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Autore: Haley_    12/07/2012    13 recensioni
Elena Gilbert lavora in un giornale di moda a New York ma, quando il suo datore di lavoro la licenzia, è costretta a tornare a Mystic Falls dove l’attendono alcune questioni lasciate irrisolte sei anni prima. In particolare il rapporto con i fratelli Salvatore, Damon e Stefan, che la conoscono da quando è nata e che hanno un passato fatto di alti e bassi con lei.
Elena si trova a dover gestire situazioni difficili ed eventi avversi e nel mentre deve cercare di far chiarezza sui suoi veri sentimenti per i Salvatore. Quando, però, riesce ad arrivare ad una decisione, scopre che l’uomo che ama sta per sposarsi.
N.B. Sono tutti umani.
STORIA IN FASE DI REVISIONE
Revisionata fino al capitolo:3
Genere: Commedia, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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- Questa storia fa parte della serie 'Una damigella per lo sposo'
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*Capitolo revisionato*

1

Mi guardo allo specchio cercando di aggiustarmi freneticamente i capelli già perfetti.
Sì, sono perfetti perché la parrucchiera ha impiegato ben due ore per farmi questa acconciatura, e io sto probabilmente mandando a monte la fatica e il lavoro di quella povera ragazza. Rischio di combinare un guaio, come mio solito, e di scontrarmi con l’ira funesta di Caroline.
Già la immagino mentre ferma il prete, la musica, praticamente l’intera cerimonia,  perché una sola persona in tutta la Chiesa non ha ogni minimo particolare al di sopra della perfezione, figuriamoci se poi la persona in questione è la damigella d’onore.
Tuttavia eviterebbe di radiarmi dalla lista degli invitati di ogni matrimonio da qui ai prossimi quindici anni, compreso il mio, solo in nome della nostra amicizia e considerati gli ultimi mesi di inferno che ho passato.
So che capirebbe che il mio è solo un modo per scaricare il nervosismo e la frustrazione accumulate.
Mi sembra di star vivendo un incubo, e in fondo spero sia così.  Almeno, ad un certo punto, mi sveglierei e tirerei un respiro di sollievo. Il sogno, però, si è fatto troppo brutto e il fatto che non mi sia svegliata, sudata e nel buio della notte, significa che questa non è altro che la realtà. Sono realmente qui. Indosso per davvero uno stupido vestito rosa con lo scollo a cuore e che mi fascia perfettamente tutto il corpo.
Io odio il rosa!
No Elena, non è vero, tu non odi il rosa…’ – Mi dico– ‘..odi lei che ama il rosa! In  verità non odi neanche leiCome potresti odiarla? Chi potrebbe mai odiarla? Lei è perfetta in tutto quello che fa, bellissima con i suoi capelli di seta e le sue gambe chilometriche, le tette che non seguono le leggi della gravitazione universale e la sua mitica laurea con 110 e lode, bacio accademico, strette di mano e quella risata del caz…’
Scuoto la testa, cercando di ritornare in me. Ho avuto la capacità di far inacidire anche la mia coscienza.
Di coscienza, a dir la verità, non è ho avuta molta ultimamente e, in ogni caso, non ho il diritto di fare la stronza con lei.
Se c’è una stronza da queste parti, quella sono io, e non posso lamentarmi se ora mi trovo in questa situazione. Ho fatto delle scelte che mi hanno portato qui, scelte sbagliate che ho preso da sola e non posso incolpare nessuno se non me stessa.
“Sei bellissima così, smettila di torturarti” Matt entra nella mia camera, non so neanche quanto tempo è passato da quando gli ho detto di ‘aspettarmi un attimo giù’.
Caroline l’ha obbligato a farmi da accompagnatore al matrimonio, sicuramente perché teme in un mio crollo emotivo e sa che Matt, con la sua calma e la sua pazienza, è l’unico ad avere una possibilità per calmarmi.
“Sono bella per quanto riguarda l’aspetto, ma se questo specchio potesse riflettere quello che abbiamo dentro... non avresti il coraggio di dire lo stesso.”
“Elena… non hai fatto quello che hai fatto perché sei una cattiva persona, ma perché sei umana.  Puoi rimediare, lasciandolo andare.”
So che questa è la cosa giusta, lo sapevo fin dall'inizio, ma non pensavo di essere capace di spingermi fino a questo punto. Ho ferito delle persone e ho sorpassato il limite.
“Non tutto è perduto. Puoi ancora rimediare e chiedere scusa.”
Matt ha ragione, forse posso ancora recuperare qualcosa.
“Hai ragione...puoi accompagnarmi da una parte?” mi volto di scatto verso di lui.
“Ma fra un'ora ci sono le nozze! Dove vuoi andare?”
 
Sono davanti la casa della ragazza che ho più odiato, invidiato e a cui ho rovinato il giorno più bello della sua vita.
Sento voci e risate provenire dall'interno e, dopo una manciata di minuti, finalmente mi decido a bussare.
 “Tesoro penso sia arrivata la macchina...sei pron...” una signora, esattamente la madre della persona che cerco, apre la porta, bloccandosi alla mia vista e di conseguenza non riuscendo a completare la frase.
“Che cosa ci fai tu qui? Non ti sembra di aver fatto abbastanza?” mi dice, mentre il suo sguardo corre su di me e il suo viso si contrae in un’espressione disgustata.
Non riesco a reggere questa pressione , non quando so che sono l’unica ad essere in torto.
“Io...io veramente..” Mi impongo di cacciare la mia grinta, ma il senso di colpa e la personalità della donna che mi è davanti non aiutano.
“Tu cosa? Per caso vuoi buttarti su mia figlia e rovinarle il vestito o qualsiasi altra cosa per impedire questo matrimonio? Lei ti ha accolto come se fossi sua sorella e tu le hai fatto del male solo per rubarle il fidanzato. Mi dispiace ma ho una cattiva notizia per te...loro due si amano e oggi inizieranno una vita insieme, quindi faresti meglio a sparire per sempre dalle loro vite."
Per essere una signora sui cinquant’anni, ha lasciato tutta la sua diplomazia non so dove per mostrare la sua parte peggiore.
Immagino, però, che nessuna madre conosce educazione o buone maniere quando si tratta di difendere i propri figli, almeno una buona madre.
“Mi dispiace...io sono qui per scusarmi con sua figlia..” la vedo alterarsi e boccheggiare per cominciare a dire qualcosa, ma prima di poterlo fare vengo rapita dall’immagine della sposa sul ciglio delle scale.
Leiè bellissima con il suo abito di Vera Wang e ripenso amaramente a quando l’ha scelto.. io ero presente.
Ha fatto di tutto per essermi amica e io come mi sono sdebitata?
“Mamma ti prego non dire altro, oggi è il giorno più felice della mia vita e non voglio drammi.” – Si rivolge alla madre, per poi girarsi verso di me – “Vieni con me nello studio."
Entro in casa con lo sguardo diretto verso il pavimento e consapevole di essere squadrata dalla testa ai piedi dalla signora, seguo poi la figlia lungo lo stretto corridoio.
“Hai meno di cinque minuti. Dimmi quello che devi dirmi per scaricare i sensi di colpa e finiamola qui.” Il suo sguardo è duro e perso nel vuoto, non riesce a guardarmi.
Come biasimarla?
Posso solo immaginare ciò che le potrebbe passare per la mente.
“Io...io non sono qui per sentirmi meglio e non pretendo che mi perdoni. Voglio solo chiederti scusa.  Sei stata sempre gentile con me. Non mi conoscevi, sapevi soltanto che ero una sua amica stretta e mi hai accettata. Una qualsiasi altra ragazza lo avrebbe allontanato da me per gelosia, invece tu no.”
“E cosa ho guadagnato ad essere gentile?! Niente!” – Alza la voce, ma i suoi occhi parlano. Sono tristi – “Più di una volta sono stata gelosa di te e del vostro rapporto, ma non pensavo che saresti arrivata a tanto. Pensavo mi rispettassi.”
Le sue parole sono lame che mi trafiggono il petto perché non fanno altro che confermarmi quello che già so.
Sono una traditrice.
“Io ti rispetto ma...” Cerco di dire, ma lei mi ferma alzando una mano.
“No non l'hai fatto, non voglio sentire altro. Ora vai in Chiesa, tra tre quarti d’ora mi sposo e sappi che sei ancora la mia damigella, non perché non voglio che la genti inizi a parlare, ma perché so quanto lui ti voglia bene. E io sono pronta a sopportarlo solo perché lo amo, ma questa sarà l'ultima volta.. non sono più disposta ad ingoiare bocconi amari e non voglio vederti mai più.”
Mi limito ad annuire e con lo sguardo basso mi dirigo verso l'uscita, chiedendomi cosa lui le abbia detto.
Chiedendomi come affronterò le prossime ore e le conseguenze alle mie azioni che, in ogni caso, si ripercuoteranno su di me per il resto della mia vita.


 


 

Ciao!

Ho preso ispirazione dal film 'Il matrimonio del mio migliore amico', ma la storia prende solo l'idea principale :)
Il primo capitolo è una sorta di prologo e parte dalla fine, infatti dal prossimo capitolo si ritornerà indietro nel tempo per capire cosa è successo.
I personaggi sono tutti umani e Mystic Falls è una tranquilla cittadina senza vampiri o altre strane creature.
Spero di avervi incuriosito e di sapere cosa ne pensate, alla prossima! :D

 

  
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