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Autore: amanda91    16/07/2012    3 recensioni
Dal prologo: La luce … poi un ritorno al buio. Elena dischiuse gli occhi ritrovandosi d’un tratto strappata al paradiso. Un lungo sonno, estraneo alla vita, e poi … tutto era svanito. Si trovò distesa su un rettangolo d’acciaio, respirò a fatica ingurgitando con prepotenza l’aria tutta intorno, che entrò feroce in lei, come se fosse respirata per la prima volta. Che fosse il paradiso? Una sorta di ritorno alla vita?
Non aggiungo altro, se non l'augurio di una buona lettura!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non appena Damon varcò la soglia, immergendosi nel buio, non ebbe bisogno di riabituarsi all’oscurità per individuarla. Giaceva seduta in un angolino, rannicchiata e a testa bassa. La lunga massa di capelli scuri le ricadeva lungo il volto nascondendole le gote arrossate e inumidite dal pianto. Potè sentirne i singhiozzi sommessi, e percepirne ogni singola lacrima che le rigava il volto.
Non avrebbe mai potuto amarla come in quel momento, quando indifesa e vulnerabile giaceva di fronte a lui.
“Damon… non ora ti prego” sussurrò senza neanche alzare la testa per controllare che fosse lui.
“Noto con piacere come i tuoi sensi si stiano già affinando” optò per il sarcasmo, nel vano tentativo di strapparle un sorriso.
“Non avevo bisogno di morire per riconoscere il ritmo dei tuoi passi” gli confidò sincera, senza volerlo, pentendosene però un attimo dopo. Quelle non erano esattamente quel genere di piccolezze che  avrebbe dovuto notare un’amica. Lo sentì irrigidirsi, e solo allora si decise al alzare gli occhi ad incontrare i suoi. Nell’oceano delle sue iridi riconobbe il suo stesso turbamento, la sua stessa pena, e si rese conto di non esser sola. Il mondo scomparve, risucchiato da quell’abbraccio di sguardi.
Damon le si avvicinò cauto, senza proferire parola,  le si sedette accanto e aspettò che fosse lei a parlare.
“Non avevo mai pensato prima d’ora di dover affrontare davvero quest’eventualità… di diventare vampiro intendo. Anche quando mi facesti bere il tuo sangue, in fondo sentivo che avremmo trovato un modo per evitarlo”
“Scusami Elena” soffiò.
“Di cosa?”
“Di averti fatto bere il mio sangue, l’anno scorso… avevo paura di perderti” abbassò gli occhi imbarazzato dalle sue stesse scuse, e la sentì aprirsi in un sorriso appena accennato.
“Avrei voluto dei figli Damon… un marito, una villetta sull’oceano, con un’enorme terrazza dalla quale affacciarmi per perdermi nel vento! Avrei voluto diplomarmi, da umana intendo, e avrei voluto ricordare con nostalgia quel giorno quando si sarebbero diplomati i miei figli. Avrei voluto veder spuntare i primi capelli bianchi, e le prime rughe, allo scoccare dei quaranta. Avrei voluto avere dei nipoti, raccontare loro storie sui vampiri, metterli a dormire e guardarli tutta la notte… Dio Damon ho paura!! Cosa ne sarà di tutti i miei sogni?” non diede tempo al vampiro di rispondere nulla, perché in quel momento stesso crollò, e senza volerlo, né potersi fermare, pianse come non aveva mai fatto prima. 
Damon si limitò a starle accanto, prendendole una mano nella sua, senza malizia, né doppi fini, consapevole che avrebbe dovuto lasciarle il tempo di disperarsi, e dannarsi. Consapevole che quello fosse l’unico modo che quella dolce umana avesse per lasciarsi andare al suo destino. 
La sentì stringersi a lui e afferrargli un braccio, nascondendo il viso nell’incavo della sua spalla. 
Restarono così per un tempo che sembrò infinito, prima che Elena riuscisse a quietarsi.
“Nessuno di noi ha scelto questa vita, nessuno di noi ha chiesto di essere trasformato. Io ho odiato Stefan per oltre un secolo, lo incolpavo di avermi costretto a completare la transizione. Ma sai che c’è? Io infondo sono vivo anche ora, dopo 150 anni sono capace di provare sentimenti, dolore e gioie, come un qualsiasi essere umano! Se hai paura di perdere te stessa ti do la mia parola che non accadrà! Ci siamo noi tutti ad aiutarti … non lasceremo che tu ti perda” le strinse con maggior vigore la mano voltandosi ad osservarla, e vide la sua espressione mutare fino a trasformarsi un un sorriso accennato. Nei suoi occhi trovò riflessa la paura, ma anche la tenacia, e la fermezza che lui aveva sempre amato. L’Elena che lui amava fino alla follia era sempre lì … e per un attimo in quella folle giornata non ebbe più paura di perderla.
Lesse nel suo sguardo accigliato un qualcosa di indecifrabile, che lo portò a chiedersi se davvero quella fosse la ragazza che poche ore prima aveva scelto Stefan, o se quella scelta se la fosse in qualche modo immaginata.
Spinto da un ricordo ancora troppo fresco, troppo vivo e scottante, scostò la mano, e lei dovette accorgersi del suo turbamento perché lo guardò accigliata, poi abbassò la testa e riprese a parlare lenta.
“Cosa si prova a sopravvivere a tutte le persone che hai amato? Si supera il dolore?”
Quella domanda lo spiazzò “Questa è la parte più difficile … non si supera mai realmente del tutto. Ma perché non facciamo un passo alla volta?”
“Io non ho più nessuno da piangere Damon, chiunque mi abbia voluta bene in un modo o nell’altro è morto a causa mia. Ti prego, quindi, non biasimarmi se ho scelto di salvare Matt, e non odiare tuo fratello per aver rispettato la mia decisione. Non perdetevi proprio ora che vi siete ritrovati. Lui è tutta la tua famiglia, tutto ciò che hai”
“Questo non te lo prometto” le rispose sorridendo sghembo. Elena ricambiò scuotendo la testa.
“Non potrete mai odiarvi davvero” gli fece notare,
“Posso sempre provarci, e penso che tu ti lasciassi morire non mi risulterebbe nemmeno molto difficile”
“No Damon ti prego, non darmi quest’altro fardello”
“Non era mia intenzione… ma Elena ti prego completa la transizione! Ti aiuteremo, e quando tutto sarà finito io andrò via e tu sarai libera di vivere la tua favola d’amore con Stefan. Vivremo tutti felici e contenti, è così che va nelle favole no? – poi mutò il tono, che divenne scherzoso – ora che ci siamo tutti possiamo considerare il per sempre”
Elena perse un battito, cosa significava che Damon sarebbe andato via? Non volle nemmeno chiederglielo… non ne aveva il diritto, non più ormai. Era stata lei stessa a lasciarlo libero… e poi sapeva di non poter superare un’eventuale risposta in quel momento.
“E quando la sete di sangue sarà più forte di tutto?”
“Non accadrà! Ti insegneremo a controllarti, ed io sarò lì ad evitare che tu faccia del male a qualcuno”
“Ho paura Damon… ho paura di diventare un mostro”
Il vampiro si scostò dalla parete per voltarsi verso di lei. Le prese il volto tra le mani avvicinandolo fino ad ottenere il contatto visivo. In quel gioco di sguardo Elena sarebbe potuta morire. Si diede della stupida, si maledì mentalmente. No, non avrebbe mai ammesso quanto la sua vicinanza la consumasse dal profondo, quanto le scavasse l’anima. 
“Questo è impossibile. Coltiveremo la tua umanità ogni giorno, insieme ce la faremo! Non puoi andartene Elena, a Jeremy non ci pensi? Tu sei la sua famiglia” avrebbe giocato tutte le sue carte pur di convincerla. Non avrebbe mai potuto sopportare di lasciarla morire, non avrebbe mai voluto sopravviverle.
“Tu mi starai vicino?” chiese titubante in un sussurro.
“Fin quando lo vorrai”
Elena si sporse in avanti circondandolo in un abbraccio… ne avevano entrambi assoluto bisogno. Rimasero semplicemente così, senza parlare, per un tempo indefinito.
  
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