...E Tutto Solo Per Questo Momento.

Svengo.

Mi fa male la testa.

Ma non mi posso fermare ora, susciterei l'odio di tutti gli altri, siamo solo a metà concerto.

Metà concerto... E io non sopporto più tutte quelle voci che si uniscono alla mia, tutta quella gente urlante che poga.

E io li vedo, quando sposto lo sguardo da una parte all'altra li vedo. Tutti. Vedo ogni faccia estasiata, vedo tutte le gote arrossate per la fatica, vedo ogni singola goccia di sudore scivolare lenta sulla tempia per poi essere assorbita dalla maglietta.

E li odio, nonostante sia per loro che abbiamo fatto tutti questi sforzi, nonostante sia grazie a loro che siamo arrivati fin qui, io li odio. Odio una ad una ogni singola persona presente a questo concerto, che abbia dieci o novant'anni.

Odio soprattutto quei sorrisetti ebeti che hanno stampati in faccia, sono contenti di essere a pochi metri dai loro idoli, eh?

E odio quelle ragazzine che urlano appena volti la testa nella loro direzione, quelle che se potessero ti metterebbero in catene per averti nella loro stanza per sempre.

-Sometimes i don't know why, we'd rather live then die...-

Ma lo show deve continuare.

Certe volte, non so perché, preferiamo vivere che morire.

Anche le parole delle canzoni hanno tutt'altro significato. Ora.

E le canzoni passano. Io continuo imperterrito, con voce atona a fare il mio lavoro: cantare.

Finché non arriva una delle ultime canzoni, la canzone che non sono riuscito ad ascoltare fino ad ora. Mi posiziono all'organo per Critical Acclaim.

Finito l'intro prendo in mano il microfono.

Ma qualcosa va storto, la voce non esce, tutte le parole risalgono fino ad arrivare alle mie labbra ma appena cerco di pronunciarle... Le dimentico.

Dimentico le parole scritte da un genio.

Anche gli altri si fermano con me.

Si tolgono gli strumenti e li appoggiano a terra.

Non doveva succedere, ma la canzone continua.

E il ritornello ritorna come ogni inverno e i brividi gelati si impossessano di me.

La voce meccanica della registrazione pervade ogni angolo dell'arena

Mi lascio cadere in ginocchio e sollevo le braccia al cielo.

Si sente solo la batteria che continuare a suonare.

Sentire la sua voce è come una pugnalata in pieno petto.

Anche i miei compagni fanno lo stesso. Si lasciano cadere al mio fianco e tutti ci prendiamo per mano sollevandole verso di Lui.

Scende un silenzio tombale da tutte e due le parti.

E uno dopo l'altro, ogni singola persona, ogni singolo fan, copiano il nostro gesto, si lasciano cadere per terra in ginocchio, non importa se sono da soli o con gli amici, ognuno prende la mano del suo vicino e le sollevano verso il cielo.

È ora che ho capito l'importanza di andare avanti.

Certe volte, non so perché, preferiamo vivere che morire.

È ora che ho capito perché noi, gli Avenged Sevenfold, abbiamo preferito vivere.

Vogliamo portare avanti il suo ricordo, nei concerti, nelle canzoni, negli album.

E sono sicuro che Jimmy ora ci sta guardando, è fiero di noi, di sicuro, ora.

Siamo riusciti a unire il pubblico e la band con un solo gesto, per lui.

Forse non ce ne siamo resi conto prima ma il concerto aveva un solo scopo, quello di ricordare il nostro Jimmy...

Abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare...

E abbiamo fatto tutto...

Solo per questo momento.

-PER JIMMY!-

Ciao a tutti.
Ogni tanto mi vengono questi attacchi di depressione... e ogni volta finisco per scrivere qualcosa su di lui. Su Jimmy.
È scritta di getto, non l'ho neanche riletta ma ho sentito il bisogno di pubblicarla.
Spero vi piaccia.
Bacioni.
AlisGee. <3