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Autore: Dave1994    08/07/2012    2 recensioni
L'acchiappademoni Dante ha dovuto affrontare di tutto: dal diavolo in persona,sino a tutti i suoi infiniti servitori. Per anni ha combattuto,e oggi ha deciso di ritirarsi a una vita di tranquillità assieme a chi di più caro gli è rimasto.. Vergil,suo fratello,ha raggiunto sua moglie Miranda oltre il Velo dell'Oblio e Nero non l'ha mai perdonato per questo. A capo quindi di una famiglia oramai divisa,sceglie di dimenticare il suo passato di guerriero e difensore dell'umanità.
Ma,mentre sulla Terra imperversano ancora le legioni di Lucifero,una nuova minaccia si appresta,qualcosa che Dante mai avrebbe immaginato di dover affrontare.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dante, Trish, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La vita continua.
Così aveva detto Nero, quando era venuto a sapere della partenza di suo padre. 
Ma non c'era bugia peggiore.
Gli mancava.
Era furioso: avrebbe avuto voglia di prenderlo per il colletto e scuoterlo ripetutamente, dicendogli come lui e Dante avevano rischiato la vita per riportarlo tra di loro.
E invece, no. Vergil era insoddisfatto della sua vita e se n'era andato via, per sempre.
E suo zio, Dante l'acchiappademoni, l'erede del leggendario Cavaliere Nero, l'aveva lasciato partire.
Ai suoi occhi pareva un tradimento.
Per questo, aveva deciso di non rivolgergli più la parola, forse per sempre. Kyrie aveva cercato di dissuaderlo più e più volte da questo terribile proposito, ma Nero si era innervosito ogni volta al punto da finire la cena in silenzio, e la ragazza aveva presto imparato a non citare nemmeno più l'accaduto.
Semplicemente, la loro famiglia era divisa come una volta. A nulla erano valsi i loro sforzi di ricostituire almeno una parvenza di vita normale. Certo, qualche volta Lady telefonava ancora a Kyrie, magari di sera tardi, quando Dante era probabilmente in giro per conto suo con lo scopo di godersi un po' di sana tranquillità da ogni cosa, ma ciò era diventato poco meno di un'abitudine.
Tranne quando Nero non era in casa.
Allora, in quell'occasione, le due donne si perdevano in lunghe discussioni e rimpianti sul passato, quando ancora tutti potevano godere della compagnia dell'altro.
La famiglia Sparda, quasi come se fosse una maledizione, era destinata a vivere in solitudine, esiliata dal resto del mondo. Così come Nero aveva reciso i contatti con Dante, così Dante li aveva recisi con il resto del mondo.
Ma la verità era nota a tutti, sebbene nessuno volesse davvero ammetterlo.
Dante stava diventando sempre più vecchio.
Sebbene il suo sangue fosse per metà demoniaco, proteggendolo così da malattie e invecchiamento, la vita cominciava a stancarlo. Le battaglie del passato ora cominciavano a pesare sulla sua schiena come macigni: il gusto della lotta, la frenesia della battaglia, erano svaniti. Oramai da tempo.
Questo pensava Nero, seduto su uno scoglio in riva al mare a contemplare il tramonto.
Questo ammetteva Dante, sdraiato sul ramo di un albero a meditare.
Due anime così affini, eppure così distanti. La differenza di età stava diventando sempre di più un ostacolo insormontabile: Nero oramai andava per i vent'anni, diventando un giovane uomo con all'orizzonte la responsabilità di una famiglia, e Dante invece si stava avvicinando pericolosamente ai cinquanta.
- Se Vergil non ci avesse mai abbandonato, le cose sarebbe finite così male? - chiese Kyrie a Lady, giocherellando con il filo del telefono. I suoi occhi tradivano preoccupazione per il fidanzato, sempre più burbero e taciturno a ogni accenno di Dante.
- Non era giusto per lui, Kyrie. Vergil non apparteneva a questo mondo, sebbene un tempo ne avesse fatto parte. Alla fine a rimetterci era lui: credo abbia fatto la cosa giusta. Sono stati gli altri due a prenderla così male. -
- Lady... -
- Dimmi. -
- Se Dante non ritrova sé stesso, se continua a lasciarsi andare così...chi ci proteggerà, nel momento del bisogno? Dubito che il mondo potrà mai essere davvero al sicuro. Non ho dimenticato quando Nero aprì...la Porta, né quello che ne fuoriuscì. -
- ... -
- Come faremo? -
- Io... - rispose Lady, esitante. Alle sue spalle, sentì un rumore di passi. Dante stava per rincasare. - Io non lo so, Kyrie. Ora però devo andare, magari ci sentiamo prima di domani pomeriggio. -
- Buonanotte, allora, a domani. -
Entrambe attaccarono la cornetta. Da una parte, una si voltò per osservare la spiaggia e il suo ragazzo sdraiato in lontananza, mentre l'altra diede il bentornato al suo uomo.
- Ehilà, bello. -
- Mh. - rispose l'acchiappademoni, con un cenno di saluto. Dopodichè salì le scale, diretto verso la sua camera.
- Ehi, domani ti andrebbe di venire con me su al vecchio forte? Dicono che i fantasmi lo infestino ancora, e poi c'è una splendida vista da lassù. - buttò lì la donna, prima che Dante svanisse dalla sua vista. L'uomo nemmeno si voltò per rispondere.
- Non so, Lady, comunque perché no? -
Lei sorrise.
Sapeva che non ci sarebbe venuto.
- Buonanotte. - disse lui.
- Buonanotte - rispose Lady.
Dante aprì la porta e la richiuse alle sue spalle.
"Sembra sia invecchiato di trent'anni in un secondo." pensò Lady, mentre una lacrima le solcava il viso.
A chilometri e chilometri di distanza, nello stesso momento, Kyrie stringeva tra le mani il ciondolo dorato a forma di cuore che si era ritrovata misteriosamente addosso quella notte che sembrava lontana secoli. Nero l'aveva visto e non aveva detto nulla, né le aveva chiesto dove se lo fosse procurato. Forse non ci aveva fatto nemmeno troppo caso.
Ma, a differenza di ciò che pensava la ragazza, il giovane l'aveva riconosciuto eccome, così come aveva percepito l'eco di magia che ancora vi aleggiava, pigro come una farfalla su un fiore. I resti di un incantesimo che tuttavia era troppo leggero e carezzevole per appartenere a suo padre.
Oh, Nero immaginava a chi appartenesse quella traccia mistica.
Ma rifiutava di ammetterlo, ecco la verità. E poi, che la sua ragazza possedesse un gioiello di sua madre, non era poi un'idea così brutta.
Solo, lui non voleva più saperne di nulla. La vita era troppo breve per doverla vivere con preoccupazione.
In questo, la pensava in maniera molto simile a Dante.
 
  
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