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Autore: inbadlounds    02/07/2012    8 recensioni
Kurtastian | AU | Angst
Il giorno in cui ci separammo senza dirci “a domani”,
pensai che ci sarebbe stato lo stesso un domani,
ma la cosa non era così scontata.
Dentro di me, si ripete il ricordo
tanto triste quanto bello…
Dell’ultima scena.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kurt Hummel, Sebastian Smythe
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Last scene

 
Il giorno in cui ci separammo senza dirci “a domani”,
pensai che ci sarebbe stato lo stesso un domani,
ma la cosa non era così scontata.
Dentro di me, si ripete il ricordo
tanto triste quanto bello…
Dell’ultima scena.

 
5 marzo 2012
Kurt Hummel.
Dalton, ultimo anno.
 
Nevica, nonostante siamo già a marzo.
Nevica, mentre stringo forte i nostri attestati del diploma.
Nevica e non smetto di pensare a te.
 
I Warblers sono tutti euforici in questo momento, sai?
Non fanno altro che parlare dell’imminente gara di canto corale che si terrà nel pomeriggio.
Blaine mi si avvicina e mi chiede se voglio andare da qualche parte, con loro.
 
Rispondo di no.
«Scusate, io devo prima consegnare questo…»
Indico i fogli e loro capiscono.
Eppure, Trent riesce a chiedere se è davvero tuo.
Davvero, dove abbia il cervello quel ragazzo, non lo so proprio.
«È di Sebastian, vero?»
La sua domanda mi bombarda il cervello, come un martello pneumatico.
«È di Sebastian, vero?» «È di Sebastian, vero?»

Ancora non mi sembra vero, ma tu non sei qui.
E tutto è successo… appena due mesi fa.
 
Mancava poco al diploma e alcuni di noi, già sicuri di quale strada imboccare, furono incaricati di organizzare il party di fine anno della nostra classe.
Decidemmo di fare un video che riprendesse dei momenti di quotidianità.
 
«Allora è deciso! Il pezzo forte sarà il video con le riprese che il professore ha effettuato durante le attività scolastiche» disse Wes, dando un colpo di martello.
«Dovremmo fare un bel lavoro di montaggio. Le riprese sono tantissime» concluse David.
 
Ci venne un po’ di nostalgia, sì… Ma a gennaio, il diploma appariva come una cosa lontana.
Guardammo le riprese, per scegliere le migliori. Ricordo ancora oggi la mia sorpresa davanti a quelle immagini e ricordo pure la discussione con Blaine.
 
«Ehi, Kurt. Che ti prende?»
«Ragazzi, queste scene non vi sembrano particolarmente emozionanti?»
Blaine costatò che sì, erano davvero delle belle scene… e notammo che c’era persino l'insegnante.
«Ma, allora… se c’è il professore, chi ha fatto le riprese?» Sentì maiuscola la S dire da Thad, mentre al suo fianco David frugava con l’elenco della classe finché, ad un certo punto, non venne fuori il suo nome.
 
«Che sia Sebastian Smythe?»
 
Sebastian Smythe. Era un ragazzo tranquillo, molte volte arrivava in ritardo, o era assente da scuola. Non è che aveva legato molto, in una classe così chiassosa. Spesso stava per conto suo e non partecipava mai alle gare di canto corale. Ed a esser sincero, non gli avevo mai parlato… fino a quel momento.
 
«Smythe? Ecco…Sei stato tu a fare le riprese all’incontro corale, vero?» Chiesi, titubante.
Sebastian mi guardò per un attimo e poi mi rispose di sì. «Perché?»
«Ecco… le stiamo montando per far un video- ricordo in vista del diploma. Ti andrebbe di collaborare con noi?»
«Il fatto è che queste cose, Hummel, non mi interessano» rispose, seccato.
Eppure, rimasi basito. Era una bugia, lo sentivo.
Perché, ne ero certo, quel ragazzo doveva per forza amare la sua classe. In ogni scena da lui filmata si avvertiva un senso di dolcezza. Non avrebbe potuto fare delle riprese del genere, se non gliene fosse fregato niente.
 
«Io vado».
Furono quelle sue parole a destarmi dai miei pensieri e, senza riflettere, glielo dissi.
Anche se gli altri Warblers mi avrebbero odiato.
«Aspetta! Vieni almeno ad una riunione! Ci troviamo oggi alle quindici in aula magna. Se ti viene voglia, sappi che sei il benvenuto».


*

 
«Si può sapere che ti salta in mente?» Mi sbraitò contro Blaine. «Ti sembra che Smythe sia il tipo da entusiasmarsi insieme a tutti gli altri?» Continuò.
Eppure io ero testardo e Blaine lo sapeva.
Volevo e speravo che venisse.
 
Erano passati quaranta minuti e tutti noi aspettavamo Smythe in aula magna. Inutilmente.
Uno ad uno, chi spazientito, chi annoiato, se ne andarono rifilandomi una qualsiasi scusa e Blaine mi diede due colpi alla spalla. Capii che ero stato un illuso.
Smythe non sarebbe venuto, né ora né mai.
 
Stavo per andarmene, quando uno scroscio della porta giunse alle mie orecchie.
Era lui. Era venuto.
«Smythe! Sei venuto!»
«Non t’illudere, Hummel, sono venuto perché devo parlare al professore».
 
Ovviamente non lo ascoltai, troppo felice della sua presenza.
Iniziai a straparlare, come mio solito, discutendo dei filmati e quali secondo me dovessero essere inseriti oppure no. Parlai delle riprese che più mi avevano entusiasmato e quelle proprio da togliere. 
 
Quando iniziavo a parlare non la finivo più e Smythe sembrava così rilassato e… non potei non notare che se la stava ridendo, il maledetto!
 
Chissà perché finora non gli avevo parlato. Sono contento di essermi accorto di lui prima della fine della scuola.
 
Iniziammo a montare i filmati e, mentre Smythe appuntava sull’Agenda quelli da mettere, presi la telecamera e iniziai a riprenderlo.
 
A ben guardarlo, ha un bel viso…
 
Un attimo prima Smythe era concentrato sull’Agenda, l’attimo dopo – sentendosi osservato, probabilmente – mi bloccò la visuale della telecamera con la mano.
 
«Non mi riprendere» furono le parole che mi disse.
Rimasi shoccato e un po’ stupito da questa sua reazione, lo ammetto, non ci vedevo nulla di male ad essere ripresi, soprattutto avendo un bel viso.
 
«Scusa, non mi va di essere ripreso… e comunque questa» prendendomi di mano la telecamera «è  meglio se la tengo io» concluse, guardandomi dritto negli occhi.
 
A detta di Smythe a quell'ora l'atrio era affascinante, così decidemmo di andare a filmarvi una scena.
 
Non poteva aver più ragione.
Dalle finestre si intravedeva persino il tramonto.
Era tutto arancione.
«Tu sì che hai occhio, Smythe. Ti piace la scuola, vero? Anche se ogni tanto non vieni a lezione…» Gli dissi, mentre guardavo affascinato lo spettacolo davanti a me.
«Non saprei dire se mi piace…il fatto è che io vedo questo mondo come se fosse un film…»
«Come se fosse un film?» Domandai.
Davvero, non riuscivo a capire.
«Sì, come un film che scorre davanti ai miei occhi e, visto che lo guardo, ci tengo a vedere scene di ogni tipo senza lasciarmi sfuggire quelle più belle».
 
Rimasi colpito da quelle parole.
 
Allora io voglio vedere te, in questo momento.
 
Fu come se Smythe mi avesse letto nel pensiero.
Puntò la telecamera su di me ma lo bloccai, proprio come aveva fatto lui poco prima.
 
«Così siamo pari» gli dissi, sorridendo.
 
E senza volerlo la telecamera cadde per terra. Ovviamente andai in crisi, poiché era del professore, eppure Smythe la raccolse e… scoppiò a ridere.
Lo guardai, domandando mutamente cosa ci fosse di tanto divertente.
 
«C’era da aspettarselo, da uno come te» mi disse e, intuendo che non avevo capito di cosa stesse parlando, continuò. «Manca la videocassetta».
 
I riflessi arancio dell’orologio da polso balenavano sui capelli e sulle spalle di Smythe.
Sai, sono sicuro che quest’istante sia così bello, perché ci sei tu.
 
Il giorno dopo, facemmo vedere il video agli altri Warblers.
 
«Bene, con questo siamo a trentacinque minuti e trentadue secondi…perfetto, no?» disse Wes, colpendo il martelletto.
«Sì, però non finisce un po’ troppo bruscamente?» S’intromise Trent.
«Sapete, magari dovremmo metterci un finale… Qual  è la tua opinione, “Consulente” Smythe?» Domandò Thad.
«Dato che senza di me non riuscirete a combinare proprio niente, che ne direste se riprendessimo il viale che conduce alla scuola?» Rispose Smythe.
«Fa proprio “Ricordo del Diploma” !» Esclamò Flint.
«Bene! È deciso! Ve ne occuperete voi due, Kurt, Sebastian?» Domandò Wes, e vedendoci annuire, concluse con un «Bene, occupatevi della scena finale» e, vedendoci annuire, decretò la fine della riunione con tre colpi di martello
 
La scena finale… filmata questa, sarà tutto concluso…
 
Decidemmo di riprendere anche il parco che circondava la Dalton, con i suoi alberi da ciliegio.
 
«Qui i ciliegi in fiore sono proprio belli. Al tempo del diploma saranno in piena fioritura» dissi, guardando gli alberi, spogli.
«Peccato che l’anno prossimo non sarà possibile vederli» concluse Smythe.
 
Già… E quando verrà la primavera, noi ci saremo già diplomati.
Tra poco, tutto finirà.
 
«Nevica!» Esclamai, sorpreso, mentre piccole palline di neve cadevano ovunque.
«Sembrano fiori di ciliegio, vero?» Domandai stupidamente a Smythe e nel farlo i nostri occhi s’incrociarono, i nostri corpi si avvicinarono.
 
Verremo a vedere i ciliegi in fiore…
 
«Senti…» Cominciai.
 
Anche dopo che ci saremo diplomati.
 
«Ecco...» Continuai.
 
Insieme.
 
Non riuscivo a dar voce ai miei pensieri, eppure Smythe era davanti a me.
Pochi millimetri separavano le nostre labbra.
Mi  stava… per baciare.
Insomma, Sebastian Smythe mi stava per… baciare.
 
«Scusa. Dimenticatene».
Quelle due parole, che Smythe mi soffiò sulle labbra, furono come un fulmine a ciel sereno.
 
Dimenticatene.
 
«Perché?» Chiesi stupidamente, mentre i miei occhi, lo sentivo, si stavano riempiendo di lacrime. Speravo che facesse finta di niente.
«Guarda che io vol-» tentai di dire, ma Smythe m’interruppe bruscamente.
«Perdonami, Hummel. Non intendevo farlo» si scusò, senza aver nemmeno il coraggio di guardarmi in faccia.
 
Stupido!
 
«Stupido!» gridai. Gli urlai contro mentre le lacrime solcavano libere il mio volto.
 
Stupido! Io volevo.
Volevo restare sempre assieme a te. Per sempre. Anche dopo il diploma.
 
Sono stato l’unico…a volerlo?
 
Il giorno dopo quel fatto, Blaine mi chiese – assieme a tutti gli altri Warblers – come fossero andate le riprese.
«Mah…non saprei» risposi.
 
Era vero. Non m’importava. Volevo solo diplomarmi quanto prima. Non mi pronunciai nemmeno quando parlarono delle assenze di Smythe.
 
«Strano» disse Thad. «Ultimamente Smythe non aveva fatto assenze».
 
Era vero, ma non me ne preoccupai.
 
E così, sebbene fossero iniziati i test di fine anno, Smythe non venne più a scuola.
Poi giunsero le vacanze di fine febbraio, dopo i test… e poi quella notizia, giunta con una telefonata.
 
«Senti» mi disse Blaine. «Ho sentito che Smythe è morto. Mi hanno detto che è sempre stato malato e che ha sempre saputo che non gli restava molto da vivere» .
 
Quel giorno… Il giorno in cui ci separammo senza dirci “A domani” fu la tua… la nostra ultima scena.

Da quel momento non ricordo come ho trascorso i miei giorni, fino ad oggi.
Continuo solo a rivedere quella scena.
 
«Brindiamo al nostro diploma!» Esclamò Flint, brandendo due bottiglie di sidro frizzante.
 
L’aria attorno a me era festosa, eppure io non vedevo – non avevo – alcun motivo di festeggiare.
 
Blaine mi si avvicinò e mi chiese come stavo.
 
«Hai una brutta cera».
 
Stavo per rispondere, quando la voce di Trent interruppe la nostra conversazione.
«Ehi! Kurt! Ma non doveva esserci un video? Quella sulla nostra classe? Dai, faccelo vedere!»
                                                                                                    
Blaine mi guardò come per giustificarsi della totale stupidità di Trent.
Perché uno quando è stupido è stupido, non c’è verso.
 
«Se non te la senti, esci pure» mi disse, mentre Thad metteva il filmato.
 
Eppure io rimasi. Rimasi a fissare incantato quelle immagini.
Incantato come la prima volta che li vidi.
Erano semplicemente stupende.
«È vero… Le sue riprese erano proprio emozionanti. Sapeva osservare bene la sua classe» mi sussurrò Blaine.

Non ressi più e scoppiai a piangere.
«Però… Lui non c’è mai. Lui non c’è mai. Io non avevo capito niente. Mi sono approfittato di lui. È colpa mia se si è affaticato».
 
Appoggiai la testa alle ginocchia e continuai a singhiozzare mentre Blaine mi stringeva in un confortevole abbraccio, tentando di consolarmi.
 
Il rumore di un cambio di sincronizzazione e qualcuno che urlava il mio nome mi destarono dal mio piagnisteo mentre la faccia di Sebastian Smythe appariva nello schermo.
 
«Scusatemi se ho interrotto i vostri… momenti. Avrei una cosa da dire a una persona, nonostante non sia proprio il tipo da queste cose. In verità, avrei preferito non lasciare alcun ricordo di me, perché non rimanesse traccia della mia esistenza… Ma, qualcosa – o meglio, qualcuno – mi ha fatto cambiare idea. Sei stato tu, Hummel, con il tuo portamento tanto affascinante quanto il tuo comportamento irritante, da divo represso. Avrei voluto baciarti, quel giorno, e fare altre cose in tua compagnia… ma sembra proprio che non sia possibile. Quindi, ti chiedo solo una cosa. Non andare in quel parco a vedere i ciliegi in fiore con qualcun altro, Kurt. Promettimi solo questo».
 
Non m’accorsi di essermi avvicinato al televisore.
 
«Promettimi solo questo: che non lo farai nemmeno dopo il diploma. È tutto, da Sebastian Smythe a Kurt Hummel. L’hai capito, no? Questa è una dichiarazione».
 
Davanti a quel video, davanti a quella dichiarazione, non potei far altro che piangere.
 
La scena finale riprende vita un’altra volta. Sento un dolore al petto. È il tuo ricordo che mi brucia.
Ma proprio per questo non dimenticherò. Porterò con me quest’ultima scena, e i sentimenti che mi hai lasciato.
 

Li porterò con me…
Nella prossima scena.
 

 

N/A: Buondì gente.
Sono tornata con una Kurbastian... Lo so. 
E' strana, è perfetta. Mi piace. 
Non ho molto da dire...solo: amo l'angst
Quindi... solo, recensite che guadagnate punti suuu! (: voglio un vostro parere per questo pairing e per la storia! 
Un bacione!

   
 
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