie aveva intenzione di andare a trovare Melanie quel pomeriggio e cercare di farle tornare la memoria, così da avere qualcuno che la proteggesse se gli originari avessero deciso di vendicarsi, ma Paul aveva ragione: lei non era abbastanza potente per fare certi incantesimi. Si mosse agitata per la stanza. Aveva fatto una sciocchezza e se ne era accorta troppo tardi. Gli originari erano molto temuti tra i vampiri e lei li aveva certamente fatti arrabbiare. Cosa le era saltato in mente?
« Sei tormentata dai sensi di colpa? » si voltò di scatto, spaventata, e vide Elena, in piedi di fronte a lei, che la guardava, allegra.
« Tu... tu... »
« Io avevo una bella quantità di sangue di vampiro nelle vene. Il sangue di Klaus a dire il vero. E devo ringraziare il tuo amico che mi ha rapita per questo. Buffo, no? »
« Cosa vuoi? Uccidermi? »
« Non proprio, no » disse Klaus, apparendo alle sue spalle. « Vogliamo soltanto darti un avvertimento. So che puoi contare numerosi vampiri tra i tuoi amici. Voglio che tu faccia partire un passaparola e informi tutti che se un originario muore, insieme a lui muore ogni vampiro che faccia capo a lui »
« Non è possibile! » sputò Sophie, immediatamente.
«No? Nessuno dei tuoi amici è misteriosamente morto l’anno scorso, verso dicembre? » la strega sgranò gli occhi « è successo il giorno in cui mio fratello Finn è morto. Informa tutti i vampiri che conosci che non diano più fastidio a me o alla mia famiglia, per nessuna ragione e di loro di parlarne con qualunque vampiro incontrino. Niente di quello che è accaduto ieri deve ripetersi »
« Mi lasciate in vita, quindi? » domandò lei. Klaus le si avvicinò a passo lento e la guardò con odio.
« Mi hai fatto trascorrere le ore peggiori della mia vita oggi. Prega affinché le nostre strade non si incrocino più »
 

Un’ora dopo Klaus era comodamente rilassato sul letto e attendeva che Elena facesse addormentare Raphael. L’unica cosa che desiderava in quel momento era poterla stringere e assicurarsi che fosse ancora li con lui e che non si trattasse di un sogno. Lei lo raggiunse pochi minuti dopo e gli si stese accanto, esausta.
« Dorme? »
« Come un angioletto » rispose lei, baciandolo. « con tutto quello che è successo oggi non sono riuscita a dirti una cosa »
« Cosa? » Elena portò le dita a sfiorare il ciondolo che portava al collo.
« È un regalo stupendo. Mi dispiace solo di essermi persa il momento in cui me l’hai dato »
« Non l’hai perso » ribatté lui, accarezzandole la guarcia con due dita. « l’avertelo dato in quel momento è stato più significativo che dartelo in qualsiasi altra situazione »
« Mi dispiace d’averti fatto soffrire così tanto » lo disse a bassa voce, quasi timorosa e lui si commosse e sorrise.
« La gioia che mi porti è immensamente più grande di qualsiasi sofferenza » le rispose, prima di baciarla.
 







Angolo autrice
Ho scritto l’inizio del capitolo piangendo insieme a Klaus, cercando di non farmi vedere da mio padre che era seduto accanto a me, solo che io, al contrario di Klaus, sapevo che Elena si sarebbe svegliata. È grave? Io credo di si.
Voglio ringraziare, come sempre, chiunque legga e apprezzi questa storia e le ultime due persone che hanno recensito: AmoTVD98 ed Elisetta Slitherin.
Il prossimo capitolo è già pronto, lo pubblicherò con la data del primo di luglio, non so se di notte o di giorno, e sarà l’ultimo (lacrimuccia). Quindi, spero di avervi commossi tanto quanto mi sono commossa io e a domani con la final season di Inside me =D
  
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