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Autore: fila    30/06/2012    10 recensioni
La guerra è finita e i Vendicatori hanno vinto. Ma ogni guerra lascia rovine e lutti, Steve Rogers non è disposto a rimanere con le mani in mano mentre la popolazione soffre. Escogita, quindi, un brillante piano per aiutare. Peccato che anche tutti gli altri Vendicatori verrano coinvolti.
Buona lettura.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vendesi Vendicatori

 

 

 

«Che tristezza» disse Steve con un sospiro. Fuori dalla vetrina del diner di Jo i bulldozer abbattevano l'ennesima costruzione pericolante.

«La tua fidanzatina ha sbagliato la miscela del tuo caffè, stamani?» chiese Tony e fissò scettico la tazza posata sul tavolo, di fronte al compagno di squadra. «Il profumo sembra buono. Ma forse il problema è legato all'assenza di un biscottino da inzuppare...»

Steve scosse la testa e indicò la città al di fuori del locale. «Abbiamo salvato il pianeta, ma a quale prezzo per la popolazione civile? Ci vorranno mesi, anni, probabilmente, perché la situazione si normalizzi. Case, uffici, negozi: tutto distrutto anche a causa nostra.»

«Quindi adesso sarebbe colpa nostra se un branco di esseri alieni ha invaso la Terra? Prenditela con quelli di Asgard: quel pazzo di Loki è da lì che arriva. Thor, sappilo, è colpa tua» rispose Stark, piccato.

«Non è colpa nostra! Ve l'ho già detto che Loki è stato adottato, vero?» bofonchiò il biondo asgardiano e addentò, con gusto, un hot dog.

«Li abbiamo fermati: non credi che sarebbe stato molto peggio se non fossimo intervenuti?» chiese Bruce. «Su una cosa, però, hai ragione: la guerra non è mai giusta. Sono sempre i deboli a pagare il prezzo più alto.»

«Allegria! Guardate che abbiamo vinto: non dovremmo festeggiare?» replicò Tony. «Non ricordo di aver letto nei libri di storia che alla fine della Seconda Guerra Mondiale i soldati trionfanti si siano pubblicamente flagellati per le strade!»

Steve sospirò, si alzò e andò in cucina da Jo.

«Come mai oggi sei così triste?» chiese la ragazza mentre sfornava una teglia di muffin ai mirtilli.

«Ieri sono andato in un istituto dove sono ospitati i bambini rimasti orfani durante l'attacco. I piccoli erano felici di vedermi e mi hanno fatto un sacco di domande e richieste, ma la paura e l'angoscia che ho letto nel profondo dei loro occhi mi accompagna da allora. Ti sembra così sbagliato che senta di non aver fatto abbastanza per tutti loro?» chiese Capitan America e affondò il viso nei capelli della sua fidanzata.

Lei lo abbracciò in silenzio.

«Ehi, "Mister si può fare di più", stiamo andando. Vieni con noi o preferisci farlo con l'agente March?» urlò Tony e si sentì il rumore di sedie che si scostavano.

Steve baciò Jo sulla fronte e fece per allontanarsi.

«Troverai la soluzione giusta» disse la ragazza.

«Come fai ad esserne sicura?» chiese il capitano Rogers.

«Perché tu sei Capitan America» rispose Jo convinta e gli stampò un bacio sulle labbra.

«Grazie» le sussurrò lui.

«Per il bacio o per le parole?»

«Per esistere» disse Steve e sorrise rasserenato.

 

Due sere dopo, Steve entrò nel diner con un sorriso raggiante. «Ho trovato la soluzione!» annunciò trionfante.

«Interessante, per cosa? La fame nel mondo, il conflitto israelo-palestinese o l'istituzione obbligatoria dei rapporti prematrimoniali?» domandò Tony e si pulì la bocca con il tovagliolo.

«Smettila» lo rimproverò Bruce. «Allora, la tua soluzione?» chiese, poi, con un sorriso rassicurante.

«Un picnic!»

Nel locale cadde il silenzio. Tutti i Vendicatori si guardarono, perplessi, senza capire il senso delle parole di Rogers.

Poi Tony scoppiò a ridere. «Cioè, fammi capire, vuoi che tutti noi andiamo a mangiare panini e sottaceti a Central Park?»

«Non per noi, per la popolazione di New York»

«Sì, hai ragione. Questo migliorerebbe moltissimo la loro situazione attuale» replicò Stark con tono sarcastico. «Mi sa che troppo ghiaccio ti ha dato alla testa!»

«Ok, bella battuta. Seriamente, cosa ne pensate?» chiese Steve e guardò negli occhi i suoi compagni uno ad uno.

«Veramente...» cominciò Occhio di Falco.

«Perché non ci spieghi meglio tutti i dettagli?» intervenne Natasha, togliendo tutti dagli impicci.

«Dettagli? Basta fare il solito, vecchio picnic» rispose Steve, stupito.

«Certo, il solito picnic anni '40. Fammi pensare, quanti dei presenti sono nati prima di allora? Nessuno! Forse il Dio laggiù» disse Stark e indicò Thor che stava bevendo un'enorme boccale di birra. «Non ho idea di quando sia nato o di come trascorra il flusso temporale su Asgard. In ogni caso dubito che il gigante biondo conosca le scampagnate. A proposito: come sono le formiche su Asgard?»

«Formiche? Scampagnate? Non intendo il tuo favellare; sono forse strategie di guerra, uomo di ferro?» chiese Thor, stupito.

«Non avete mai preso parte o fatto un picnic di beneficenza?» domandò Steve, incredulo.

Gli occhi di tutti i Vendicatori tornarono a fissarlo, perplessi.

«Ognuno dovrà preparare personalmente un cestino di leccornie...» cominciò a spiegare Rogers.

«Non cucino» intervenne Tony. «Per fare ciò pago fior fiore di cuochi o vengo a trovare l'agente March.»

«Concordo! Sono un guerriero temuto tra gli Asi, sono le femmine o i cuochi a imbandire il desco» interloquì Thor.

«... e lo vendiamo al miglior offerente...» proseguì, imperterrito, Steve.

«Non credo che ci sia un essere umano sano di mente che voglia acquistare ciò che cucina Hulk» intervenne Bruce.

«Ammettiamo che qualcuno sia così pazzo da voler assaggiare ciò che ha cucinato Clint, non vedo come questo possa essere d'aiuto per i civili» disse Natasha.

«Ehi, la mia cucina è ottima!» protestò Occhio di Falco.

Steve li guardò. «Davvero non capite? Saremo noi la differenza. Ciò che verrà battuto all'asta sarà il cibo e la nostra compagnia. In questo modo faremo una donazione economica e la gente ci sentirà realmente vicini!»

Calò, nuovamente, un silenzio di tomba.

«Ti devo le mie scuse, Acqua Cheta! Ho sempre pensato che tu fossi tutto "Patria, Onore e Famiglia" e invece scopro che sei aperto al, come definirlo senza essere rudi, mercimonio del tuo corpo!» commentò Tony e gli diede una pacca sulla spalla. «Potrei aggiungere una clausola al tuo picnic benefico? Esigo solo donne giovani e attraenti.»

Il capitano Rogers arrossì. «Ma cosa hai capito!» esclamò, scandalizzato. «Sarà un semplice pasto sull'erba con cortesi chiacchiere con il nostro ospite.»

«Quindi, secondo te, esiste una donna che avendomi a sua disposizione per l'intero pomeriggio, passerebbe il suo tempo chiacchierando amabilmente del più e del meno?» chiese Iron Man. «Sicuro che l'Hydra non ti abbia lobotomizzato o fatto qualcosa di peggio, quando sei stato fatto prigioniero?»

«Con Steve passerei più che volentieri un pomeriggio a parlare del più e del meno, signor Stark» intervenne Jo con un tono che sottintendeva "prova a replicare e ti rovescio il caffè bollente sui pantaloni" e posò la brocca che stata trasportando così violentemente, che metà della birra si rovesciò sul tavolo.

Tony scostò rapidamente la sedia per non sporcarsi. «A quanto pare i vecchi detti sono veri: Dio li fa e poi li accoppia.»

«Adesso basta! Con me puoi anche fare il furbo, ma non osare mai più parlare in quel modo a Jo!» disse Steve e si avvicinò minaccioso al compagno di squadra.

«Che paura: cosa vuoi fare, lavarmi la bocca con il sapone?» chiese Tony con la punta del naso che sfiorava quella di Capitan America.

«Ci risiamo» commentò Bruce con un sospiro e si alzò per separare i due.

«La trovo un'ottima idea: mostriamo al mondo il volto umano dei suoi paladini» disse una voce.

Tutte le teste si voltarono verso l'ingresso del diner e videro Nick Fury appoggiato alla porta d'ingresso.

«Non sono aduso essere venduto come uno stallone qualsiasi» brontolò Thor.

«Se lo stupido di turno allunga le mani, sarò costretta a mandarlo all'ospedale; non credo sarebbe una buona pubblicità per lo SHIELD» commentò Natasha.

«Gli appuntamenti al buio mi innervosiscono. Molto. C'è il rischio che l'erba non sia la sola cosa verde sul prato... Mi sembra troppo rischioso» aggiunse Bruce.

«Non chiacchiero con la gente: lascio che siano le mie frecce a parlare per me. Pensi che qualcuno apprezzerebbe?» chiese Clint.

«Sono un playboy! Sono IO che scelgo le mie compagne e MAI il contrario. Ho uno stile e una reputazione da difendere» esclamò Tony.

«Non è un invito, è un ordine!» intervenne Fury.

Ricominciarono le proteste e le recriminazioni.

«Il capitano Rogers ha ragione: è un dovere alzare il morale dell'intero pianeta. Dimostrate al pianeta che non stiamo abbandonando la popolazione civile» spiego Nick. «In questo modo chiuderemo anche la bocca a chi accusa lo SHIELD di avere intrallazzi economici nella ricostruzione di ciò che è andato distrutto.»

«Va bene, un pomeriggio» disse Tony.

Tutti gli altri Vendicatori si voltarono a guardarlo, stupiti. Steve sorrise, soddisfatto.

«Trovo fondamentale in una squadra, però, che il capo dia il buon esempio. Che cosa preparerai nel tuo cestino, Fury?» continuò Stark con un sorriso sornione.

«Cosa?» chiese Nick, preso in contropiede.

«Tutti dobbiamo impegnarci per il futuro dell'umanità; pensa che ritorno d'immagine per lo SHIELD, quando il suo capo in persona nutrirà, amorevolmente, una simpatica vecchietta» spiegò Tony con un lampo di cattiveria negli occhi.

«Ma... Vi farò sapere il giorno» disse Fury sconfitto e uscì dal locale.

Tutti scoppiarono in una risata.

«Sei grande, Stark!» si complimentò il dottor Banner. «Sicuramente questo sarà il primo e l'ultimo dei picnic di beneficenza dei Vendicatori.»

«Seriamente, non capisco cosa ci troviate di male» commentò Steve, stringendosi nelle spalle.

 

Una settimana dopo tutta America era tappezzata di cartelloni che pubblicizzavano l'evento.

«Mi sembra di dubbio gusto lo slogan "Vendesi Vendicatori" sotto la nostra fotografia» commentò Natasha adocchiando un cartellone che si vedeva dalla vetrina del diner.

«A quanto pare l'ufficio per le pubbliche relazioni dello SHIELD ha voluto impostare in questo modo la campagna informativa» commentò Clint. «Forse, fare incavolare Fury non è stata un'idea tanto brillante.»

«Invero avete strani comportamenti qui su Midgard: non capisco perché, tutte le fanciulle che incontro mi pongano sempre lo stesso strano quesito» intervenne Thor mentre divorava il terzo piatto di uova strapazzate con il bacon.

«Cosa vogliono sapere?» chiese Bruce, incuriosito.

«Riguarda il mio abbigliamento: se indosserò o meno una maglietta il giorno del picnic» rispose l'asgardiano. «Steve tu che sei l'esperto, qual è l'abbigliamento consono? Sembra che desinare semisvestiti sia l'ideale...»

Seguì un silenzio imbarazzato.

«Josephine, comprerai il mio cestino?» chiese Steve, per sviare l'argomento.

La ragazza gli sorrise. «Ci proverò.»

«Provarci?» chiese Rogers, interdetto.

«Temo di non avere un conto in banca adeguato» sospirò lei.

«Buongiorno, mi passi il direttore Rockfellers. Sono Stark» disse Tony parlando al cellulare. «Direttore, voglio che venga aperto immediatamente un conto, a credito illimitato, a nome della signorina Pepper Potts. Molto bene, attendo al più presto i dati e la carta di credito.»

Tony chiuse la comunicazione e si rese conto che tutti quanti, nel locale, lo stavano guardando.

«Agente March, la sua liquidità non sarà adeguata, quella di Pepper sì» spiegò. «Ve lo avevo detto che sono sempre io a scegliere la donne! Mica come certi ghiaccioli di mia conoscenza» aggiunse e fece l'occhiolino a Jo.

 

Note Questa storia è nata da una chiacchierata con le amiche su Fb: una amica aveva letto "cercasi Vendicatori" invece di venditori. Nella mia testolina le due parole "vendere" e "Vendicatori" si sono associati, e questo è ciò che è venuto fuori. Spero vi sia piaciuto. Dalla stessa frase è nata anche "Cercasi Vendicatore" di Vannagio che consiglio a chiunque di leggere.

Il personaggio di Josephine March, detta Jo, è di proprietà di Ottonovetre, se volete saperne di più leggete le sue storie "La cameriera del diner" e "Colazione di lavoro". Grazie mille per la gentile concessione.

Ringrazio Vannagio per il suo aiuto e incoraggiamento.

Grazie per avermi letto.

 

 

 

 

  
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