18/07/2012
2 recensioniPersonaggi/Pairing: Sebastian Moran, Moriarty/Moran se ce lo volete vedere (io voglio), Sherlock/John come sopra
Warnings: angst, bad guys with feelings, post-Reichenbach
Parole: 270
A/N: Il tiolo viene da Judas di Lady GaGa, e credo che a Jim sarebbe piaciuto.
Questa fic è nata a causa di un'overdose di questo video splendido, Light, in cui Michael Fassbender è Sebastian Moran. È perfetto, guardatelo.
Warnings: angst, bad guys with feelings, post-Reichenbach
Parole: 270
A/N: Il tiolo viene da Judas di Lady GaGa, e credo che a Jim sarebbe piaciuto.
Questa fic è nata a causa di un'overdose di questo video splendido, Light, in cui Michael Fassbender è Sebastian Moran. È perfetto, guardatelo.
Moriarty è morto, viva Moriarty.
Sebastian ha il fucile sulle ginocchia e i giornali ordinatamente sistemati sul tavolino di vetro. Smonta l'arma con calma e posa i pezzi: il mirino sul titolo del Times, i proiettili sull'editoriale dedicato al clamoroso falso che fu Sherlock Holmes. Di clamore, lui, non ne ha sentito affatto. Anche il suono delle sirene, l'urlo da animale ferito di John Watson, le voci della folla, i flash dei primi fotografi, tutto si era ridotto ad un ronzio indistinto di fondo. Come in guerra, quando ascoltare ogni sparo, ogni gorgoglio di chi sta esalando l'ultimo respiro con la gola piena di sangue avrebbe fatto impazzire chiunque. E allora si abbassa il volume, si seleziona cosa sentire.
Moriarty è morto senza fare molto rumore, ma Sebastian l'ha sentito. Ha sentito il colpo di pistola, poi il corpo che toccava terra forse l'ha solo intuito, ma gli è rimbombato dentro. Quando è arrivato sul tetto, il sangue si stava già raggrumando. Sebastian è sparito senza lasciare tracce, senza sporcare il lavoro da maestro di Moriarty. Perché Moriarty ha vinto. Sebastian non sa se abbia scelto lui il modo o se all'ultimo Holmes sia riuscito a sorprenderlo. Non importa. Il Guardian ha un titolo a tutta pagina sui fatti del Bart's, e sul tavolo, accanto al fucile ormai smontato, c'è una tazza di tè. Sebastian aggiunge una zolletta di zucchero, che ci cade dentro rumorosamente, facendo schizzare una goccia scura sul piattino di porcellana. Ne aggiunge un'altra, perché gli sembra che la vittoria non dovrebbe essere così amara.
Alza la tazza come in un brindisi.
Viva Moriarty, Moriarty è morto.
Sebastian ha il fucile sulle ginocchia e i giornali ordinatamente sistemati sul tavolino di vetro. Smonta l'arma con calma e posa i pezzi: il mirino sul titolo del Times, i proiettili sull'editoriale dedicato al clamoroso falso che fu Sherlock Holmes. Di clamore, lui, non ne ha sentito affatto. Anche il suono delle sirene, l'urlo da animale ferito di John Watson, le voci della folla, i flash dei primi fotografi, tutto si era ridotto ad un ronzio indistinto di fondo. Come in guerra, quando ascoltare ogni sparo, ogni gorgoglio di chi sta esalando l'ultimo respiro con la gola piena di sangue avrebbe fatto impazzire chiunque. E allora si abbassa il volume, si seleziona cosa sentire.
Moriarty è morto senza fare molto rumore, ma Sebastian l'ha sentito. Ha sentito il colpo di pistola, poi il corpo che toccava terra forse l'ha solo intuito, ma gli è rimbombato dentro. Quando è arrivato sul tetto, il sangue si stava già raggrumando. Sebastian è sparito senza lasciare tracce, senza sporcare il lavoro da maestro di Moriarty. Perché Moriarty ha vinto. Sebastian non sa se abbia scelto lui il modo o se all'ultimo Holmes sia riuscito a sorprenderlo. Non importa. Il Guardian ha un titolo a tutta pagina sui fatti del Bart's, e sul tavolo, accanto al fucile ormai smontato, c'è una tazza di tè. Sebastian aggiunge una zolletta di zucchero, che ci cade dentro rumorosamente, facendo schizzare una goccia scura sul piattino di porcellana. Ne aggiunge un'altra, perché gli sembra che la vittoria non dovrebbe essere così amara.
Alza la tazza come in un brindisi.
Viva Moriarty, Moriarty è morto.