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Autore: Ivola    16/07/2012    8 recensioni
« Non ti fa paura, il bosco? » domandò lei ingenuamente.
« Che stupidaggine » rispose Scott. « Certo che no, Biondina. »
« E cosa ti fa paura? »
Quella domanda lo lasciò spiazzato. Aveva interrotto improvvisamente la sua opera, fissando il vuoto.
« Nulla » rispose dopo, continuando a intagliare il legno.

[ Un piccolo momento Scott/Dawn. ♥ ]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dawn, Scott
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: A tutto reality - La vendetta dell'isola
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Di teste intagliate nel legno,
paure e cicalecci lontani.

 






Il ragazzo dagli scoloriti capelli rossi stava intagliando qualcosa con un dente di squalo. La sua opera procedeva lentamente, poichè quella sera era abbastanza spossato.
Sbuffò appena e, mentre lui produsse quel piccolo suono, la ragazza ne approfittò per muoversi di qualche altro centimetro, nascosta dietro ad un cespuglio. Era già da un po' che lo osservava, gli occhi incollati alla sua schiena lentigginosa.
Scott si concesse qualche altro sospiro e lei, furtiva, gli si avvicinò. Si accostò al tronco di un albero, pronta a seguire tutti i suoi movimenti.
Non c'era nessun rumore di sottofondo, a parte un cicaleccio lontano.
Per fortuna, Dawn aveva un passo leggero e silenzioso. Nessuno la sentiva mai arrivare o andarsene.
Per sfortuna, però, Scott era molto vigile e prudente. Ogni tanto si guardava le spalle.
E quando si girò un'altra volta, quella sera, scoprì un piede che spuntava da un albero vicino come se fosse una radice. Corrucciò lo sguardo.
« Che vuoi? » chiese sgarbatamente, a chiunque si trovasse lì.
Era inutile continuare a nascondersi, decise Dawn, per cui spuntò da dietro al tronco come un piccolo scoiattolo.
« Ah. Sei tu, Raggio di luna » fece Scott, tornando a concentrarsi sul suo legno intagliato. « Mi stavi spiando? »
La ragazza non rispose. Intrecciò le mani dietro la schiena, in colpa.
« Giusto. Sono sempre io il cattivo » decretò l'altro con una punta di amarezza nella voce. Non era il solito Scott, no. Sembrava... solo troppo stanco.
Dawn pensò che la sua aura fosse di un azzurrino sbiadito. Non gliel'aveva mai contata giusta, quel ragazzo, eppure in quel momento le pareva più indifeso che mai. Che stesse architettando qualcosa anche in quel momento? Si sedette a gambe incrociate accanto a lui.
« Non ti fa paura, il bosco? » domandò lei ingenuamente.
« Che stupidaggine » rispose Scott. « Certo che no, Biondina. »
« E cosa ti fa paura? »
Quella domanda lo lasciò spiazzato. Aveva interrotto improvvisamente la sua opera, fissando il vuoto.
« Nulla » rispose dopo, continuando a intagliare il legno.
« Non ci credo » disse Dawn. « A me un po' fa paura, il bosco. »
Scott fece una risata fredda. « Andiamo, non eri quella pappa e ciccia con tutti gli animaletti? »
« Non sono gli animali a farmi paura » replicò lei sulla difensiva.
« E cosa, allora? » Quella conversazione pareva irritarlo. O renderlo più fragile ad ogni parola.
« Non lo so... forse il buio. »
Il ragazzo rise di nuovo, questa volta più lentamente, come se volesse ridicolizzarla. Non ribattè.
« E a te? »
Lui la guardò in tralice. « A me cosa? »
« Cosa ti fa paura » insistette Dawn.
« Te l'ho detto, Biondina. Niente. Non sono un debole. » Sembrava una frase già ripetuta molte volte, forse riciclata da qualche film.
« Ci deve essere qualcosa... » provò ancora l'altra, gli occhi socchiusi. « E poi se hai paura non significa che sei debole. Significa che sei umano. »
Forse in una situazione normale Scott avrebbe riso davvero e avrebbe risposto acidamente, ma quella non era una situazione normale.
Si fece molto serio, infatti, aggrottando la fronte in un modo che Dawn non gli aveva mai visto fare.
Ci furono lunghi attimi di silenzio, rotti solo da qualche verso dei curiosi animali del bosco.
« Quello squalo » concluse Scott. Dawn sobbalzò. Non si aspettava che glielo avesse rivelato.
Era una sua impressione o il lontano cicaleccio si era spento?
« E le trappole per topi. Una volta mi chiusi un dito dentro, non potrò mai dimenticarlo. » Fece un sorriso mesto, forse in memoria dei vecchi tempi e le mostrò l'anulare sinistro, dove c'era una cicatrice bianca e liscia. « A volte ho paura di perdere. O di sbagliare. O di guardare indietro. »
Dawn non si aspettava una confessione simile da lui.
Scott parve ridestarsi e si alzò dal suo tronco di scatto, facendo cadere la sua piccola testa intagliata. « Vattene. »
Lei sorrise, contenta, e si avviò verso il campeggio, ma si voltò una sola volta. « Adesso sei umano anche tu. » Scomparve nella boscaglia.
E se qualche animale... ?, pensò il ragazzo, ma poi si concentrò sul dente di squalo, abbandonando i pensieri su Dawn.
Scosse la testa; non avrebbe dovuto dirglielo. Poteva inventare una strategia e usare le sue stupide paure contro di lui.
L'avrebbe dovuta eliminare presto, anche se quella sera si sentì davvero un po' più umano.
Il cicaleccio ricominciò, ma nella testa di Scott rimbombava una voce dolce e vellutata che escluse tutti gli altri suoni fuori dalla sua testa.










 

 

 


Note:
Sapete? L'estate m'ispira.
Scrivere è sempre il passatempo più bello, anche in vacanza...

Boh. Questa è la mia prima Dott (o come amo chiamarla io, 'Scawn' ♥) e non so davvero che pensare.
Piuttosto, sarei felice di sapere cosa ne pensate voi :) Spero di essere rimasta IC...

A presto, credo. Queste 3 settimane saranno moooolto lunghe!


 

   
 
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