outer space ~
Guess she knows from the smiles and the look in their
eyes
Everyone’s got a theory about the bitter one.
They’re saying, “Mama never loved her much,
And daddy never keeps in touch,
That’s why she shies away from human affection.”
Le
piacciono le cose antiche, ha detto a Kathy un anno
fa – una vita fa – perché la fanno sentire triste. Ricorda
che lei l’ha guardata sollevando le sopracciglia, come faceva spesso,
osservandola con occhio critico e acuto come quello dell’uccellino da cui
prendeva il nome; erano davvero attenti, gli occhi di Kathy,
e distrattamente si chiede se anche quel Ben del 1920 se ne fosse accorto
quando la seguì di buon passo attraverso i campi di Hull.
«Cosa c’è di bello nella tristezza?» le ha chiesto Kathy quel giorno, un anno o una vita fa, e Sally ancora
non saprebbe spiegarlo con precisione, ma certe volte guarda il cielo buio e si
perde nella contemplazione di un qualcosa che è letteralmente infinito e
si dice che, be’, cos’altro hanno, loro,
piccoli esseri umani sperduti in un punto qualsiasi di quel mare di stelle
– cos’altro oltre alla tristezza di una tale antica bellezza?
A Larry non l’ha mai detto, che le
piacciono le cose antiche perché la fanno sentire triste. Ha il sospetto
che non capirebbe o che comunque la sua risposta non sarebbe dissimile da
quella di Kathy. Non è una questione di
sangue, né di tratti somatici, anche se gli occhi di Larry sanno
guardare come quelli di Kathy; è solo che
persone come Kathy o Larry o forse anche Billy, il
Billy che ha conosciuto sotto la pioggia della prima e dell’ultima volta,
sono di quelle che amano la propria vita così com’è, che
non vanno a cercare qualcosa di
più oltre a quanto hanno già, e che anche se ci sbattessero
il naso non farebbero che accettare il cambiamento come un fatto prestabilito,
una curva che non era possibile evitare – Kathy
è stata sbalzata indietro di quasi cent’anni, e si è
sposata e ha avuto la vita felice che forse il ventunesimo secolo non le
avrebbe concesso; Larry ha visto creature di pietra animarsi al suo battito di
ciglia e cercare di ucciderlo e ora ne parla come di un vago ricordo, o di un
sogno molto strano; Billy ha incontrato lui – il Dottore – e non si è chiesto chi fosse, non si
è chiesto il perché, ha solo fatto tutto ciò che lui gli
ha detto pur di salvare lei e di salvare tutti da un qualcosa che nessuno di
loro sarebbe in grado ancora oggi di definire.
Il Dottore. La risposta di tutto è
lì, nel nome misterioso di un uomo che se ne va a spasso nel tempo col
suo aspetto scarmigliato e le sue assurde scarpe da tennis.
Sally non ha mai detto a Larry che le piacciono
le cose antiche perché la fanno sentire triste e neppure gli ha detto il resto, non potrebbe mai farlo. Perché
Larry la guarderebbe col suo sguardo pulito e semplice e scuoterebbe il capo,
stupito, che cosa si può volere di
più che la sopravvivenza a
quelle creature terrificanti che grazie al cielo sono ormai sempre più
lontane nella memoria? E Sally non saprebbe rispondere neppure a questo, non
saprebbe dirgli cosa vuole di più.
Sa solo che è passato un anno da quando ha capito che al mondo c’è
tanto altro, che l’universo non si racchiude nei confini del cielo
plumbeo della Gran Bretagna; un anno da quando ha smesso di parlare al mondo perché
il mondo è solo un gran bugiardo a farle credere di essere tutto
lì per lei, a portata di mano.
Ha visto il Dottore solo una volta, il giorno in
cui ha preso Larry per mano e ha tentato di rassicurarlo in silenzio; perché
una persona buona come Larry non meriterebbe mai di vedersi lasciato indietro,
no? No.
Ma a quell’unica
volta ne sono seguite molte altre, perché da allora il Dottore è
entrato nei suoi sogni. Il Dottore e la sua piccola cabina blu. Il Dottore e il
mondo intero.
Forse è per questo che, la sera stellata
in cui lei rientra tardi dal negozio e trova un uomo che l’aspetta
appoggiato al muro del suo palazzo con le mani nelle tasche di un lungo
cappotto scuro, Sally sa perfettamente che è lui e che ha sentito il suo
richiamo e che è venuto a prenderla.
«Sono tornato per ringraziarti come si
deve, Sally Sparrow.»
«Sei stato tu a salvarmi la vita.»
«Non prima che tu salvassi me. Un paradosso.
I capricci del Vortice del Tempo. Roba complicata.»
«Potresti spiegarmi.»
La sera stellata in cui il Dottore le mostra lo
sguardo di un uomo solo e le tende la mano e Sally sa perfettamente che è proprio questo che vuole di
più, il mondo apre improvvisamente i suoi confini e la piccola
cabina blu dei suoi sogni le mostra, ancora una volta, di essere molto più grande all’interno.
«Mi piacerebbe.»
Il Dottore sorride, e anche questa è una
cosa antica che fa sentire tristi, ed è bellissimo così.
But somewhere in a private place
She packs her bag for outer space
And now she’s waiting for the right kind of pilot
to come
And she’ll say to him, she’s sayin’,
“I would fly to the moon and back if you’ll
be, if you’ll be my baby.
I’ve got a ticket for a world where we belong,
so would you be my baby?”
Spazio dell’autrice
Sally
Sparrow è uno di quei personaggi-comparsa che
mi sono letteralmente entrati nel cuore. Giuro che dall’inizio alla fine
di ‘Blink’ ho desiderato vederla come companion del Dottore. E così ho immaginato un
contesto in cui ciò potesse effettivamente accadere: mi sono detta
cioè che dopo quella famosa, spaventosa avventura con gli angeli
piangenti (anche a giudicare dal modo in cui Larry appare intenzionato ad
andare avanti, mentre Sally non riesce a smettere di pensare a quanto è
successo), la vita doveva sembrarle davvero noiosa – e non è forse
questa la tristezza del ritorno a
casa di tutte le companion? ♥ – e allo stesso modo ho immaginato
che il Dottore, una volta salutata Martha, sentisse il bisogno di tornare a
ringraziare quella ragazza che lo ha salvato dal blocco temporale nel 1969, e
magari ricompensarla con un viaggio nel tempo – perché come dice
la mia adorabile Fede_Wanderer c’è una
sola cosa che il Dottore non riesce a fare: stare solo. Quindi questa shot vuole ambientarsi in un momento imprecisato tra la
terza e la quarta stagione, dopo Martha e prima di Donna, ma senza nessun
presupposto romantico Ten/Sally; voglio dire, a me piacerebbero da morire
insieme, ma non è che dobbiate per forza intenderla in quel modo. XD
La lyric è tratta da To the moon and
back, Savage Garden.
Hope you liked it,
Aya ~