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Autore: Mana Sputachu    26/07/2012    4 recensioni
When it’s time to live and let die, and you can’t get another try
Something inside this heart has died, you’re in ruins.
(21 Guns - Green Day)
[Tre flashfic per Jin, Hwoarang e Xiaoyu]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hwoarang, Jin Kazama, Ling Xiaoyu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tre flashfic random nate ieri notte senza alcun motivo preciso. Canticchiavo 21 guns dei Green Day, e BAM!
Un mucchietto di frasi per tre righe scelte del testo, per i miei tre bimbi speciali.
Spero vi piacciano :>
 
Manasama

 
 
 
 
 

1. Do you know what's worth fighting for?

 
 
 
Per cosa combatti?
 
Era la domanda, la più importante.
Quella che non osava porsi perché temeva che la risposta non gli sarebbe piaciuta.
 
Per cosa combatti, Jin Kazama?
 
In quell’istante, domanda e risposta si susseguirono nella sua testa senza nemmeno il tempo di ragionarci – o di provare a fermare quel pensiero sul nascere.
E venne colto dal panico.
Non adesso. Non ora!
Non poteva permettersi di lasciarsi andare ai dubbi, non ora che la Mishima Zaibatsu stava per mandare in guerra le sue truppe d’assalto. In quel momento aveva bisogno di essere lucido, concentrato e mostrare sicurezza – soprattutto quella.
E invece iniziò a tremare, il respiro si fece più veloce e lo sguardo vagò sgomento da una parte all’altra del piazzale, i soldati in attesa di un suo ordine.
Per cosa combatteva? Ne valeva davvero la pena?
Un dolore al braccio lo riportò alla realtà.
“Non provare a cedere proprio adesso, ragazzino” sussurrò Nina, conficcando le unghia nel suo braccio ancora di più “non adesso. Avrai tempo di crollare dopo, ma ora questi uomini aspettano i tuoi ordini. Vedi di ricordartelo!”
La odiò per quelle parole, la odiò ed ebbe voglia di schiaffeggiarla – se solo non fosse cresciuto con l’insegnamento di non picchiare mai una donna, se non sul ring.
Chiuse gli occhi, cercando di riprendere il controllo di sé stesso.
Per cosa combatteva?
Jin Kazama non lo sapeva più.
 
 
 
 
 

2. And you look for a place to hide

 
 
C’era un posto, a Seoul, dove era solito rifugiarsi.
Quando da bambino era triste, quando fuggiva dai ragazzi più grandi con cui si azzuffava, o dai negozianti del quartiere a cui ne aveva combinata una delle sue; o quando voleva semplicemente stare da solo.
Il vecchio dojo di Baek era il posto dov’era cresciuto, dove si era allenato fino allo sfinimento - dove amava stare.
E ci sarebbe rimasto anche tutta la vita, se il maestro Baek non fosse morto.
Doverlo lasciare così su due piedi, abbandonato e in rovina, era una cosa che ancora oggi lo faceva star male. Avrebbe voluto occuparsene, ma davvero non poteva rimanere in Corea. Il maestro meritava vendetta.
E quando andò via, in quel dojo ci lasciò un pezzo di cuore.
Ma ancora oggi, quelle rare volte che torna a Seoul, Hwoarang non rinuncia a far visita alla palestra ormai abbandonata.
Perché siamo sempre alla ricerca di un posto in cui nasconderci, per rimettere insieme i cocci della nostra esistenza e leccarci le ferite dell’anima.
E quel dojo era il suo posto.
 
 
 
 
 
 

3. Your faith walks on broken glass

 
Davvero ti fidi ancora di lui?
 
Quella domanda era ormai consuetudine.
Se si parlava di lui, inevitabilmente le veniva posto l’annoso quesito.
Come potevano continuare a chiederglielo?
Certo che si fidava di lui.
Erano le sue azioni a preoccuparla.
Più sentiva i resoconti in tv, più si chiedeva che fine avesse fatto il ragazzo che conosceva – con cui aveva condiviso la casa, gli allenamenti, e qualcosa di più; lo stesso ragazzo che la chiamava nana per indispettirla, ma che l’aveva abbracciata forte quando aveva sentito per la prima volta un terremoto, che l’aveva ascoltata quando gli aveva raccontato come era morto Nonno Wang.
Quello che era leader della Mishima Zaibatsu non era più il Jin che conosceva; non c’era traccia di umanità in lui, non c’era… più alcuna traccia di lui.
Chi era quello? Non era Jin, non il suo Jin.
E in quei momenti sentiva la sua fede venir meno, e la fiducia che riponeva in lui vacillare dolorosamente come se camminasse su vetri rotti.
 
Ti fidi ancora di lui, Xiao?
 
Si sforza di dire sì – lei vuole crederci.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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