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Autore: SheBecameDirectioner    09/07/2012    4 recensioni
"-Ok Josh, ora mi dici che cosa vuoi fare?- non poté trattenersi dal sorridere quando lui tirò fuori dal garage la vespa bianca che lei vedeva tutte le volte che si affacciava dal balcone e se era fortunata poteva vedere Josh a torso nudo che lavava la Ferrari nera del signor White. In quei momenti Becca avrebbe voluto cantargli davanti la canzone 'Tu Mi Porti Su' o 'Call Me Maybe' infatti si allenava così tanto sotto la doccia che le saponette oramai le facevano da coro e le spugne le applaudevano mentre gli shampoo erano i critici che la giudicavano tutte le volte che finiva una canzone (?)."
Questa è la mia prima One Shot, Beliebers :3 Spero vi piaccia e vi faccia sognare :)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hearts Beating.


Le stringeva il polso con delicatezza, senza farle male, era dolce, caldo.
Tutti li guardavano, spettegolavano cose oscene su di loro. Lei era confusa, ma lui le donava una sicurezza sconcertante. Correvano sempre più veloci, Becca lo seguiva senza sapere dove volesse portarla o che cosa avrebbero dovuto fare di così importante da non poter aspettare di essere da soli.
Lei lo conosceva da diversi anni, si vedevano per un mese all'anno.
Segretamente Becca lo guardava quando era seduto con i più piccoli mentre li faceva giocare o quando lui giocava a calcio con gli altri ragazzi della sua età.
Arrossiva tutte le volte che Josh si ricordava il suo nome mentre facevano le squadre per giocare a palla prigioniera.
Correvano uno davanti all'altra.
Becca conosceva perfettamente quei palazzi e quei sentieri in mezzo alle siepi delle ville.
Josh rallentò e lei si fermò di colpo confusa.
-Si può sapere che cavolo vuoi fare?- gli chiese lei con il fiatone.
Il cuore le batteva forte per la corsa ma le si arrossirono le guance all'idea di essere li con il ragazzo che aveva fissato per anni sperando che le rivolgesse la parola con un "Come stai?" o con un "Che sole che c'è oggi!".
Lui le prese la mano sudata e si mise di nuovo a correre trascinandosela dietro.
Arrivarono dietro un garage e lui si fermò di nuovo. La sua faccia da orsacchiotto le faceva venire voglia di prendergli le guance e strattonargliele per bene tipo le vecchiette che sua nonna incontrava per strada quando lei e la nipote andavano al bar dietro la stazione. I suoi occhi marroni le scrutavano il viso per poi fermarsi sul suo sguardo.
Le vennero in mente i pomeriggi in piscina quando lei si vergognava di mostrare il suo corpo e come lui l'immergeva sott'acqua facendo quei giochi scemi, quando due anni prima gli amici di Josh non c'erano e lei si è ritrovata a fare la strada di ritorno da sola con lui e di come gli brillavano gli occhi quando lo sguardo di lui si incrociava casualmente con il suo.
Le sue amiche le ripetevano spesso che c'era di meglio in circolazione e che anche se si fossero messi insieme non sarebbe durato come rappotro a distanza. Becca si demoralizzava quasi tutte le volte che le parlavano di quest'argomento perché sempre più spesso non erano cose carine che spettegolavano.
Lui le si avvicinò sempre di più fino a sentire il suo respiro sulla pelle, erano così vicini che se uno dei due si fosse avvicinato ancora le loro labbra avrebbero potuto toccarsi.
Lei voleva chiedergli perché faceva tutto questo e se veramente ricambiava i suoi sentimenti, ma lasciò da parte il cervello e si aggrappò all'istinto. Il cuore le batteva ancora forte anche se il fiatone se ne andava a poco a poco, le tremavano le gambe e temeva perfino che i suoi capelli non fossero a posto per un'occasione del genere. Mandò a farsi fottere i capelli quando lui le sfiorò i fianchi e senza rendersi conto delle proprie azioni lei gli cinse il collo.
Un sorriso apparve sulla bocca di lui e la singola mossa la fece arrossire.
Sentirono qualcuno chiamare il nome di Josh e tutte e due si voltarono di scatto.
Il momento magico era finito. Becca maledisse il cielo nella mente appena le mani di Josh si staccarono dal suo bacino.
Per l'ennesima volta Josh le strinse la mano e la trascinò via correndo.
Anche il cuore di Josh batteva forte, lo sentiva dal suo polso magro.
Becca continuava a immagazzinare ricordi che neanche lei sapeva che le appartenessero: quando a 7 anni lo vide per la prima volta, erano piccoli entrambi e si misero a giocare a campana con le altre bambine che facevano la corte a Josh, lei non gli rivolse nemmeno una parola per paura di essere presa male dal gruppo di completi estranei. Si sentiva estranea ed esclusa, si ricordava la sua vittoria a quel gioco stupido e gli sguardi feroci delle altre bambine quando Josh si complimentò con lei stringendole la mano e invitandola alla rivincita.
Josh si voltò verso di lei e le regalò un sorriso, il più bello che avesse mai visto.
Le si agitarono le farfalle nello stomaco, le girava la testa ma ci dava poca importanza.
Il ragazzo che ammirava e amava da anni la stava trascinando via, da qualche parte; forse nemmeno lui sapeva dove la stesse portando e questo dava un pizzico di intrigo alla faccenda.
Arrivarono nel parcheggio proprio davanti a casa di Becca che non era lontano da casa di Josh. Anzi, era proprio a due passi da casa sua. E infatti si fermarono proprio di fronte alla villa della famiglia White. Josh le lasciò la mano e aprì il cancello della villa. Becca si fece coraggio e gli disse:
-Ok Josh, ora mi dici che cosa vuoi fare?- non poté trattenersi dal sorridere quando lui tirò fuori dal garage la vespa bianca che lei vedeva tutte le volte che si affacciava dal balcone e se era fortunata poteva vedere Josh a torso nudo che lavava la Ferrari nera del signor White. In quei momenti Becca avrebbe voluto cantargli davanti la canzone  Tu Mi Porti Su  o Call Me Maybe infatti si allenava così tanto sotto la doccia che le saponette oramai le facevano da coro e le spugne le applaudevano mentre gli shampoo erano i critici che la giudicavano tutte le volte che finiva una canzone (?). 
Era incantata, non sapeva a che pensare: se non fidarsi - anche se sarebbe stato impossibile - se seguirlo e lasciarsi andare...
Optò ovviamente per la seconda opzione.
-Hai intenzione di restare lì o di salire?- le domandò lui sempre con il suo magnifico sorriso stampato in faccia. Lei riuscì solo ad annuire e sorridere da quanto era felice e sorpresa, innamorata del destino più che mai in quel momento.
Salì sulla moto e Josh le porse il casco.
Era tutto azzurro con scritto in grande "I love NY", quello di Josh era tutto nero sbiadito che faceva molto "io sono figo", la cosa strana era che lo era davvero e tanto anche, con quei capelli castani che a volte assomigliavano alla chioma di un riccio, quei occhi color corteccia con tutte quelle sfumature verdi e poi c'era il corpo da modello. Becca gli avrebbe consigliato volentieri di andare a fare il modello da Abercrombie a Milano (sicuramente avrebbe avuto successo).
Salì sulla vespa e Josh mise in moto. Becca dovette aggrapparsi ai suoi addominali scolpiti per non cadere, il vento le scompigliava i capelli e si sentì libera, senza nessun pensiero per la testa a parte il costante e sconcertante pensiero di essere con il ragazzo che amava. Sorrise e sorrise ancora, come se fosse il miglior momento della sua vita. E in effetti lo era.
Arrivarono in spiaggia dopo quasi mezz'ora di viaggio.
Josh parcheggiò la moto appena fuori dal muretto che divideva la sabbia dalla strada. Scesero e Becca gli consegnò il casco azzurro, si scompigliò i capelli e fece risaltare i suoi morbidi boccoli castani. Finito il momento "swish" Becca voleva sapere che intenzioni avesse avuto Josh per portarla in quel posto stupendo.
-Per favore, potresti spiegarmi perché fai tutto questo?- gli chiese lei con aria interrogativa.
-Be', non avevo il coraggio di dirtelo a parole ma vedo che non ti accontenti dei fatti!- le rispose lui sorridendo.
-Sto aspettando.- si mise a braccia incrociate e sapeva di non essere carina ma doveva pur fare un quadro della situazione. Insomma, non poteva solo lasciarsi trascinare da quei fantastici occhi o dal fascino del suo estroverso carattere o, ancora, dal suo corpo mozza fiato...
No, se lo impedì.
-Ti ho guardata. Le poche volte che i nostri sguardi si incrociavano sentivo qualcosa, come una scarica elettrica... Per farla breve... Mi piaci, l'ho detto, ecco.-
Sul volto di Becca apparve un sorriso enorme, il cuore le batteva all'impazzata e non sapeva come rispondergli o cosa fare per sciogliere quel silenzio imbarazzante che si era diffuso attorno a loro.
Anche Josh arrossì e sorrise imbarazzato.
Ora Becca capiva il perché tutti lo chiamavano Winnie The Pooh: le guance gli diventavano cicciotte quando rideva, quasi fossero imbottite di cotone o di piume, e prendevano un colore rosso acceso che gli risaltava gli occhi scuri, proprio come il vecchio cartone della Disney che lei amava tanto.
Lui le prese la mano e solo sfiorandolo le vennero le vertigini.
L'ultima volta che gli aveva preso la mano era a dieci anni quando dovevano ballare le stupide canzoni che le suore preparavano per i bambini e quando la canzone diceva "prendiamoci per mano, giriam, giriam, giriamo" Josh le prese la mano per poi stringerla forte per il braccio e girare cantando quelle minchia di canzoni.
Lei gli strinse la mano come se fosse un gioiello d'inestimabile valore.
Un ragazzo semplice e intelligente, così lo definivano gli adulti che lo incontravano. Frequentare il liceo scientifico non è da tutti e a Becca frequentare un liceo simile non era neanche passato per la testa. Voleva laurearsi in storia dell'arte per poi poter insegnare a scuola, era sempre stato il sogno che fin da piccola si trascinava dietro. Del resto doveva mandare avanti le tradizioni di famiglia, suo padre era disegnatore tecnico proprietario di una ditta tutta sua e suo nonno era un pittore professionista. Lei poteva dire che se la cavava con pastelli e pennelli e adorava colorare qualsiasi cosa con ogni tonalità possibile e immaginabile di colori ma nel disegnare figure o corpi non poteva dire lo stesso.
Le venne in mente la sua migliore amica, che le diceva di buttarsi e al massimo cadere, era l'unica che la consolava nei momenti difficili e con cui poteva parlare veramente di tutto. Quando era con Callie si sentiva libera di dire tutto ciò che le passava per la testa e pensare che un anno prima lei era venuta lì con lei per una settimana le faceva sentire ancora di più la sua mancanza. Callie non era come le bambinette che erano in quella città del Canada del sud.
Josh e Becca si incamminarono verso l'entrata più vicina per la spiaggia ed entrarono nella 3. Un insegna di legno dipinto di verde con dei fiorellini colorati era sopra la loro testa e le assi di legno ricoperte di sabbia le ricordarono l'ultima volta che era andata con i suoi genitori a Rimini da sua zia tre o quattro anni prima.
Erano soli, la spiaggia era deserta - cosa abbastanza insolita per essere a luglio.
Lui si fermò sulla banchina, Becca sentiva le onde infrangersi sugli scogli alla loro destra e la brezza marina le scompigliava i capelli.
-Sai è veramente strano.- le disse lui.
-Cosa di preciso? Sai ci sono talmente tante cose strane che ora mai ho perso il conto. Tu che mi trascini via per poi portarmi dietro un garage e cercare di baciarmi; poi mi porti qui sulla tua vespa bianca, mi prendi la mano... Wow, non ho parole sai, veramente... Mi hai spiazzato.-
Lui le diede un piccolo pugno leggero sulla spalla e si misero a ridere di gusto.
Poi si avvicinò a lei centimetro dopo centimetro erano vicini come poche ore prima dietro il famoso garage della casa di una certa Alessia.
Era talmente romantico che Becca stentava a credere di essere lì con Josh, che lui l'avesse sul serio trascinata sulla costa e avesse cercato di baciarla.
-Io...- cominciò, ma le labbra di lui erano già sulle sue.
Il bacio di Josh era dolce e troppo perfetto, come se avesse fatto pratica con centinaia di ragazze prima di lei. Era il bacio che aveva sempre desiderato, perfetto, la perfezione assoluta. Lui gli mise le mani sui fianchi e anche lei lo fece, i loro petti si toccavano e il cuore di Becca batteva all'impazzata, senza sosta.
Ne voleva ancora, non poteva farne a meno.
In quel momento lei era sua e lui era suo, si appartenevano a vicenda.
Tutto quello che Becca aveva sognato per anni si era realizzato in un giorno qualunque.
E non avrebbe potuto essere più bello di così.


Buongiorno Beliebers :3! Innanzitutto, vi dico, Josh sarebbe Justin... solo che nel mio sogno lo chiamavano Josh e ho preferito mantenere il nome :) Mi sono impegnata molto nello scrivere questa semplice One Shot e molte mie amiche mi hanno consigliato di postarla qui su EFP, perché a loro è piaciuta molto. Quindi, ecco voi Hearts Beating C: Spero vi abbia fatto sognare, come è successo a me e alle mie amiche :) Ringrazio tutte le persone che recensiranno, metteranno questa One Shot tra i preferiti, o le seguite... In pratica, ringrazio chiunque legga la storia, ecco :3!
SheBecameDirectioner

P.S.: Se anche a vi piacciono gli One Direction, passate dalla mia fanfiction, grazie C:

  
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