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Autore: Harriet    03/02/2007    4 recensioni
Una notte, in un luogo significativo, Yuuko, la Maga delle Dimensioni ripensa a come tutto è iniziato. La sua storia, il suo compito e...uno sguardo verso il futuro.
(Storia scritta per il concorso "Songfic" di True Colors.)
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Yūko Ichihara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scritta per il concorso “Songfic” di True Colors, prima classificata.

Buona lettura e grazie! ^_^

Tema a cui si ispira: #8 Da qualche parte, sotto le stelle
Canzone: “Fires at midnight” – Blackmore’s Night
Note: Nella canzone c’è un riferimento alla costellazione delle Pleiadi, vista come qualcosa di “magico”. Ho fatto un po’ di ricerche, scoprendo che le Pleiadi hanno avuto significati particolari – diversi l’uno dall’altro – in moltissime tradizioni. Non ho reperito niente, relativamente a qualche significato speciale in Giappone, l’unica cosa che so è che in giapponese si chiamano “Subaru”. Per il significato che ho dato alle Pleiadi nella storia, non mi sono rifatta a una tradizione in particolare, ho solo ripreso il concetto espresso nella canzone: le sette stelle sono una sorta di “alleate” per la persona che si incammina sulla via della saggezza e della magia. La “persona” di cui si parla a un certo punto...può essere sia un ben noto “personaggione” delle Clamp, sia a discrezione del lettore.






Magic is here

I stood out here hence before
with my head held in my hands
for all that I had known of this place
I could never understand...


“Questo posto!”

Sorrise.
All’improvviso ma irrimediabilmente, come se quel sorriso fosse stato il frutto di una forza senza nome, liberatasi tutta insieme sul suo volto. Chi la conosceva superficialmente avrebbe potuto dire che in fondo lei sorrideva sempre, dunque un sorriso non era una novità. Un occhio un pochino più attento avrebbe forse intuito qualcosa. Una persona che possedeva la chiave per il cuore di lei, però, avrebbe scorto la differenza con estrema facilità.
Era un sorriso diverso dal suo abito ufficiale, l’espressione che si divertiva così tanto ad indossare per quelli che la vedevano per la prima volta, o venivano ad implorarla di concedere loro qualcosa.
Era un sorriso di sincera allegria e divertito ricordo, nel ritrovarsi all’improvviso lì.

Lì, in quel luogo insignificante.

...come se potessero esistere luoghi insignificanti.

Perché tutte le cose sono insignificanti allo stesso modo, e tutte le cose sono speciali allo stesso modo.
No?
Rifletté per un attimo sul da farsi. Era andata fin lì per compiere qualcosa di importante, ma la notte era appena iniziata, e concedere qualche minuto ai ricordi non avrebbe danneggiato i suoi affari. Poteva ben fermarsi lì per un po’, sul quel colle lontano dalla città, privo di luci e per questo così benevolo verso lo spettatore che avesse deciso di alzare gli occhi al cielo.

Una miriade di stelle sopra di lei, una danza di costellazioni.
Una miriade di stelle, tante quanti i nomi che aveva sentito, i desideri che aveva accolto, i volti che aveva incrociato, gli incantesimi che aveva sussurrato, le illusioni che aveva infranto.
I suoi anni erano tanti, come le cose che le gravavano il cuore, e la notte era sempre stata un’amica pronta ad accoglierla a braccia aperte. La notte lasciava che la maga deponesse la maschera del sorriso, e le sussurrasse sottili angosce, oscure certezze e solitudini che nessuno sospettava. Ma anche soddisfazioni segrete e allegrie senza motivo. La donna brindava alla notte e si sentiva parte della sua incessante magia.

On the hills the fires burned at midnight
superstition plagued the air
Sparks fly as the fires burned at midnight
The stars are out and magic is here


Nella sua mente si era fissata l’immagine della prima volta che era stata lì.
Era giovane, quel luogo, allora, ed era giovane anche lei. Ora erano vecchi e provati entrambi, ma ritrovarsi era così bello, e la magia della notte stellata li faceva sembrare giovani di nuovo.
La maga si sedette sull’erba del colle e prese a fissare la notte, senza smettere di sorridere.
Quel posto aveva visto molte più cose di quante ne vedrà mai una persona comune, persa nei suoi pensieri comuni. Era stato testimone di cose meravigliose ed irripetibili.
Come quella notte. Indimenticabile.
Il buio che non sembrava nemmeno buio, con il mare di stelle su di lei. Le fiamme tutt’intorno a lei: erano il frutto del suo incantesimo, il suo primo incantesimo importante, che era fluito con naturalezza dalle sue mani e dalla sua volontà. E poi l’aria densa di promesse antiche, di ricordi persi nel tempo, di canti provenienti da epoche passate.
La notte, le fiamme, le stelle. Uno spettacolo magnifico, che nessuno avrebbe mai visto, se non quel colle silenzioso ed anonimo, dimenticato da tutti.

I wished on the seven sisters
Bring to me the wisdom of age
all that’s locked within the book of secrets
I longed for the knowledge of a sage


Le sopraggiunse la consapevolezza di ricordare ancora i nomi delle stelle. Li aveva studiati così tanto tempo fa, eppure erano rimasti impressi nella sua memoria. Provava sempre un certo piacere nel rendersi conto che i lunghi anni di esperienza non avevano cancellato i suoi studi e il suo sapere, ma avevano anzi provveduto a rafforzarlo.
Ricordava i nomi delle stelle e le loro storie, i loro significati e il loro potere. Non c’era mai niente di scontato, nell’universo. Era la lezione principale che aveva imparato e cercava di insegnare.
Riconobbe la costellazione di Subaru, le sette sorelle di cui si parla nelle storie e nei segreti di tutto il mondo, da sempre.
“Si dice che possano esaudire i desideri, quelle stelle.”
Chi glielo aveva detto?
Non lo ricordava, ma ricordava di certo cos’aveva provato a quelle parole. I desideri. Qualcosa che l’aveva sempre affascinata: nei desideri è racchiuso il cuore più profondo dell’anima umana. I desideri sono il vero motore della vita di ognuno. Ed è ciò che è più difficile conoscere.
Allora non sapeva che i desideri sarebbero diventati...il suo campo di affari, se così si poteva dire.
Allora era tanto giovane da potersi permettere di guardare il cielo, da quel luogo, affidando il suo desiderio alle sette stelle.
“C’è un equilibrio delicato e sottile tra i mondi, che non può essere infranto. E ci sono persone che hanno la responsabilità di questo equilibrio.
Io sono una di queste, mi dicono.
Allora...Voglio avere la saggezza necessaria per difenderlo.
Ma voglio anche avere la conoscenza dei luoghi che stanno dietro la notte, delle verità celate nelle ombre, delle risposte che sembrano inarrivabili.
Voglio la forza di compiere il mio dovere.
Ma per il sacrificio che farò della mia vita...Io voglio in cambio il sapere.”

So the sisters smiled to themselves
and they whispered as they shone
and it was from that very instant
I knew I would never be alone


Voleva il sapere, l’aveva ottenuto. Ed aveva scoperto che l’ansia di conoscere era davvero un desiderio da persona giovane ed inesperta. Così era stato, però: aveva ottenuto le conoscenze. In principio l’avevano affascinata, l’avevano esaltata, si era gettata su di esse come fossero state un cibo delizioso. Lei era una persona tormentata dalla fame – anche in senso non metaforico, avrebbe potuto confermare il suo piccolo assistente. La maga era sempre stata tremendamente affamata di una conoscenza che andasse oltre le cose visibili, ma con l’avanzare dell’età, si era resa conto che a volte sarebbe stato meglio non sapere.
Le sette stelle avevano esaudito il suo desiderio, dunque, con tutte le conseguenze del caso. Ma forse avevano fatto di più. Insieme al sapere, le avevano donato una saggezza strana, che cresceva col passare degli anni, in modi che nemmeno lei riusciva a comprendere.
La maga aveva avuto in dono la capacità di non farsi mai illusioni, e allo stesso tempo riuscire a credere nel futuro.
Per quanto i desideri perversi dell’animo umano le avessero insegnato a non farsi illusioni, c’erano sempre stati incontri, cambiamenti e scoperte che non le avevano fatto perdere la forza di credere in ciò che sarebbe avvenuto.
Perché c’è un’Inevitabilità che guida le cose, ma il futuro è nelle mani dei desideri degli uomini.

Many stars were forgotten
many faded and became ghosts
Still my sisters glittered down from Heaven
always there when I needed them most


La donna socchiuse gli occhi per un attimo, ripercorrendo la sua lunga storia, riportando la memoria a tempi più vicini. Finché raggiunse un luogo di sosta, lungo la strada dei ricordi. Una sosta nuovamente su quel colle...
C’era stata un’altra volta. E non da sola.
Dunque non poteva non pensare a quella persona, era Inevitabile anche questo. E quindi sorrise di nuovo, anche se il pensiero di quella persona in genere la faceva sentire davvero poco incline al sorriso.
“Ci sono cose che dobbiamo fare, per proteggere il futuro di alcuni.”
E ne avevano fatte, di cose, consapevoli che stavano seguendo il sentiero scritto dall’Inevitabile, e allo stesso tempo ponendo le basi per il cambiamento del futuro.
Era passato così tanto tempo...
No, non così tanto, in realtà.
Eppure le sembrava che tra il periodo di lui e adesso ci fosse una manciata di millenni!
Scosse la testa, si autocommiserò con un po’ di bonaria ironia e concesse ad una goccia di malinconia di entrare nel suo sorriso. Perché una come lei, sempre a contatto con i desideri, sapeva riconoscere bene un desiderio, quando lo sentiva prepotente dentro di sé.
Tante cose erano cambiate, ma lei non aveva smesso di fare il suo dovere di custode di equilibri misteriosi, né la sua fame si era del tutto placata.
Le stelle, protettrici del suo desiderio, erano sempre lì.
Quella persona non c’era più, ma non per questo le parole che aveva detto e i sentimenti che aveva provato erano meno veri.

I stood out here hence before
with my head held in my hands
for all that I had known of this place
I could never understand...


Riaprì gli occhi di scatto, e tutte le immagini perdute turbinarono davanti ai suoi occhi. Quel che era stato smise di sovrapporsi a ciò che era, e la notte tornò ad essere quella silenziosa e solitaria del presente. Il passato sfumava pian piano nella nebbia dei suoi ricordi, tornando a rinchiudersi nei recessi del suo cuore. E lei riprendeva possesso di sé, sciogliendosi dalla prigionia dolce e struggente della memoria.

On the hills the fires burned at midnight
superstition plagued the air
Sparks fly as the fires burned at midnight
The stars are out and magic is here


Allora era giovane e ora non lo era più, e sapeva che non avrebbe mai più provato certe sensazioni: lo stupore, la pienezza interiore, la gioia nel sentire il calore delle fiamme del suo incantesimo, l’aspettativa per le cose che sarebbero venute. I suoi occhi non riuscivano più a vedere con quello sguardo cristallino, il suo animo aveva già fatto troppa strada, per conservare tutta quella freschezza meravigliosa.

The stars are out and magic is here

Però...- e qui sorrise di nuovo, per l’ultima volta, in quella notte, ma con più dolcezza che mai.
Però, non per questo le cose erano meno magiche. Non per questo l’universo – gli universi – erano meno splendenti e la notte custodiva meno segreti.
Ci sarebbero stati altri occhi, un giorno, ingenui come i suoi a quel tempo, avrebbero visto il cielo, come lei aveva fatto, e vi avrebbero scorto speranza e promessa, prendendo su di sé la responsabilità dei mondi e dei futuri, portando avanti il ciclo delle cose.
E così doveva essere, l’equilibrio non si poteva spezzare.
Così doveva essere, ed era semplice, misterioso e bellissimo.



   
 
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