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Autore: fafnir    09/07/2012    1 recensioni
Sajin aveva la testa che gli doleva da far paura.Aveva dolore anche alle unghia. Alzò una mano ed, in effetti, alcune erano saltate. Le dita, però, erano state accuratamente fasciate e le bende erano si, macchiate di sangue, ma ancora fresche e profumate. Si guardò intorno.
quella che aveva davanti sembrava una ragazza sui diciotto, massimo diciannove anni. -Ti sei svegliato!- disse con un sorrisone stampato in faccia.-Non pensavo che ti avrebbero mandato da me in quelle condizioni!Il mio nome è Aki, sono una strega!- disse tutta contenta.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Witch. Capitolo 1:La strega

"
Era tutto molto confuso.

Un miscuglio di denti, sangue, feroci ruggiti e raggelanti urla. Una mano impugnava una katana, la mia katana.

Un fruscìo, una chiostra di denti, ognuno alto quanto me, poi

Il buio.



"Grande è la gioia del famiglio che trova la sua strega.

Egli veglia, aspetta, spera.

La chiama col cuore,

La chiama con l'anima.

La cerca nel cielo, nel mare, nella terra, nel fuoco.

Non si legherà ad altri che alla sua prescelta.

Grande è la gioia del famiglio che trova la sua strega.

Egli sorride al suo sguardo,

Le dona il suo cuore,

Le dona la sua anima.

Le dona il cielo sulla sua testa, il mare in cui si specchia, la terra su cui cammina, il fuoco con cui si scalda.

Insieme con la strega, il famiglio rinasce.

Insieme, vivranno attraverso le ere.

Due anime che

Suonano come una sola."



Capitolo 1:

La Strega.



La testa gli doleva da far paura.Aveva dolore anche alle unghia. Alzò una mano ed, in effetti, alcune erano saltate. Le dita, però, erano state accuratamente fasciate e le bende erano si, macchiate di sangue, ma ancora fresche e profumate. Si guardò intorno.

Era in quella che sembrava la soffitta di una casa, con il doppio tetto a spiovente.Lui era su una pedana rialzata su cui era posto un materasso molto grande. Per essere ua soffitta era pulita e arredata, evidentemente ci viveva qualcuno. I mobili erano tutti semplici, ricordavano quelli dei templi buddisti. Su un tavolino basso sotto la finestra, ampia e centinata, coperta da sottili tende blu, c'era quello che sembrava un'altare. Da dove era messo, Sajin riusciva a vedere la tovaglia verde ricamata con fili dorati, un calice di legno,diverse candele colorate,incensi accesi, foglie, ramoscelli e altri oggetti di vario genere che non riuscì a distinguere. Il resto della stanza era dipinto, qua e là, con scene di radure con cascate, alberi secolari, oppure c'erano drappi e stoffe appese qui e lì. Alla parete opposta alla sua, c'era un armadio bianco, con davanti un separè in legno con i decori azzurri. Al tetto erano attaccati diversi scacciapensieri e c'era anche un lucernaio chiuso. Qualche peluche, principalmente di lupi, gatti e volpi, erano poggiati nell'angolo del suo letto. Sulla parete destra, proprio di fronte alla finestra, era raffigurato con estrema maestria un maestoso licantropo bianco dai riflessi argentati, accanto ad uno specchio ovale.

Si guardò addosso. Indossava un paio di pantaloni neri, un po' larghi perfino per lui, ma sembravano di cotone buono.Era ferito al petto, a una coscia, e probabilmente, anche se in modo più leggero, anche alla spalla.

Tentò di alzarsi a sedere, ma la ferita al petto gli inflisse una fitta di dolore che lo costrinse a risdraiarsi, lasciandosi sfuggire un gemito. Tutto, nella sua testa, era confuso. Ricordava vagamente il mostro e la katana... ma non ricordava perchè stesse affrontando quel mostro, nè perchè stesse brandendo un'arma contro di lui.

Ed ovviamente, non ricordava affatto cosa ci facesse lui in quella stanzetta tanto graziosa. Di sicuro, era un luogo che trasmetteva pace e serenità.

Sospirò. Era quasi sul punto di riaddormentarsi quando sentì scattare una serratura. Drizzò le orecchie, girando la testa verso il resto della stanza. Al centro, la botola d'ingresso si stava aprendo. Sajin rimase a guardarla, allarmato.  Ne uscì,un pò a fatica, una ragazza. Sedette sul bordo della botola, tirò su le gambe e si mise a gattoni per richiuderla.

Guardò verso di lui e sorrise. -Ti sei svegliato!- disse con un sorrisone stampato in faccia. Sajin si rilassò un po': quella che aveva davanti sembrava una ragazza sui diciotto, massimo diciannove anni. Aveva i capelli castano chiaro, sfrangiati, un po' più corti nella parte alta della testa con le ciocche alla base della nuca lunghe.

Era lievemente in carne rispetto alle classiche ragazze giapponesi, stereotipo che, in effetti, non incarnava proprio. Sembrava avere tratti occidentali, con i suoi fianchi larghi, morbiddi e femminili e i seni prosperosi. Il naso era grazioso e proporzionato, le labbra piene che davano a Sajin la sensazione di essere morbidissime, ma soprattutto, quello che lo colpì furono gli occhi della nuova arrivata: grandi occhi nocciola, luminosi, allegri, limpidi.

Indossava una maglia viola lunga che le cascava da una spalla e una gonna nera, di quelle lunghe e scampanate da gitana, ai fianchi una cintura a stelline.Sul petto era adagiato un amuleto a forma di pentacolo, simbolo dei 5 elementi ovvero acqua, fuoco, terra, aria e spirito, con al centro una pietra viola, probabilmente un frammento di ametista.

La ragazza andò fino al letto, sedendosi sul bordo. -Non pensavo che ti avrebbero mandato da me in quelle condizioni!- ridacchiò allegra. -Ti confesso che, all'inizio, mi sono impressionata, cavolo! Eri pieno di sangue! Temevo che morissi! Poi ho ho pensato che no, la Madre non mi avrebbe mandato un famiglio morto, quindi ti ho curato. Stai bene? Devi avere una gran fame! Dormi da due giorni e non hai toccato cibo!-  disse tutto d'un fiato. Ma respirava, ogni tanto? Sajin la trovò comunque simpatica. Non ricordava nulla, ma aveva il sentore che nessuno l'avesse mai trattato con tanta spontaneità, nonostante il suo aspetto. -Io.. che ci faccio qui? Chi.. sei tu?- chiese titubante il volpone. La ragazza sorrise. -Il mio nome è Aki, sono una strega!- disse tutta contenta. -Qualche giorno fa ho fatto un rituale per evocare un famiglio e una sera, mentre camminavo, ti ho trovato sanguinante per terra. Non ti vedeva nessuno a parte me, quindi ho pensato "Caspita! Deve essere lui allora!" e così ti ho portato qui.- sorrise di nuovo. Komamura era sempre più confuso. Strega, rituale, famiglio? Aveva un'idea di cosa fossero. -Allora.. tu hai chiamato come famiglio me?- chiese. Aki scosse la testa.-Non puoi evocare uno spirito in particolare se non lo conosci. Io avevo chiesto qualcosa come lui.- disse indicando il licantropo disegnato sulla parete. -Tu sembri più una volpe che un lupo, in effetti, ma cambia poco! Io sono felicissima lo stesso!- e si vedeva. Se avesse avuto una coda, pensò sajin, probabilmente avrebbe scodinzolato. -E quindi... io da dove vengo?- chiese. Se lei lo aveva portato lì, doveva averlo preso da qualche parte!

Aki alzò le spalle.-Se non lo sai tu! Per me vieni dalla parallela di questa strada, all'incirca al centro, dove ti ho trovato sanguinante. I tuoi vecchi vestiti.. erano strappati per la metà, quindi li ho buttati. Ma ti facevano sembrare una specie di stufa gigante!- spiegò, accompagnango la "stufa gigante" con un ampio segno delle braccia. -Cioè, all'inizio ho detto "Checcarino! Un licantropo ciccione!" poi ho aperto i vestiti per vedere le ferite e ho scoperto che non eri ciccione affatto! Anzi! Hai un fisico da paura! Un vero pettorale tonico da licantropo! Troppo arcano!-

Sajin sorrise al suo entusiasmo. Continuava a non capirci niente, comunque. -Ma perchè...- ricominciò lei. -Non ricordi da dove vieni?- chiese. Komamura scosse la testa. -No, purtroppo no... solo ricordi confusi e... non ho idea di come si faccia il famiglio.- ammise lui.

Aki si morse il labbro inferiore. -E vabbè!- disse. -Ti aiuto io a recuperare la memoria!- sorrise.

-Lo... faresti davvero?- chiese lui, sbigottito dalla sua spontaneità. La strega annuì. -Certo! Ormai sei il mio famiglio! Dobbiamo collaborare. Ora su, fammi vedere le ferite!- disse avvicinandosi a lui.

Sajin sospirò e si sdraiò da bravo, lasciando che la sua nuova protetta controllasse lo stato delle sue ferite. Per distrarsi, iniziò a sforzarsi di ricordare  qualcosa, a pensare come avrebbe fatto a ritrovare la memoria... soprattutto, pensò che doveva aver dimenticato anche delle persone, persone importanti. Evidentemente doveva aver assunto un'espressione eccessivamente concentrata, dalla quale fu distratto quando Aki gli mise gentilmente una mano sulla guancia dicendo:-Ehi.. non serve a niente farsi tutti i problemi che sicuramente ti stai facendo in quella tua testolina pelosa!- sorrise dolcemente. -La vita è fatta di passaggi. Se sei finito qui, sicuramente avrai qualcosa da portare a termine. Per ora libera la mente dalle cose brutte e pensa a quante  belle opportunità potresti avere davanti. Alla tua memoria provvederemo nel frattempo, con calma e serenità. Ok?-

Lui ascoltò tutto il discorso, ammaliato dalle parole tenere e spensierate della ragazza. Annuì.

Aki sorrise contenta. -Bene...- fece una pausa. -Senti ma tu.. come ti chiami? Te lo ricordi?- chiese. Il 'famiglio' si trovò preso alla sprovvista. Ci pensò un poco su, fino a quando, per abitudine gli venne fuori. -Sajin. Sajin Komamura.- rispose.

*_________________________________________________________________________*

SONO TORNAAAAAAAATAAAAAAAAAAA! *w*

Dopo tanto, troppo tempo, sono tornata a scrivere fan fiction, sperando, questa, di poterla finire!  L'ultima storia che avevo scritto aveva riscosso un discreto successo, ma poi, rivedendola, ho pensato che i personaggi fossero troppo piatti, la protagonista troppo altera e distaccata, i nomi totalmente osceni.

Insomma, ora sono di nuovo qui!

La prima parte della storia è impiantata principalmente sul nostro adorato Komacucciolo e la sua nuova amica, in realtà molto autobiografica, dato che adoro i licantropi e vorrei un komachan tutto mio x3

Cercherò di mettere il capitolo nuovo al più presto! fatemi sapere che ne pensate! Nya!

  
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