- Frocio! Senzapalle!
Stronzo! -.
Gli insulti si
susseguono rapidi e violenti, ogni parola sputata come gocce acri di
veleno dalle labbra rosso cupo di Mila. Gli occhi scuri
dell’indiana lampeggiano di rabbia: è un miracolo
che non l’abbia ancora preso a pugni, oggi.
Aniello la
fissa e si asciuga il sudore dalla fronte con un fazzoletto –
non si è ancora abituato al clima di Delhi, è
stato lui stesso a dirglielo. Non sembra minimamente toccato dal suo
ennesimo attacco di rabbia. Questo, ovviamente, peggiora solo
l’umore di Mila.
Lei urla
ancora, più forte – qualche passante si volta a
guardarli, la riconosce e torna alle proprie occupazioni, come se la
sua identità spiegasse tutto -, e lui si limita a
osservarla, con un sorriso appena accennato. I suoi occhi sono piccoli
e neri, nota Mila mentre riprende fiato, nascosti dalle lenti rotonde
dei suoi occhiali: occhi banali ed insignificanti per un piccolo
commercialista banale ed insignificante.
Eppure, sono
così caldi e sereni. Non la guardano con la seccata
condiscendenza che animava gli occhi di suo padre, né con lo
sguardo affascinato e affascinante di Djivan Subotnik –
quell’uomo che l’ha sempre osservata in modo
così acuto e preciso, che l’ha sempre fatta
sentire nuda e per qualche istante perfino vulnerabile, come fosse una
cavia da laboratorio più carina della media.
Mila non
capisce esattamente cosa sia quella fievole luce negli occhi
dell’italiano. Non sembra lussuria, ma allora
cos’é?
Non lo sa ma,
per qualche assurda ragione che nemmeno lei riesce a comprendere, non
ha più voglia di gridare.
Riesce a
capire solo qualche settimana dopo. Non ha smesso di picchiare Aniello,
né di gridare. Eppure, le sembra di metterci sempre meno
forza, è come se non fosse più la stessa cosa.
Il
commercialista ha un livido violaceo su uno zigomo e un taglio
rossastro sopra un sopracciglio – è una ferita
superficiale, meno grave di quanto sembri, e Mila quasi non riesce a
credere di esserne l’autrice. Ma non è questo che
guarda, quando Aniello le chiede di andare in Italia con lui.
Mila
osserva i
suoi occhi – piccoli, neri, più scintillanti che
mai – e dice di sì.