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Autore: rememberdecember    30/06/2012    9 recensioni
Lui è innamorato, ma ancora non lo sa. Una storia piena di gelosia e colpi di scena.
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ATTENZIONE: bromance abbastanza spinta, se non vi piacciono le storie slash, non leggete
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Niall Horan, Zayn Malik
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Anywhere else, but here.
 

Il diploma è tutto: stanchezza, obiettivi, studio, impegno, possibilità, futuro. Tutto racchiuso in quell'unico pezzo di carta. Il diploma, diploma, diploma. 
Avevo passato gli ultimi due anni parlandone ininterrottamente, costantemente con mia madre e finalmente c'ero quasi. Stavo per raggiungere il mio unico obiettivo di quei cinque infernali anni di scuola superiore. Me ne sarei andato, sarei scappato via da quella stupida cittadina inglese, quella strana, quella quasi sempre soleggiata al contrario di tutte le altre città della nazione. A volte mi chiedevo perché non potessi essere come tutti gli altri, perché di tante persone che c'erano in Inghilterra, Dio avesse scelto proprio me per essere il ragazzo strano. Quello che finisce su tutti i giornali per una straordinaria ricerca di chimica, ma che si fa mettere i piedi in testa dalla prima persona che lo prende in giro. Ma soprattutto mi chiedevo, anzi supplicavo di ricevere una motivazione sul perché io, mia madre e mio padre avevamo dovuto trasferirci proprio lì, a Bradford, la cittadina più stupida, più brutta e caotica che potesse capitare. Non potevamo rimanere nella tranquilla e verde Irlanda? No, sarebbe stato troppo bello vivere tra trifogli e zone poco "urbanizzate". 
Ormai però, erano quasi quattro anni e mi ci ero abituato. Avevo una vita un po' movimentata, ma quei pochi amici che tenevo stretti, mi bastavano per andare avanti senza mollare la presa. 

-Cambiati, veloce!- strillò mia madre dalla cucina riscuotendomi dai miei pensieri. 
Ero sdraiato sul letto, ancora in pigiama e osservavo il soffitto. Non avevo la minima voglia di alzarmi quella mattina, volevo rimanere a riflettere sulla mia vita tutto il giorno. C'erano tante cose che ancora non capivo in effetti...
-Niall, muoviti! Non costringermi a venire.-
Una di queste era proprio il motivo per il quale mia madre mi costringesse ad andare in chiesa ogni santa domenica, nonostante le avessi cordialmente spiegato il mio disinteresse per la religione.
Mi misi a sedere controvoglia e feci mente locale per scegliere i vestiti che avrei indossato di lì a qualche secondo. Non potevo mettermi indumenti troppo sciatti, ma nemmeno troppo eleganti. Prepararmi per andare in chiesa stava dinventando, col tempo, sempre più impegnativo, più di quanto lo fosse prepararsi per un appuntamento. 
Ma su quell'argomento, non ero molto preparato: non avevo appuntamenti da circa un anno e mezzo. L'ultimo lo avevo avuto con una ragazza che, dopo qualche giorno, era diventata la mia ragazza, senza che io ne sapessi nulla. 
Avevano organizzato tutto lei e mia madre, ovviamente. Quella donna non riusciva mai a stare fuori dalla mia vita. 
-Adelina Prismour è perfetta per lui- sghignazzava alle sue amiche oche, quelle del club del libro a cui si era iscritta appena mettemo piede in questa cittadina. 
Non che Ad fosse una brutta ragazza, oppure una poco di buono, semplicemente non era il mio tipo in quanto oca, frivola, sciocca e forse anche un po' stupida. Proveniva da una famiglia benestante, l'unica che ci aveva accolto decentemente quando io e la mia famiglia arrivammo in questo posto. 
Suonò il campanello, che mi destò dalla specie di trans in cui ero andato e così mi lavai in fretta e furia per poi infilarmi un paio di pantaloni color cachi e una leggera camicia bianca. Pettinai i capelli biondi in modo che rimanessero ben schiacciati verso il basso, presi il maglione e senza guardarmi troppo allo specchio scesi giu per le scale andando a salutare prima mia madre, poi Adelina che aspettava in salotto. Se ne stava lì in piedi davanti al divano, con il solito "vestito della domenica" , che cambiava colore a seconda del mese. Per esempio a Marzo era azzurro. 
Come al solito non avevo fatto in tempo a salutare mio padre il quale, tutte le domeniche, se la svignava e andava a lago a pescare con il padre di Adelina. Quei due facevano di tutto per evitare la chiesa la mattina.

Uscimmo di casa mia madre, io, Ad (mano nella mano) e sua madre, una donna sulla cinquantina terribilmente, quasi spaventosamente simile alla figlia. Erano praticamente identiche: stessi occhi chiari, quasi quanto il ghiaccio, stessi capelli lunghi e castani e stesso tremendo gusto nel vestire.
-Vado a salutare il parroco, amoruccio- trillò Ad con la sua voce stridula non appena arrivammo di fronte alla piccola chiesa. Le due donne la seguirono, poco dopo vidi mia madre girarsi verso di me, che me ne stavo sotto l'ombra di un albero a guardarmi intorno.
-Tu non vieni Niall?- chiese ad alta voce, così che tutti potessero girarsi verso di noi. 
Scossi la testa e continuai a guardarmi intorno: -No, mamma- dissi -continuo a cercare gli altri.-
Mia madre mi diede le spalle e raggiunse a passo svelto le altre due che intanto avevano cominciato una (di certo) interessante conversazione con il nuovo parroco. 
Io intanto cercavo i miei amici con lo sguardo, l'unica nota positiva della domenica mattina era che avevo modo di stare un po' in pace con i miei amici, in quei pochi momenti in cui non c'era Ad con me. 
Finalmente, da lontano scorsi Liam che (presumevo) da qualche minuto mi stava salutando con la mano. 
Mi avviai verso di lui a passo svelto e man mano che mi avvicinavo mi accorsi che con il mio migliore amico c'erano anche Louis ed Emma, il resto della "comitiva" .
-Eilà, ragazzi!- li salutai sorridendo ampiamente.
-Ciao Niall, come stai oggi?- mi domandò Liam, dandomi amichevolmente una pacca sulla spalla.
-Non c'è male, grazie- risposi piatto, come annoiato. 
-Hai fatto colazione stamane, amoruccio?- disse Emma, imitando il tono di voce di Adelina, continuando a sbattere le palpebre velocemente, mettendo in bella mostra quegli occhi che sembravano due grandi smeraldi. 
-Non prendere in giro la sua amata- rise Louis sistemandosi le sue quotidiane bretelle. 
-Già, come ti sentiresti se qualcuno prendesse in giro te con Lou?- la rimproverò Liam serio. 
-Andiamo Payne, non credo che a Niall dispiaccia per la sua Ad- scherzò Emma sistemandosi due ciocche ricce dietro le orecchie.
-No, infatti. Mi dispiace per me stesso- dissi serio per poi scoppiare nella mia solita risata convulsa, coinvolgendo anche gli altri tre. 
Stavo bene con i miei amici, li avevo conosciuti il primo giorno di scuola, il secondo anno delle superiori. Conobbi prima Liam e di conseguenza gli altri due. Tengo a sottolineare che grazie a me, al terzo anno, Louis ed Emma si misero insieme e da allora non si lasciarono più. La loro era la coppia perfetta, sia per quanto riguardava il carattere, sia esteticamente parlando. Erano belli, entrambi. Louis un ragazzo magrolino con i capelli castani e gli occhi azzurri più belli che avessi mai visto ed Emma invece una ragazza non troppo alta, con i capelli ricci, il colore che dava sul rame e gli occhi verdi e grandi. Erano due simpaticoni, gli piaceva scherzare ed avevano sempre la battuta pronta. 
Liam invece, era tutto il contrario: se ne stava quasi sempre sulle sue, timido com'era. Nonostante questo però, era il migliore amico che si potesse desiderare. Dava consigli e aiutava sempre tutti coloro che ne avevano bisogno.
-Mi è venuta un'idea geniale!- Louis s'illuminò guardandoci tutti ad intermittenza. 
-Tu che hai un'idea?- domandò ironica Emma alzando un sopracciglio, facendomi scoppiare di nuovo a ridere. 
-Ah ah- rise Lou falsamente -perché oggi non saltiamo la messa?- domandò senza smettere di far schizzare le sue iridi da un volto all'altro, cercando forse uno sguardo complice.
-Ma sei impazzito?! Se ci beccano sono guai- disse Liam, che non faceva mai niente che potesse compromettere la sua bella reputazione da figlio modello. Sua madre era una maniaca dell'ordine determinata ad allevare i figli (Liam aveva una sorella) come fossero canarini chiusi in una gabbia. 
-E dai Liam non fare il guasta feste- si lagnò Louis chiedendo ausilio con lo sguardo a me e alla sua ragazza. 
-Ce la svignamo appena inizia la messa e torniamo indietro prima che finisca, geniale no?- disse Emma rivolgendosi a Payne.
-Tu che dubitavi delle mie idee- la prese in giro il suo ragazzo per poi scoccargli un bacio a fior di labbra. 
-Che ne pensi Niall?- mi domandò Liam con fare minaccioso, come si aspettasse gli rispondessi che era una pessima idea. 
Però non era ciò che pensavo in effetti. Non mi avrebbe fatto di sicuro male passare un paio d'ore all'aria aperta, sapendo ciò che mi aspettava dopo la messa: un interessante pranzetto a base di pesce, pescato da mio padre e dal signor Prismour, insieme a tutte e due le beate famigliole. 
-Beh... Non lo so- ammisi incerto prima di essere incenerito dallo sguardo di Emma.
-Oh oh allarme ochetta- sussurrò coprendosi la bocca con una mano e alzando lo sguardo verso un punto alle mie spalle. 
Mi voltai di scatto e vidi Adelina avvicinarsi a noi con fare superbo e altezzoso. 
-Amoruccio, andiamo dentro o perderemo i posti alle prime file- disse prendendomi una mano, sistemandosi poi il ridocolo cappello azzurro con l'altra. 
-Tu vai pure tesoro- le dissi -arrivo tra un momento- la rassicurai, voltandole poi le spalle. 
Indispettita e forse un po' irritata se ne andò all'interno della chiesa.
-Penso che si possa fare- sentenziai infine, facendo ridere Emma. 
-Beh Liam, se tu non vuoi venire, puoi sempre entrare e coprirci le spalle nel caso qualcuno si accorgesse della nostra assenza- disse Louis prendendo la sua ragazza sotto braccio. 
-E lasciare Niall a fare il terzo incomodo? Ho capito, vengo anch'io- proclamò Liam avviandosi verso il cancello dell'entrata, dato che ormai tutta la gente che c'era qualche minuto prima era entrata in chiesa, lasciando deserto il piccolo spiazzo. 

**

Camminando lungo le stradine di Bradford mi accorgevo sempre di più di quanto fosse triste quella città. Quasi nessuno gironzolava la domenica mattina, se non qualche bambino fortunato con dei genitori a cui non interessava della religione. 
Distrattamente calciavo un piccolo sassolino, ripensando al fatto che da lì a poco avrei preso il diploma e probabilmente sarei andato a studiare a Londra, o -se avevo fortuna- anche più lontano. Diedi un calcio più forte al sasso che avevo difronte e lo feci schizzare dall'altra parte del marciappiede, colpendo di striscio una volvo nera malamente parcheggiata in divieto di sosta. La riconobbi subito e non appena vidi lo sportello aprirsi mi si raggelò il sangue.
Emma mi guardò con fare preoccupato, mentre Liam e Louis si misero sulla difensiva, assottigliando lo sguardo. 
Un ragazzo alto e moro, con i capelli sistemati in un ciuffo fissato verso l'alto, scese dalla macchina e quando si voltò e si accorse della nostra presenza c'incenerì con lo sguardo. 
-Ma guarda un po'. Horan e la sua banda- disse schioccando la lingua e togliendosi gli occhiali da sole. 
Zayn Malik aveva lo sguardo più magnetico e maligno che avessi mai visto, i suoi occhi ambrati e la sua pelle scura gremita di tatuaggi lo facevano un ragazzo spaventoso con un'aria da prepotente. Effettivamente lo era. Ma non il solito bullo, no. Zayn amava sfottere la gente, corrodere lo spirito delle persone dall'interno, non aveva mai usato la violenza fisica, solo quella verbale. E quando la lingua di Malik sputava veleno, non c'era vittima che la scampasse. 
-Scusa non l'ho fatto apposta- dissi piano riferendomi al sasso che aveva leggermente urtato la sua auto.
Sembrò non badare a ciò che avevo appena detto e si avvicinò velocemente a noi, a me. Mi si parò a un palmo dal naso si accese una sigaretta. Mi sbuffò un po' di fumo in faccia, ma feci finta di niente. Non volevo scansarmi e dargli la soddisfazione di fargli vedere che avevo una paura tremenda di lui. 
-Perché non sei in chiesa con quella sgualdrina della tua ragazza?- chiese tranquillo, senza allontanarsi. Puntava i suoi occhi profondi e marroni nei mie blu e il mio cuore prese a battere velocemente, come emozionato. C'era qualcosa nel suo sguardo di dannatamente magnetico e la cosa m'incuteva timore. La gola mi si seccò e cercai invano di deglutire. 
-Non la conosci, come fai a dire che è una sgualdrina?- domandò Emma ad alta voce, facendo in modo che Zayn si allontanasse da me e la guardasse torvo. 
-Andiamo Ems, lo sanno tutti che la odi anche tu- le disse facendole l'occhiolino ed enfatizzando quel soprannome che usava sempre per chiamarla e che dava tanto, davvero troppo fastidio a Louis che s'irrigidì di colpo.
-Non chiamarmi mai più in quel modo- scandì Emma prendendo un lembo della maglietta di Louis, come per calmarlo. 
-Non vorrei far ingelosire ancora il tuo fidanzato- sospirò il moro in modo cansonatorio. 
-Zayn perché non torni in macchina?- sentimmo una voce femminile provenire dalla volvo nera parcheggiata lì davanti. 
Malik alzò gli occhi al cielo prese un'altro lungo tiro dalla sigaretta e poi la gettò a terra vicino ai miei piedi. Mi guardò un'altra volta passandosi la lingua sulle labbra in un gesto terribilmente sexy. 
-Ci si vede a scuola sfigati- disse per poi voltarci le spalle e tornarsene in macchina a scopare con la troia di turno. 

Note.
NON HO RESISTITO! Dovevo assolutamente postare questo prologo, ce l'avevo in mente da... troppo tempo, vi assicuro che già ho buttato giù gran parte della storia perciò tranquille, non vi farò (spero) aspettare molto per i capitoli successivi! :) Allora, che ne pensate? Premetto che questa sarà una slash! Perciò a chi non piacciono le bromance spinte, mi dispiace ma questa storia non farà per voi c: prima o poi avrei dovuto farlo ahaha è la mia prima long slash, perciò spero almeno di avere qualche commento positivo, perché sinceramente non sono molto convinta di essere in grado di farlo. Boh ci proverò. Grazie in anticipo a chi recensirà, a chi seguirà e a chi preferirà :) Un bacione,
Mandy.
  
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