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Autore: Iwantasmile    21/07/2012    36 recensioni
"Il Signore mette al mondo per noi un'anima gemella. Certe volte in uno sconosciuto, certe volte in un amico.. altre volte in persone molto vicine.. ad esempio un fratello."
Sorrisi.
Ero innamorata di mio fratello.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 33
I suoi polsi si piegavano ritmicamente ogni volta che accelerava, mentre le sue dita si distendevano quando tirava i freni di quell’enorme moto.
Mi chiesi più volte dove l’avesse presa, poi decisi che non mi importava. Lui mi aveva salvata.
Eravamo gemelli, forse un po’ per questo sentivo la sua pelle un po’ mia? I suoi respiri coordinati ai miei?
Anche se eravamo diversi.
Eravamo la ragione di sorridere, e di piangere. I pensieri più proibiti e quelli più candidi. Il sonno e il risveglio.
L’uno l’opposto dell’altra..
Senza rendercene conto formavamo un equilibrio che nessuno mai avrebbe spezzato.

Mi strinsi a lui, senza nemmeno chiedergli dove eravamo diretti. Riponevo in lui una così grande fiducia, che misi la mia vita nelle sue mani.
Ad un tratto alzai lo testa e il vento mi scompigliò la perfetta acconciatura che mamma si era impegnata  a fare.
Già, mamma.. Quella che io e Justin le avevamo dato era una grande delusione.
Non so come mi sarei sentita se i miei due figli gemelli si fossero innamorati.
Ma sicuramente non glielo avrei impedito..perchè bhe ho fatto esperienza e so che l’amore che lega due persone che hanno trascorso tutti i loro giorni insieme, è molto più forte di un semplice amore. Che poi l’amore non è mai semplice.
Potrei paragonarlo ad un bambino che prova a fare i primi passi.
Cade. Cade. Cade. E cade ancora.. Ma sia rialza sempre, fin quando non riesce a muoversi sulle proprie gambe.

L’aria fresca di marzo mi attraversò la pelle facendomi rabbrividire.
Tenni gli occhi chiusi, fin quando la moto non di fermò e non sentii i piedi di Justin poggiarsi per terra.
Mi voltai e sorrisi. Eravamo di fronte casa di nonna, che ovviamente era complice di tutto questo.
Justin non si mosse, e nemmeno io lo feci.
Restammo in quella posizione per qualche istante, fin quando non si voltò e non mi aiutò a scendere.
“Che ci facciamo dalla nonna?” Gli chiesi tirandomi su il bordo del vestito e avanzando accanto a lui.
Non mi rispose, ma sorrise e quella mi bastò come risposta.
Mise la chiave nella toppa della porta ed entrammo velocemente.
La casa che fino a pochi giorni fa mi aveva ospitata, era rimasta uguale.. tranne per un particolare.
Ora che la guardavo con accanto mio fratello sembrava ancora più magnifica di quanto non lo fosse.
Il mondo intero, con accanto mio fratello, mi sarebbe sembrato migliore.

Lanciò la chiave sul tavolo e mi prese la mano.
Per la prima volta, dopo due mesi eravamo finalmente soli. Io e lui. Noi.
Si voltò verso di me e mi guardò intensamente riempiendomi il cuore con il suo sguardo.
Avrei voluto chiudere gli occhi per trattenere le lacrime ma non lo feci per paura di perdermi qualche particolare del suo splendido sguardo.
Tuttavia la vista mi si annebbiò velocemente a causa delle lacrime.
Erano lacrime di gioia?.. Forse no. Erano lacrime di paura. Forse con un po’ di ritardo, ma quelle erano le lacrime per la paura che avevo provato in chiesa. Quando ho percorso la navata, quando ho dato il bouquet alla damigella, quando zio Ed mi ha baciato la fronte.. Erano lacrime per quelle paure che avevo vissuto.
“Jude..” Sussurrò abbracciandomi.
Non piansi, mi limitai a lasciar scivolare quelle poche gocce, dopo di che me le asciugai con un guanto.
“è finita ..” Mi disse Justin riferendosi alla storia del matrimonio.
Mi strinsi nel suo abbraccio e annuii.
Il suo abbraccio, da cui vorrei non essere uscita mai, si sciolse e le sue mani presero le mie per guidarle su per le scale.
Lasciai le scarpe fra i gradini e lentamente continuai a seguirlo a piedi nudi.
Mi condusse nella stanza in cui avevo alloggiato per il tempo in cui ero stata distante da lui.. e quando entrammo mi resi conto che la stanza aveva ancora incorporato il mio odore.
Guardandomi intorno notai le foto di me e Justin da piccoli, che erano tornate al loro posto.
Sorrisi e andai a prenderne una.
La guardai qualche istante, poi Justin mi abbracciò da dietro e appoggiò la testa sulla mia spalla.
“Allora, non c’erano ostacoli.” Dissi sorridendo di fronte a quei due bambini che si tenevano per mano.
“Allora ti amavo di già.” Risposi facendomi girare verso di lui.
Poggiai la foto al suo posto, e mi ritrovai faccia a faccia con Justin.
Le sue labbra con delicatezza e passione si poggiarono sulle mie, creando un‘unione perfetta.
Ci furono parecchi baci, poi le sue mani si diressero verso la lampo del mio abito.
Sapeva dov’era e sapeva come fare.
Con abilità la abbassò, senza però levarmi l’abito.
Continuammo a baciarci, poi indietreggiò e mi guardò qualche istante.
Una  ciocca mi ricadde sul volto. Cercai di rimetterla a posto, ma Justin mi bloccò e diresse la mano verso i miei capelli, e li sciolse tutti.
Ci impiegò qualche minuto, ma ce la fece.
Avanzai, costringendolo ad indietreggiare finché non finì seduto sul letto.
Si rialzò velocemente, e con gesti delicati mi abbassò l’abito dalle spalle che cadde velocemente per terra.
Rimase attorno alle mia gambe fin quando Justin non me lo sfilò del tutto.
Mi ritrovai in biancheria intima, quella che mia madre aveva scelto per il mio matrimonio.
Avevo persino la giarrettiera indosso.
Invertì le posizioni e mi fece sdraiare sul letto, dopo di che si sfilò la maglia e si mise sopra di me.
Lanciai le braccia indietro, e lo baciai.
La sua pelle era calda, e i suoi baci roventi.. non avrei mai sentito freddo accanto a lui.
Lentamente, mentre le sue mani si impossessavano del mio corpo, gli sbottonai i pantaloni con dei gesti precisi e mirati.
Conoscevo quei pantaloni, li avevo lavati e stesi migliaia di volte. Come conoscevo la t-shirt che ora giaceva sul pavimento.
Di lui, conoscevo ogni cosa. Ogni abito, ogni paio di calzini. Ogni filo di capello.
Gli misi una mano dietro al collo e lentamente la feci salire sui capelli senza rendermi conto che entrambi, ormai, eravamo nudi l’uno sull’altro.
I suoi movimenti erano perfetti, e facevano di lui un gentiluomo.
Non smise di baciarmi nemmeno un istante, ne di accarezzarmi la schiena, facendomi sentire sicura.
Già. Il ragazzo con cui stavo facendo l’amore era il mio ragazzo. Quello che mi accarezzava la schiena era mio fratello, mentre quello che mi baciava la fronte era il mio migliore amico. Già ed erano tutti e tre nello stesso corpo.
Dire che lo amavo, sarebbe stato banale in confronto a ciò che realmente provavo nei suoi confronti.
Sapevo per certo che senza di lui, la vita, non sarebbe stata degna di essere chiamata vita.

“Ti amerò per sempre.” Disse abbracciandomi.
“Non esiste il per sempre..” Risposi baciandolo.
“Ti sbagli. Noi siamo il per sempre.”
Lo baciai e restammo così fino al tardo pomeriggio cullati dal nostro amore e dalle nostre promesse.
Era il nostro mondo e nessuno si sarebbe intromesso.
Poi però, gli chiesi:
“Justin.. ed ora, che facciamo? Scappiamo, dove andiamo?”
Nel mio tono, la paura di dover tornare a casa avanzò facendosi notare.
“A casa.” Rispose stringendomi ancora di più.
Sobbalzai.
“No Justin.. cercheranno di allontanarci di nuovo, io non ..” Non mi fece finire.
“Papà, vuole dirci una cosa. Dice di avere la soluzione. Me l’ha detto solo ora.. così non ho potuto risparmiarti i preparativi del matrimonio.” Disse mantenendo la calma.
“Non importa..” Risposi riferendomi ai preparativi.
Ci fu silenzio.
Mi mossi accanto a lui che mi scompigliò i capelli.
Te l’ho detto che l’abito sarebbe stato più bello sul pavimento di questa stanza che sul tuo corpo.”
“Idiota..” Risposi baciandolo.
Due ore dopo, eravamo di nuovo in sella a quella moto, che in realtà era di Saro, diretti verso casa nostra.
Ma ne mia madre, ne Idette, ne nessun altro avrebbe mai potuto impedirmi di stare con mio fratello.
Mi strinsi a lui, e mi adagiai al sellino, dopo di che la moto si fermò di fronte la casa in cui eravamo cresciuti.
Ero sicura di me. Ero con Justin.


Buonasera :3
Come va ragazzuole?!
Devo dirvi che FORSE il prossimo sarà l’ultimo. Spero vi piaccia.
Fatemi sapere.
Un bacione..
Vi voglio bene
-Erika

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