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Autore: celtics    08/07/2012    1 recensioni
Dopo una sanguinosa battaglia con i cavalieri jedi, l'ex senatore ed ex cancelliere della Repubblica Palpatine, s'insediò al comando dell'Impero da lui costruito e voluto da molto tempo: egli era un maestro Sith assetato di potere Lord Sidious.
Nel suo insediamento era stato aiutato dal suo giovane allievo Sith: il Signore Oscuro Lord Darth Vader.
Egli era un misto tra uomo e macchina a causa del duello perduto contro il suo ex maestro jedi Obi-Wan Kenoby.
La sconfitta, avvenuta sul pianeta ricoperto di lava Mustafar, e le ferite riportate nel duello contribuirono a far sprofondare il suo cuore in un lago nero come la pece e a far nascere un sentimento d'odio profondo verso coloro che erano la causa del suo stato e della separazione dalla sua amata Padme Amidala.
Come premio per la sua fedeltà, l?imperatore Palpatine, regalò al Signore Oscuro lo Star Destroyer "Executor", il più grande tra i distruttori stellari della flotta imperiale, con l'ordine di dare la caccia a tutti gli jedi esistenti nell'Universo ed eliminarli.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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L'Imperatore era accecato dall'odio e dalla rabbia, c'era qualcosa di decisamente storto in quello che aveva d'avanti, ma non se ne rendeva conto.

I cloni imperiali incominciarono a sparare ma i quattro jedi deviarono i loro colpi e falciarono quelli più vicini.

Le loro spade laser erano armi implacabili e, per i cloni, difficili da fermare.

Palpatine osservava con la bocca schiumante di rabbia: come poteva Yoda, data la sua età, muoversi così velocemente?

E quel traditore di Vader?

Come faceva ad avere l'agilità di un tempo con tutta la zavorra che si portava addosso?

E gli altri due chi erano?

Palpatine aveva fatto uccidere tutti i fedi e tutti quelli che potenzialmente potevano esserlo.

Ma quello che vedeva con i suoi occhi era un gruppo di jedi esperti, tolto il Sith naturalmente, che erano riusciti a sfuggire dalle sue grinfie.

Non capiva, era tutto sbagliato, come poteva essere che dei jedi collaborassero con un Sith.

I suoi cloni, nonostante la schiacciante superiorità numerica, stavano avendo la peggio quindi, l'Imperatore, incominciò ad indietreggiare ma il suo ex allievo, con un balzo, gli bloccò la via di fuga.

"L'hai fatta costruire come l'altra, conosco ogni via di fuga, non ti permetterò di lasciare questa stazione da battaglia."

Palpatine lo guardò con odio, c'era qualcosa di sbagliato nel tono di voce del Signore Oscuro ma non la prese in considerazione, ed anche lui estrasse la spada laser.

"Che cosa ti hanno promesso Vader? L'immunità per i tuoi sanguinosi peccati? Sei solo una stupida macchina ormai, non puoi niente contro il mio potere."

La risata che uscì da quella bocca era di puro odio e scherno verso quello che credeva essere una macchina.

"Sei uno stolto se pensi che ti perdoneranno tutto il male che hai fatto in giro per l'Universo."

Fu Yoda a rispondere dopo aver ucciso l'ennesimo clone:

"Stolto sei tu che capito non hai, il cambiamento sotto il tuo naso avvenuto è."

Palpatine guardò il vecchio Maestro jedi, perchè era così giovane adesso, e lo attaccò.

Nonostante la velocità con cui portò l'attacco, Yoda non si fece sorprendere e parò il colpo...il vecchio jedi sapeva ancora il fatto suo.

Palpatine ricordava, ancora, il duello avuto con lui, all'interno del Senato dopo aver dato l'ordine 66.

Era piccolo di statura, era vero, ma la Forza scorreva potente in lui, allora come adesso, e questo bastava a compensare l'handicapp dell'altezza.

Allora, doveva ammetterlo, era stato fortunato ad uscire illeso da quel duello ma ora non poteva permettere a quel maledetto piccoletto di mettergli i bastoni fra le ruote.

Scaricò i fulmini di potere oscuro su Yoda che li parò con la sua spada laser ma, l'esplosione che ne seguì, scaraventò il Maestro lontano da Palpatine ma senza ferirlo.

L'esperienza, permise al Maestro jedi di ricadere in piedi dopo una capriola all'indietro.

Allontanato Yoda, attaccò lo jedi più vicino a sè, voleva tenere Vader per ultimo, e questi rispose ai suoi attacchi.

La tunica continuava a celare l'identità del cavaliere jedi ma, quando questa divenne un intralcio per il duello, se la tolse con eleganza palesando, agli occhi di Palpatine, un giovane che lui ben conosceva.

Lo stupore nel vedere Obi-Wan giovane, e non il vecchio inetto che aveva avuto come prigioniero, gli fece abbassare un attimo la guardia ed Obi-Wan ne approfittò.

Sentiva una nuova linfa dentro di se, la Forza scorreva potente come un tempo, la nebbie di luce gli avevano donato una seconda opportunità e lui non l'avrebbe sprecata.

Altri cloni arrivarono, per aiutare il loro Imperatore, ma gli jedi continuavano a far roteare le loro spade laser senza sosta.

Palpatine era incredulo, Obi-Wan giovane ma che diavolo era successo?!

Ma l'odio, per lui, era un potentissimo alleato e questo stava crescendo in lui a vista d'occhio.

Scariche ancora più potenti scaturirono dalle mani di quell'uomo e per evitarli, Obi-Wan, dovette allontanarsi e si ritrovò circondato dai cloni.

Palpatine si rivolse all'altro jedi sconosciuto e lo attaccò.

Luke saltò di lato, eliminando contemporaneamente la tunica, e si preparò a fronteggiare il Maestro Sith.

Palpatine riconobbe subito il colore degli occhi del ragazzo: era lo stesso di quello che aveva avuto prigioniero con il viso coperto da una maschera.

Lo osservava con intensità, gli ricordava decisamente qualcuno, ma sapeva di non averlo mai visto prima.

"Non so chi tu sia giovane jedi ma farai la fine degli altri."

Luke sapeva di non avere la stessa esperienza dei due Maestri che Palpatine era riuscito ad allontanare da se, ma non si sottrasse al suo dovere.

Lottò con tutte le sue forze per tenere impegnato Palpatine ma, le scariche di potere oscuro, erano troppo potenti per la sua inesperienza.

Inizialmente riuscì a deviarle con la sua spada laser ma, quando l'intensità aumentò, la sua arma fu sbalzata via e Luke venne colpito.

Aveva già provato, su di se, il malefico potere di Palpatine ma, ora, lo stava usando per ucciderlo e non per farlo parlare.

Non aveva mai provato un dolore così grande, era paralizzato da esso, l'odio era stato canalizzato sulla sua persona.

Non sapeva quanto era passato dall'inizio di quella tortura ma, ad un certo momento, cessò.

Un'altra tunica stava svolazzando per aria, adagiandosi poco lontano da lì, ed una figura si era messa di fronte a Luke deviando le scariche di potere oscuro.

Quando aveva sentito il dolore di Luke, aveva ucciso gli ultimi due cloni, ed era saltato mettendosi in mezzo ai due.

"Non ti permetterò di toccarlo un'altra volta."

L'Imperatore si bloccò di colpo, quello che aveva d'avanti non poteva essere chi pensava chi fosse.

Più l'osservava e più l'odio aumentava, aveva anche capito chi gli ricordava quel ragazzo ora che erano vicini, ma non riusciva a capire com'era successo e questo lo stava mandando ancora di più su tutte le furie.

"TU! TU NON HAI UCCISO IL FIGLIO DI SKYWALKER COME TI AVEVO ORDINATO!!!

"Non potevo uccidere mio figlio, quello è stato l'inizio del mio ritorno."

"Che vuoi dire Lord Vader?!"

"Io non sono Vader. Io sono Anakin Skywalker."

A quel nome Palpatine lanciò nuovamente le sue scriche ma Anakin le deviò facilmente: l'essere stato, seppur brevemente, un'apprendista Sith lo facilitava.

Anakin e Palpatine saltarono fino a raggiungere il tron ed incominciarono a girarsi intorno: partirono entrambi all'attacco incrociando le loro spade.

Lo stratagemma stava funzionando perchè Palpatine non si accorse di quello che stava succedendo su Endor.

Gli jedi, i ribelli, gli Ewoks e i sei cloni si divisero i compiti: una squadra, capitanata da Han Solo, si sarebbe diretta verso il generatore mentre gli altri avrebbero attaccato i nascondigli imperiali.

Le informazioni fornite dai sei cloni risultarono molto utili, c'era solo un problema: fermare i camminatori.

Ma gli Ewoks avevano delle risorse immense e, veramente l'intelligenza compensava l'altezza, con delle ingegnose trappole distrussero alcuni camminatori.

Chewbacca, con l'aiuto di Pablo e Wicket, s'impossessò di un camminatore distruggendo gli altri con molta facilità.

Tutto questo fracasso mise in allarme gli imperiali all'interno del generatore e chiusero, con una seconda porta, l'accesso ad esso.

Mentre Chewie teneva a bada gli imperiali, con l'aiuto dei jedi e degli altri, Han chiamò R2-D2 per sbloccare le porte d'accesso.

Per il piccolo droide fu un gioco da ragazzi espugnare il sistema di sicurezza ed aprire le porte del generatore.

Dopo un breve scontro a fuoco, i ribelli presero possesso del complesso, piazzarono le cariche e corsero fuori.

Veder saltare in aria quell'enorme antenna fu uno spettacolo e la cattura degli imperiali ne fu il contorno.

Palpatine percepì l'esplosione ma era troppo impegnato nel duello con Anakin: sotto il suo naso era tornato un jedi e questo affronto non lo poteva sopportare.

Anakin era tornato ad essere il potente jedi di un tempo e, come allora, lo temeva: ora poi lo appoggiavano gli jedi e questo lo rendeva ancora più forte.

Luke, nel frattempo, si era ripreso e si era messo a combattere a fianco dei due Maestri e i cloni furono tutti sconfitti: rimaneva solo Palpatine.

Egli continuava a non credere alla piega presa dagli eventi: lui era l'uomo più potente dell'Universo non poteva perdere...era un pensiere inconcepibile.

Anakin, percependo la vittoria su Endor, si allontanò da Palpatine.

"Arrenditi Palpatine, sei solo ormai."

"Il fatto che voi abbiate ucciso i miei cloni non significa che abbiate vinto."

La risata crudele riempì la sala del trono producendo un fastidioso eco: l'ego di quell'uomo era immenso.

"I vostri amici, su Endor, sono caduti nella trappola e, presto, anche la flotta ribelle verrà distrutta...pensavate veramente di potercela fare?"

"Se stai parlando della presenza delle tue migliori truppe sulla luna, lo sapevamo già."

Obi-Wan si affiancò al suo amico fraterno, Palpatine doveva comprendere di aver fallito su tutta la linea.

"Hai fallito Palpatine: le truppe sono state messe in trappola dai ribelli, dagli jedi e dalla popolazione indigena."

"Sono solo piccole palle di pelo insignificanti." sputò fuori velenosamente.

Luke si mi affianco al padre insieme a Yoda:

"Sono creature molto intelligenti, hai fatto male a sottovalutarle."

Fuori, nello spazio, la flotta ribelle apparve e l'Imperatore sogghignò ma, quando i primi colpi andarono a segno sulla Morte Nera, il suo ghigno si tramutò in sorpresa: i ribelli avevano distrutto il generatore.

Senza lo scudo, la Morte Nera, era alla mercè dei ribelli anche perchè, i distruttori stellari, erano stati allontanati per poter dimostrare la potenza di fuoco della stazione da battaglia.

Era fuori di sè, continuava a ripetersi che non era possibile che stesse perdendo, lui era troppo potente, lui doveva vincere, era inconcepibile che stesse succedendo il contrario.

Era sull'orlo della pazzia e, l'apparizione di Mace Windu e Qui-Gon Jinn lo fecero cadere nel baratro della follia.

Incominciò a scagliare i suoi fulmini oscuri in direzione dei due defunti Maestri, nella sua follia non aveva compreso che fossero spiriti, che oltrepassandoli andarono a colpire le paratie e il caos si scatenò.

I fulmini incominciarono a rimbalzare impazziti per tutta la sala del trono, troncando alcune passerelle in un mare di scintille.

Con le loro spade, gli jedi, deviarono i colpi rimbalzavano loro addosso ma Palpatine continuava a scagliare fulmini senza controllo.

La sua follia omicida si era scatenata e sembrava non potesse essere fermata, il rischio che potesse uccidere uno di loro era altamente probabile, mentre farfugliava frasi sconnesse.

"Come hai potuto ingannarmi così!!! Io ti ho dato fiducia quando il consiglio non si fidava di te!!!E' questo il modo di ripagarmi!!! Non uccidendo il figlio della donna che ti ha tradito!!! Ti ha dato in pasto ad Obi-Wan. Io ti ho salvato su Mustafaar mentre la lava ti sommergeva, lui ti ha abbandonato al tuo destino!!!"

Ormai la diga si era rotta e tutto si stava rovesciando fuori senza nessun controllo, fulmini compresi.

Obi-Wan e Anakin si guardarono un solo istante e scagliarono, contemporaneamente, le loro spade verso Palpatine, colpendo le sue mani per fermare i fulmini, che incominciò a correre impazzito dal dolore andando a sbattere contro una balaustra precipitando nel pozzo.

Era finita, Palpatine era morto, loro erano vivi ma gli scossoni causati dall'attacco della flotta ribelle non lasciò il tempo per festeggiare; dovevano scappare da lì prima dell'inizio della corsa nel canale per distruggere il nucleo centrale.

A causa delle passerelle crollate, i quattro jedi, dovettero trovare una via d'uscita alternativa: fortunatamente il caos che regnava sulla Morte Nera era tale che nessuno fece caso a loro.

C'era un fuggi fuggi generale, a causa dell'attacco ribelle, che si era concentrato anche sui distruttori stellari ottenendo un discreto successo: era saltata la catena di comando con la distruzione del generatore.

Con qualche difficoltà, raggiunsero la navetta, vi salirono e lasciarono l'hangar mentre, tutt'intorno, aumentavano le esplosioni.

Il Millennium Falcon, pilotato da Lando, aveva iniziato la corsa nel canale seguito da Wedge ed altri due caccia inseguiti dai caccia TI-E.

Lando e Wedge raggiunsero il nucleo e lo distrussero ed anche loro iniziarono la folle corsa per uscire prima dell'esplosione.

Le tre navi in fuga uscirono in tempo per osservare la spettagolare esplosione della Morte Nera, esplosione che attirò anche l'attenzione degli uomini su Endor: Han e Leia erano tra questi.

"Sono sicuro che tuo padre e tuo fratello non erano più la sopra quando è esplosa."

"No non c'erano, lo sento."

Abbracciò Han felice...l'Imperatore era morto, lo sentiva, e questo avrebbe aperto nuovi scenari e nuove possibilità.

Ma ora era il momento di festeggiare questa vittoria e, l'indomani, avrebbero pensato a ricostruire la Repubblica dalle ceneri dell'Impero.

I fuochi accesi, nel villaggio degli Ewoks, contribuirono a creare un'atmosfera allegra e presto arrivarono i quattro jedi, Lando e Wedge.

Tutti si riabbracciarono felici, erano riusciti in un'impresa epica, che era partita con tutto contro di loro...era una trappola in cui si erano buttati volontariamente.

L'indomani sarebbero partiti alla volta di Coruscant per ricostruire la Repubblica e riportare ordine nella galassia.

In questo sarebbero stati coinvolti tutti i rappresentanti di ogni pianeta che faceva parte dell'ex Impero ed anche gli jedi.

Il consigli jedi, o meglio ciò che ne rimaneva, aveva deciso che il non farsi coinvolgere direttamente era controproducente...ma ora era un momento di pura festa.

Erano liberi, l'oscurantismo stava finendo e, presto, la luce sarenne sorta a risplendere sull'Universo.
   
 
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