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Autore: LaMicheCoria    15/07/2012    4 recensioni
Ci avviciniamo ancora e senza far rumore, per non perderci neanche una scena di quel quadretto così intimo e famigliare: Midorima, composto sulla sedia e il quaderno diligentemente poggiato sul tavolo, e Takao che, più che al Kojiki di Ō-No-Yasumaro, sembra interessato alla mano sinistra del compagno.
La osserva, la fissa, la studia. L’espressione è quella di chi si trova davanti ad un animale esotico affascinante, ma potenzialmente pericoloso.
Kazunari lancia un’occhiata veloce a Shintaro per assicurarsi che la sua attenzione sia ancora ai versi delle cronache e lentamente comincia a far scivolare la propria mano verso quella dell’altro. Movimenti precisi, delicati, ma non timorosi. Vicino. Un po’ più vicino. Ancora un po’. Ci sei quasi..

[A Rota]
[Midorima/Takao]
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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ylhyh

Disclaimer: I personaggi di Kuroko no Basket
Non mi appartengono,
ma sono di proprietà di Tadatoshi Fujimaki ©.

 

 

 

 

A Rota ~

 

 

 

 

 

 

 

 

.: You’ll Let Me Hold Your :.
.: Hand :.

 

Se fossimo una particella lasciata immobile a galleggiare dinanzi alla finestra, non noteremmo nulla di strano: una cucina tranquilla, il frigorifero panciuto con tante calamite colorate, forno a gas e credenza, una piccola televisione incastrata tra il frullatore e il microonde. Un cartone di latte parzialmente scremato, probabilmente preso dal Seven/Eleven all’angolo, e un pacchetto di takoyaki lasciati entrambi vicino al lavandino; dalla tv accesa su un canale musicale il ronzio crepitante di una canzone degli Arc-En-Ciel.
Sul tavolo addossato alla parete di destra qualche libro di Letteratura Giapponese sparpagliato sulla tovaglia a fiori, tra una penna col tappino mangiucchiato ed una cartaccia tutta appiccicosa di Calorie Mate.
Ci scostiamo dalla nostra posizione privilegiata.
Il sole si infrange sulle lenti di uno dei due ragazzi seduti al tavolo: uno storcersi infastidito delle labbra e Midorima si sistema gli occhiali, sollevando appena la curva metallica sul dorso del naso e risistemandola con un gesto meccanico delle dita fasciate.
Sappiamo che si chiama Midorima, Shintaro Midorima, così come sappiamo il nome del suo compagno, abbandonato col mento sopra le pagine del quaderno: si chiama Takao Kazunari e frequenta con Midorima il liceo Shūtoku. Entrambi, inoltre, fanno parte della squadra di basket della scuola. A vederli così, di primo acchito, non potrebbero essere più diversi, eppure qualcosa ci spinge a rimanere, a non lasciarci ingannare dalle apparenze.
Non è una costrizione e nemmeno curiosità. E’ qualcosa come…contemplare il giusto vivere della natura. Qualcosa di già scritto. Di già deciso.
Il Destino.

Ci avviciniamo ancora e senza far rumore, per non perderci neanche una scena di quel quadretto così intimo e famigliare: Midorima, composto sulla sedia e il quaderno diligentemente poggiato sul tavolo, e Takao che, più che al Kojiki di Ō-No-Yasumaro, sembra interessato alla mano sinistra del compagno.
La osserva, la fissa, la studia. L’espressione è quella di chi si trova davanti ad un animale esotico affascinante, ma potenzialmente pericoloso.
Kazunari lancia un’occhiata veloce a Shintaro per assicurarsi che la sua attenzione sia ancora ai versi delle cronache e lentamente comincia a far scivolare la propria mano verso quella dell’altro. Movimenti precisi, delicati, ma non timorosi.  Vicino.  Un po’ più vicino. Ancora un po’. Ci sei quasi..
La concentrazione è tale che ne possiamo coglierne la presenza nella durezza dello sguardo e nella ruga che si è andata a formare in mezzo alla fronte; possiamo addirittura sentire la bocca secca e la punta della lingua che passa più e più volte sulle labbra impastate.
Non ci saranno più di dieci centimetri a dividerli, eppure lo sforzo di Takao è immane; e così, quando finalmente raggiunge il proprio obiettivo, il volto di Kazunari si rilassa all’istante.
Midorima tiene l’indice e il medio un poco piegati sopra il tavolo, ma c’è abbastanza spazio perché Takao riesca a far scivolare le dita sotto di esse e stringere appena la presa sulla mano del compagno.
Noi siamo solo una particella galleggiante, non possiamo trattenere il respiro –però la sensazione è quella, non ci sono dubbi. La stasi, l’aspettativa, la paura di ciò che potrebbe essere, tutto questo ci coglie nel vedere quell’istante dilatarsi e inglobare il tavolo, la cucina, la finestra, quel piccolo angolo di mondo che dal mondo sembra voler prendere le distanze.
Almeno per l’attimo di un respiro.
Perché Midorima si svincola quasi immediatamente dalla presa e torna a sistemarsi gli occhiali. Senza dire una parola.
Takao, dal canto suo, sogghigna. Apre e chiude la mano.
A ricordarsi le dita fasciate di Midorima che, nel barlume di un istante, si sono chiuse attorno alle proprie.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note Finali

Ecco cosa succede ad ascoltare I Want To Hold Your Hand ùù
Bhè, direi che non c’è molto da dire. Non so se avete mai letto After Dark di Murakami: se sì, credo che si noti abbastanza da quanto poco l’abbia riletto. Che uomo.
Ah-Ehm! A Rota, che adesso parte per la Norvegia e a cui, ancora, non ho scritto la Midorima/Takao di tre capitoli. Ma la scrivo prima del tuo ritorno, è una promessa ùù
Bien!
Grazie a tutti e alla prossima!

Nemeryal

   
 
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