A tutte quelle anime che,
hanno trovato la metà che le completa.
E a quelle che stanno ancora aspettando.
.
Insieme, fino alla fine.
Shee si sentiva in
trappola. Aveva bisogno di urlare, di scappare, di liberarsi da quel mostro che
la stava attanagliando. Aveva bisogno di respirare, di vivere, di lottare per
sconfiggere i demoni che si stavano lentamente impossessando di lei.
Era per questo che ora si trovava in
riva al mare, pur essendo pieno inverno. Era l'unico posto dove si sentisse
veramente libera, dove lasciava che i pensieri le si togliessero dalla mente
per quei pochi attimi. Aveva solamente lì, il coraggio di rimuovere quella
maschera che la soffocava ogni giorno. Perchè tutti la conoscevano come la
ragazza più allegra e solare del pianeta. Tutti davano per scontato che stesse
bene, che avesse passato il suo periodo infernale. Pensavano che avesse fatto
pace con se stessa, che avesse accettato che il suo ragazzo fosse morto in un
incidente in mare, ma non era così. Forse era proprio per questo che adorava
passare il suo tempo in quel luogo, sentiva di essere piú vicino a Jake.
E comunque lei era abbastanza brava da
nascondere tutto il suo mondo.
Non dormiva da giorni, aveva gli occhi
pesanti, il corpo non rispondeva piú ai suoi comandi, era come se la sua anima
non si sottomettesse piú alla forza di gravitá e vagasse in aria, alla ricerca
della felicità.
Ed era strano come, peró, avesse la
forza di pensare, di macinare pensieri su pensieri. Era snervante, per
lei.
Provava sentimenti che non riusciva più a scrollarsi da dosso,
poteva sentirli cadere. Il vuoto che lasciavano in lei era una trappola
inestricabile. E fingere, era sempre più difficile.
Shee. Questa ragazza. I suoi occhi
azzurri spenti da qualche goccia di grigio colpivano al primo impatto, il suo
viso leggermente arrotondato era scolpito con un sorriso perenne. E vogliamo
parlare del suo corpo? La gente che la circondava era piena di invidia nei
confronti di questo, ma lei lo odiava. Era come una maledizione. Non osava
guardarsi allo specchio, il riflesso era ripugnante, per lei, nonostante la sua
perfezione.
Aveva quest'odio fin dal momento in cui
ebbe la percezione di appartenenza a quest'ammasso di pelle e ossa.
I suoi problemi non si limitavano, peró.
Negli ultimi mesi, le pareva di star vivendo nell'inferno. Ormai si svegliava
alla mattina con il solo pensiero di sopravvivere fino alla sera stessa. Era un
circolo vizioso che aveva messo in atto il giorno della morte di Jake, nella
speranza che un giorno si sarebbe interrotto. Si crogiolava nella dolce attesa dell'arrivo di un momento migliore.
E se fosse proprio questo il giorno
giusto?
Improvvisamente l'equilibrio del mare,
venne rotto da un piccolo pesciolino che saltó libero nell'acqua. Chissà come
dev'essere bello avere uno spazio infinito tutto per sè, chissà cosa provano
questi esseri di fronte a qualcosa più grande di loro.
Il rumore delle onde che si infrangevano
a riva attiró Shee, era come un richiamo, che la ragazza ascoltava ipnotizzata.
Sentiva una voce che sembrava familiare. Ma non si ricordava a chi potesse
appartenere.
D'istinto Shee si alzó in piedi e si tolse la scarpe. Inizió ad
immergersi e, non curante dei vestiti proseguì nel suo cammino verso la
libertà. L'acqua era di un freddo pungente che le fece rizzare tutti i peli
della schiena. Una scarica di brividi le percorse il corpo.
Sentì di nuovo quella voce, ma questa
volta la riconobbe. Era quella di Jake.
L'incertezza iniziale di entrare in
mare, venne spazzata via, dopo questa consapevolezza. Shee si buttó in acqua,
si bagnó. E spense i pensieri. La prima volta dopo la sua nascita. Forse non
era neanche la sua volontà, ma l'acqua era veramente troppo fredda per
resistere. L'unico istinto che si fece strada era sempre il medesimo: la
sopravvivenza. Ma le forze di Shee, già deboli in partenza, la stavano
abbandonando. Era come se l'acqua la chiamasse a sè, come se Jake la chiamasse.
E lei, non aveva voglia di lottare.
L'acqua inizió a sovrastarla. Le riempì
la bocca.
Qualcuno avrebbe pensato a lei?
Il naso.
Qualcuno avrebbe pianto per lei?
Sovrastó gli occhi.
Qualcuno avrebbe sentito la sua
mancanza?
Il cuore iniziò a pompare, come non aveva mai sentito in vita
sua. Sentiva i battiti che facevano eco nelle orecchie. Sentiva gli
impulsi che mandava al corpo, cercando di far sopravvivere la sua
piccola e fragile anima. D'istinto, inspirò. Ciò che
entrò nel suo organismo, non fu aria, ma acqua. Fredda, gelida,
pronta a rapire la vita di migliaia di uomini. Sentiva i polmoni
scoppiare. I suoi muscoli le gridavano di muoversi, di risalire alla
luce, al caldo. Ma fece finta di non sentirli.
Non sentiva più nulla.
Si rese conto di essere giunta alla
fine. Il suo corpo fluttuava e veniva attratto verso il basso. Rimase cosciente
per qualche secondo, solo per accorgersi di quanto l'acqua le bruciasse in
gola, spronandola a tenerla sveglia, forse. Ma lei non si arrese, non voleva salire in supericie, aveva
sofferto molto di piú di quel momento.
Si era aspettata la morte come il
piú brutto della sua vita, ma la dolce culla dell'oblio era fin
piacevole.
Si stava avvicinando a Jake, si sentiva
così vicino a lui, ora. Riusciva quasi a vederlo.
Improvvisamente si ricordò di quel giorno in cui lui gli sussurrò all'orecchio: "Insieme, fino alla fine".
Capì che aveva ragione. L'amore era più forte di qualunque cosa.
Ecco che dopo mesi e mesi, riemergo dalle acque (?)
Questo?
E' soltanto qualcosa che mi è saltato in mente in spiaggia,
vedendo una persona avvicinarsi all'acqua fredda e sentendo il rumore delle onde.
L'ho scritta mentre ascoltavo 'Remember when' di Avril Lavigne,perciò c'è qualche frase della canzone.
Compreso il titolo.
Devo ringraziare tre persone.
Phlox, che c'è in ogni racconto, in qualche modo.
E' lei che mi fa venire voglia di scrivere.
Cik, che ha raggiunto un compromesso, per farmi postare.
E lo zio, per avermi fatto credere in quello che faccio.
GRAZIE.
Spero vi sia piaciuta e vi abbia lasciato qualcosa.