- Scegli un fandom
- Scegli 10 personaggi dando loro un numero da 1 a 10.
- Prendi il lettore MP3 impostandolo sulla "modalità random"
- Durante la durata del brano devi scrivere una drabble/flashfic
ispirandoti ad
essa utilizzando i personaggi numerati associati al genere/prompt.
GENERI/PROMPT
1. Angst (5)(8)
2. AU (3)(7)
3. Crack!fic (4)(9)
4. First Time (3)(6)
5. Fluff (8)(10)
6. Genderbend (1)(5)
7. Horror (4)
8. Hurt/Comfort (2)(7)
9. Threesome (1)(6)(10)
10. Smut (2)(9)
Sora
non aveva compreso il reale significato della Digipietra
dell’Amore,
non capiva cosa significasse amare. Non solo nel senso romantico e
più noto, ma
quello intrinseco che comprende anche il voler bene e si estende al
prossimo,
qualunque prossimo. Ecco perché entrò in crisi e
c’era voluto l’attacco di
Vamdemon a farle capire che ciò che sua madre aveva fatto,
ferendola, era solo
il modo che ella aveva per proteggerla. Perché la amava.
Inconsciamente si
comportò allo stesso modo con Pyomon e comprese,
superò la paura del non sapere
cosa fosse quel forte sentimento. In quel momento, però, si
sentì nuovamente
terrorizzata.
Guardandosi allo specchio non vedeva più
l’immagine familiare di una
giovane donna in fiore, ma i tratti di un uomo che non riconosceva fino
in
fondo.
Non era lei quello!
Come potevano gli altri volerle, volergli, bene come prima se non era
più
-Sora.-
Mimi gli cinse i fianchi e l’abbracciò da dietro,
Il calore della sua
guancia liscia e vellutata gli causò un brivido di piacere
ed infuse nel suo
corpo un po’ di pace.
-Tutto bene?-
“Tutto bene” e “Adesso
sì” erano risposte troppo banali. Sora si
voltò
e l’abbracciò forte, premendo il viso fra i
capelli morbidi e profumati di lei
che lo stregarono, tranquillizzandolo, almeno un poco.
Forse al momento andava tutto bene, forse dopo si sarebbe disperato, ma
in quel momento si sentì al sicuro.
Amava profondamente Mimi e, uomo o donna che fosse diventato, era
passato tanto tempo ormai, ciò non cambiava quello che
provasse. E neppure a
lei importava tanto, a quanto pareva.
Taichi percorse il campo di battaglia in preda al profondo terrore che
fosse tutto finito. La rivolta era in atto, al culmine del suo corso,
ma se lui
fosse morto, per Taichi tutto avrebbe perso significato. Il mondo
sarebbe
finito lì. Pensiero egoistico o meno, che il resto andasse a
farsi fottere, era
per lui che lottava ed impugnava le spade.
-Kooooooooou!- gridò e gridò e gridò
ancora per altri interminabili
minuti e poi lo vide, accovacciato a terra con gli artificieri.
-Koushirou!- esclamò, felice ed esasperato al tempo stesso,
si fermò a
pochi passi da lui col fiato corto e le mani poggiate sulle ginocchia.
Koushirou lo degnò d’un sorriso, diede fuoco alla
micia e la polvere da sparo
brillò.
Un boato assordante e il cancello del palazzo delle tenebre fu
sfondato. L’esercito di guerriglieri si riversò al
suo interno, prontamente
accolto dalle truppe del Demone dell’Inferno di Ghiaccio.
Koushirou sfoderò la
spada –Manca poco, Taichi. Io, Yamato e Jou ci occuperemo dei
generali, mi
raccomando.-
Taichi non dimenticò mai l’espressione concentrata
del suo volto
chiaro, i suoi occhi scuri acuti come punte di spillo e i suoi capelli,
quei
suoi meravigliosi capelli fiammanti. Non avrebbe mai dimenticato
Koushirou
Izumi, il primo martire immolato al demone in quella lunga, estenuante
notte.
Taichi tagliò la testa al tiranno infernale in preda
all’ira e la mostrò al
popolo, inebriato dall’estasi della vendetta.
Vendetta, per lui.
Non gli importava nulla di rischiare molto, era cieco, Metalseadramon
era stato ferito e per lui contava questo e questo soltanto.
Uccidere chi lo aveva ridotto in quello stato.
Uccidere.
Uccidere!
Uccise molti digimon quella notte per vendicare un torto subito da solo
una creatura, la sua creatura. L’ira si placò solo
quando il suo possente corpo
si distese accanto a quello dell’altro drago,
l’unico che possedeva la chiave
di lettura dei suoi sentimenti celati dietro ai complicati calcoli, al
sicuro
dentro la robusta corazza. L’unico che riusciva
nell’utopica impresa di essere
amato.
La
luce e le tenebre sono le due facce uguali della stessa medaglia,
come il coraggio e la paura. Jou era sicuramente un pavido
ipocondriaco, ma
era, innanzitutto, un uomo capace di sputare in faccia al terrore se
necessario.
Amava questo suo lato irrazionale e sapeva che sarebbe riemerso, pian
piano, anche dall’insicurezza in cui versava, aggrappato alle
lenzuola come
fossero un’ancora, una fune di fuga, l’appiglio per
sfuggire al precipizio.
Gli baciò le clavicole, il collo, le labbra arrossate.
-Jou.- lo chiamò con calore –Jou, tranquillo.- gli
cinse le mani fra le
sue -Tranquillo.-
Oh, Jou si sarebbe tranquillizzato, si sarebbe mosso al suo ritmo, Jou
avrebbe rivelato il suo coraggio, bastava solo avere la pazienza di
tirarglielo
fuori poco a poco.
-Non voglio farti male…- protestò.
-Se mi farai male te lo dirò.- mentì Taichi
sdraiandosi supino sul
letto. Se glielo avesse detto, Jou si sarebbe fermato, era troppo
buono, troppo
attento agli altri, lo conosceva troppo bene.
Hurt/Comfort
(Piemon/Koushirou) The little things you give away (Linkin Park)
Povero, stupido, piccolo umano…
Perdere se stesso pezzo per pezzo, smarrire l’amore, smarrire
l’amicizia,
i ricordi più cari, poco a poco dimenticare le persone che
davvero contano, un
ricordo alla volta, dai più insignificanti al motivo stesso
per cui ci si è
venduti al nemico…
Piemon odiava i digiprescelti, ma il coraggio sapeva riconoscerlo,
eccome! Solo per questo, e anche per divertirsi, in principio, aveva
deciso di
tenere accanto a sé quel genietto così giovane e
promettente. Vederlo
appassire, voleva questo.
Lo strinse fra le braccia, non era molto convinto in quel momento,
aveva potenziale il ragazzo e parecchio. Non rammentava più
chi era prima,
aveva scordato anche quello. Erano i patti per salvare la sua preziosa
digiprescelta della Sincerità. Se stesso in cambio della
conoscenza per
debellare il virus che la uccideva.
Una vita per una vita e il debito è saldato. Non ricordava,
e forse era
meglio così.
Smut (Piemon/Yamato) Star
Rider ( Kat-tun)
Una frase arrogante e al contempo romantica e schifosamente perversa,
con quel doppio senso che però non stonava.
Doveva concederglielo, ma era addirittura di buongusto. Si
lasciò
portare, quindi, al suo osservatorio, si lasciò guidare,
sbattere… sì, era un
doppio senso anche quello, la schiena gli dolse un poco
all’urto con… si voltò
appena per controllare “Sono il primo uomo a farsi fottere su
Saturno da un
alieno!” pensò, troppo preso per pensare di aver
solo concepito un pensiero
così assurdo. E poteva dire di vedere le stelle, le vedeva
in tutti sensi, ad
occhi chiusi e aperti. Ignorò la voce che gli diceva che
avrebbe dovuto
ripulire, l’unica sua preoccupazione era di non perdere
troppo la testa.
Non perdere
Un gemito.
troppo
Le dita bianche affondarono in lui, sussultò violentemente
ed emise un
forte mugolio. Piemon sorrise, lo baciò, andò
più a fondo.
-Le vedi?- domandò
il senno.
Forte, sempre più forte, sempre più a fondo.
-Girati.- gli sussurrò all’orecchio.
“Protesta
almeno un po’!” si
raccomandò.
Obbedì, offrendogli l’indecente spettacolo delle
sue natiche chiare e
morbide come mezzelune pallide ed invitanti. Piemon gliele strinse con
delicatezza, le adorava, glielo diceva spesso.
Anche troppo spesso.
E adorava accarezzarle, le definiva il suo tesoro più
prezioso ed era in
quei momenti che entrava in lui e Yamato si rimangiava
l’adorazione per
maledirlo, anche se solo per un poco. Quel bastardo se lo giostrava
abilmente e
lui si lasciava condurre.
Il suo sesso premeva contro Saturno, doleva, ed era eccitante. Si morse
le labbra.
Non perdere il senno.
“Oh,
fottiti!”
Lo perse, indecentemente.
Crack!Fic
(Vamdemon/Yamato) Favola (Modà)
C’era una volta, è una storia assurda, badate a
voi, un uomo di tenebra
con la pelle blu dei morti e le zanne al posto dei denti. Stava una
notte
cavalcando nel bosco quando udì una voce cantare. Lo vide,
là, in cima ad una
torre, con una corona di fiori in testa e gli animali
tutt’intorno rapiti dalla
sua voce. Scese allora dal Devidramon suo fido destriero e incrociati
gli occhi
con il giovane decise di possederlo. Gli prese le mani e gli
domandò, fatto d’amore -Posso succhiare il tuo
sangue?-
Era una richiesta d’amore la sua, una richiesta delicata, non
si chiede
mica al primo che passa. Lui lo guardò, senza dire parole e gli
ficcò un palo
di frassino digitale nel cuore, spezzandoglielo.
-Mio padre non vuole che parli agli sconosciuti!- esclamò e
riprese a
cantare per accogliere il padre, che non era davvero il genitore. Non
si
somigliavano affatto. Certo, tutto quel cerone bianco poteva trarre in
inganno
i più, ad ogni modo, quegli giunse ai piedi della torre ed
esclamò –Yamato,
butta giù la treccia e fammi salire!-
E qui la nostra storia finisce, perché sarebbe disdicevole
raccontarvi
i dettagli scabrosi di ciò che accadde in seguito.
Angst (Mugendramon e Sora)
Bye Bye Beautiful (Nightwish)
Gie era morto, era morto, era morto e il cervello razionale di
Mugendramon andò in tilt.
Gie era il suo digiprescelto e il loro legame era solido quanto
bizzarro. Spezzato il filo, il cortocircuito che ne derivò
lo trascinò in una
spirale di pazzia.
Sora Takenouchi non c’entrava non era colpa sua, ma anche lei
possedeva
l’Amore, come Gie. E c’era, l’aveva
scoperto da poco, un rito. Non era un mago,
ma sapeva come strappare un cuore senza far scomparire il corpo del
sacrificio.
Questo doveva essere vivo, affinché si potesse compiere
l’importante passaggio.
Lei piangeva, ma a lui non importava, gli importava solo di lui e poi,
poi lo
vide.
Gie scosse il capo. Non voleva tornare a quel prezzo.
Mugendramon tese la zampa artigliata mentre lui scompariva ed
invocò il
suo nome, disperato.
Horror (Vamdemon)
Trottolino Amoroso (Amedeo Minghi e Mietta)
I suoi occhi!
Lo guardava e lui provava terrore. Lui! Paura?! Vamdemon non conosceva
la paura abbastanza bene, ecco perché la temeva. Non voleva
più provare quel
brivido di freddo lungo la schiena e le viscere rivoltarsi
nell’addome. Decise che
doveva impedirle di fargli del male, impedirle di diventare la sua
morte.
Eppure, anche così piccola, Tailmon riusciva a metterlo con
le spalle
al muro e la frusta era la sua sola difesa. Ostentava disprezzo ed
odio, ma la
notte lei era nei suoi incubi, enorme palla di pelo arruffato, gli
artigli duri
e affilati, intenta a scavare nel suo petto, le sue fauci feline
ghermivano
ghignanti il suo cuore.
Threesome
(Mimi/Jou/Metalseadramon) Titanium (David Guetta ft. Sia)
Non fa male, non fa affatto male. Non mi tocca minimamente.
E’ solo che… è solo che si è
preso cura di me.
E’ solo che ho cercato di ucciderli tutti e lui non ha
esitato ad
aiutarmi quando steso sulla banchina, aspettavo scoccasse la mia ora.
Lei era
con lui e c’erano anche i loro amici. Capirono subito chi
ero, ma lui ha deciso
che doveva curarmi e non ha detto una parola, né mi ha chiesto
spiegazioni.
Oh, Mugendramon, da quando… da quando sei… andato
via, sono rimasto
solo. Ed è passato tanto tempo ormai. La mia grotta, la
nostra grotta, è sempre
vuota e triste da quando non ci sei. Per un attimo ci ho pensato, sai,
di aver
trovato qualcuno, ma …
Le ferite mi dolgono, non posso mentire, ma non soffro fisicamente
più
di quanto non voglia spaccare tutto per la rabbia e la delusione. Ho
bisogno di
avere qualcuno accanto. Ma non posso avere né te,
né lui, perché c’è lei e io,
se la uccidessi, non onorerei il mio debito. Mi odierebbe e sono stanco
di
essere odiato. La solitudine fa male, lo vedi? Divento
“schifosamente
sentimentale” come non ci piaceva a noi, a me e a te. Non
deve saperlo nessuno
però. Sono Metalseadramon, sono crudele, sono malvagio, il
mio cuore è freddo e
duro!
Note: Mi
è appena partito il tasto N della tastiera e il caldo mi ha
fuso il cervello. Volevo riprovare a fare questo meme e ho riso come
una scema quando mi è uscita la canzone "trottolino
amoroso". La adoro, è un caro ricordo d'infanzia, ma
l'abbinamento... per non parlare di favola XD
La parte su Kou e Tai mi viene da ambientarla nell'epoca Sengoku, e il
nemico mi viene da immaginare fosse Vamde, povera stella... Per Sora,
ci sono tanti motivi per cui può essere diventata un uomo,
fate voi. Per me l'hanno trasformata u.u
Poi... Yama è adulto è vaccinato e con Metal sono
una carogna. La vicenda si svolge molto tempo dopo che Mugen per
salvarsi la pelle si unisce a Chimeramon (beh, mi verrete a dire che fu
un altro Mugen, ma io non mi schiodo, l'angst chiama) e
perciò, anche se non è proprio morto, da Metal
non tornerà più (se, col fischio che lo permetto
>_>)
Ok, scusate, mi sciolgooooo Q^Q
Attenti ai gattoni arruffati!!