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Autore: Finnick_    22/07/2012    3 recensioni
La guerra finale: Morgana ha vinto.
Ginevra è moribonda, Camelot quasi del tutto distrutta. Non c'è soluzione, per Merlino. L'unica speranza è la magia. E questo è il momento: Artù deve sapere.
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gwen, Merlino, Principe Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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Il volto di Artù era pallido.
 Non parlava, teneva la bocca socchiusa per il terrore e la confusione.
Merlino sentiva solo il suo cuore battere lento e violento nel petto.
I rumori si erano neutralizzati e il caos della guerra del tutto ovattato.
Merlino vide Artù cadere senza forze sulle ginocchia e stendere le braccia per raccogliere il corpo esanime di Ginevra. Per quanto si sforzasse non capiva quale emozione prevalesse nell’insieme furibondo di sentimenti che lo stavano sconvolgendo:
Tristezza?
Confusione?
rabbia.
Tanta, inesplosa rabbia. Alzò gli occhi dal corpo di Ginevra per vedere l’ultima volta l’ombra di Morgana allontanarsi dal portone ormai in fiamme del castello. Ebbe l’impulso di seguirla, ma si sentì stringere il braccio da una mano disperata. Tremava per l’ira, ma quando si voltò vide il volto supplice e incredibilmente sconvolto di Artù che lo fissava.
Sospirò il più lentamente possibile e decise di rimanere con l’amico.
Si mise in ginocchio davanti ad Artù, dall’altro fianco di Gwen.
La giovane aveva il petto immobile, sembrava non respirasse più.
“è.. è viva.. dobbiamo fare qualcosa..” bisbigliò per la prima volta Artù, con una voce tanto flebile e tormentata che Merlino riuscì a malapena a sentirla. Il giovane si guardò intorno, nella speranza di vedere qualcuno di conosciuto, ma non scorse che morte e distruzione. Gaius era scomparso, i cavalieri combattevano ancora fuori dalle mura e la piazza dove si trovavano adesso era tappezzata di cadaveri.
Si morse un labbro, trattenendo le lacrime.
“Merlino..” ripetè Artù, sconvolto, con la testa di Gwen appoggiata sul petto “portiamola dentro”
Merlino guardò la ferita che squarciava in modo orribile la spalla e il fianco e scosse violentemente la testa.
“no.. non possiamo, se si muove rischia di perdere troppo sangue" riuscì a dire, mentre si sforzava di trovare una soluzione plausibile.
“ci dev’essere un modo per salvarla” disse con tono più alto il Re.
“ci dev’essere dannazione!” gridò furibondo, mentre una lacrima ribelle scorreva sulla guancia bianca.
C’era.
Poteva.
Merlino poteva, usando la magia, eppure non l’avrebbe fatto.
Il giovane mago si asciugò in tutta fretta una lacrima prorompente e annuì, guardando Artù dritto negli occhi. Doveva allontanarlo da Ginevra.
“andate a cercare Gaius, io resto con lei” disse, nella speranza di poter usare la magia per salvarla in sua assenza.
“No! Io non la lascio, fosse l’ultima cosa che faccio: rimarrò con lei!”
“ma, Sire..”
“Ho detto di no! Vacci tu, Merlino!”
Merlino si irrigidì a tanta violenza e si incupì ancor di più al pensiero di essere perfettamente consapevole che sarebbe stata solo una perdita di tempo andare a cercare Gaius.
Va bene.
L’aveva voluto lui.
Ginevra doveva vivere, il popolo aveva bisogno della sua regina e Artù aveva bisogno del suo aiuto per regnare con giustizia e perseveranza. Avrebbe fatto molto più di quanto lui stesso avrebbe mai potuto. Doveva salvarla, a qualunque costo.
Avrebbe usato la magia e non gli importava se Artù lo avesse visto.
“c’è una soluzione” si decise, nel panico, ma prendendo tutto il coraggio che credeva di possedere.
Artù lo guardò improvvisamente speranzoso, con gli occhi rossi e lucidi, in attesa di altre parole.
“so come fare, ma dovete lasciarmela toccare”
Artù annuì spostandosi più vicino a Merlino, ma senza lasciare mai il corpo di Gwen per un solo attimo.
Merlino allungò allora una mano tremante e indecisa sul corpo della giovane.
Cadde una lacrima.
Se Ginevra viveva, Merlino avrebbe rovinato ogni rapporto con Artù, ma al momento non importava.
Sospirò, alzò lo sguardo su Artù che lo fissava immobile:
“Dovete fidarvi di me” asserì deciso.
“Non ho mai dubitato della tua lealtà Merlino, né delle tue capacità”
Merlino si lasciò sfuggire un sorriso: “ma non sapete tutto di me. Ditemi che continuerete a fidarvi di me, qualunque cosa accada”
Artù lo guardò adesso perplesso e sospettoso, ma annuì, sconvolto dall’angoscia.
Merlino appoggiò la mano sull’altra che già giaceva sul petto di Ginevra.
Chiuse gli occhi, cadde un’altra lacrima.
Pronunciò un incantesimo, lungo, difficile e .. pericoloso. Sotto gli occhi di un Artù incredulo, esterrefatto e terrorizzato.
Merlino riaprì gli occhi, che scintillarono d’oro.
Sentì il cuore sobbalzare per il grande potere che stava mandando a Gwen. Artù tremò, guardò Ginevra, poi Merlino, cercò le parole ma non le trovò.
La regina aprì gli occhi. Mosse il capo e tirò un grande respiro.
I giovani la guardarono e sorrisero. Artù scoppiò in una fragorosa risata,  l’aiutò ad alzarsi e la strinse forte a sè. Merlino sorrideva. Le aveva salvato la vita, ma era spaventato a morte per ciò che sarebbe successo di lì a poco.
Dopo qualche secondo Artù lo guardò e il sorriso si dissolse:
“Mi hai mentito.. per tutto questo tempo”
“Avrei voluto dirvelo, credetemi” arrancò Merlino.
“no. Non ti conosco più”
“Avevate detto che vi sareste fidato di me, in ogni caso!” esclamò Merlino, confuso, disperato.
Gwen non aveva la forza di parlare, ma accarezzò il volto di Artù e gli sorrise. Non servirono parole, ad Artù si aprì il cuore.
Si rivolse a Merlino, che quasi piangeva dalla disperazione:
“tu ti fidi di me?”
La domanda lo colse del tutto impreparato:
“vi affiderei la mia vita senza pensarci”
Artù annuì: “allora dammi tempo”
“tutto quello che volete”
  
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