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Autore: MissShinigami    17/07/2012    0 recensioni
La protagonista, non posso dire il nome, è una ragazza che frequenta una scuola per adolescenti senza speranze, ma è diversa dagli altri uno dei suoi più grandi amori è la fotografia, e sta lottando per far sua la reflex dello zio, e soprattutto i Paramore! Li ascolta sempre.
Dopo una gita ad un museo e una strana foto inizierà ad incontrare gente strana, finché non sarà salvata da due strane figure e una tappetta ...
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hayley Williams, Jeremy Davis, Nuovo Personaggio, Taylor York
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Il grattacielo era davvero enorme. I ragazzi si diressero verso la reception e salutarono il segretario inconfondibilmente gay, si chiamava Eric e doveva essere un loro fan perché indossava una maglia nera con un badile al centro, sotto si leggeva la scritta: ‘Bury the castel’.
Li seguii in un ascensore. Hayley, molto attiva quel pomeriggio, schiacciò una serie di pulsanti, apparentemente a caso. Poi l’ascensore partì. In breve si riaprì su un attico gigantesco.
Il posto doveva essere grande quanto tutto il perimetro esterno dell’edificio, se non di più. Ma la cosa mi sembrava troppo contro le leggi della fisica.
“Benvenuta nella nostra tana!” disse Jeremy stiracchiandosi e gettandosi su un divanetto davanti ad una console per videogiochi su un mobiletto di legno scuro davanti a lui, pronto a farsi una partita anche se del televisore non c’era traccia.
“Jem, non siamo qui per giocare!” lo rimproverò Taylor.
“Sì, lo so! Tanto le vediamo qui le foto no?”
Le foto … le mie foto!
Bene rimasi abbastanza calma, nella mia testa ribalzavano troppe cose: la curiosità, di capire cosa avevano trovato, la paura, nel sapere cosa avevano trovato, i Paramore, ancora non mi ero abituata a stare con loro, temevo che per loro fosse routine e per me non lo era … non lo era affatto! Anzi credo proprio che loro fossero la prima cosa decente da molto tempo nella mia vita.
“Sì, le guardiamo lì.” Disse Hayley riportandomi alla realtà, per quanto potesse essere leale tutto ciò … bhè … finché durava!
La ragazza prese un telecomando sottile e lungo e premette il pulsante di accensione.
Non capii subito a cosa lo stesse puntando poi dal mobiletto emerse una gigantesca televisione a schermo piatto, non ero tanto incredula davanti al meccanismo quanto più al fatto che dentro a quel palazzo fosse tutto così … grande!
Mi sedetti accanto a Jeremy e Hayley mi raggiunse in fretta. Tayloy prese il suo ipad ed iniziò ad armeggiarci. Sullo schermo comparvero alcune mie inconfondibili foto.
“Allora … dobbiamo farti delle domande su queste foto, sarà una cosa veloce.” spiegò il ragazzo senza staccare gli occhi dallo schermo.
Annuii.
“Bene, allora iniziamo.”
Fu la serie di domande più breve che mi avessero fatto e me ne avevano fatte tante! Comunque gli aiutai a eliminare alcune foto con le mie risposte, perché o ritenevano fosse ‘troppo da umani’ o perché si erano sbagliati sulla natura dell’aggetto … io annuivo …
Alla fine anche Taylor si sedette su una poltrona. “Ci ramane l’ultima.” sospirò.
Sullo schermo comparve la foto che più mi aveva soddisfatto durante quella gita: l’altare metallico.
Jeremy si sollevò dalla posizione scomposta, anche se per lui credo comoda, che aveva tenuto fino a quel momento. “Ecco, la domanda qui è: cos’è?” chiese davvero perplesso.
“Io credo fosse una specie di altare per i sacrifici.” risposi piano.
I ragazzi inclinarono la testa di lato.
“Dove?” chiese ancora.
Non risposi e mi alzai dirigendomi verso le schermo. “Ecco questo è la conca, qui ci sono i canali di scolo e questo è il vero e proprio altare.”
I ragazzi inclinarono la testa dal lato opposto a quello di prima.
“Aaaaaaaaaah!”
Rimasi un po’ basita dalla reazione.
“Ohooh! Questa è la cosa più interessante di tutte! Un altare … devo vedere una cosa …” iniziò Taylor a voce alta per finire a parlare sussurrando, più con se stesso che con noi.
“È partito.” decretò Hayley guardandolo infilare in un’altra stanza.
Jeremy era l’unico ancora con la testa chinata. “Ma come hai fatto questa foto? Cioè … l’inquadratura non … che razza di foto hai fatto?!”
Rimasi un po’ indispettita da quello che disse, rimasi in silenzio per qualche secondo, poi esplosi: “Che razza di foto faccio!? È arte, ragazzo!”
Lo dissi a voce alta, senza pensare. Avevo parlato a voce alta con delle persone che mi mettevano in soggezione più di chiunque altro in questo mondo.
Jeremy rimase un po’ basito, non se l’aspettava.
Hayley prima sorrise poi iniziò a ridere. “Complimenti!! Benvenuta nel club!!! Pedaggio per entrare? Rimettere il ragazzo qui al suo posto!” rise.
Poi a lei si unì anche il ragazzo. “Complimenti davvero! Posso dire di averti dato una mano a parlare!”
Io mi accasciai su una poltrona lì vicino e iniziai a chiedermi quante poltrone e quanti divanetti potessero stare là dentro.
“Eccoti!” si sentì urlare dall’altra stanza.
Taylor riemerse con tre grossi tomi in mano, uno era aperto nel suo palmo gli altri due facevano a gara a chi cadeva per primo. “Sapevo di averlo già visto uno simile da qualche parte! Eccolo qua infatti!” disse felicissimo.
Posò i libri su di un tavolino che non avevo notato prima.
Ci alzammo tutti e lo raggiungemmo.
“Vedete?” ci disse indicando una piantina.
Era una circonferenza con altre quattro molto più piccole sugli assi perpendicolari, al centro c’era un rettangolo lungo, si vedevano anche i canaletti di scolo, segnati con un tratto più leggero e discontinuo.
“Qui dice che è celtico, ma in quest’altro libro dice che è inca o forse azteco. Comunque sia, i libri dicono che serve per dei rituali particolari, ad esempio il richiamo di un elementare o di un barlog … mmmh … qui dice anche per il pieno controllo di poteri straordinari, non so …” poi alzò la testa. “Ma tutti i libri concordano sul fatto che per attivare i pieni poteri dell’altare serve una vergine sacrificale.”
Jeremy scosse la testa. “Un punto a nostro favore, anche se la cosa è triste.”
“Vero … dove la trovi una vergine a New York?” concordò tristemente Hayley.
Io li guardai era la solita battuta che facevano nei film horror di infima qualità però mi lasciò l’amaro in bocca, perché non mi sembrava una battuta.
Taylor mi sorrise raggiante. “Grazie per averci aiutato a trovare il punto di inizio della nostra ricerca! Da qui in poi non ti disturberemo più.”
Mi cadde il mondo addosso. Non volevo che mi accantonassero … era un pensiero puramente egoista e sapevo che loro avevano il loro lavora da fare, per non parlare dell’altro lavoro … wow neanche io credo di averci capito qualcosa al riguardo … ma non volevo comunque.
“Ovviamente continueremo a proteggerti finché questa storia non sarà finita.” disse Jeremy alle mie spalle.
Annuii poco convinta.
  
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