Libri > Il diario del vampiro
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Autore: Jane The Angel    22/07/2012    9 recensioni
Nella Dimensione Oscura Elena, Damon, Bonnie e Meredith cercano le chiavi con le quali potranno liberare Stefan. Ma oltre alla difficoltà di vivere in un mondo così diverso, qualcuno segue le tracce del gruppo, in cerca di...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Quasi tutti | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Il Corvo e la Rosa

Personaggi: tutti i personaggi principali

Timeline: inizia a cavallo tra il capitolo 11 e 12 di “L’ombra del male”, quindi nella Dimensione Oscura. Hanno trovato la prima chiave-volpe.

Warnings: long-fic, what if

 

 

 

 

Nella sua stanza al secondo piano della Villa di Lady Ulma, Bonnie si rigirò nel grande letto e abbracciò il cuscino, sbuffando. Proprio non riusciva a tranquillizzarsi, né poteva decidersi a scendere al piano inferiore. Avrebbe potuto dormire un po’, ma anche quello sembrava fuori discussione: i pensieri la tormentavano e, se chiudeva gli occhi, si accompagnavano a delle immagini che proprio non riusciva a sopportare.

Il legame tra Elena e Damon era sempre esistito, ne era consapevole, eppure le sembrava… anzi, era sicura che da quando Stefan era scomparso si fosse rafforzato e il maggiore dei Salvatore si stava conquistando sempre più prepotentemente un posto importante nel cuore della bionda.

Un posto troppo importante per i gusti di Bonnie.

Alla festa dell’Usignolo d’argento avevano trovato la chiave che cercavano, ma ne mancava ancora una per liberare Stefan. Non che la presenza del vampiro potesse cancellare quella di Damon, ma Bonnie sperava che il vecchio amore potesse distogliere Elena dall’attrazione di un nuovo sentimento.

A che scopo?” le domandò la sua coscienza con una vocina insolitamente fastidiosa “Se anche Elena tornasse da Stefan, Damon continuerebbe a volerla. È sempre stato così, fin da quando questa storia è iniziata, perché dovrebbe cambiare ora?

-Bonnie?-

La ragazza sobbalzò, accorgendosi solo in quel momento che Meredith era entrata nella sua stanza e si era fermata sulla porta, gli occhi fissi su di lei.

-Non ti avevo sentita entrare, scusa.- riuscì a sorridere.

-Tranquilla… lo so a cosa pensavi.-

-Da… davvero?- balbettò Bonnie, sbarrando gli occhi.

-Certo. Anche io sono preoccupata per questa cosa.-

-Anche tu?- domandò la strega, sempre più preoccupata.

-Beh, è ovvio. Spero solo che Elena non faccia qualche sciocchezza.- sospirò Meredith, sedendosi sul letto accanto all’amica che la osservava sempre più stupita –Insomma, sai com’è fatta. Se vedesse che Stefan è gravemente ferito, o qualcosa del genere, potrebbe farsi prendere dall’impulsività e cercare di liberarlo. Spero che Damon riesca a trattenerla.-

-Oh…- oh, ecco, di questo era preoccupata –Sì, infatti. Lo spero anche io.- si affrettò ad annuire Bonnie, abbassando gli occhi sulle lenzuola candide.

-Comunque, Lady Ulma mi ha mandata a chiamarti. Vuole prenderci le misure per gli abiti che indosseremo alla festa di Bloddeuwedd. Vieni?-

Bonnie si morse il labbro, lanciando un’occhiata alla grande finestra da cui filtrava la luce dello strano sole che illuminava la Dimensione Oscura –Sì, certo.- annuì, alzandosi dal letto e seguendo l’amica verso il piano di sotto.

Avevano appena sceso la grande scalinata centrale quando la porta principale si spalancò con malagrazia. Il primo ad entrare fu Damon, seguito da Elena, Sage e il dottor Meggar.

-Siete qui!- esclamò Bonnie –Avete visto Stefan? Come sta?- domandò poi, impaziente di avere notizie dell’amico. Damon non si curò di rallentare il passò, passò accanto a lei e Meredith e salì verso il piano superiore senza voltarsi né incrociare lo sguardo di nessuno. Sentirono una porta aprirsi e richiudersi con malagrazia e sia Bonnie che Meredith si voltarono verso Elena in cerca di spiegazioni.

-Stefan non… non sta molto bene.- spiegò la bionda mordendosi il labbro inferiore –E credo che Damon si senta in colpa.-

-Vorrei vedere.- commentò Meredith, guadagnandosi più di un’occhiataccia –Cosa? Alla fine, è colpa sua.-

-Ma sta… insomma, aiutando. Vuole rimediare, e…- balbettò Bonnie, maledicendosi. La sua capacità di eloquio non era mai stata grandiosa, ma in genere riusciva a formulare frasi abbastanza coerenti: quando parlava di Damon, però, riusciva a perdere anche quel briciolo di intelletto che le rimaneva, cosa che invece non accadeva ad Elena che rispose al suo posto –Damon sa di aver sbagliato ed è qui per questo. Non saremmo mai arrivate fino qui, se non fosse stato per lui.-

-Magari non ci sarebbe nemmeno stato bisogno di venirci, in questo posto, se non fosse stato per lui.- alzò gli occhi al cielo Meredith –Ma non voglio discutere di questo, ora. Volevo solo dire che è normale che si senta in colpa: sarebbe più preoccupante il contrario.-

-Desolé, signore, di interrompere la vostra discussione.- intervenne Sage –Ma io vado, ho dei travail da fare… potreste salutare voi Damon per me, oui?-

-Ma certo, Sage.- sorrise Elena –Grazie per avermi accompagnato. Dottor Meggar, vuole pranzare con noi?-

-Ma certo, molto volentieri.- annuì l’uomo, mentre Sage si congedava.

-Allora ci aspetterebbe un attimo? Lady Ulma vuole prenderci delle misure… anche le tue, Elena.- intervenne Meredith, ma il suo sguardo rivelava le sue vere intenzioni. Voleva rimanere da sola con le due amiche: era ovvio che Elena aveva bisogno di sfogarsi dopo aver visto Stefan.

-Sì, ok.- annuì Elena, capendo al volo l’amica –La raggiungiamo subito, dottore.-

Bonnie esitò a seguire le due amiche e lanciò un’occhiata alla scalinata: sapeva che Elena aveva bisogno di sostegno in quel momento, eppure non poteva evitare che il suo pensiero vagasse in direzione di Damon. Forse anche lui aveva bisogno di sfogarsi.

“Certo, vai di sopra, di sicuro non aspetta altro che essere disturbato da te. Se fossi Elena, magari…”

Scacciò la voce fastidiosa dalla sua testa, ma la ascoltò: seguì Elena e Meredith, anche se non riusciva a non chiedersi cosa stesse facendo il maggiore dei Salvatore.

 

 

***

 

La taverna era buia e l’aria era pregna di un odore acre, di sudore misto a un vino di pessima qualità. Un demone di infimo livello teneva banco, bevendo avidamente da un boccale ricolmo –Non vi prendo in giro! Lui la frustava, e lei non faceva una piega, mai visto nulla del genere!-

-Visto no, ma sentito sì!- sbottò uno dei clienti –Storia vecchia, ormai, l’abbiamo già sentita tutti!-

Il demone lanciò un’occhiataccia all’avventore e tentò di continuare –Sanguinava, tutta la schiena era rossa, ma non ha emesso un gemito!- esclamò, ma ormai aveva perso l’attenzione di tutti: i clienti avevano preso a chiacchierare tra loro, senza più ascoltare ciò che stava dicendo. Sbuffò, finendo il suo vino in un solo sorso: avrebbe dovuto trovare un’altra storia, se voleva continuare a scroccare da bere. Afferrò il suo mantello e se lo strinse sulle spalle, dirigendosi verso l’uscita.

Aveva quasi raggiunto la porta quando sentì una stretta sul braccio. Si voltò, pronto ad aggredire chiunque avesse avuto l’ardire di fermarlo in quel modo, ma sbiancò non appena incontrò un paio di roventi occhi scarlatti.

-Co… cosa posso fare per voi, Signore?- balbettò.

-Siediti.- ordinò la creatura, ottenendo un’obbedienza immediata –Qual è il tuo nome?-

-Nakian, Signore. Se vi ho offeso in qualche modo voglio che sappiate che…-

-Taci e rispondi alle mie domande.- lo interruppe l’altro –I due di cui stavi parlando, chi sono?-

Nakian soppresse a stento un sospiro sollevato, rendendosi conto che il motivo per cui l’aveva fermato era il suo racconto –Un vampiro e una sua schiava, Signore.-

Sul volto del suo interlocutore si dipinse un sorriso soddisfatto –Dove posso trovarli?-

-Il vampiro ha comprato una proprietà poco fuori città. Dicono che abbia acquistato decine di schiavi e che li abbia liberati, per poi prenderli a lavorare per lui. Tranne tre ragazze: loro sono ancora sue schiave.- spiegò –Tra di loro c’è la ragazza del trucco con la frusta.-

-Sei stato molto utile, Nakian. Domani accompagnerai uno dei miei uomini alla loro proprietà.- era un ordine, non certo una domanda, ma Nakian pensò che fosse opportuno rispondere –Certo, Signore. Come desidera.-

 

 

Ebbene, ho deciso di lanciarmi in una long su questa serie di libri. Non mi è ancora del tutto chiaro cosa succederà, ma non è una novità quindi tranquilli!

Se vi va, lasciatemi un segno del vostro passaggio, è sempre ben accetto!

Jane

  
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