Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Cohava    05/07/2012    1 recensioni
Due scelte, due mondi.
Ma su una spiaggia, all'alba, quando i raggi dorati del sole si incontrano con il volo dei gabbiani tutto è possibile...
Mani che si incontrano, occhi che non si sfuggono, il coraggio che impara dalla paura e la paura dal coraggio.
Durante una tregua, i mondi si intersecano.
E se un'astronave scintillante unisse per sempre due destini inconciliabili?
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sole sorgeva, tingendo di rosa le nuvole sottili adagiate sull'orizzonte; un vago riverbero scintillava sul mare.
Un Angelo contemplava lo spettacolo, mentre accoccolato sulla sabbia ne faceva scorrere i granelli tra le dita lunghe e chiare. Poco lontano da lui, il Demone morente seguì con gli occhi il volo di un gabbiano dalle ali d'argento.
- Ti piacciono gli uccelli, Demone?-
L'interpellato trasalì: in quasi quaranta secoli, mai l'Angelo gli aveva rivolto la parola. Centoventisette volte l'aveva attaccato, novantotto era stato aggredito da lui e settantacinque si erano scontrati di comune accordo; avevano condiviso tre esilii a causa della loro mai sopita belligeranza, e scontato due punizioni nel Nucleo della Terra. Ma non si erano mai parlati.
- Mi piace tutto ciò che ha le ali. E tutte le creature così leggere da poter volare: non hanno spessore nelle ossa nè pensieri dentro la testa, stanne certo, ma aria pulita e vento. E poi sono belli -
- Oh, avresti potuto esserlo anche tu. Alato e piumato, intendo.-
- Si, per stare con voi nel Paradiso dell'Innocenza,Là Dove Vanno I Buoni E Giusti.
...tutti bambini -
-...Come? -
- Mi hai sentito: bambini. Voi che vi sentite tanto grandi, tanto buoni nel dare la giusta ricompensa a chi l'ha meritata, voi che vi beate della loro gioia! E che importa degli altri, eh, quelli che ascoltano chi ha fatto del male, quelli che guariscono, quelli che passano ogni giorno della loro esistenza immersi nella lava e nei lapilli fino alle ginocchia solo per risentire il racconto delle loro nefandezze ancora e ancora e ancora?! -
Fece una pausa e inspirò profondamente, cercando di trattenere quanta più possibile dell'aria salmastra nei polmoni lesi dalle ferite. Ma oh, non si sarebbe di certo fermato, non ora che finalmente stava vomitando tutto il suo astio contro l'eterno nemico, l' Angelo. Il quale, peraltro, non stava neanche tentando di ribattere, ma se ne stava lì a fissarlo con quei suoi occhioni chiari sgranati, praticamente toccavano l'attaccatura delle sopracciglia, e i sottili capelli biondi che per una volta ricadevano arruffati sulla fronte.
Così funzionava, nella loro dimensione ultraterrena: se eri uno Spirito immortale potevi scegliere  a chi dedicare la tua vita, ai Beati o ai Caduti; ognuno le proprie competenze, la regola era di non intralciarsi, di non interagire, di non sfiorarsi nemmeno. Ma come si fa, pensava il Demone, come si fa a sopportare questi perfettini biondi e  belli che sono al mondo per dispensare sorrisi e arcobaleni? Questi idioti che non vogliono sporcarsi le mani eppure pretendono di essere migliori e più giusti?
Ma come si fa, pensava l'Angelo, come si fa a non sospettare di chi rivolge parole gentili a coloro che commettono cose innominabili? Si prendono i criminali e se li coccolano, cercando di rendere l' Inferno un posto meno triste? Addirittura, alcuni dannati si sono rifiutati di ricevere l'assoluzione e sono rimasti nei gironi, piuttosto che farsi privare dei ricordi. Perchè i Demoni li spronano a conservare memoria delle loro malefatte?
E così, inevitabilmente, si scontravano.
- Disgustosi ipocriti... Credete che sia facile, con tutto quello schifo che poi ti resta dentro? Voi vi rinchiudete nella vostra bambagia e pensate che, solo perchè avete chiuso gli occhi, il male del mondo cessi di esistere -
L'Angelo sospirò.
Poi si avvicinò all' altro, lentamente, senza fare gesti bruschi. Gli prese le mani. La pelle rossastra era venata da lunghe bruciature lere, là dove aveva tentato di afferrare le sue ali.
Restarono in silezio, quasi imbarazzati, i grandi occhi azzurri dell'uno fissi in quelli scuri e sottili dell'altro, che non li sfuggiva. Il demone percepì i pollici dell'Angelo carezzargli piano la pelle,come soprappensiero, ma tacque. Entrambi sentirono chiaramente che avevano rotto una regola,cosìchiaramente come sentirono che non gliene importava nulla. Nello stesso istante, abbassarono lo sguardo.
Le mani del Demone erano intatte.
  
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