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Autore: Tairi Soraryu    08/02/2007    3 recensioni
Squall ha nascosto un oscuro segreto a Rinoa, per mesi. E quando finalmente lo rivela...lei ride? Ricordi di un dodicenne, appuntamenti a pranzo, e...la ragazza di qualcun altro!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Final Fantasy VIII e i suoi personaggi sono proprietà della Square-Enix e utilizzati qui senza nessuno scopo di lucro. Nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

FIRST KISS
scritta da Tairi Soraryu, tradotta dall'inglese da Alessia Heartilly

Il cielo notturno era senza nuvole, l'aria era fresca quanto bastava per mischiarsi piacevolmente con l'ultimo calore del giorno, che irradiava dalla terra che aveva impregnato durante il lungo pomeriggio di tarda primavera. Sul balcone del Garden di Balamb, osservando le pianure circostanti e le montagne con i cocuzzoli innevati di un colore violaceo e argenteo che si stagliavano a nord, il Comandante Squall Leonhart si appoggiò alla ringhiera di marmo e inalò profondamente, sentendo una seconda forma di calore che si accoccolava comodamente contro il suo cuore mentre si rilassava, con i suoni della festa dietro di lui che gli arrivavano attraverso le porte aperte del salone dei ricevimenti.

La fonte di quel calore, di quella pacifica, estatica felicità che aveva pervaso la sua vita nell'anno appena trascorso, stava in piedi dietro di lui, con la testa che riposava contro la sua spalla e le mani posate leggermente -delicatamente, avrebbe potuto dire se non si fosse trattato di Squall- sulla ringhiera del balcone. Sembrava dolce e bellissima nel suo vestito al ginocchio di scintillante seta verde, con i capelli neri che luccicavano in un contrasto scioccante con il pallore che accentuava la sua pelle liscia e morbida e i suoi ridenti occhi castani.

Mentre lui piegava la testa per guardarla, lei si voltò, incontrando il suo sguardo azzurro, e le sue labbra si curvarono in un sorriso. "Perché mi guardi sempre così?", chiese lei, con un leggero tono canzonatorio mentre alzava una mano a intrecciare le dita con quelle di lui. La semplice gioia del suo tocco, la facilità con cui si era allungata verso di lui -e la compiacenza della sua reazione all'ovvia e pubblica dimostrazione d'affetto- infusero in Squall un senso d'amore quasi terrificante, e poté sentire la gola che gli si stringeva mentre la sua ragazza gli si rannicchiava contro il petto, lasciando scorrere la mano libera sulla sua spalla. Le sue dita erano delicate, facevano quasi solletico, attraverso il materiale della sua maglietta d'ordinanza, e Squall respirò dolcemente mentre lei seguiva la linea dura della cicatrice che gli correva lungo la spalla.

"Perché posso?" tentò lui, sapendo che le avrebbe strappato un dolce sorriso, e Squall, stringendola con un braccio intorno alla vita per attirarla un po' di più contro di sé, le sollevò il viso per un bacio dolce e lento. "Rinoa..."

Lei sorrise, i suoi occhi tranquilli mentre si ritraeva quanto bastava per alzare un solo dito nell'aria, le sue sopracciglia che si inarcavano in un invito silenzioso, e Squall, sorridendo, la sistemò di nuovo contro di sé nella posizione corretta per la danza. "Sei stata la prima che mi abbia mai invitato a ballare," mormorò Squall, con la testa piegata in modo da poter appoggiare la guancia contro i suoi soffici capelli setosi, così da poter inalare il suo dolce profumo -vaniglia e fragole e shampoo per cani. Non poteva iniziare a spiegare perché quella particolare combinazione fosse così allettante, eppure lo era.

Rinoa lasciò che Squall la cullasse contro di sé, godendosi la sensazione di essere coccolata come se fosse stata qualcosa di prezioso -e in effetti lo era. Le sue labbra si curvarono in un sorriso mentre ripensava a quel primo fatidico ballo, e rispose, con la stessa dolcezza, "sei stato il primo a resistere al mio invito."

Lui rise, un basso mormorio di divertimento nelle profondità del suo petto, e Rinoa si rilassò contro di lui. "Sei anche stato il primo a promettere di prenderti cura di me," continuò lei, lasciando che la musica dell'orchestra nella sala la avvolgesse. "Sei stato il primo a guardarmi, a guardarmi sul serio, e a vedermi per quel che ero -tutti i diciassette anni della me viziata, impulsiva, ostinata. Sei la prima persona che ho mai davvero amato." Le sue guance si infiammarono mentre anticipava la sua reazione, e aggiunse in un mormorio che Squall dovette sforzarsi per sentire, "sei stato il primo a baciarmi."

Squall aveva dovuto chinarsi in avanti, cercando di capire le sue parole; quando il suo cervello finalmente decifrò i suoni sussurrati, gli ci volle qualche altro momento per registrare il loro significato. Con un gridolino strozzato di sorpresa, Squall si allontanò di scatto per guardarla in viso. "Cosa? Cosa? Mi prendi in giro. Allora...il balcone...è stato il primo? E Seifer?" Per tutto quel tempo, aveva in qualche modo dato per scontato di non averle dato lui il primo bacio. Bé, aveva scoperto presto che Seifer non era stato il suo primo amante, ma innamorarsi e baciarsi...erano cose diverse.

Rinoa abbassò la testa, imbarazzata, mentre Squall continuava a fissarla, con le mani sui suoi fianchi -che fosse per tenerla ferma o perché aveva dimenticato che la stava abbracciando, Rinoa non avrebbe saputo dirlo. Si schiarì la gola e annuì. "Era il primo. Tu sei stato il primo. Non l'ho detto prima, perché...è imbarazzante." Il suo rossore ne era una prova evidente, e Rinoa esitò, non molto sicura di come lui avrebbe reagito. "Mi dispiace, Squall. Non è che ti stessi mentendo, solo non ero sicura di come dirtelo." Lui non era sembrato arrabbiato per la sua mancanza di sincerità in precedenza, ma Rinoa sapeva meglio di chiunque che Squall era un asso nel nascondere quello che provava davvero.

Con sua sorpresa e completo shock, Squall iniziò a ridere.

"Hey!" Offesa, combattendo con l'imbarazzo, Rinoa diede a Squall un non proprio amichevole pugno sulla spalla. "Non è qualcosa di cui ridere!" Anche se era contenta che lui stesse ridendo; era ancora raro sentire una sua risata, e Rinoa non poté fare a meno di sorridere mentre lui si sforzava di trattenere le risate, i suoi occhi azzurri che danzavano in quelli di lei mentre la guardava.

"Non lo è?" Il divertimento riempiva la voce di Squall mentre chiedeva con falsa innocenza, "e allora cosa lo è, Rinoa?" Anche se una piccola parte di lui era dispiaciuta di non averle dato quel primo bacio con un po' più, non sapeva come dirlo, stile, invece di afferrarla e basta e baciarla. Bé, non è stato esattamente 'afferrarla' pensò Squall tra sé e sé. Ma comunque, difettava un po' di grazia e fascino.

Le guance di lei erano ancora slealmente rosse, e Rinoa distolse lo sguardo, mormorando, "se era così che avresti reagito, non l'avrei mai detto."

"E' per questo che non l'hai detto fino ad ora?" C'era qualcosa di molto vicino al divertimento che aleggiava nella voce di Squall, e Rinoa aggrottò le sopracciglia.

"Come altro avrei dovuto parlarne?" La mortificazione la rendeva irritabile, e sbottò con più forza di quanta intendesse usarne. "'Oh, Squall, a proposito, ricordi quando ho detto che pensavo d'essere innamorata di Seifer? Bé, lui non mi ha mai baciata, e io non ho mai baciato lui'" continuò. "Diventi sempre tutto permaloso e di cattivo umore quando spunta il nome di Seifer -specialmente se spunta legato a me- quindi ho pensato che forse avrei lasciato perdere. Non è importante."

Rinoa iniziò a strattonare per separarsi da lui, dato che voleva un po' di privacy per mettere a posto le sue emozioni -in quel momento, l'irritazione verso Squall per aver riso di lei era la prima sensazione della sua mente -ma Squall non la lasciò andare, stringendola di più e tirandola di nuovo a sé. "Lasciami andare," mormorò in maniera ribelle, sapendo che i suoi sforzi erano inutili. "Non voglio parlarti."

"Rinoa." Squall stava ancora ridendo -non poteva non farlo; lei era sempre così adorabile quando teneva il broncio- e la attirò in un bacio deciso. "Rinoa, non andare." Le sue parole la fecero fermare per fissarlo scioccata. Squall non le aveva mai detto quelle parole, e lui le sorrise ironicamente, alzando una mano a lisciarle i capelli. "E' importante. Il primo bacio è molto importante. Ho sempre pensato che Seifer ti avesse baciato per primo, prima che ci incontrassimo. Se l'avessi saputo, magari l'avrei fatto diversamente."

Sospettosa, non convinta del tutto, Rinoa lanciò un'occhiataccia al suo ragazzo. "Diversamente? E come? Con rose e candele e un jet privato?"

La malizia brillò negli occhi di Squall. "Non proprio, credo, ma se è quello che vuoi, potrò sempre organizzarmi per, diciamo, il nostro centesimo bacio." Gli occhi di Rinoa si dilatarono alla sua promessa, e lui fece l'occhiolino. "Ma penso che mi sarebbe piaciuto che fosse un po' più elegante, diciamo così, che non prenderti e baciarti e basta." Era stato all'incirca così, ricordò; l'impulso del momento, agire senza pensare. Era uno dei migliori ricordi della sua vita, il corpo di lei contro il suo, le sue mani sulla vita di lei e le sue che gli si stringevano al collo per affondare le dita nei capelli, la sua bocca sulla propria, morbida e dolce e calda.

Squall sospirò, e Rinoa, ricordando la stessa cosa, sorrise. "Andava bene così," lo rassicurò, e una risata le danzò negli occhi quando aggiunse, "anche se non protesterei se tu cercassi di riprovarci per migliorare la scena."

"Non preoccuparti," la rassicurò Squall mentre ricominciava a ballare. "Farò pulire la Lagunarock, e poi ci faremo quel volo privato con candele e musica e fiori e tutte quelle cose, okay?" Rinoa annuì solennemente, e poi posò la testa di nuovo sulla sua spalla con un sospiro.

Ballarono con calma per qualche altro minuto, e poi Rinoa, vedendo finalmente l'umorismo della situazione, cominciò a sorridere. "Non riesco a credere di avere avuto così paura di dirtelo per tutto questo tempo. Mi sembra così sciocco adesso. Ed è anche carino, no, che tutti e due abbiamo avuto il nostro primo bacio su questo balcone, insieme. Penso che sia adatto." Ci fu un lungo, quasi imbarazzato silenzio, e Rinoa alzò gli occhi su Squall. "Squall?" Sbarrò gli occhi, e alzò una mano per toccargli la guancia come se potesse toccare il rossore che pensava di vedere. "Stai...stai arrossendo?"

"No, no," bofonchiò in maniera quasi insolente, e Rinoa smise di ballare per fissarlo scioccata mentre lui distoglieva lo sguardo, piegando le spalle per difendersi. "Ok, forse sì. Senti, uhm, ho un piccolo segreto che pensavo di poter dimenticare, ma...ho baciato qualcuno prima di te."

Rinoa strabuzzò gli occhi. "Hai fatto cosa!"

Squall scosse la testa, quasi con dispiacere. "Bé, lascia che mi corregga. Sono stato baciato prima di te. Ma tu sei stata la prima che ho baciato."

Fissando il suo ragazzo, Rinoa poté soltanto pensare che c'erano cose di lui che lei non avrebbe mai indovinato. Era troppo scioccata persino per provare gelosia o risentimento verso qualunque misteriosa figura femminile che l'avesse preceduta nell'affetto di Squall, e poteva soltanto stare a bocca aperta mentre lui, senza che lei lo spronasse, elaborava il pensiero.

"Avevo, uhm undici o dodici anni circa, credo, allora. C'era questa ragazza nella mia classe di tattiche di guerra. Piaceva a tutti i ragazzi, perché era carina e timida e molto intelligente. Sapeva sempre tutte le risposte, e noi -loro- litigavano sempre per chi doveva sedersi accanto a lei a pranzo. Mangiava sempre roba buonissima, e la divideva con chiunque le si sedesse accanto.

"Comunque, aveva preparato tutto, credo. Non so davvero come ha fatto, o se qualcuno l'ha aiutata, ma a pensarci adesso, è stato davvero vile. Mi disse che voleva fare il pieno di magie Morfeo e mi chiese se potevo accompagnarla al Centro Addestramento un giorno. Io non volevo, all'inizio, perché tutti gli altri ragazzi sarebbero stati gelosi, e se la sarebbero presa poi con me. E," aggiunse quando la gelosia iniziò ad avanzare negli occhi di Rinoa, "perché sapevo che non potevo tradire il mio futuro vero amore."

Senza lasciarsi impressionare, Rinoa sbuffò. "Hmph. Vai avanti e basta."

Squall sfoderò il suo brillante, bellissimo sorriso prima di continuare. "Comunque, era davvero insistente, quindi accettai di accompagnarla. Siccome eravamo cadetti, era protocollo del Garden che venissimo accompagnati da un cadetto più avanti nel corso o da un SeeD già diplomato. Ma quando arrivai al Centro Addestramento -mi aspettava vicino alla porta- c'era soltanto lei nei paraggi. Aspettammo un po', ma non arrivò nessun altro, così dissi che avremmo dovuto tornare indietro. Poteva sempre rifornirsi di Morfeo il giorno dopo, ma lei insistette molto che le servivano subito, quindi cedetti.

"Mi portò accanto a quel lago -sai che hanno quello stagno nel Centro, solo che sembra molto grande quando sei piccolo- e mi tirò dietro ad alcuni cespugli. Penso di averle detto qualcosa di molto intelligente, tipo, 'non puoi incontrare dei Grat se ti nascondi dietro gli alberi'. E poi lei...questa parte è un po' confusa, penso perché ero spaventato da quello che stava facendo. Mi prese le mani e mi fissò e basta, e poi mi disse che le piacevo davvero, davvero tanto e che voleva che mi sedessi vicino a lei a pranzo tutti i giorni. Poi lei...stai ridendo di me?" chiese.

Rinoa tremava per lo sforzo di trattenere le risate, e scosse la testa freneticamente mentre Squall riduceva gli occhi a due fessure, guardandola con fiero cipiglio. "Non ti racconto il resto se intendi ridere di me." Rinoa afferrò la sua maglia tra le dita mentre lui lasciava la presa su di lei e si muoveva come per andarsene, e Squall si voltò a guardarla, cercando di non lasciare che il suo stesso sorriso avesse la meglio su di lui. "Pregarmi non servirà a salvarti. Penso che tornerò dentro e mi siederò con Zell al tavolo dei panini. Almeno la sua ragazza ha la decenza di non prendermi in giro mentre racconto imbarazzanti momenti del mio passato."

"No, no," le risate le sfuggirono, e Rinoa strinse le braccia intorno alla vita di Squall per tenerlo lì. "Mi dispiace. Per favore, finisci di raccontare." Poi i suoi occhi divennero due fessure, e gli diede una forte gomitata nello stomaco a cui lui non poté sfuggire abbastanza velocemente. "Hey. E tu hai riso di me, quindi non essere così permaloso."

"Io non divento 'permaloso'," bofonchiò Squall, ma fece scorrere una mano sui capelli di lei prima di ricominciare a raccontare. "Um, dov'ero? Ah sì. Così mi stava dicendo che voleva sedersi vicino a me a pranzo tutti i giorni, e penso che io stessi cercando -disperatamente- di liberare le mie mani dalle sue. E poi disse che io le piacevo davvero, davvero tanto e mi baciò! Ero davvero scioccato, credo. E poi rimase ferma lì, a guardarmi, e io mi voltai e iniziai a venire via. Poi-"

"Squall!" L'espressione scioccata di Rinoa lo fece fermare, e Rinoa lo schiaffeggiò sul braccio per punirlo del suo atroce comportamento di anni prima. "Come hai potuto? Ti sei soltanto...alzato e sei andato via?"

"Ci ho provato", disse Squall, "e ti direi se ci sono riuscito se tu smettessi di interrompermi e mi lasciassi finire."

Rinoa capì ma bofonchiò, "non posso credere a quello che le hai fatto. Povera ragazza, probabilmente l'hai spaventata per la vita e non avrà mai una relazione seria. Alzarsi e andarsene dopo che lei dice qualcosa del genere..."

"Comunque," sottolineò Squall prima che Rinoa potesse farlo sentire in colpa per le azioni compiute da bambino, "penso che non stessi guardando dove stavo andando, e camminai dritto nella schiena di un Archeosaurus gigante. Era pure un vecchio coso molto scontroso, e non era molto felice del fatto che gli fossi andato addosso mentre stava...non so cosa stesse facendo, stava lì in giro a fare cose archeosauresche, suppongo. Ero terrorizzato. Quelle cose sono enormi, e io ero tutto solo e non proprio pronto a combattere -non ho ottenuto Shiva per anni, e gli Archeosaurus sono notoriamente deboli contro gli attacchi di ghiaccio. Tutto quello che avevo in Junction erano un paio di quelli che chiamiamo 'GF d'allenamento', usati per abituare i bambini ai GF che acquisiranno più avanti. Non sono molto forti, non particolarmente coraggiosi, e molti di loro fuggirono quando tentai di invocarli. Non sono proprio abituati a battaglie vere e proprie, e molti di loro non hanno mai visto un nemico più grande o feroce di un Fungongo arrabbiato.

"Siccome scappare non era un'opzione -non è un'opzione, e non lo è mai stata, non lo sarà mai- ho dovuto combatterlo, con questa ragazzina terrorizzata e in lacrime dietro di me. Stava singhiozzando, forse perché avevo provato ad andarmene dopo che mi aveva detto che le piacevo, e io ero abbastanza scontento del fatto che fosse troppo inutile per aiutarmi a combattere.

"Comunque, per farla breve, uscimmo da lì -vivi- e sconfissi il mio primo Archeosaurus. Certo, eravamo entrambi in grossi guai per essere andati nel Centro Addestramento senza un accompagnatore adatto, e non penso che il Preside Cid si sia mai bevuto le mie scuse su cosa stavamo facendo -Rinoa, non fare quella faccia come se stessi pensando di chiedergli se si ricorda quell'incidente. Non vuoi che vada al microfono e racconti del tuo primo tentativo di fare il bagno di mezzanotte coi tuoi cosiddetti 'amici', no?"

Rinoa divenne scarlatta, e si guardò intorno furtivamente per controllare se ci fosse qualcuno che potesse sentirli. Erano, ovviamente, soli, ma lanciò un'occhiataccia furiosa a Squall. "Hai promesso di non parlarne mai più!" sibilò con rabbia.

Squall fece un gran sorriso. "Certo. E' questo che rende così divertente minacciarti." Rinoa lo colpì, e Squall fece una smorfia.

"Spero che tu abbia dovuto occuparti di spazzatura per un anno," borbottò Rinoa, ritornando alla storia di Squall -e dirottando l'attenzione da se stessa.

"Peggio. Ci ha fatto lavorare insieme per sistemare il suo schedario per un mese, ogni giorno dopo le lezioni. Fu una tortura. Non solo il suo schedario è la cosa più spaventosamente disorganizzata sulla faccia della terra, ma era doloroso stare nella stessa stanza con lei, figurarsi lavorare insieme." Squall scosse le spalle. "E' divertente, ora, pensare che scappavo da lei così in fretta da sbattere la testa contro il sedere di un Archeosaurus, ma..."

Rinoa ridacchiò all'immagine di Squall 'che andava a sbattere' contro un Archeosaurus che faceva 'cose archeosauresche'. Le sue risate si fecero più intense quando pensò all'unica cosa che un Archeosaurus avesse potuto fare, stare lì in piedi senza motivo, e la seconda immagine, subito dopo la prima, di un piccolo Squall -lo immaginava come uno Squall-del-presente schiacciato nel corpo di un bambino con la testa di Squall- con cacca di Archeosarus sulla testa, si ficcò spontaneamente nella mente di Rinoa.

"Non è così divertente," la informò Squall quando lei si mise entrambi le mani sulla bocca per trattenere le risate. "Quindi, quello che intendo dire è che mi dispiace di non avertelo detto prima. Non volevo che tu ti arrabbiassi per questo. E non volevo che fossi gelosa di una ragazzina qualsiasi."

Rinoa ridusse gli occhi a due fessure. "Stai dicendo che pensi che io sia meschina abbastanza da essere gelosa di una ragazzina che hai incontrato quando eri piccolo?" Squall scrollò le spalle, e Rinoa lottò un minuto prima di arrendersi. "Ok, hai vinto tu. Come si chiamava?" Era gelosa, e non c'era bisogno di negarlo. Qualcuno si era preso il primo bacio di Squall, e se quel qualcuno era ancora un SeeD del Garden -se era sopravvissuta all'umiliazione di affrontare Squall dopo quello- avrebbe avuto una grossa sorpresa.

"Non lo so." Squall aggrottò le sopracciglia. "Ho provato a ricordare come si chiamava, ma non sono nemmeno sicuro di averlo mai saputo. Voglio dire, ripensandoci, non ricordo neanche di che colore avesse gli occhi, e mi era sembrato che mi avesse guardato molto, molto a lungo nel Centro Addestramento, tenendomi per mano. Tutto quello che ricordo è che era davvero carina e abbastanza bassa -lo eravamo tutti a quell'età- e aveva i capelli castani, penso. Stava sempre leggendo, anche. Sì, i ragazzi dicevano che sapevano sempre dove trovarla, perché era sempre nella biblioteca." I sopraccigli di Squall si avvicinarono mentre cercare di estrarre dalla sua memoria nebulosa le informazioni pertinenti. "C'è qualcos'altro...che cos'era? Ah, sì. Sapevamo tutti l'aspetto che aveva da dietro, perché aveva sempre i capelli raccolti in una, come la chiamate..." Squall agitò le mani dietro la sua testa come per spiegarsi. "Una treccia, ecco. Era la ragazza con la treccia."

Rinoa fissò Squall, poi scoppiò a ridere mentre lui la guardava. Potrebbe davvero essere? Rinoa scosse la testa allo sguardo inquisitore di lui, incapace di dar voce ai suoi pensieri. Non sarebbe davvero troppo bello se fosse vero?

Respirando affannosamente, Rinoa riuscì a prendere solo quanta aria bastava per dire, "sai, Squall, forse dovresti andare a sederti con Zell a mangiare panini. Ma, se fossi in te, eviterei di raccontare vecchi ricordi quando c'è la sua ragazza. Non si sa mai, potrebbe reagire anche peggio di me."

*****
Note dell'autrice: 16 dicembre 2005
Ho scritto questa storia molto tempo fa; non so perché non l'ho pubblicata prima. L'ho ritrovata per caso tra i miei file mentre stavo ripulendo un po' della mia vecchia roba e ho cominciato a ridere all'aeroporto. Wow, la signora di fronte a me deve aver davvero pensato che fossi pazza. Quando sono arrivata alla parte dell'Archeosaurus che faceva 'cose archeosauresche', dovevo essere rossa in viso. Sono contenta che almeno io abbia fatto qualche risata con questa storia...

Note della traduttrice: ecco qua. Spero di aver tolto tutti gli errori, ma se ce ne fossero, non esitate a farmeli presente :) Spero che la troviate carina e divertente com'è nell'originale^^

   
 
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