Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: Harriet    18/01/2007    4 recensioni
La normalità non è la stessa per tutti. E per quanto ti sforzi di stare bene con tutte le persone, non puoi proprio fare a meno di avere accanto qualcuno che vede le cose come te...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kimihiro Watanuki , Shizuka Dômeki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kotoba wa iranai (Non ho bisogno di parole)


-...che poi, almeno mi pagasse! No! Ma quando mi ha detto di lavorare per lei, non aveva mai menzionato “mettersi nei guai” e “rischiare la vita ogni due giorni”! Vorrei veramente sapere dove ci manderà stasera!-
- Ricordati di portare qualcosa da mangiare.-
- Se finiamo nei guai di nuovo, io...Eeeeh? Cosa? Da mangiare? Ti sto dicendo che rischiamo la vita e tu ti preoccupi del cibo?-
- Qualcosa di salato, mi raccomando.-
Watanuki e Doumeki si fermarono di fronte alle porte della palestra della scuola. C’era già un gruppetto di ragazzi, lì davanti, immerso in una conversazione che fu però interrotta dalla comparsa dei nuovi arrivati.
- Doumeki-kun!- esclamò uno del gruppo, facendo entusiastici cenni di saluto al più alto dei due.
- Ehi, Doumeki.- lo salutò più informalmente un altro. – Aspettavamo te, per iniziare l’allenamento!-
- E se credi di potermi parlare con questo tono, io...- continuava a sbraitare il ragazzo più esile, sbracciandosi in ampi gesti di disappunto e indignazione, all’indirizzo di Doumeki.
- E non ti dimenticare del sakè.- rispose Doumeki, con la sua usuale, incrollabile e difficilmente sopportabile flemma.
- Cooooosa?- strepitò l’altro, aumentando il suo gesticolare infuriato. – Cos’hai osato dirmi?-
Doumeki dimostrò la sua disapprovazione di tutto quel frastuono coprendosi le orecchie con le mani, e aprì bocca per sottolineare il suo disagio, ma, sorprendentemente, per la prima volta da quando conosceva Watanuki, lo schema abituale delle loro schermaglie fu spezzato.
- E piantala di urlare! Se non vuole risponderti, non dargli noia!-
Uno dei ragazzi si era fatto avanti dal gruppetto, piazzandosi davanti a Watanuki, e mettendo fine alle sue proteste.
Watanuki si fermò a metà della sua frase infervorata, così pieno di meraviglia da non sentirsi nemmeno toccato da quelle parole scortesi. In tutto quel tempo, mai nessuno aveva osato interrompere la Sacra Routine che intercorreva tra lui e Doumeki!
Se avesse guardato la faccia di Doumeki, però, avrebbe potuto notare un cambiamento nella sua espressione. Minimo, quasi impercettibile, ma indubbio. Doumeki era stato più stupito di lui, da quell’evento non calcolato. Stupito e seccato. L’interruzione del rito era molto grave, e bisognava fare qualcosa assolutamente!
Si voltò verso Watanuki, che continuava a fissare il vuoto, traumatizzato.
- Oi. Vedi di aspettarmi, per tornare a casa.-
Detto questo, si eclissò nella palestra, seguito dal resto del gruppetto di atleti, e dalle urla di Watanuki, che erano riprese, come da copione.
Le porte si chiusero davanti al ragazzo magro con gli occhiali, e Doumeki andò a cambiarsi, per iniziare l’abituale attività del tiro con l’arco.
- Si può sapere perché non mandi quel tipo noioso dove deve andare, una volta per tutte?- domandò uno dei compagni di squadra di Doumeki, mentre si preparavano per l’allenamento.
- Ma no.- rispose distrattamente Doumeki. – Non è noioso.-
- Ma se ti sta sempre appiccicato per parlarti di cose senza senso!- protestò un altro.
- A me sta bene.- e con quello Doumeki chiuse la discussione.
Finì di prepararsi e raccolse l’attrezzatura, conscio del fatto che il ragazzo che aveva risposto male a Watanuki stava borbottando qualcosa alle sue spalle. Si domandò perché gli importasse così tanto delle sue frequentazioni.
Poi ricordò che una volta quel tipo lo aveva invitato ad uscire col suo gruppo. Era all’inizio del primo anno di liceo, non conosceva praticamente nessuno. Aveva detto di sì.
Però era stata l’unica uscita che aveva fatto con loro. Suppose che al tipo seccasse un po’ di non essere riuscito a diventare amico del migliore della squadra di tiro con l’arco. Probabilmente lo riteneva...vantaggioso?
Una cosa piuttosto stupida.
Gli balenò in mente un vago ricordo di quel pomeriggio.

*

- E tu che hai fatto ieri, Doumeki?-
- Cose al tempio.-
- Al tempio?-
- Doumeki abita in un tempio?-
- Chissà che noia...-
E come tutte le altre volte, rinunci a spiegare.
- E non hai paura degli spiriti?-
- No.-
- Ma hai mai visto degli spiriti?-
- No.-
- Lo sai che dicono che gli spiriti attacchino i figli maschi delle famiglie che abitano nei templi?-
- L’ho sentito dire...-
Forse saresti vissuto meglio, se non fossi cresciuto tra cerimonie ed occhi rivolti verso le cose che non si possono vedere. Forse. Ma è andata così, ed è normale che tu sia così.
Come è normale che loro siano così.

- Ma ci fanno anche i funerali?-
- Sì.-
- Dai! Io non riuscirei a vivere in un posto dove ci sono dei morti!-
- Ehi, dei morti vicino a casa tua...Vicino a camera tua...-
- Ma che schifo!-
- Invece è una figata! Non è vero, Doumeki?-
Non sei tu che hai ragione, a vedere le cose in un certo modo, né sono loro che sbagliano, a parlare di noia, paura, figate.
- Ehi, Doumeki, sicuro che non hai paura?-
- No.-
- Ma sei mai entrato di nascosto nella stanza dove espongono i morti, per vederli?-
- Perché avrei dovuto?-
Solo che...Non ti va di perdere tempo a cercare le parole giuste per spiegare.

*

L’allenamento finì, e fuori dalla palestra c’era Watanuki ad aspettarlo, con la faccina contratta in un’espressione di somma e sacrosanta indignazione per l’increscioso fatto che gli toccava aspettare i comodi di Doumeki per poter andare a casa. Doumeki gli disse che era troppo rumoroso, e poi si allontanarono da lì, osservati con curiosità da tutta la squadra di tiro con l’arco.
Lasciarono la scuola e si avviarono lungo la strada che avrebbe ricondotto entrambi a casa.
Si può sapere perché non mandi quel tipo noioso dove deve andare, una volta per tutte? Ti sta sempre appiccicato per parlarti di cose senza senso!
All’improvviso Watanuki si fermò, in mezzo alla strada, con una frase in sospeso e gli occhi spalancati, colmi della meraviglia genuina di un bambino. Doumeki si fermò a guardarlo, chiedendosi cosa fosse successo.
Poi vide.
- E’...è...-
Watanuki sorrise, stupito, felice, irradiato dall’aura lucente e splendida dello spirito che stava transitando davanti a loro in quel momento, incapace di rinchiudere in una frase sensata tutto ciò che stava provando.
Chissà da dove provenivano quei sentimenti, un calore strano, una felicità senza motivo. Forse quello spirito di luce e colori era qualche sorta di creatura magica che dedicava la sua esistenza a portare gioia. Forse era uno spirito che finalmente lasciava la prigionia della terra e andava verso la pace, facendo partecipe della sua liberazione l’universo intero.
Non tutti gli spiriti erano oscuri. Quello, certamente, non lo era. Brillava e saettava nell’aria, galleggiando su di loro, riempiendoli con la sua presenza.
Watanuki, emozionato senza capire perché, commosso quasi fino alle lacrime, continuò a fissare l’aria davanti a sé, vuota per tutti, ma non per lui.
Per loro.
- E’ bello.- sussurrò, stranito.
Doumeki trattenne l’istinto di passarsi una mano sull’occhio destro. Guardava, e all’improvviso fu attraversato da una sensazione strana. Come un turbamento lieve, ma che non metteva a disagio. Anzi, somigliava più a un sentimento positivo. Come quando si è da qualche parte, e ci si rende conto che è solo lì, che dovremmo essere, e in nessun altro luogo.
- Sì.- rispose. – E’ bello.-


Owari


Alla Zashiki, per il suo compleanno.
Alle persone che mi fanno sentire così, perfettamente a casa.
Ciao!
Dark Chest of Wonders
   
 
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